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Gli sviluppi recenti e l'attualita'
Le intuizioni di Bush e Nelson hanno ispirato tutta una serie di ricerche volte ad ottimizzare la gestione e l'archiviazione di documenti ed informazioni su supporto digitale. Queste ricerche si inseriscono nel quadro più generale del movimento che dagli anni Sessanta si è proposto cambiare l'informatica, l'uso e la natura stessa dei computer, i quali da macchine ingombranti, riservate agli esperti dei centri di ricerca militari ed accademici, si sono traformati in strumenti insostitutibili per chiunque si trovi a gestire le più svariate forme di dati ed informazioni, "molte delle tecniche che stanno alla base dei new media attuali sono nate nell'ambito delle ricerche di laboratorio svolte negli anni Sessanta, mosse da una trasformazione nel modo di concepire gli strumenti di informazione. Fino a tutto il decennio precedente, infatti, i computer erano stati concepiti come puri strumenti di calcolo, mentre proprio a partire dal decennio citato essi iniziano ad essere concepiti come strumenti in grado di trasformare qualsiasi tipo di informazioni codificate: testuali, grafiche" (Bettetini e Colombo 1996). Questa trasformazione, che, non senza enfasi, viene anche definita "rivoluzione digitale", ha avuto nell'ipertesto uno dei protagonisti principali, vista la modalità innovativa di gestione delle informazioni che consente. 

Nel contesto di ricerche volte a realizzare un'informatica "user friendly", ovvero indirizzata verso l'utente, va citatoDouglas C. Engelbart, uno dei "guru" del settore, inventore, tra l'altro, del mouse e del primo word processor ed autore di una serie di importantissime ricerche volte a ridefinire il rapporto di interazione uomo-computer. All'opera di ricerca di Engelbart  si devono i primi progetti per la realizzazione di sistemi per la comunicazione e il lavoro cooperativo chiamati oggi groupware. Fra questi va citato in tale contesto il cosiddetto NLS o "On line system", poi migliorato e chiamato "Augment", un primo embrionale sistema di gestione ipertestuale di documenti ed informazioni, sviluppato come un ambiente in cui le interconnessioni tra i testi  sono realizzate tramite console; la memorizzazione delle informazioni avviene mediante la registrazione in files ed ogni file  può essere suddiviso a sua volta in sezioni, sulla base di una struttura gerarchica. Il contenuto dei vari files del sistema può essere collegato attraverso dei riferimenti incrociati di tipo associativo, resi visibili da dei codici interni al testo, inoltre il monitor appare suddiviso in più finestre, così da  rendere più agevole ed intuitiva la visualizzazione dei dati. 

Lo sviluppo del software per la gestione, la creazione ed il supporto di ipertesti porterà per tutti gli anni Settanta e i primi anni Ottanta a vari sperimentali tentativi, più o meno fortunati, molti dei quali nati presso le università americane, in cui si guardava agli ipertesti digitali con interesse, vista la possibilità che essi offrivano di variare e  migliorare la didattica e la gestione degli archivi informatici; tra questi primi sistemi, più o meno sperimentali, vale la pena citare il ZOG, creato negli anni Settanta  alla Carnegie Mellon University, e Intermedia, sviluppato nella prima  metà degli anni Ottanta alla Brown University

Un deciso passo in avanti in questo campo si realizzerà, però, solo quando, fra il 1986 ed il 1987, arriveranno sul mercato Guide ed Hypercard, i primi programmi per lo sviluppo di sistemi ipertestuali ad essere proposti ad un'utenza non specializzata e destinati a personal computer; nel 1987 ha luogo, poi, il primo incontro internazionale sugli ipertesti: "Hypertext '87"

