PARCO NAZIONALE DELL’ARCIPELAGO TOSCANO

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Ente Gestore: Presidente: Giuseppe Tanelli. Il Consiglio Direttivo è formato da elementi designati dalla Comunità del Parco (organo consultivo dell’Ente Parco formato dai rappresentati dei Comuni interessati), dalle Associazioni ambientaliste, dagli Enti scientifici, dal Ministero per le Politiche Agricole e dal Ministero dell’Ambiente.

Sede: Via Guerrazzi 1, 57037 Portoferraio (LI), Isola d’Elba
Tel: 0565/919411                Fax: 0565/919428
E-mail: parco@elbalink.it                                                                                                          Sito: www.elbalink.com/parconazionale/
oppure www.islepark.it  

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Provincia: Livorno, Grosseto.

Comuni interessati: Campo nell’Elba, Capoliveri, Marciana, Marciana Marina,   Porto Azzurro, Portoferraio, Rio marina, Rio nell’Elba, Isola di Pianosa, Giglio Isola.

Posizione geografica:

Isola di Gorgona  43° 26’ lat. N – 15° 00’ long. E

Isola di Capraia  43° 01’ lat. N – 15° 05’ long. E

Isola di Pianosa  42° 34’ lat. N – 14° 49’ long. E

Isola di Montecristo  42° 20’ lat. N – 14° 36’ long. E

Isola d’Elba  42° 47’ lat. N – 14° 37’ long. E

Isola del Giglio  42° 22’ lat. N – 14° 00’ long. E

Isola di Giannutri  42° 15’ lat. N – 13° 48’ long. E     

Istituzione: Area Protetta: D.M. 21/07/89; Ente Gestore: D.P.R. 22/07/96.

Superficie: 17.887 ha a terra; 56.766 ha a mare.

Cartografia

Carta n. 88 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:20.000 (Isole di Gorgonia, Pianosa, Montecristo e Giannutri);

Carta n. 91 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:20.000 (Isola d’Elba);

Carta n. 92 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:38.000 (Isola d’Elba);

Carta n. 87 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:25.000 (Isola del Giglio);

Carta delle biocenosi bentoniche (ENEA, 1986);

Tavolette 126 II SO; 126 I SO; 126 IV NO; 142 IV SO; 111 I SO della Carta Topografica d’Italia in scala 1:25.000 dell’Istituto Geografico Militare Italiano.

Accessibilità

Elba: i collegamenti dell’isola con il continente sono possibili tramite i porti di Portoferraio, Porto Azzurro e Rio Marina. I porti de Campo nell’Elba, Cavo, Marciana Marina consentono l’attracco alle imbarcazioni da diporto.

Capraia: i collegamenti con il continente avvengono solo via mare. Vi sono servizi giornalieri per Livorno e settimanali per Portoferraio durante tutto l’anno. L’approdo avviene nel Porto rifugio dell’isola.

Giglio: l’isola ha un servizio marittimo plurigiornaliero per Porto Santo Stefano. Le partenze avvengono dal porto turistico di Giglio Porto, la cui ricettività risulta insufficiente nel periodo di maggiore afflusso all’isola.

Giannutri: ha un servizio marittimo per Porto Santo Stefano con frequenza giornaliera in estate e trisettimanale in inverno. Gli unici approdi per traghetti ed altre imbarcazioni sono costituiti dalle due spiagge dell’isola, la Cala dello Spalmatoio e Cala Maestra.

Vincoli

Vincolo paesaggistico su tutta l’Isola d’Elba:

·       area di tutela biologica di 2 km2, comprendente anche la linea di riva, istituita per decreto del Ministro della Marina Mercantile il 10 agosto 1971 il località Le Ghiaie, ove è altresì interdetta ogni attività di pesca, sia professionale che sportiva, ad eccezione di quella con lenza da terra e con totanate;

·       divieto di transito, sosta, pesca e di qualsiasi attività subacquea nella zona di mare prospiciente Punta Negra (Capoliveri), per un raggio di 200 metri;

·       divieto di transito di natanti nella fascia di mare ampia 600 metri antistante la costa orientale dell’isola, tra Capo Bianco e Punta delle Paffe, per presenza di colture marine.

In particolare, per ciascun comune del Parco:

Campo nell’Elba: demanio marittimo su tutta la costa.

Capoliveri: vincolo minerario per le zone di Calamita, Ginevro, Sassineri, che rappresentano circa il 3% del territorio comunale.

Vincolo idrogeologico su circa l’80% del territorio.

Vincolo militare.

Marciana: vincolo idrogeologico sul 91% del territorio.

Marciana Marina: vincolo idrogeologico sul 91% del territorio.

Demanio marittimo.

Area carceraria.

Porto Azzurro: vincolo idrogeologico sul 77% del territorio.

Demanio marittimo.

Area carceraria.

Portoferraio: vincolo idrogeologico sul 55% del territorio. Area a tutela biologica nel tratto di mare compreso tra i seguenti vertici: Punta Capo Bianco, il Faro e lo Scoglietto a nord dell’abitato.

Rio Marina: vincolo idrogeologico sul 96% del territorio.

