(Studi preliminari) (AMP in Italia)
La gestione razionale dellambiente costiero e marino, è fondamentale per poter utilizzare efficacemente le sue risorse, conservandolo per le generazioni future (saper amministrare un patrimonio significa utilizzarne ed investirne proficuamente gli interessi, mantenendo intatto il capitale, Diviacco 1999), in linea con i principi dello sviluppo sostenibile. Si deve purtroppo constatare che tali risorse sono sempre più minacciate da numerose attività antropiche proprio per la carenza, spesso assai marcata, di una politica gestionale, sia a livello centrale, che locale.
Proprio per sopperire a tali lacune, o per
rafforzare le azioni di gestione dellambiente costiero, è di estrema importanza
istituire aree naturali protette, cioè zone in cui la natura venga conservata nel miglior
modo possibile. Tali azioni di salvaguardia si rendono necessarie sia per non depauperare
le risorse biologiche, sia ai fini turistico-ricreativi, sempre più condizionati dalla
ricerca di naturalità.
Lesperienza pluridecennale acquisita dai
ricercatori a livello internazionale permette di affermare che le Aree Protette
Marine
rivestono un ruolo molto importante nella gestione dellambiente costiero,
e la loro istituzione deve divenire parte
integrante di un programma per la gestione delle risorse avente quali obiettivi la
conservazione della ricchezza biologica e la definizione di una nuova relazione tra uomo e
ambiente.
In particolare, lIUCN
(International Union for the Conservation of the Nature) così riassume le funzioni
principali delle Aree Protette Marine:
Protezione dei valori biologici ed ecologici: questo è lo scopo principale dellistituzione di unArea Protetta Marina e comprende il mantenimento di:
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Ripristino, mantenimento ed incremento dei valori biologici ed ecologici che sono stati ridotti o, comunque, perturbati da attività umane. |
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Promozione delluso sostenibile delle risorse, con particolare riguardo per quelle che sono state sovra o sottoutilizzate. |
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Monitoraggio, ricerca, educazione ed addestramento, per approfondire le conoscenze sullambiente marino. |
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Forme di ricreazione e turismo compatibili dal punto di vista ambientale. |
Tutte queste funzioni permettono, inoltre, il raggiungimento di alcuni benefici sociali ed economici.
Le
Aree Protette Marine e costiere favoriscono il mantenimento della
produttività degli ecosistemi, salvaguardando i processi ecologici essenziali attraverso
il controllo delle attività che possono comprometterne la funzionalità o danneggiare
comunque lambiente naturale. Tali processi, che possono essere di tipo fisico, chimico
e biologico, assicurano il mantenimento dellecosistema.
Dal momento che tra gli scopi principali delle aree protette, e quindi anche di quelle
marine e costiere, vi è la conservazione delle risorse genetiche, e che queste ultime non
possono essere conservate se non si riescono a mantenere i processi ecologici, è
indispensabile conservare le une e gli altri, per consentire un uso sostenibile delle
specie e degli ecosistemi.
E di enorme importanza economica, ad esempio, il mantenimento della produttività
biologica, finalizzato alle attività di pesca. Questo è un chiaro esempio di come un
processo ecologico influisca sul benessere economico e sociale, poiché la presenza di
unarea altamente produttiva, in termini di biomassa ittica, consente un buon tenore
di vita ai pescatori, lavoratori dei cantieri, distributori, commercianti di attrezzi ed
accessori con conseguenti effetti positivi sulla realtà sociale.
Altra funzione delle aree naturali protette in genere è la conservazione
della diversità genetica. E qui opportuno conoscere le differenze tra diversità biologica o biodiversità e
diversità
genetica: semplificando concetti abbastanza complessi e specialistici, è
possibile affermare che mentre la prima è legata al numero di specie, la seconda tiene
conto delle variazioni allinterno della stessa specie.
Le risorse genetiche naturali vengono perdute sia a causa dellestinzione di una
specie, sia per lestinzione di una popolazione di tale specie (impoverimento
genetico). Mentre il primo processo è definitivo ed irreversibile, il secondo può
essere, in alcuni casi, reversibile. Nellambiente marino, in cui il numero di
endemismi è inferiore a quello terrestre, il problema non è tanto dellestinzione
delle specie, quanto dellimpoverimento genetico. Infatti, mentre in mare non si
notano particolari aumenti del tasso di estinzione di specie, si osservano, al contrario,
estinzioni di popolazioni, a causa della sovrappesca, inquinamento e distruzione degli
habitat.