Comunque solo negli anni Novanta l'ipertesto conoscerà una larga diffusione, a causa di una serie di eventi che si inscrivono tutti nel contesto della "rivoluzione digitale" degli ultimi anni: la nascita di sistemi operativi che sfruttano ambienti grafici user friendly, come McIntosh e Windows, lo sviluppo di hardware sempre più adatto a supportare applicazioni multimediali, l'espansione del mercato dei CD-ROM, la diffusione, ormai su larga scala, dei personal computer. In questo quadro di rapidi e sempre più sorprendenti progressi le fortune dell'ipertesto sono però state segnate, in particolar modo, dall'avvento di Internet, la rete delle reti, alla cui affermazione ha contribuito essenzialmente la diffusione, a partire dalla fine del 1992, di un nuovo linguaggio, l'HTML (Hyper Text Mark-up Language), realizzato da un gruppo di ricercatori del CERN di Ginevra guidato da Tim Berners-Lee. Con l'HTML si possono  costruire interi sistemi di  pagine interconnesse in formato ipertestuale, cosa che in definitiva ha permesso la realizzazione e l'affermazione presso il pubblico degli utenti del World Wide Web, la grande ragnatela di ipertesti che ha reso popolare Internet. 

L'attualità degli ultimissimi anni vede la diffusione sempre più ampia delle diverse forme di fruizione ipertestuale, parallelamente ai successi segnati sul piano della diffusione dai CD-ROM, dai prodotti multimediali, da Internet; inoltre è interessante sottolineare come la più recente versione del più usato sistema operativo, Windows '98 , proponga un'interfaccia in cui sono perfettamente integrati il web-browser, ovvero il programma di navigazione ipertestuale nel World Wide Web, ed il sistema  operativo stesso, quasi a voler ipertestualizzare la stessa gestione globale dei dati del computer, anche se l'operazione, più prosaicamente, ha in verità precisi scopi commerciali.

I progressi dell'informatica degli ultimi decenni, come ho già detto, hanno reso possibili applicazioni multimediali sempre più sofisticate ed elaborate, a giovarsene è stato, inevitabilmente, anche lo stesso ipertesto , che, per propria natura, si presta particolarmente ad una integrazione di forme testuali di diversa origine (testo scritto, immagini in movimento, foto, files sonori,ecc.). Sin dalle loro prime apparizioni sperimentali, gli ipertesti hanno veicolato i diversi codici e i molteplici linguaggi consentiti dal supporto digitale, tant'è vero che si è coniato il termine ipermedia, quasi a voler distinguere le forme ipertestuali multimediali. 

Nella letteratura specializzata si è discusso e, in parte, si discute ancora molto a proposito del rapporto fra ipertesto e ipermedia, tendenzialmente ci si divide fra chi distingue i due termini e chi li usa come sinonimi. George Landow, celebre critico letterario americano ed esperto di ipertestualità, afferma che “il termine ipermedia estende semplicemente l’idea di testo dell’ipertesto includendovi informazioni visive, suono, animazione e altre forme di dati", ma "poichè l'ipertesto...estende il concetto di testo oltre l'ambito della verbalità" (Landow, 1993) i due termini possono essere usati "in maniera intercambiabile”. Francesco Antinucci, psicologo e ricercatore del CNR, è invece dell'opinione che "ipermedia non è semplicemente un ipertesto cui sono stati aggiunti altri media, né un multimedia che presenta legami ipertestuali. E' qualcosa di più e insieme di specifico rispetto a queste cose: l'ibrido è una nuova specie...", aggiungendo poi che "ipermedia è l'integrazione dei media in un unico, nuovo oggetto comunicativo  non riferibile a, nè comprendibile in, nessuno dei singoli media specifici componenti". 

Dal nostro punto di vista, pur considerando la tesi di Antinucci affascinante, sembra più convincente l'impostazione di Landow , visto che il termine ipertesto svuotato della componenete multi-ipermediale perde buona parte del suo significato: un ipertesto composto solo di scrittura è più vicino ad un testo elettronico, all'elaborazione di uno word processor, che non ad un hypertext in senso pieno.
 
 

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