Vincolo militare su una piccola parte del territorio.

Circa 1/3 del territorio comunale è sotto il demanio minerario.

Rio nell’Elba: vincolo idrogeologico sul 92% del territorio.

Demanio marittimo lungo la costa.

Isola di Pianosa: per la presenza di una colonia penale recentemente posta in via di dismissione è fatto divieto di transito e pesca entro la fascia di mare costiero dell’isola per un’ampiezza di 500 metri nel tratto settentrionale e di 100 metri nella rimanente parte.

Isola di Capraia: per la presenza di una colonia penale è fatto divieto di approdo sulle coste comprese tra Punta del Frate, Punta della Teglia e Punta della Manza.

E’ vietata la pesca nella fascia costiera di 500 metri compresa tra il molo del Porto di Capraia e Punta della Teglia.

Isola di Montecristo: è stata fino al 1946 riserva di caccia della famiglia reale dei Savoia. Per decreto del Ministro dell'Agricoltura e delle Foreste del giugno 1971 è stata dichiarata Riserva Naturale e, nel dicembre 1977, Riserva Biogenetica.

Con successivo decreto del Ministro della Marina Mercantile del 5 aprile 1979 le acque che circondano l’isola, fino ad un raggio di 500 metri dalla costa, sono state dichiarate Zona di Protezione Biologica per la Foca Monaca. L’estensione di tale area veniva poi raddoppiata con D.M. del 1 settembre 1988.

Isola di Giannutri: Area di riserva integrale tra Punta Secca e Punta San Francesco e tra Punta Brigantina e Punta del Foro.

Proposte di tutela

La prima segnalazione della zona quale potenziale area protetta marina fu fatta durante il Convegno “I parchi marini, realizzazione e gestione”, tenutasi a Firenze il 21 febbraio 1989, ai fini dell’inclusione delle isole di Pianosa, Capraia, Cerberi e Palmarola nell’art. 24 della proposta di legge n. 1964/88.

Area prevista dalla legge n. 979/82 ad esclusione delle isole del Giglio e di Giannutri.

Area prevista dal disegno di legge quadro sulle aree protette n. 510/91.

Problematiche emerse

Disponibilità di informazioni: si nota una notevole disparità nella quantità di informazioni sulle diverse isole dell’arcipelago; per esempio, buone sono quelle relative all’isola di Montecristo, mentre assai scarse risultano quelle relative all’isola del Giglio.

Nel complesso risulta buona la disponibilità di informazioni sull’ambiente terrestre, mentre lo studio dell’ambiente marino necessita di approfondimenti soprattutto per le biocenosi bentoniche di alcune isole.

Emergenze naturalistiche rilevate: le isole di questo arcipelago presentano caratteristiche tipiche delle aree mediterranee, con prevalenti formazioni di macchie a Leccio e Corbezzolo o a Lentisco. Discreto il numero di endemismi presenti, sia tra gli Invertebrati che tra i Vertebrati. Interessante e ricca l’avifauna.

Per l’ambiente marino sono da segnalare le situazioni intatte delle isole di Gorgona, di Montecristo e di Pianosa.

Caratteristiche generali

L’Arcipelago Toscano comprende 5 splendide isole: Elba, Giglio, Capraia, Montecristo, Pianosa e Gorgona, quasi tutte caratterizzate da fondali ripidi dove la profondità di oltre 100 m è spesso raggiunta non lontano dalla costa. Le isole del Giglio e di Giannutri sono considerate un vero paradiso per gli appassionati di immersioni subacquee grazie ai loro fondali multicolori e la varietà di specie presenti. Le coste, purtroppo inaccessibili, dell’Isola di Montecristo sono tuttora intatte grazie al programma di protezione pluriennale di cui sinora ha goduto l’isola, mentre, per quanto riguarda Capraia, di particolare interesse è il ritrovamento nei fondali di specie di Policheti e Crostacei di provenienza indopacifica.

CARATTERISTICHE ANTROPICO-INSEDIATIVE

Delle sette isole dell’arcipelago, Elba, Giglio, Giannutri e Capraia sono popolate, le restanti tre sono disabitate.

Elba

La popolazione residente sull’intera Isola d’Elba è passata dalle 28.523 unità del 1961 alle 27.543 del 1971. Nel 1981 il numero di abitanti è leggermente cresciuto, passando a 27.784 unità; un ulteriore aumento si è avuto nel 1989, quando si sono contati 29.263 residenti. Infine, secondo i dati dell’ultimo censimento nazionale della popolazione (ISTAT, 1991), la popolazione residente complessiva dell’isola ammontava a 27.985 unità, come mostrato nella tabella che segue.

 

Comune

1961

1971

1981

1989

1991

Campo nell’Elba

4.064

4.066

4.149

4.124

4.274

Capoliveri

2.168

2.193

2.239

2.720

2.435

Marciana

2.191

2.186

2.305

2.269

2.244

Marciana Marina

1.777

1.830

1.955

2.041

1.970

Porto Azzurro

3.066

2.929

3.073

3.099

3.111

Portoferraio

10.272

10.629

10.839

11.692

11.042

Rio Marina

3.613

1.099

2.317

2.375

2.043

Rio nell’Elba

1.372

1.099

907

943

866

TOTALE

28.523

27.543

27.784

29.263

27.985

Tab. 1 – Popolazione residente nei Comuni dell’Isola d’Elba, (fonte: ISTAT).

