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- THÉM
ROMANÓ
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- CENTRO
CULTURALE ZINGARO fondato nel
1990
- Associazione
autonoma di Rom e Sinti senza scopo di lucro -
- Federata
con la Rromani Baxt / Romani Union Internazionale
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- ANNO X N° 1
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- Pag.
1
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- L'incontro dei membri
dell'Intenational Romani Union ha suscitato grande l'interesse
della stampa di tutto il mondo
- A
Praga il 5°Congresso Mondiale dell'
IRU
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- Hanno preso parte al
Congresso i rappresentanti di diversi paesi europei e degli
USA
-
- di Paolo
Pietrosanti
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- Il modo in cui la stampa internazionale ha riferito del
Congresso Mondiale della IRU, Unione Internazionale Rom, che si
è tenuto a Praga a fine luglio, è un sintomo
significativo della importanza del messaggio e del progetto
politico che il Congresso ha lanciato. Un sintomo di un successo
politico evidente, ma anche di una responsabilità molto
gravosa che non è eludibile.
- Da Le Monde all'Inter-national Herald Tribune, da El Pais al
Corriere della Sera, da Liberation a The Guardian, dalla
Frankfurter Rundschau all'Independent a molte altre testate tra le
più prestigiose e autorevoli a livello internazionale. Un
sintomo, dicevo; incoraggiante, ma un sintomo. così come
sintomo incoraggiante è stata la presenza e l'intervento al
Congresso di ospiti molto autorevoli, quali gli Ambasciatori di
diversi paesi europei e degli USA, nonchè del Viceministro
degli esteri Ceco e del capo della opposizione politica dello
stesso paese che ha ospitato il Congresso. La Repubblica Ceca
è molto criticata a livello internazionale per le
discriminazioni contro i Rom che in quel paese non mancano
affatto. E vi è stato chi autorevolmente ha, a sua volta,
criticato la scelta del Presidium IRU di convocare il Congres-so a
Praga, temendo che questo potesse comportare una sorta di
legittimazione per un paese e istituzioni che non la
meritano.
- D'altra parte - ed è questa anche la opinione di chi
scrive - è proprio là dove la discriminazione e il
crimine si perpetra che occorre andare a levare la propria voce;
è proprio nell'occhio del ciclone che occorre andare a
lottare, tanto piu' quando sono in ballo questioni letteralmente
vitali che riguardano i diritti fondamentali e talvolta la vita
stessa delle persone. Il Congresso ha eletto nuovo Presidente Emil
S©uka, che negli anni precedenti aveva assicurato la funzione
di Segretario Generale. Nel riferire di un evento politico di
queste dimensioni in poche righe si rischia concretamente di non
essere adeguati, di non farne comprendere il senso. Per questo
è opportuno limitarsi ad un dato politico piu' generale,
nell'ambito del quale i vari temi al centro del dibattito
(cultura, lingua, educazione, Kosovo, relazioni internazionali,
nuovo assetto statutario...) vanno e sono stati inquadrati. Il
Congresso dell'Unione ha affermato, dichiarato, che i Rom sono una
Nazione, che come tale intende conseguire una rappresentanza e una
identità anche giuridica, ma non intende costituirsi in
Stato. È inconcepibile, infatti, che nel sistema ONU il
popolo rom sia rappresentato soltanto da una Organizzazione Non
Governativa, nonostante sia un popolo che conta nella sola Europa
oltre 8 milioni di individui. Rom delegati da molte decine di
paesi del mondo - Europa soprattutto, ma anche Americhe e
Australia e Nuova Zelanda - hanno posto con forza un problema, una
domanda: cosa significa nel mondo di oggi dare rappresentanza ad
una Nazione che è tale per evidenti ragioni antropologiche,
storiche, di comunanza di lingua, origini, tradizioni, che
però per le medesime ragioni storiche e culturali e di
identità profonda non vuole rivendicare una
statualità? Il Congresso si è svolto proprio mentre
in Europa e nell'ambito delle Nazioni Unite questi temi, i temi
della adeguatezza stessa dello Stato-Nazione al mondo di oggi,
è al suo culmine, e mentre in particolare la UE discute -
spesso o sempre troppo distante dai cittadini europei sui propri
assetti istituzionali futuri. Trovare, dare una risposta a questa
domanda è non soltanto nell'interesse dei Rom, ma in quello
di tutti gli Europei. Non soltanto culturalmente, quindi, il
Congresso IRU è entrato nel centro del principale dibattito
europeo in corso, e che sta coinvolgendo in questi mesi da Chirac
a Fischer, da Amato a Cohn-Bendit... Nulla di astratto, come
è facile capire: invece, la volontà di uscire dalla
marginalità, rivendicando non tanto e non solo una
emancipazione, ma un salto di qualità della società
intera, che necessita - si sia Rom o gagè - un salto deciso
verso la integrazione politica e non solo economica dell'Europa.
