AREA MARINA PROTETTA DELLE SECCHE DI TOR PATERNO

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Ente Gestore: da definire.

Provincia: Roma.

Comuni interessati: Roma.

Posizione geografica: 41° 38' lat. N - 12° 20' long. E.

Cartografia

Carte n. 7 e 8 dell’Istituto Idrografico della Marina in scala 1:100.000.

Vincoli

Area di tutela biologica istituita con D.M. 20/08/88 n. 402.

Proposte di tutela  

Area prevista dalla proposta di legge n. 1964/88.

Area prevista dal disegno di legge quadro sulle aree protette n. 510/91.

Problematiche emerse

Scarsità di informazioni relative alle biocenosi bentoniche.

Descrizione

Poco al largo delle aree protette costiere di Castel Fusano e di Castel Porziano, a pochi chilometri dalle pinete dove nidificano il gheppio, l'upupa e l'allocco e dalla macchia mediterranea in cui vive la testuggine, si trovano le Secche di Tor Paterno, una zona marina priva di paesaggio emerso e, quindi, totalmente subacquea.

Le Secche, che sono gli unici substrati rocciosi di tutta la zona vicina le foci del Tevere, hanno struttura isolata di forma oblunga, a sviluppo nord-est/sud-ovest, con una lunghezza di 2 km circa ed una larghezza di poco più di 500 metri. L'altezza massima rispetto ai fondali circostanti è di circa 20 metri, per una profondità minima di 19 metri. La loro natura è, probabilmente, tettonica, con pieghe e faglie. Nel dettaglio si possono osservare, oltre a rotture di pendio curvilinee che generano terrazzi morfologici sul versante centro-orientale, degli alti isolati con sommità sub-pianeggianti situati al centro delle Secche. Nella parte più rilevata la presenza di sedimenti è scarsa e limitata al fondo di strutture erosive o di crollo e, soprattutto, alle matte della prateria di Posidonia oceanica.

Da un punto di vista bentonico, le Secche rappresentano certamente un ambiente molto particolare, la cui caratteristica essenziale è la presenza di formazioni coralligene inframmezzate dalla Posidonia. L'intercalarsi di queste formazioni determina una notevole varietà di microhabitat, la quale, a sua volta, ne costituisce l'elemento di maggior pregio da un punto di vista naturalistico. E' evidente, infatti, che alla diversità fisica dei fondali è associata una diversità biologica altrettanto rimarchevole.