Lettura storico- religiosa della tragedia greca

(in riferimento agli incontri tenuti con gli studenti della Prof.ssa Giulia Piccaluga dell'Università di Roma "La Sapienza")

La tragedia greca veniva rappresentata in un contesto religioso, a differenza del teatro moderno.

Il teatro attico era un momento fondamentale per la comunità: la partecipazione dei cittadini agli spettacoli era obbligatoria ed era finalizzata al raggiungimento della "catarsi". I temi delle tragedie venivano selezionati da una giuria che poi eleggeva il poeta vincitore dell'agone tragico.

La tragedia affronta un argomento mitologico ed ha come personaggi dèi ed eroi; la sua funzione era di rafforzare la consapevolezza del presente; essa veniva rappresentata in un contesto dionisiaco: il dio Diòniso, il giorno precedente agli spettacoli, durante la notte, veniva portato in processione dal tempio esterno ad Atene fino al teatro nella città. Diòniso è l'unico dio che ha sperimentato tre dimensioni: la terra, l'Olimpo e gli inferi; egli nacque dalla coscia di Zeus, dove era stato cucito prima di venire alla luce, in seguito all'incenerimento della madre Semele. Diòniso scenderà più tardi negli inferi per riportare sulla terra la madre di cui ha ottenuto l'immortalità. Con lui sappiamo che i morti possono ritornare; così, sulla scena, rivivono gli eroi.

Gli eroi protagonisti della tragedia sono caratterizzati da u[brij (eccesso), che consiste in comportamenti fuori della norma che non possono essere accettati nel tempo storico.

La rappresentazione tragica, utilizzando una storia mitica, trova modo di fondare determinati elementi della realtà storica mediante l'incidente mitico.

Il poeta tragico risulta essere, pertanto, un "operatore religioso" che elabora con la sua abilità poetica un contenuto che deve essere "ortodosso", inltre partecipa ad un "agone".

L'analisi storico- religiosa presuppone uno schema mitico, applicabile di volta in volta alle singole tragedie, composto da:

1) tempo; 2) spazio; 3) personaggi; 4) incidente mitico; 5) fondazione della realtà.

vaso.raffigurante.Oreste.perseguitato.dalle.Erinni
Nella tragedia Oreste di Euripide l'applicazione dello schema mitico porta alle seguenti considerazioni:

1) Il tempo mitico è quello dove si muovono gli eroi della vicenda ed è sentito come "altro" rispetto al tempo storico della rappresentazione teatrale. Durante il tempo mitico accadono avvenimenti che non è possibile avvengano nel tempo storico. Il tempo dell'Oreste è una notte non normale, in cui vi sono donne ed un malato per strada, un'assemblea notturna per condannare Oreste, rapporti interpersonali non controllati. La vicenda è collocata subito dopo la guerra di Troia, momento in cui la morte non è ancora accettabile.

2) Lo spazio rappresentato è quello di Argo, davanti alla reggia (centro della scena); ad ovest c'è la porta che dirige verso la campagna, ad est la porta che dirige verso il mare. Vengono rievocati luoghi interni alla reggia (focolare, gineceo, talamo) abitualmente inaccessibili alla descrizione e riservati alla vita privata. Si fa riferimento al colle di Danao e ad Atene.

3) I personaggi, muovendosi in un tempo mitico, hanno dei comportamenti inaccettabili in tempo storico; essi sono suddivisi in: eroi (Elettra, Oreste, Pilade), personaggi che tendono al sovrumano (Tindaro, Menelao, Elena), personaggi minori, divinità (Erinni, Apollo).

Elettra, sebbene vergine, parla di adulterio e matricidio e manifesta un attaccamento eccessivo nei confronti del fratello.

Oreste si presenta malato in strada, si lamenta come una donna, nutre un'amicizia eccessivamente stretta con Pilade.

Pilade spinge l'amico alla vendetta e si sposerà con Elettra che però è ormai anziana e non avrà figli.

Tindaro si presenta come un morto vivente, sempre vestito a lutto e con la testa rasata.

Menelao appare sfarzoso e biondo come gli dèi; raggiungerà la felicità nei Campi Elisi.

Elena è "bella" ed immortale, perchè figlia di Zeus.

4) L'incidente mitico è l'evento che permette di superare la situazione di stallo e muovere la vicenda verso la fondazione della realtà.

Pilade propone un piano per rapire ed uccidere Elena al fine di evitare che Oreste e i suoi compagni siano giustiziati da Menelao. A questo punto interviene Apollo a ristabilire l'ordine: Oreste avrà un processo e regnerà su Argo, Pilade regnerà su Micene e sposerà Elettra, Elena non può morire, Menelao raggiungerà i Campi Elisi.

5) Si ha quindi la fondazione della realtà; vengono definiti una serie di rapporti sociali: fratello- sorella; padre- figlio; marito- moglie; rispetto per gli anziani.

Atena fonda la giustizia in Atene (con l'Areopago) e trasforma la Erinni in divinità benigne.

Viene infine fondata la morte umana con la divisione netta tra morti e vivi, la definizione di rituali funebri, l'indicazione delle tipologie di morte accettabili.

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