Le suddette attività antropiche stanno causando una diminuzione della diversità
genetica, la quale può invece essere conservata i tre maniere, come ricordato da Salm e
Clark (1989):
costituzione di banche dei geni, sorte di magazzini che conservano i geni per usi futuri; |
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gestione delle risorse biologiche, evitando il sovrasfruttamento o aggiungendo alle risorse disponibili in natura quelle prodotte in allevamento o, ancora, impedendo pesca e commercializzazione di specie minacciate; |
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creazione di aree protette, in quanto la minaccia maggiore alla sopravvivenza di popolazioni di specie è la distruzione del loro habitat. Le aree protette costituiscono, in pratica, delle banche genetiche in situ per la conservazione dei geni in natura, piuttosto che in magazzino. |
Bisogna,
anzi, aggiungere che la tendenza attuale alla diminuzione della diversità genetica, oltre
che alla biodiversità, in gran parte imputabile alluomo e alle sue attività,
rappresenta una seria minaccia al nostro sviluppo; per garantire il mantenimento dei
patrimoni genetici delle varie specie occorre conservare la diversità degli ecosistemi.
Non basta certo creare banche genetiche ex situ, come acquari o, in ambiente terrestre, giardini zoologici ed orti botanici. Un acquario potrà forse
garantire il mantenimento, ad esempio, di un certo numero di ciuffi fogliari di una pianta
marina come la Posidonia oceanica, ma non il funzionamento dellecosistema naturale,
in cui ogni singola specie gioca un ruolo fondamentale. In questo caso unarea
protetta preserverà, invece, integralmente, per quanto possibile, le componenti del
posidonieto, uno degli ecosistemi marini mediterranei più complessi e produttivi,
caratterizzato da unelevata complessità delle relazioni esistenti tra la pianta e
le numerose specie vegetali ed animali che appartengono allecosistema.
Il patrimonio genetico determina il modo in cui le specie possono adattarsi alle
modificazioni ambientali. In molti organismi, tra cui alcune specie di pesci, gli
individui che possiedono le maggiori variazioni genetiche (e, quindi, una maggior
tolleranza ai cambiamenti dellambiente), hanno mostrato un maggior tasso di
sopravvivenza o di crescita. La diversità genetica rappresenta, quindi, una misura
dellabilità della popolazione ad adattarsi a modificazioni dellambiente
esterno e, pertanto, una migliore capacità di sopravvivenza.
Molti tipi di ambiente, poi, offrono rifugio a specie in fasi delicate del loro ciclo
vitale, a specie minacciate o migratrici, le quali li utilizzano per alimentarsi,
riprodursi, crescere e trovare riparo dai predatori. La conservazione di questi habitat
marini critici, mediante listituzione di aree protette, contribuisce al mantenimento
delle popolazioni di specie protette e delle risorse genetiche che esse rappresentano.
Le aree protette, permettendo la conservazione di ecosistemi unici, rappresentativi e
particolarmente ricchi di specie, costituiscono quindi un valido investimento in termini
di risorse genetiche, con le quali possono essere rifornite, in seguito, aree depauperate,
assicurando così un idoneo reclutamento.
Considerando, poi, luso dellambiente naturale e
delle sue risorse, è auspicabile che questo conduca ad uno sviluppo sostenibile,
tale cioè da permettere alle risorse stesse di rinnovarsi.