Delle 19.036 abitazioni contate sull’isola nel censimento del 1991, 9.725 erano occupate e 9.311 libere.

Giglio

Il territorio delle isole del Giglio e di Giannutri costituiscono un unico Comune, quello di Giglio Isola, con sede nella frazione di Campese, appartenente alla provincia di Grosseto.

La popolazione negli ultimi anni ha subito una tendenza calante; dai 2.256 abitanti censiti nel 1961, si è passati a 1.708 nel 1971 e  ai 1.558 dell’ultimo censimento ISTAT del 1991.

La popolazione stabile di Giannutri ammonta ad appena 5 persone.

Il numero di abitazioni occupate a Giglio è pari a 616 con 2.140 stanze e 1.293 abitazioni non occupate con 3.296 stanze.

Lo strumento urbanistico vigente è il P.R.G. approvato nel 1984.

Capraia

Il territorio dell’isola costituisce il Comune di Capraia, che dipende dalla provincia di Livorno. La popolazione è in continuo decremento, passando da 467 unità nel 1961, a 323 nel 1971, a 396 nel 1981 a 267 nel 1991.

In inverno parte della popolazione si sposta sul continente per ragioni di opportunità (lavoro, scuola, ecc.), così che sull’isola la popolazione rimanente ammonta a circa 150 persone.

L’80% degli abitanti risiede in località Capraia Isola, il restante 20% a Porto.

Delle 428 abitazioni presenti, 106 sono occupate, per un totale di 372 stanze, 322, pari a 1.119 stanze, non sono occupate.

Attività produttive

Capraia

Nel 1986, anno di chiusura definitiva della colonia penale ubicata da secoli sull’isola e che occupava un terzo del territorio, l’utilizzo agrario dei terreni è venuto meno. Anche l’allevamento dei bovini, suini e polii, gestito dalla colonia, è adesso cessato.

L’Amministrazione Comunale ha programmato il recupero di questa area, molto probabilmente per la realizzazione di attrezzature turistiche.

Elba

Nel settore primario la popolazione residente attiva dedita all’agricoltura sull’intera isola è pari all’8%, in continuo decremento dal 1951 ad oggi.

Nel settore industriale la maggior parte della popolazione è occupata nell’industria estrattiva. Le aree minerarie ferrifere dell’Elba sono considerate in via di esaurimento; so continua solo l’estrazione della magnetite nei cantieri di Capo Calamita e Ginevro.

Nell’area orientale dell’isola esistono giacimenti di serpentino sfruttati dall’Italsider.

Nei comuni di Portoferraio e Porto Azzurro sono presenti giacimenti di aurite, relativamente ai quali sempre l’Italsider ha redatto un progetto di fattibilità per la sua estrazione.

Gli altri due principali poli occupazionali dell’isola rappresentati dal commercio, pubblici esercizi ed alberghi e dalla pubblica amministrazione.

Giglio

L’attività economica principale è quella legata al turismo. La superficie agricola utilizzata è di 59.3 ettari.

Da dati relativamente recenti (ISTAT, 1996), sull’isola esistono 37 aziende zootecniche di cui non è specificato il tipo di allevamento.

Dagli stessi dati risulta che la popolazione attiva nel secondario, il 25% di quella totale, è concentrata nella produzione di energia elettrica, gas ed acqua e nell’edilizia civile.

 

COMUNE

Agricoltura

Pesca

Miniere

Industria

Energia

Costruzioni

Commercio

Alberghi

Trasporti

Campo nell'Elba

77

102

3

150

2

213

254

337

111

Capoliveri

60

5

-

134

-

82

231

127

48

Marciana

43

3

7

75

1

120

109

212

54

Marciana M.

11

31

1

128

5

82

152

191

48

Portoazzurro

39

12

11

82

3

131

219

241

73

Portoferraio

115

33

21

422

32

420

891

596

325

Rio Marina

9

3

29

52

1

71

100

120

58

Rio nell'Elba

5

-

18

17

2

51

45

55

27

Isola Giglio

21

10

-

16

24

54

100

89

65

Isola Capraia

1

9

-

8

3

18

15

28

10

Tab. 2 - Popolazione residente attiva in condizione professionale per attività economica e comune, (fonte: Censimento ISTAT, 1991).

 

COMUNE

Servizi Finanziari

Affari immobiliari

P.A. e Difesa

Istruzione

Sanità

Altri Servizi Sociali

Campo nell'Elba

13

74

204

52

25

54

Capoliveri

15

41

72

15

23

69

Marciana

9

36

56

22

15

17

Marciana M.

13

46

49

36

14

24

Portoazzurro

11

38

355

40

16

43

Portoferraio

80

303

676

237

202

178

Rio Marina

7

32

64

34

11

28

Rio nell'Elba

1

6

28

16

4

11

Isola Giglio

8

24

40

29

6

13

Isola Capraia

3

7

28

3

1

3

Tab. 2 - Popolazione residente attiva in condizione professionale per attività economica e comune, (fonte: Censimento ISTAT, 1991).

