L’occasione
di mettere piede nella mia vecchia scuola mi è stata data dalla
realizzazione del progetto di un giornale della Scuola Media di Quartucciu
che vede la collaborazione di Quaderni di Quartucciu. La ideazione e
la definizione di questo progetto è stata tutt’altro che veloce
e mi ha portato negli ultimi dodici mesi a frequentare la scuola ed
a relazionarmi con i suoi rappresentanti. E mi ha dato anche la piacevole
sensazione di rientrare in quel caseggiato in cui ho passato tre anni
della mia prima adolescenza, ormai una ventina di anni fa. Ho avuto
anche la piacevole sorpresa di ritrovare diversi miei insegnanti, alcuni
dei quali stavano andando in pensione, altri che si sono resi conto,
vedendomi, di avere vent’anni di insegnamento sulle spalle.
La "mia scuola"
(1979-1982) era stata inaugurata da poco ed aveva ancora quel senso
di vuoto delle strutture appena finite, priva di quei complementi d’arredo,
spesso i lavori degli ex alunni, che le conferiscono l’aspetto di una
scuola vissuta. Benché grande, la struttura era inadeguata alla
popolazione scolastica. Gli studenti erano tanti che venivano istituiti
corsi completi fino alla "I" e le prime arrivavano alla "M" o forse
più. Una vera e propria marea di ragazzi che la giusta aspirazione
di non ricorrere ai doppi turni costipava in qualsiasi spazio rettangolare
reperibile. I primi ad essere sacrificati furono i laboratori. Fu la
prima cosa che mi colpì: nella mia classe, la prima "I", c’erano
i lavandini. Solo dopo capii che era un laboratorio declassato; ma mi
potevo ancora dire fortunato. Ricordo che una classe faceva lezione
in un’aula ricavata nell’androne con degli armadi al posto dei muri;
un’altra in quello che nel progetto era poco più che uno sgabuzzino.
A distanza di 20
anni la popolazione scolastica è più che dimezzata, essendo
passata da più di 700 a meno di 300 individui. Questo ha favorito
il progressivo recupero di spazi e la conseguente liberazione di quelle
energie precedentemente soffocate. In questi anni, agevolato da un normale
ricambio della dirigenza e della docenza e dalla sempre maggiore partecipazione
attiva dei genitori, si è realizzato il dispiego di quelle potenzialità
che l’Ippolito Nievo aveva già nel suo progetto.
L’ultimo traguardo
in ordine di tempo è il laboratorio di informatica, di recentissima
realizzazione, dotato di strumentazione di prima qualità, che
non a caso ha già destato una morbosa curiosità degli
alunni.
Precedentemente,
e quindi già operativi dagli anni scolastici passati, erano stati
allestiti una sala di musica, con strumenti, leggii, quasi un piccolo
auditorium, un laboratorio di geografia, che offre ai ragazzi la possibilità
di approfondire la materia con i giusti supporti visivi (videocassette,
cartine geografiche, etc.), un laboratorio di applicazioni tecniche
che è una vera officina artigiana, con tutti gli attrezzi per
realizzare le idee, un laboratorio scientifico sofisticatissimo ed un
laboratorio di lavori domestici dove si impara il cucito, il cartonaggio,
e tante altre cose. Il bello di queste iniziative, con l’esclusione
del laboratorio di informatica e parzialmente quello scientifico, è
che sono state realizzate a costo pressoché nullo, semplicemente
sfruttando le dotazioni esistenti che hanno giaciuto per anni nei polverosi
sgabuzzini della scuola.
Oggi la Scuola
Media "Ippolito Nievo" di Quartucciu può vantare una dotazione
di strutture, impianti, e corpo docente di alto livello e conseguentemente
di un’offerta formativa che la collocano in una ottima posizione di
partenza in quello che, a seguito dell’introduzione dell’autonomia scolastica,
si configura ormai come il mercato dell’istruzione.
E, come nella migliore
tradizione dei venditori televisivi che serbano sempre qualcosa in più
da aggiungere ad un’offerta già strabiliante, la scuola ha intrapreso
la produzione e la pubblicazione di un giornalino scolastico speciale.
Sicuramente non è l’unico esempio di giornalino scolastico, ma
quanti possono vantare, al posto delle solite sbiadite fotocopie, un
inserto di quattro pagine su un giornale locale che stampa 3000 copie,
distribuite in tutto il paese e nell’hinterland cagliaritano? E di questo,
permetteteci, noi di Quaderni di Quartucciu andiamo particolarmente
orgogliosi.
Giorgio
Ledda