DOSSIER: FORTE BASTIONE NEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE

La fortezza denominata Forte bastione si erge in una delle prime pendici del settore ovest delle Alpi apuane e precisamente sulla sommità di Monte Bastione, alto circa 850 metri sul livello del mare, e spartiacque tra la zona di Carrara – Castelpoggio e la zona di Fosdinovo – Ortonovo. Poco si conosce delle origini di questa fortezza, ma si intuiscono le sue “vecchie origini”, sia nel fatto che la denominazione della cima (Monte Bastione), presuppone con buona probabilità una fortezza su questa cime sia sempre esistita, sia nella struttura architettonica della medesima, che molto richiamo gli antichi fortilizi della Alpi risalenti al secolo scorso (in effetti, tracce di vecchie incisioni lasciate sulle mura del Forte dai suoi occupanti, richiamano tempi anteriori all’anno 1900).
Come si è detto, poco si conosce della storia di Forte Bastione precedentemente agli avvenimenti del secondo conflitto mondiale, che andremmo, invece, qui di seguito ad esporre.
La zona della Provincia di Massa-Carrara (allora Provincia di Apuania), nel corso dell’anno 1944, era divenuta il centro del sistema difensivo dell’esercito italo-tedesco, ivi retrocesso dopo l’abbandono del fronte di Cassino: tale sistema difensivo, arroccato sulle pendici delle Alpi Apuane, prese il nome di Linea Gotica; non ci dilungheremo in queste pagine nel discrete l’assetto di tale linea difensiva, abbondantemente trattato in molti libri di storia militare, per limitarci, invece, a descrivere funzione ed avvenimenti che hanno avuto come protagonista Forte Bastione.

Il cardine del sistema difensivo di questa zona era costituito dalla batterie della Punta Bianca, ovvero, batterie navali da  280 mm, sistemate su delle alture in prossimità del mare, in mastodontici bunker in cemento e capaci di frenare qualunque tentativo di sfondamento della linea. Complementare a tali batterie erano tutti i possibili punti di osservazione dei movimenti delle truppe alleate, collocati sulle alture a monte. In quest’ottica forte Bastione era una posizione perfetta, poiché, di rimpetto alle alture della punta Bianca, dominava tutta la costa ed i paesi sottostanti, impedendo che si verificasse un qualsiasi movimento di truppe al coperto.
Qui di seguito riportiamo un interessante documento, che narra delle vicende di uno dei reparti di artiglieria che, collocati a fondo valle, tra Punta Bianca e Forte Bastione, diedero un grande contributo nell’arginare l’avanzata alleata.

Il Gruppo artiglieria Pezzini, impegnato sulla Linea Gotica, E' stranamente uno delle unità meno note della R.S.I., nonostante questo reparto sia comparso più volte nei servizi delle Compagnia Operativo di Propaganda (COP), tra il 1944 e il 1945. Il "Gruppo Artiglieria Cop. Pezzini (dal nome dei suo comandante) venne formato od Alessandria presso lo caserma "Cento Cannoni", tra il dicembre 1943 ed il febbraio 1944.

Fu strutturato su tre batterie, composte da militari di leva delle classi 1924 e 1925 e do ufficiali e graduati già facenti parte dei Regio Esercito. I componenti del 'Pezzin” indossavano divise grigio‑verdi italiane; nei primi mesi dei 1944 adottarono i gladi ci posto delle stellette; ma per carenza di gladi, in molti mantennero le stellette fin quasi olio fine. Verso lo fine dei 1944 furono sostituiti i pantaloni corti (alto zuavo) con quelli lunghi, chiusi allo caviglia; infine vennero adottate le fiamme arancioni al posto delle mostrine o pipetto nero bordate di arancione. L’armamento individuale ero composto da: moschetto mod. 189 1, pistola Beretta col. 9 corto (mod. 1934) per ufficiali e sottufficiali, fucili mitragliatrici Breda. L'armamento pesante era il seguente: obici SkodG da 100/17, cannoni contraerei da 901 53, obici da 149113, obici da 105127. Il Gruppo era formato do circo 110 soldati italiani e circa 15 tedeschi, 13 ufficiali italiani ed uno tedesco, 17 sottufficiali italiani e 4 tedeschi. Il punto debole dell'unità era rappresentato dai mezzi di trasporto e di traino pezzi: i cannoni erano trainati da buoi requisiti dai tedeschi; inoltre il Gruppo disponeva di 3 cavalli e altrettante motociclette.

Nella prima metà dei 1944 l'Alto Comando Tedesco in Italia teme uno sbarco sulla costa tirreno‑ligure tra Viareggio e Ventimiglia; vengono cosi create numerose difese antisbarco e unità italo‑tedesche sono dislocate sulle coste. Così il 5 aprile 1944, il "Gruppo Pezzini" piazza le sue batterie in difesa costiera tra la foce dei fiume Magra ed i confini delle province di La Spezia e Apuania (oggi Massa-Carrara). Il "Pezzini" opera alle dipendenze della “Almers Festung Brigade" (Brigata di Fortezza Almers, dal nome dei suo col. Comandante), un importante reparto germanico che presidiava la piazzaforte di La Spezia, operando spesso azioni di controguerriglia; questa Brigata faceva parte del "Kriegsmarine" ("Marina da guerra germanica").