Ricettività turistica

Elba

La rete turistica dell’isola si può riassumere nei seguenti dati per comune:

Comune

Ricettività Alberghiera

Ricettività extra-alberghiera

Campo nell’Elba

2.294

2.800

Capoliveri

2.585

5.318

Marciana

1.501

1.600

Marciana Marina

581

866

Porto Azzurro

1.501

1.690

Portoferraio

2.149

4.540

Rio Marina

666

2.345

Rio nell’Elba

160

1.676

TOTALE ISOLA D’ELBA

11.437

20.835

Tab. 3 – Ricettività alberghiera ed exra-alberghiera nell’Isola d’Elba, (fonte: APT dell’Elba, 1996).

Capraia

Vi sono due pensioni in grado di ospitare 50 persone; 1 albergo con 60 posti; 1 camping con capienza massima di circa 500 persone; 4 residence e ben 1.234 alloggi privati con 3.124 stanze.

Giannutri

L’unico albergo esistente, aperto solo nella stagione estiva, ha una capienza massima di 12 persone. Altre 1.000 persone sono accolte in alloggi privati limitatamente ai mesi di luglio ed agosto.

Smaltimento dei rifiuti

Elba

I comuni dell’isola utilizzano per i rifiuti solidi urbani la discarica controllata di Punta Calamita a Capoliveri. Discariche abusive sono presenti sul territorio di Portoferraio. Nel 1997 il quantitativi complessivo di rifiuti raccolti è stato di 25.800 tonnellate.

Impianti di depurazione delle acque sono in funzione in tutti i comuni dell’isola.

Capraia

Annualmente vengono raccolte 230 tonnellate di rifiuti che vengono scaricate in località Bellavista, in una discarica non controllata. L’impianto di depurazione esistente, sebbene attivo, è praticamente inefficiente. Per ovviare a tale carenza, ne è stato progettato uno nuovo, situato in località Punta del Ferratone, di tipo secondario e terziario, con disinfezione finale.

Giannutri

Il quantitativo annuo di rifiuti raccolti è pari a 40 tonnellate. Lo scarico avviene in una discarica non controllata e, per una parte dei rifiuti, si ricorre alla termodistruzione.

L’unico impianto di depurazione, di tipo primario, è situato in località Piana dei Fagiani.

CARATTERISTICHE AMBIENTALI

Ambiente terrestre

L’Arcipelago Toscano, assieme alla Sardegna, alla Corsica, alle Alpi Apuane e all’Argentario, costituisce un residuo del continente detto Tirrenide che, nel Mesozoico, occupava il bacino mediterraneo occidentale.

La geologia dell’arcipelago risente fortemente delle vicende evolutive di questo antico continente. L’attuale morfologia è dovuta allo sprofondamento, avvenuto nel Pliocene, di buona parte delle terre emerse, anche se si hanno tracce di successivi periodi di collegamento delle isole con la terraferma.

Tra le isole dell’Arcipelago Toscano la più estesa è l’Elba, con i suoi 223.55 km2; seguono Giglio (21.2 km2), Capraia (19.5 km2), Montecristo (10.39 km2), Pianosa (10.25 km2) e Gorgona (2.23 km2).

Le coste dell’isola d’Elba si sviluppano per 147 km, per lo più alte e frastagliate, con tratti sabbiosi nelle piccole cale. A forte pendio e molto irregolari sono anche le coste rocciose di Montecristo, la cui colonizzazione da parte dell’uomo ha risentito delle difficoltà di accesso.

Gorgona

E’ la più settentrionale e la più piccola delle isole dell’Arcipelago Toscano. Localizzata a sud-ovest di Livorno, presenta un perimetro costiero con andamento quasi circolare. Il massimo rilievo montano è di 255 metri.

L’isola, oltre possedere un piccolo villaggio di pescatori, è sede di un penitenziario, la cui presenza limita fortemente l’accesso ai non residenti.

Capraia

L’isola di Capraia è localizzata quasi a metà strada tra l’estremità settentrionale della Corsica ed il Promontorio di Piombino, ergendosi da un fondale di circa 200 metri.

E’ completamente montuosa ed è attraversata da nord a sud da un rilievo di circa 400 metri, che culmina nel Monte Castello di 447 metri s.l.m. Il versante occidentale di questa catena montuosa è dirupato, mentre l’altro versante è solcato da numerosi torrenti, il maggiore dei quali è il Vado del Porto.

Pianosa

Presenta un andamento pianeggiante e si eleva sul livello del mare con pareti, talvolta anche verticali, di circa 10 metri di altezza. La costa è per lo più di natura rocciosa tranne che in poche insenature, dove sono presenti piccole spiagge.

Il perimetro costiero, di 26 km, racchiude un territorio pianeggiante che raggiunge un’altezza massima di 28 metri s.l.m.

Giglio

E’ la seconda isola per dimensioni dell’Arcipelago dopo l’Elba ed è separata dal Promontorio dell’Argentario da un canale di circa 8 miglia.