Questo giornale ha ospitato, accentuato e approfondito un
concetto, che è importante, oltre che vero, realistico: il
concetto e la definizione -azzeccatissima- di "Ziganopoli". Una
cosa è facile intuire: Ziganopoli non reggerebbe o non
reggerà, di fronte ad una impostazione quale quella
affermata e decisa nel Congresso di Praga. La Nazione dei Rom non
nasce a Praga, perchè tecnicamente, scientificamente quella
rom è una Nazione, e tale è stata da anni definita
dalla stessa IRU; al Congresso nasce una consapevolezza e un
progetto politico, una volontà di aprire una fase e una via
nuove, che però senza riflessione e azione di tanti non
potranno andare molto lontano.
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I Sinti si oppongono alla
costruzione di un nuovo campo. In Comune è scontro
aperto
Nel
reggiano i Sinti prendono le redini del loro
futuro
L'Associazione Thèm Romanó
di Reggio Emilia chiede di ridiscutere i progetti
- Per l'Associazione
Thèm Romanó Sez. di Reggio
Emilia
- Sandra
Bernardi
-
- A Reggio Emilia ci sono tre Campi Nomadi che ospitano poco
meno di 300 persone. Uno di questi Campi un paio di anni fa
è stato ristrutturato. Rimane però un campo
sovraffollato. I gabinetti sono in numero insufficiente ma, in
qualche modo, funzionano. Gli altri due Campi sono oltre il limite
della decenza. Sicuramente per uno di questi si potrebbe
configurare l'emergenza sanitaria.
- Nonostante ciò i costi di manutenzione a carico
dell'Ammini-strazione Comunale sono esorbitanti. Capire come e
perché è ciò che i Sinti stanno cercando di
fare attraverso la richiesta presentata agli uffici competenti di
prendere visione di tutti i conti che riguardano i Campi. Per non
parlare qui di tutte le altre implicazioni riguardanti "il vivere
al Campo". Che detto così, ha un che di "esotico".
- L'Amministrazione Comunale, alcuni anni fa, ha preso la
decisione di costruire un quarto Campo in una località
chiamata "Masone". In piena Campagna. Per fare questo ha dovuto
espropriare un terreno di proprietà di una azienda
agricola. Lì, a Masone, ci sono solamente aziende agricole
e là, in fondo, come panorama naturale l'autostrada del
sole. Chiaramente i residenti della zona si sono immediatamente
costituiti in "Comitato contro il Campo Nomadi" che, benpresto, si
è trasformato, in virtù di strumentalizzazioni
politiche ( AN e Lega, naturalmente) in Comitato contro I Nomadi.
E la polemica da allora non si è mai arrestata. Dal 1998,
grazie anche al lavoro svolto dalla nostra Associazione che ha
avuto il merito di avere dato una forte scossa, attraverso
proposte politiche concrete per un cambiamento, ad una situazione
di " umiliante stagnazione", anche i Sinti hanno iniziato a
riflettere se era il caso spendere la bella cifra di unmiliardo e
duecentomilioni per costruire un nuovo Campo o se davvero non era
possibile pensare ad una soluzione diversa. Perciò hanno
chiesto alla Amministrazione di ridiscutere il progetto Campo.