Le batterie dei "Pezzini" vengono denominate "festung batterie" (batterie da fortezza) con i numeri progressivi di FB 14, 15 e 16. La FB 14 prende posto a Bocca di Magra sotto il castello Fabbricotti, con cannoni da 105/27; la FB 15 si piazza lungo la strada che dalla Via Aurelia conduce ad Ortonovo, a circa 500 metri dalla statale, con obici da 149/13; il Comando di Gruppo viene posto in una vilietta nei paraggi della FB 15; la FB 16 viene dislocata nel pressi di una chiesa sulla Via Aurelia, circa 2 km. a sud sì Sarzana, nelle vicinanze dei bivio che porta ad Ortonovo; la FB 16 schiera pezzi contraerei italiani da 90/53. Le centrali radio e telefonica vengono poste a Nicola, in un grande bunker costruito dai tedeschi e facente parte della linea verde, che passava proprio dove si trovava piazzato il Pezzini", il quale utilizzava per caso queste fortificazioni progettate per scopi ben diversi da una difesa costiera. Questo bunker era nato per contenere dei comandi di battaglione. Sopra il bunker viene posto un osservatorio d'artiglieria, dai quale si domina meravigliosamente la costa tirrenica; un altro osservatorio è posto sul castello Fabbricotti a Bocca di Magra ed un terzo si trova in un bunker per armi leggere sulla spiaggia di Marinella di Sarzana. Sul posto gli artiglieri dei Pezzini" cercano di migliorare con buona dose d'ingegno italico l'aspetto delle loro uniformi: i serventi della FB 16, trovato un lotto di teli da tenda italiani mod. 1929, fabbricano con questi delle giacche a vento.
Nel mese di giugno 1944 la FB 16 lascia i pezzi da 90/53 e si sposta sotto il Monte Barbuto, in un altro caposaldo della Linea Verde (Grun Linie), dove riceve pezzi Skoda tipo obice da 100/ 17. Durante l'estate del 1944 nelle vicinanze della FB 16 verrà a trovarsi il Comando dei 16' Gruppo Esplorante (Aufkiarung Abtellung) della 16a 55 Div. Reichsfuhrer. Il Monte Barbuto è organizzato a caposaldo con camminamenti articolati, bunker tipo «Tobruk Pit", piazzole per artiglieria ed una grande galleria che fora il monte da parte a parte e contenente al suo interno un dormitorio ed un deposito di munizioni. Il tutto è protetto da un vallo anticarro che dalle pendici di Monte Barbuto, seguendo il corso del torrente Parmignola, arriva fino alla spiaggia di Marinella di Sarzana, da dove, costeggiando il mare, arriva fino a Bocca di Magra. I pezzi della FB 16 vengono schierati in una piana poche decine di metri a nord‑ovest di Monte Barbuto, Durante l'estate dei 1944, il maresciallo Kesseiring visita più volte gli apprestamenti difensivi della Linea Gotica, per valutarne l'efficenza; ed è proprio In una di queste visite che, al primi di settembre dei ) 944, avviene un fatto curioso: Kesseiring giunge a sorpresa presso la FB 16 e gli ufficiali della batteria sono assenti; c'è tra i soldati un attimo di indecisione, ma prontamente il sergente Guido Marchiaro dispone gli artiglieri sull'attenti; Kesseiring si compiace visibilmente dei fatto, così prende dalla sua macchina una pistola mod. P 38 porgendola in dono a Marchiaro; questi la serberà gelosamente fino alla fine del conflitto, quando nella concitata fase della resa gli sarà strappata da un partigiano, Un pomeriggio di fine agosto 1944 l'osservatorio di Nicola comunica l'allarme alle batterie: una formazione navale inglese va transitando di fronte i Luni; i pezzi vengono messi in posizione, le manovelle di puntamento corrono ‑rapide, ma nessuno sparerà, poiché così come è apparsa, la formazione navale scompare alla vista degli osservatori. Durante l'estate del 1944 il Pezzini" subisce varie diserzioni di artiglieri e sottufficiali, per abbandono dei reparto o mancato rientro dalla cena. A causa di ciò, nel settembre 1944 il Gruppo è riorganizzato in due batterie: B 15 e FB 16.
Nel frattempo gli eventi precipitano, ed Il 22 settembre il "Pezzini" si trasferisce in prima linea alle dipendenze della 42a Div. Jager (Cacciatori) comandata dal gen. Jost. Di fronte hanno il 370' Combat Team (che, rafforzato nell'organico, diventerà in seguito 92a Div), formato in buona parte da truppe americane di colore.