L’isola ha una forma ellittica, con una sporgenza nella parte occidentale. E’ lunga 8,7 km e larga al massimo 5 km. Le coste sono lunghe 27,8 km.

Il territorio, ortograficamente accidentato, culmina nel Poggio della Pagana, alto 496 metri s.l.m.

Tutta l’isola è montuosa e anche le coste sono alte e frastagliate, fatta esclusione di alcuni punti sulla costa orientale e nord-ovest.

Giannutri

E’ la più meridionale delle cinque isole dell’Arcipelago. Disabitata fino a pochi anni fa, è stata di recente lottizzata da un consorzio privato che ha costruito un piccolo villaggio abitato nei mesi estivi.

La scarsa antropizzazione ha favorito il mantenimento delle condizioni naturali, sia in ambito marino che terrestre.

Il territorio è caratterizzato ortograficamente da alcuni colli, di cui il più elevato raggiunge gli 88 metri s.l.m. Anche le coste sono alte e frastagliate, interrotte solo a nord-est e nord-ovest da due brevi spiagge di ghiaia, che permettono l’approdo all’isola: la Cala dello Spalmatolo e la Cala Maestra.

Flora e vegetazione  

Gli studi più approfonditi sull’argomento riguardano l’Elba e Montecristo.

Elba

L’Isola d’Elba è prevalentemente montuosa con quattro gruppi di rilievi; quello occidentale, costituito dal massiccio del Monte Capanna (1.018 metri s.l.m.) è il più esteso e comprende la cima più elevata dell’isola. Il Leccio associato al Corbezzolo rappresenta l’elemento arboreo dominante sui pendii più umidi. Su quelli asciutti ed esposti al vento, la macchia assume una fisionomia più rada e dominata da piante quali il Lentisco. La comparsa di Genista aspalatoides e di Cytisus scoparius segna il passaggio dalla macchia di tipo costiero, che raggiunge i 300-350 metri, a quella di tipo montano.

Montecristo

La vegetazione dell’isola è caratterizzata da formazioni sempreverdi di Leccio, Sughera e Olivo, in relazione alle caratteristiche climatiche tipicamente mediterranee. La scarsezza di ambienti colonizzabili influenza in modo particolare la vegetazione di Montecristo. Nel suolo è preponderante la componente rocciosa e le uniche zone che presentano una certa disponibilità di terreni sono rappresentate dagli ex-coltivi e dalle zone in prossimità del Colle dei Lecci.

Le differenze del popolamento vegetale tra Montecristo e le altre isole dell’Arcipelago si devono, oltre che alle diverse dimensioni, alla scarsa disponibilità idrica, ai diversi substrati geologici e al maggior isolamento dal continente. Se alle limitazioni di carattere geomorfologico aggiungiamo il naturale squilibrio biologico che si è verificato sull’isola a causa dell’aumento dell’elemento faunistico (soprattutto Capre, Topi e Conigli selvatici che tralasciano di cibarsi solo di poche piante aromatiche), si può comprendere il motivo della scomparsa di alcune entità citate come presenti fino agli inizi del secolo e non più ritrovate o notevolmente meno diffuse oggi, come Solanum nigrum, Sonchus asper, Narcissus tazetta e Papaver roheas.

Un aspetto fitogeografico molto importante è l’assenza a Montecristo di una netta differenziazione in funzione dell'altitudine, cosicché specie come Teucrium marum, Erica arborea e Lagurus aratus si trovano indifferentemente dal livello del mare fino ai 600 metri. Un altro aspetto flogistico non trascurabile è la presenza sull’isola, malgrado la sua struttura essenzialmente granitica, di elementi tendenzialmente calciofili, come Valium parisiense, Scandix pecten-veneris e Melica ciliata.

Dall’analisi floristica risulta che a Montecristo sono più numerose le entità della regione occidentale e sud-occidentale, rispetto a quelle a distribuzione centro-orientale ed orientale.

L’isola contiene alcune presenze endemiche in comune con altre realtà dell’Arcipelago, nonché endemismi comuni con le isole occidentali del Mediterraneo.

Il ricoprimento vegetale è costituito prevalentemente da erica, frammista in varia misura da Cisto e Rosmarino.

Giannutri

La vegetazione dell’Isola di Giannutri è caratterizzata da macchia mediterranea ancora relativamente integra, con macchie basse a Euforbia arborea e Corbezzolo.

Fauna

La fauna dell’Arcipelago Toscano risente della particolare origine di queste isole e delle vicende evolutive della Tirrenide.

Il popolamento faunistico originario è, infatti, andato incontro a modifiche, anche in seguito alla colonizzazione di nuove specie, avvenuta nel periodo in cui parte dell’Arcipelago era unita al continente.

Il popolamento a invertebrati è stato studiato ampliamente in tutte le isole.

I Crostacei si caratterizzano per la presenza di una specie endemica (Ilvanella inexpectata).

E’ interessante notare come la specie Niphargus romuleus sia rappresentata nelle diverse isole da popolazioni ben differenziate. Per ciò che riguarda gli Aracnidi, in bibliografia è nota la presenza di 8 specie di Pseudoscorpioni nell’Isola di Capraia e di 215 specie di Ragni nell’intero Arcipelago, di cui due endemismi all’Elba e cinque al Giglio.