Così la nostra Amministrazione è entrata in
conflitto "scoperto" anche con i Sinti. Ora la situazione
è: il Comune vuole costruire un Campo che nessuno vuole,
nè i residenti di Masone nè tantomeno i Sinti. E si
riaccendono le polemiche: fra le forze politiche di minoranza e
quelle di maggioranza, fra il "Comitato di Masone" e
l'Amministrazione, fra i Sinti il Comitato e le forze politiche
che governano la Città. Il 14 di novembre avrebbero dovuto
iniziare i lavori di costruzione del Campo ma la ex
proprietà, dopo abbondanti piogge, ha pensato bene di arare
il campo il che ha fatto scattare l'ennesima diffida da parte del
Comune nei confronti di essa, Thém Romanò e le altre
Associazioni zingare lo stesso giorno hanno presidiato il terreno
dando vita ad una piccola manifestazione che ha ristabilito un
dialogo con i residenti di "Masone" ed hanno convocato una
conferenza stampa in luogo per ribadire e fare conoscere le loro
inattaccabili ragioni contro la costruzione del Campo anche
all'opinione pubblica. Presto ci sarà un incontro con i
Capogruppo di Partito presenti in Consiglio Comunale. A questo
punto l'Amministrazione Comunale, con uno scadente colpo di
teatro, dichiara all'opinione pubblica attraverso un nuovo
comunicato che il Campo non è per i Nomadi ma per i
Giostrai e che Thém Romanò non ha titolo per
intervenire sulla questione perché non è stata mai
coinvolta nel progetto. Grazie a Dio, rispondiamo noi. Ma
ciò che appare molto più grave è la
distinzione che l'Amministrazione tenta di compiere nel dichiarare
che "...il Campo non viene fatto per i Nomadi ma per i Giostrai. I
Nomadi-Nomadi(testuale) hanno già i loro Campi.... !"
- Come se con il termine giostrai non si indicasse un mestiere o
una professione ma una etnia! E come se i Giostrai reggiani non
fossero tutti Sinti! Non occorre essere studiosi del linguaggio
per comprendere ciò che rivela quello che, con molta
ipocrisia, viene usato dalla Giunta come formuletta
tranquillizzante per l'opinione pubblica. I giostrai residenti nel
Comune capoluogo e Provincia sono circa 200 e non tutti ritornano
alla fine della loro stagione di lavoro perché non hanno
posto dove sostare. Hanno circa 35/40 Camion ( alcuni con bilico)
da porre a riparo. Circa 40 campine, e qualche vera e propria
"casa mobile" , più automobili ed attrezzature varie.
- Dunque il famoso Campo di Masone che a norma di legge non
può prevedere più di 16 piazzole è, ancora
prima di essere costruito, insufficiente. In più l'unica
strada possibile d'accesso al Campo è una strada rurale
che, quando si incrociano due macchine una deve lasciare il
passaggio all'altra. Pena, lo scontro frontale. Immaginate quando
dovranno circolare i bilichi e si andranno ad incontrare con i
mezzi agricoli! In più, è giusto dire, che in quella
zona non vi è ombra di servizi. Tutto è lontano :
negozi, scuole, ambulatori ecc. ecc.