Il Comando di Gruppo viene situato a Massa, in località Capaccoia, presso un convento di frati; la FB 15 In località Turano di Massa a nord dei Canal Magro, a ridosso dei fronte, con obici da 149/13; la FB 16 si piazza più indietro sulla destra dei fiume Frigido a Castagnola, con i 100/ 17. Gli osservatori vengono dislocati sulla linea dei fronte: in località Cinquale nei pressi della foce dell'omonimo canale, circa 100 metri a nord‑est dell'attuale cippo che ricorda la Linea Gotica (in seguito questo osservatorio verrà abbandonato per (a sua scarsa utilità ai fini delle azioni belliche); un altro osservatorio viene posto vicino alla Via Aurelia a Montignoso in località Porta, sopra una fornace; i( terzo osservatorio in località Ventureilo a Montignoso, dove presta servizio nella cucina da campo un ragazzino dei luogo munito anche di divisa. Agli osservatori si alternano settimanalmente un ufficiale, un sottufficiale e due telefonisti.
Tra la fine di ottobre ed i primi di novembre 1944, la 42a Div. jager viene rilevata dalla 148a Div. di riserva comandata dal ten. gen. Otto Fretter Pico; il "Pezzini" passa agli ordini di questa Divisione. Un giorno, un carretto sul quale viaggiavano militari della FB 15 viene attaccato dal partigiani sull'Aurelia tra Massa e Carrara, sotto un grande arco in cemento. Gli artiglieri rispondono al fuoco e si allontanano incolumi.
Durante l'offensiva italo‑tedesca in Garfagnana dei Natale 1944, il settore dei fronte tirrenico rimane In relativa quiete, ma li "Pezzini" è chiamato ad una forte azione di artiglieria e pattuglie, sia a scopo diversivo che difensivo, in quanto il Comando tedesco teme un possibile sbarco nemico alla foce dei Magra.
Durante una di queste pattuglie gli artiglieri scoprono una linea elettrica americana funzionante e riescono ad allacciarvisi e a portare la preziosa energia in territorio apuano, privo di corrente da mesi; questo fatto avrà poi eco anche sulla stampa della R.S.I.
Durante la sua permanenza al fronte, il "Pezzini" svolge compito di artiglieria divisionale in appoggio alle fanterie, tiri di interdizione, di disturbo e controbatteria.
Subisce giornalmente il tiro delle batterie americane ed incursioni di cacciabombardieri. Uno di questi viene abbattuto nei gennaio dei 1945 da un sottufficiale armato di fucile mitragliatore Breda posto su un affusto girevole di fortuna, ricavato dalla ruota di un calesse; l'abbattimento avviene nei pressi di Castagnola: il pilota muore carbonizzato e viene sepolto sul luogo. Tra l'8 e l'I I febbraio 1945, le truppe americane della 92a Divisione scatenano una forte offensiva tra la foce dei Cinquale e la Garfagnana: il "Pezzini" viene impiegato a contenerla.
All'alba dell'8 febbraio gli osservatori vedono la foce del Cinquale illuminata a giorno dalle fotoelettriche; gli americani avanzano dietro ai carri. L’allarme alle batterie è immediato; nel frattempo intervengono anche le artiglierie tedesche. Dall'osservatorio di Porta lo spettacolo è agghiacciante: i carri americani esplodono emettendo sinistri bagliori e lingue di fuoco; i corpi dei fanti vengono sollevati e spazzati via dalle esplosioni. Ma la risposta aerea americana è terrificante: i cacciabombardieri arano le retrovie tedesche seminando bombe e mitragliando ovunque. Un gruppo di artiglieri dei "Pezziní" impiega ben 4 ore per coprire la distanza tra l'osservatorio di Porta e la FB 16, copribile normalmente a piedi in un'ora! Essi devono ripararsi di continuo e infine, per attraversare il ponte sul Frigido, calcolare Il tempo che intercorre tra un aereo e l'altro, Un reparto di "Combat Raiders" della 92a Div. riesce ad avanzare nella zona di Colle Piano a Montignoso e giunge a ridosso dei Carial Magro sulla via Aurelia; contemporaneamente, i "Raiders" vengono raggiunti da alcuni carri, che sono riusciti ad aprirsi un varco nella zona di Porta. A quel punto, agli artiglieri della FB 15 viene ordinato di piazzare un obice nei pressi della chiesa di Turano, per effettuare tiri diretti contro il nemico che sta avanzando sulla statale. Fortunatamente, però, un reparto di fucilieri tedeschi al comando dei tenente Walter Obermayer, piazzato nell'alveo dei torrente, riesce ad inchiodare gli americani con un fuoco ben mirato di mitragliatrici e panzerfaust ed a farli arretrare.

Il 9 febbraio la natura viene in aiuto ai difensori: una fitta nebbia copre interamente la piana apuana, impedendo agli aerei di intervenire, per cui con diversi controassalti l'offensiva americana vacilla e si arresta. L I I febbraio gli americani tornano indietro ovunque: nel solo settore dei Cinquale le loro perdite ammontano a 22 carri armati e circa 1000 tra caduti, feriti e dispersi.

Il "Gruppo Pezzini" viene citato nel bollettino germanico per questo episodio: i soldati di leva sono ormai dei veterani con 5 mesi di linea dei fronte sulle spalle.

  Vai indietro           torna alla home page           Vai avanti