E’ stata rilevata, per questo gruppo, una corrispondenza tra numero di specie rinvenute in un’isola e superficie dell’isola stessa. Inoltre è emersa una certa similarità di specie con l’Arcipelago Ponziano e quelli circum-siciliani.

Per gli Insetti si possono identificare tre tipi di popolamenti: uno terziario caratterizzato da specie di fauna calda, tra le quali quelle a più limitata valenza ecologica e peggiori volatrici, che hanno differenziato gli endemismi attuali; una quaternaria, che ha introdotto pochi esemplari di fauna fredda, oggi rinvenibili solo sul Monte Capanna all’Isola d’Elba; infine un popolamento in epoca storica che ha portato le forme trasportabili passivamente.

Gardini (1975) ha stabilito la presenza di 48 specie di Tanebrionidi, di cui 28 nell’Isola d’Elba. La maggior parte delle specie sono comuni anche nell’Italia continentale; una sola, Dichillus pumilus, è propria del complesso sardo-corso.

Al Giglio sono presenti 25 specie, tra le quali di particolare interesse è la forma tipica di Stenosis sardoa, a differenza delle altre isole abitate dalla sottospecie ardoini. Anche interessante è la presenza della specie rara Asida longicollis, diffusa in Sardegna settentrionale ed in Corsica.

A Pianosa sono state rinvenute 11 specie e a Giannutri 5 specie.

Per quanto riguarda il popolamento dei Vertebrati, l’Arcipelago Toscano ospita interessanti endemismi ed importanti emergenze.

A Montecristo sono state segnalate le seguenti specie: il Geco verrucoso (Hemidactylus turcicus turcicus), il Tarantolino (Phyllodactylus europaeus), Il Geco comune (Tarantola mauritanica), la Lucertola tirrenica (Podarcis tiliguarta tiliguerta), la Lucertola di Montecristo (Podarcis sicula calabresiae), il Baicco di Montecristo (Coluber viridiflavus kratzeri) e la Vipera di Montecristo (Vipera aspis montecristi).

L’avifauna segnalata appare ricca ed interessante. Moltoni (1936) rileva nell’Isola di Montecristo 62 specie di Uccelli e cita, nello stesso lavoro, 230 specie presenti all’Elba, 150 a Capraia ed un numero molto elevato a Gorgona e Pianosa. Moltoni e Di Carlo (1970) segnalano, per l’Elba, 254 specie, delle quali più di 80 nidificanti; tra queste ultime da sottolineare la presenza della Poiana di Sardegna (Buteo buteo arrionii), del Barbagianni di Sardegna (Tyto alba ernestii) e del Cardellino di Sardegna (Carduelis carduelis tschusii), che rappresentano le specie endemiche dell’area tirrenica. Altre specie interessanti rilevate all’Elba sono: la Strolaga maggiore (Colymbus immer), la Sula (Sula bassana), il Falco pellegrino (Falco peregrinus) e la Pernice rossa (Alectoris e. rufa). In una recente rassegna sull’avifauna di Montecristo è stata riportata la presenza di 150 specie, di cui 27 nidificanti.

Nell’Isola di Gorgona nidificano numerosi uccelli marini (Gabbiano reale, Gabbiano corso, Marangone del ciuffo, Berta maggiore e Berta minore). L’avifauna dell’Isola di Capraia è di particolare rilievo per la presenza di parecchi endemismi. Tra gli Uccelli marini nidificanti si ricordano la Berta maggiore, la Berta minore, il Gabbiano reale, il Marangone dal ciuffo ed il Gabbiano corso.

La presenza attuale della Foca monaca (Monachus monachus), segnalata in passato da Guerra (1953), non è certa.

Ambiente Marino

Morfobatimetria

Elba

I fondali occidentali dell’isola, da Punta del Nasuto a Capo di Poro, sono a pendio ripido, raggiungendo la batimetrica dei 50 metri a circa 450 metri dalla costa. Il tratto più orientale dell’isola presenta ugualmente fondali che sprofondano nel blu a poca distanza dalla costa e, nella parte più settentrionale, un fondale di 30-40 metri che congiunge l’Isola di Palmarola e l’Isola di Cerboli alla costa elbana. Il versante meridionale presenta tra grossi golfi (Golfo di Campo, Golfo della Lacuna, Golfo Stella), dove il fondale degrada dolcemente.

Gorgona

Le coste dell’isola sprofondano a picco nel mare, cosicché la batimetrica dei 100 metri viene raggiunta a meno di un chilometro dalla costa.

Pianosa

Le pareti verticali, di alcuni metri di altezza, che caratterizzano la linea di costa, continuano in mare fino a circa 12-15 metri di profondità, ove confinano con i fondi sabbiosi.

Montecristo

I fondali dell’isola sono a ripido pendio e la batimetrica dei 100 metri viene raggiunta a meno di 400 metri dalla costa.