- Altro elemento interessante è che molti di questi
giostrai sono proprietari di terreni agricoli in cui non è
stato concesso loro il permesso di entrare. Ora il terreno su cui
dovrebbe sorgere il Campo è terreno agricolo per il quale
il Comune prevede il cambio di destinazione d'uso cosa che non
è disponibile a fare per i nostri piccoli proprietari. Noi
abbiamo dimostrato al Comune, conti alla mano, che con la stessa
somma impegnata per il Campo di Masone si possono costruire 20
Micro-aree: costo medio di una biolca reggiana di terreno, posta
in zona di sufficiente prestigio è di £. 14.000.000 a
cui si debbono aggiungere circa 46 milioni per opere di
urbanizzazione eseguite a regola d'arte. Totale 60.000.000 che per
20 micro-aree fanno il famoso miliardoeduecentomilioni. Visto che
i residenti negli attuali tre Campi sono circa 300 e che i
Giostrai sono circa 200 e che in totale fanno circa 500 persone
ecco che in ogni microzona risiederebbero circa 25 persone giusto
più o meno un nucleo familiare. In questo modo un Campo dei
tre, quello già ristrutturato, potrebbe essere quel famoso
campo di transito per soste brevi che a Reggio manca. Altra
questione: gli assegnatari delle micro-aree si andrebbero ad
assumere tutti gli oneri della cura e della manutenzione della
propria residenza. Cosa che non avviene per i Campi. Quindi nel
giro di pochi anni, le casse comunali e tutta la
collettività goderebbero di un notevole risparmio. Ma,
allora, dove sta il problema? I quartieri PEP non sono stati
costruiti per altre categorie sociali ? E non c'è una forte
similitudine fra un PEP e le Microzone per i Sinti? A noi viene da
pensare che irriti la sensibilità degli amministratori che
la comunità Sinta voglia trattare, al pari di tutti gli
altri gruppi sociali, del proprio futuro e della qualità
della propria vita sfilandosi da quella maledetta ragnatela che
gli è stata tessuta intorno sotto forma di peloso
assistenzialismo. La nostra Associazione, in collaborazione con
altre Associazioni zingare di Reggio Emilia, ha proseguito per
tutto il 1999 il proprio lavoro per una battaglia di
civiltà che vuole vedere l'eliminazione dei Campi Nomadi
nella nostra Provincia. Perché esistono tutte le condizioni
per farlo. Certamente molte contraddizioni sono state aperte in
seno alla Amministrazione Comunale. Certo, non tutto è
scontato, forse il risultato a cui miriamo non è
così vicino, ma intanto negli ambienti politici si comincia
a pensare in modo diverso e in molti "amministratori" e funzionari
pubblici che si occupano a vario titolo della questione zingara il
dubbio si è introdotto. Nel frattempo però una
piccola battaglia la abbiamo vinta: siamo riusciti a percorrere la
strada per una rivendicazione in modo "organizzato". Tutti sanno
che non appartiene proprio alla cultura zingara il concetto di
"organizzazione" o di "organizzarsi per ...". Questa volta
però, i Sinti hanno saputo superare la loro radicale
diffidenza e il loro forte individualismo e unirsi per un
obiettivo comune. Hanno compiuto uno sforzo veramente ammirevole
per conoscere e studiare come funzionano i meccanismi
istituzionali, attraverso la partecipazione attiva ad incontri,
seminari, convegni ecc, organizzati per riflettere ed individuare
soluzioni per un diverso modo di abitare zingaro. Hanno preteso di
essere sostenuti in questa loro ricerca dal lavoro paziente di
"tecnici" :Avvocati, Geometri ed Architetti, per poi decidere in
modo consapevole di ricorrere all'unico strumento possibile in
termini di Legge che può offrire una concreta
possibilità di dare una svolta reale alle loro istanze:
presentare osservazione al PRG (in corso di approvazione ) per
quanto riguarda Reggio, e la richiesta di varianti in quei Comuni
dove il PRG è già in vigore.
- In particolare le ragioni portate dai Sinti si basano innanzi
tutto sulla esperienza diretta di molte famiglie che da tempo
hanno scelto di uscire dai Campi e che a prezzo di grossi
sacrifici si sono acquistati un terreno agricolo, hanno
urbanizzato la loro area e su questa hanno collocato le loro case
mobili creando dei veri e propri giardini. Anzi noi pensiamo che
per il futuro, visto l'aumento delle povertà, legate a
giovani coppie e anche al ceto-medio, possano rappresentare un
interessante modello alternativo di abitare che al conforto, alla
bellezza, alla semplicità uniscono anche una grossa
economicità di gestione. I Sinti sono partiti, nel fare le
loro proposte, dalla L.R. n°47/88, hanno considerato le
normative CEE e sono stati i soggetti che hanno indotto la Regione
a recepire le loro ragioni che indicano che una buona gestione
delle aree destinate all'abitare zingaro consente la presenza di
non più di 40/50 persone per ciascuna di esse regolato da
un adeguato regime legale che consenta ai Sinti il pacifico
godimento della micro-zona.