Lutilizzo dellambiente naturale, con particolare riferimento a quello marino
costiero, può essere compreso in tre categorie:
usi che alterano permanentemente gli ecosistemi (urbanizzazione, attività industriali ed agricole); |
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usi estrattivi (raccolta di risorse alimentari, come i prodotti della pesca, e di risorse di altro genere, come quelle ornamentali, comprendenti coralli, perle, conchiglie, quelle domestiche, come le spugne, quelle scientifiche, comprendenti molte specie, quelle industriali, per lindustria farmaceutica e quelle interessanti per lacquacoltura; |
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usi non estrattivi, che comprendono attività ricreazionali (attività balneare, immersioni subacquee, nautica da diporto, bird-watching e sea-watching), ricerca, educazione ambientale, sviluppo di Aree Protette Marine. |
Spesso può essere molto utile proteggere ambienti
naturali sensibili quali, ad esempio, zone di riproduzione o di reclutamento ittico, per
prevenire il depauperamento delle specie di interesse commerciale e, quindi, per
garantire un
ritorno economico durevole attraverso lattività di pesca. Molte specie importanti
sotto questo punto di vista non sono minacciate dal pericolo di estinzione, ma, poiché
sono sfruttate in maniera massiccia, sono state incluse nel Red Data Book,
cioè nella lista dellIUCN delle specie a rischio, nella categoria delle specie
minacciate commercialmente, che vengono definite attualmente non
a rischio di estinzione, ma molte o tutte le loro popolazioni sono minacciate come
risorse commerciali sostenibili o lo saranno se il loro sfruttamento non verrà
regolamentato.
La maniera in cui le aree protette possono contribuire alla gestione di tali risorse è
già stata descritta da Wells (1982). Esse possono comunque tutelare le aree di
riproduzione, le quali costituiscono il punto di partenza per il ripopolamento di
zone sovrasfruttate, oltre che salvaguardare comprensori di accrescimento degli stadi giovanili.
Nei nostri mari, ad esempio, è tipico il caso della cernia (Epinephelus
marginatus),
pesce predatore, al massimo livello della catena trofica, ad accrescimento e tasso di
riproduzione molto lenti, quindi molto sensibile alla sovrappesca. Per tale motivo questa
specie era quasi scomparsa nel Mediterraneo, al di fuori delle aree protette, come risulta
da numerosi studi, anche recenti (Chauvet, 1991). Anche in Italia la cernia ormai si trova
con una certa frequenza, anche a bassa profondità e con varie classi di
taglia, solamente allinterno di zone soggette a limitazione o interdizione delle
attività di pesca (Ustica e Gorgona), mentre in molte altre località, un tempo ricche
di questa specie, le segnalazioni sono diventate sempre più rare, più profonde e
riguardano spesso giovani individui. Si ricorda, a questo proposito, la biologia
riproduttiva di E. marginatus, in cui, ad un certo punto del ciclo vitale,
avviene
linversione sessuale tra lo stadio femminile e quello maschile: è ovvio che le
catture selettive operate dai pescatori subacquei, principalmente su individui di grandi
dimensioni, quindi di sesso maschile, riducono drasticamente le opportunità riproduttive
della specie in zone in cui la pesca è consentita. Fortunatamente le osservazioni di
questi ultimi anni stanno indicando un lento ma progressivo incremento delle presenze di
tale specie, probabilmente dovuto proprio allaumento di zone protette e ad una
diminuzione della pesca subacquea.
Le aree protette, con il loro patrimonio storico, culturale e naturalistico, svolgono una funzione educativa fondamentale, i cui benefici sono difficilmente quantificabili. La possibilità di venire a stretto contatto con la natura aiuta a scoprirne i processi e a capire quanto luomo dipenda da essi. Le tendenze registrate in questi ultimi anni a livello internazionale portano a ritenere che allinizio del nuovo millennio il turismo costituirà la più grande industria del mondo. Anche nellambito dellUnione Europea lindustria turistica occupa un posto molto importante nelleconomia (5,5%) e garantisce loccupazione a tempo pieno per circa sette milioni di persone; la parte più significativa interesserà le zone costiere e quelle montane e si concentrerà in larga misura nella regione mediterranea.
Lambiente
costituisce, quindi, unimportante materia prima per il turismo e, al tempo stesso,
quest'ultimo è uno dei primi strumenti che lambiente possiede o per valorizzare
economicamente le proprie potenzialità; ne consegue che, accanto ad obiettivi specifici
di settore, è da perseguire una maggiore integrazione tra le varie strategie che
compongono il quadro del governo del territorio e delle sue risorse e, in primo luogo, tra
quelle che riguardano la tutela del paesaggio, la promozione e la gestione delle aree
protette, la pianificazione del territorio e la politica turistica.