Giglio

Formata da rocce granitiche, il suo perimetro costiero è articolato in diverse insenature sabbiose interrotte sulle punte da coste alte a strapiombo. In località Campese è presente una spiaggia. Sul lato orientale i fondali scendono rapidamente fino alla profondità di 100 metri, mentre sulla costa opposta si presentano leggermente più degradanti.

Giannutri

Le coste sono molto ripide e frastagliate e la batimetrica dei 100 metri è situata a poca distanza dalla costa. Sono presenti numerose grotte sottomarine una volta rifugio naturale della Foca monaca.

Biocenosi bentoniche  

Elba

La condizione delle biocenosi bentoniche dell’Isola d’Elba risulta essere spesso degradata a causa dell’imponente afflusso turistico che si verifica nel periodo estivo. In migliore stato si trovano, invece, le biocenosi bentoniche della zona sottoposta a tutela biologica in località Le Ghiaie, ove sono proibite la pesca subacquea e professionale.

La componente vegetale dei popolamenti macrobentonici è stata studiata da Cinelli e Salghetti Orioli (1993). L’area oggetto di studio è quella di Capo Sant’Andrea, piccolo promontorio situato a nord dell’isola, in corrispondenza della quale coesistono substrati rocciosi, su cui sono insediate le alghe, e fondi sabbiosi, colonizzati da una prateria di Posidonia oceanica, relativamente alla quale sono stati evidenziati fenomeni di fioritura nei primi 20 metri di profondità e uno stato regressivo indicato da matte morta.

Da segnalare la presenza della specie termofila Penicillus capitatus, la cui distribuzione geografica sembra essere limitata al Tirreno centro-settentrionale.

Su substrato roccioso i campionamenti a Capo Sant’Andrea sono stati effettuati in autunno, a 9 e a 24 metri di profondità. Alla prima batimetrica la biocenosi delle alghe fotofile è rappresentata da Cystoseiretum crinitae. Alla profondità di 24 metri prevale invece l’associazione Udoteo-Peyssonelietum, con le specie tipiche dell’infralitorale. Altrettanto importante è il sottostrato algale formato da Corallinacee incrostanti.

Relativamente alle zoocenosi bentoniche, le informazioni sono piuttosto frammentarie e limitate solo ad alcune località dell’isola. La frazione a Policheti è stata studiata nella baia di Portoferraio, ove si evidenziano comunità ben distinguibili in rapporto al tipo di substrato. Nella zona del porto sono contemporaneamente presenti specie di acque pure ed altre verosimilmente legate alle condizioni eutrofiche del biotopo (Schistomeringos rudolphii, Nereis caudata, ecc.).

Lo stesso gruppo zoologico è stato oggetto di studio per quanto riguarda i fondi mobili della costa meridionale (Farina et al., 1994). Campionamenti effettuati a 5 e a 12 metri di profondità hanno permesso di evidenziare l’esistenza di una comunità tipica delle sabbie fini ben calibrate, che tende ad impoverirsi negli strati più superficiali, in rapporto all’aumentare dell’idrodinamismo.

Gorgona

L’ambiente marino dell’isola si è mantenuto pressoché intatto grazie alla severa regolamentazione dell’afflusso turistico, dovuta alla presenza del penitenziario. Il piano mesolitorale si caratterizza per il cospicuo sviluppo della cornice a Lytophillum tortuosum che, in rapporto all’antropizzazione, presenta fenomeni di regressione in diversi tratti della costa italiana.

Capraia

Le biocenosi dell’isola sono al momento oggetto di studio da parte dei gruppi di ricerca delle Università di Genova e Pisa, coordinati dal Prof. Da Pozzo. Relativamente al piano mesolitorale è da rilevare la presenza di Patella ferruginea che, a seguito della pressante attività di pesca, è ormai scomparsa dal resto delle acque toscane.

Campionamenti tra i 30 e i 200 metri di profondità sono stati effettuati da Drago (1988) nei fondali che circondano l’isola. Sono stati evidenziati tre tipi fondamentali di popolamenti: la biocenosi dei fondi misti sabbia a Posidonia oceanica, quella dei fondi a sabbia e, infine, quella del detritico del largo. Di particolare interesse è il ritrovamento in questi fondali di alcune specie di provenienza indopacifica quali i Policheti Eurythoe complanata ed Hesispina similis, nonché il Crostaceo Antipode Maera amigera.

Informazioni sulle biocenosi presenti nel porto dell’isola vengono fornite da Curini e Galletti (1985).

La superficie sottomarina della baia e del porto è costituita da frane litorali che si appoggiano sul sottostante fondale sabbioso, ricoperto da una densa prateria di Posidonia oceanica (Bertozzi, 1984).

Pianosa

In relazione alla natura essenzialmente rocciosa dell’isola, il piano sopralitorale è caratterizzato da una fascia quasi ininterrotta a Verrucaria e Littorina neritoides; presente quasi ovunque è il Crostaceo Ligia italica.

Le uniche due spiagge dell’isola localizzate a Cala d’Arco e a Cala San Giovanni sono occupate, nel periodo invernale, da foglie di Posidonia oceanica che formano banchine di alcuni metri di spessore. Nell’orizzonte superiore del piano mesolitorale si distingue una fascia a Chthamalus stellatus; al di sotto di questa vi è una zona a Rissoella verrucosa e Nemalion helimntoides. L’orizzonte inferiore è invece occupato da un’incrostazione di alghe calcaree afferenti all’associazione Neogoniolitho-Lithophylletum tortuosi.