Tra gli obiettivi citati nel Piano Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, in
attuazione dellAgenda 21 (G.U. 47/1994), vi è anche la diffusione del concetto di
turismo sostenibile, inteso come turismo che non consuma, ma
riscopre e valorizza, nonché lindividuazione e la conseguente tutela di aree
interessanti dal punto di vista naturalistico e maggiormente minacciate da quello
ambientale. Sempre nel Piano Nazionale vengono indicate una serie di azioni e strumenti
che, nel medio e breve termine, possono consentire il raggiungimento degli obiettivi
nazionali, quali lindividuazione, a livello di Carta della Natura
(legge
394/91), delle aree fragili dal punto di vista ambientale, lemanazione di norme
specifiche di tutela, lestensione dei casi di applicazione di V.I.A.
(Valutazione di Impatto Ambientale) agli
insediamenti turistici che influenzano le aree protette, lelaborazione di un
Piano Nazionale delle Coste e delle Isole, che tenga conto della necessità di
fronteggiare laumento della richiesta di fruizione di questi ambienti nei prossimi
anni e la promozione e incentivazione del turismo scolastico, introducendo settimane
naturali allinterno della programmazione annuale. Inoltre, nelle Aree
Protette Marine è possibile effettuare ricerche in vari campi,
seguendo levoluzione dei fenomeni naturali senza lazione di disturbo da parte
di visitatori.
Si tende sempre più a giustificare le aree protette da un punto
di vista economico, affermando che i benefici offerti da queste zone superano i costi
sostenuti per istituirle, ma tale affermazione spesso non è facile da dimostrare.
Infatti, in genere, è più facile descrivere i valori delle aree protette, piuttosto che
quantificarli. Si sa, infatti, che i parchi marini e costieri sono utili per la
riproduzione e per laccrescimento di specie di interesse commerciale, o per la
conservazione di specie minacciate, sono fonte di ricreazione e di divertimento e di altre
attività (ricerca, didattica), ma è molto difficile assegnare un valore monetario a
tutti questi benefici. Questi ultimi, comunque, possono essere in qualche modo
quantificati, come verrà esposto più in dettaglio successivamente, in termini
di
vantaggi economici e di fruizione delle Aree Protette Marine.
Qui basti ricordare che attività effettuate nel rispetto dellambiente, come il
nuoto, la semplice visione del fondo con maschera dalla superficie (snorkelling) o in
apnea, limmersione subacquea con autorespiratore, il surf, la barca a vela e tutti
gli sport legati al mare portano benessere economico a comunità spesso tradizionalmente
caratterizzate da uneconomia povera, in quanto favoriscono il proliferare di
attività produttive connesse a questo tipo di turismo. Tra queste si ricorda
lindustria alberghiera, i campeggi, le case in affitto, la ristorazione, la vendita
di prodotti locali qualificati (marchio di origine e di qualità), di guide turistiche,
lofferta di visite naturalistiche, anche subacquee, di corsi per le scuole,
laffitto di natanti, le scuole di vela, di surf, di immersione, ecc.
E, inoltre, sbagliato ritenere che le aree protette, sia marine che terrestri,
ostacolino lo sviluppo economico a causa dellimposizione di divieti che allontanerebbero i
turisti; questi ultimi, infatti, cercano sempre con maggiore interesse zone pulite e
meno contaminate, abbandonando località un tempo famose e, per questo, troppo frequentate
e danneggiate dallassenza di una adeguata regolamentazione. I parchi, quindi, oltre
a rispondere alla sempre maggiore richiesta di un turismo nella natura, hanno anche la
funzione di selezionare i visitatori, in quanto chi non possiede la sensibilità per una
corretta fruizione dellambiente, come coloro che abbandonano i rifiuti ovunque o
sfrecciano ad alta velocità con potentissimi motoscafi a breve distanza dalla costa,
sarà automaticamente tenuto al di fuori delle aree protette.
Altri benefici economici sono legati alla regolamentazione dellattività di pesca,
che impedisce fenomeni di sovrappesca e, pertanto, il depauperamento delle risorse nel
medio termine.
Salm e Clark (1989) citano numerosi esempi documentati di benefici economici arrecati
dalle Aree Protette Marine, in varie parti del mondo, e ricordano, nel contesto di
unanalisi costi-benefici, che esistono, e possono essere anche molto alti, i costi
dovuti alla non-protezione di unarea naturale, cioè quelli necessari
per tentare di ripristinare le condizioni originarie. Detto in altre parole, si può
affermare che la prevenzione è più conveniente ed efficace della cura.