Parte del piano infralitorale è colonizzato dalla biocenosi ad alghe fotofile che si presenta con diverse facies (Cystoseira striata, Cystoseira elegans, Laurencia obtusa, Padina pavonia, ecc.). Di particolare interesse è l’associazione termofila, insediata in località Porto Romano, delle specie Anadyomena stellata, Dasycladus vermicularis e Acetabularia acetabulum.

Sulle pareti verticali esposte a nord si rinviene l’associazione Udoteo-Peyssonelietum.

I fondi mobili circostanti sono quasi ovunque colonizzati da una prateria di Posidonia oceanica che si estende fino a circa 25-30 metri di profondità e fino a 4 miglia a nord della Punta del Marchese, raggiungendo il banco di Mezzo Canale. In certe zone la prateria si alterna a fondi di sabbia, fango, detriti e roccia.

Sulle falesie rocciose è particolarmente diffuso il Corallo (Corallium rubrum), i cui banchi più consistenti sono stati individuati in prossimità dello Scoglio La Scarpa.

Fino a 40 metri circa si trovano vaste praterie di Posidonia oceanica inframmezzate da fondi misti sabbie. Specie caratteristiche di questo biotopo sono Dentalium inaequicostatum, Dirupa aretina, Eurhalanessa dendrolepis, Tellina donacina.

Oltre gli 85 metri di profondità vi sono specie tipiche del detritico costiero e del fango profondo. Un confronto con il popolamento di Capraia, campionato in modo analogo dagli stessi autori (Curini-Galletti, 1985), evidenzia una grande povertà qualitativa e quantitativa delle biocenosi di fondo mobile dell’Isola di Pianosa, che è verosimilmente legata ad una generale instabilità delle condizioni di questa zona.

Montecristo

Le biocenosi bentoniche si trovano in buono stato di conservazione grazie alla protezione pluriennale di cui ha goduto l’isola. Informazioni sui fondali circostanti l’isola e compresi tra 100 e 500 metri di profondità si possono trovare, anche se piuttosto datate, in Lumare (1968).

Giglio

Non sono attualmente disponibili informazioni bibliografiche sulle biocenosi bentoniche della zona costiera dell’Isola del Giglio.

Giannutri

Anche per quest’isola sono assai scarse le informazioni bibliografiche.

Sulle pareti rocciose, gran parte delle quali scendono a picco fino a 40 metri di profondità, sono presenti ricchi popolamenti sciafili.

La zona sabbiosa che circonda l’isola è colonizzata da una prateria di Posidonia oceanica, particolarmente densa nel golfo degli Spalmatoi.

 

LE REGOLE DEL PARCO

Trattandosi di un Parco Nazionale, il decreto istitutivo del Parco dell’Arcipelago Toscano regolamenta sia le zone terra che a mare. Per semplicità riportiamo di seguito le regole inerenti alle attività legate al mare:

Art. 3

Sono vietate le seguenti attività:

(…)
m) l’accesso e l’approdo nelle aree di nidificazione coloniale degli uccelli marini individuate e segnalate a cura dell’Ente Parco;
n) la pesca, sia professionale che sportiva, con qualunque mezzo esercitata, salvo quanto disposto dall’Ente Parco per i soli residenti nonché per i proprietari delle abitazioni nelle isole di Capraia, Gorgona e Giannutri, muniti di autorizzazione dell’Ente Parco; è comunque fatto divieto di esercitare la pesca subacquea e la pesca a strascico e, peraltro consentita ai soli cittadini residenti o proprietari di abitazioni nel Comune di Capraia isola, la pesca professionale esercitata con le nasse, con il palamito con numero di ami non superiore ai 250, con la lenza e con il bolentino, previa autorizzazione dell’Ente Parco; ai soli cittadini residenti nel Comune di Capraia isola è consentita altresì la pesca sportiva con lenza, bolentino e con il palamito con un numero di ami non superiore ai 70, previa autorizzazione rilasciata dall’Ente Parco.

Sono altresì vietate le seguenti attività:

  1.      la pesca, sia professionale che sportiva, con qualunque mezzo esercitata;

  2.      l’immersione con apparecchi autorespiratori, fatte salve le immersioni autorizzate dall’Ente Parco per finalità di ricerca scientifica e per attività cine fotografiche;

  3.      l’alterazione, diretta o indiretta, dell’ambiente bentonico e delle caratteristiche chimiche, fisiche e biologiche delle acque, nonché l’immissione di rifiuti e di sostanze tossiche inquinanti;

  4.      la navigazione, l’accesso, la sosta e l’ancoraggio di navi, imbarcazioni e natanti di qualsiasi genere e tipo salvo quanto disposto dall’Ente Parco e per i soli residenti e per i proprietari di abitazioni nelle isole di Capraia, Gorgona e Giannutri muniti di autorizzazioni dell’Ente Parco e per motivi di servizio;

  5.      la balneazione nell’isola di Montecristo.