- Dalla preparazione dell'osservazione al PRG è emerso
che tutti i tre Campi esistenti da anni con popolazione stabile
sono classificati, nel vecchio PRG, come attrezzature generali di
interesse pubblico (art. 72.15.01); tali zone ai fini della
previsione di PRG corrispondono alle zone territoriali omogenee F
ai sensi dell'Art.13 della L.R.47/78 e corrispondono alle zone di
transito ex art.5 L.R. n°47/88; poiché tale normativa
prevede la permanenza dei nomadi nella area di transito non
superiore alle 48 ore, non è mai stata nemmeno aggiornata
la normativa alla situazione di fatto. Posto che la popolazione
nomade attualmente è di circa mille unità e che
circa trecento unità sono contenute nei campi attualmente
esistenti, è necessario che la variante al PRG individui
micro-aree così come indicate nella LR, concedendo su di
esse il diritto di superficie, almeno nella misura del 50%
procedendo per analogia con quanto previsto per i programmi per
gli insediamenti produttivi, da regolamentare con apposita
convenzione. Situazioni di fatto.
- Le passate varianti ai PRG non hanno tenuto in alcun conto
delle situazioni in essere, consolidate da anni, alcune sanate o
comunque accettate dalla Amministrazione, della restante
popolazione nomade (circa 700 unità) non abitante nei campi
riconosciuti, ma disseminata nel territorio comunale su terreni di
proprietà. Riguardo a queste situazioni particolari occorre
una classificazione di zona e una norma transitoria che consenta
ai Sinti medesimi di conservare lo stato di fatto attualmente in
essere. Le nostre Associazioni zingare auspicano, attraverso anche
l'informazione che continueranno a dare a tutti i lettori del
nostro giornale sugli sviluppi della questione Campi in atto a
Reggio Emilia e un poco in tutta la nostra Regione, che altri in
altre Regioni si uniscano a noi in questa rivendicazione che
è una battaglia di grande civiltà e che, comunque,
si sviluppi un dibattito serio ed approfondito sul fatto che,
all'alba del terzo millennio siano ancora davvero i gagi a
decidere della nostra vita sino ad indurci ad accettare di vivere
in condizioni di invivibilità senza che da parte nostra non
vi sia una benché minima reazione!
- Zingari, su la testa, reagiamo, perché la nostra
dignità di uomini e di donne non ci verrà regalata
da nessuno!
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2
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- SPUNTI PER LA
RIFLESSIONE SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SPUNTI PER LA RIFLESSIONE
SPUNTI PER LA
RIFLESSIONE
- LETTERE
IN REDAZIONE
:Un Rom a vostra disposizione: risponde Santino
Spinelli
- SPUNTI PER LA
RIFLESSIONE SPUNTI PER LA RIFLESSIONE SPUNTI PER LA RIFLESSIONE
SPUNTI PER LA
RIFLESSIONE
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Caro
Santino,
- ti scrivo a nome mio e
della mia scuola, la Scuola Media Statale di Crecchio (CH ) e,
soprattutto, dei miei cari ragazzi che hanno avuto, grazie a te,
l'opportunità, che forse la vita avrebbe negato loro, di
conoscere un mondo, una realtà, una cultura, una
civiltà, quella zingara, ricca di forti valori mantenuti
intatti nel tempo: la sacralità della vita, l'amore per la
natura, i forti legami della famiglia, la solidarietà, il
rispetto per l'anziano...valori che la nostra società
materialistica e troppo spesso "di facciata" ha pian piano
relegato in secondo ordine fino a soffocare quasi totalmente.In un
Progetto interculturale, che è stato molto più di un
progetto, perché carico di forti emozioni , di sensazioni
così profonde da cambiare il senso della nostra vita,
docenti e alunni, con la collaborazione dei genitori, abbiamo
cercato, insieme, la strada della convivenza civile e dell'amore,
abbiamo squarciato il velo dell'indifferenza e siamo entrati in
contatto con l'alterità, col mondo Rom, con te, con il tuo
mondo, caro Santino, ricevendo in cambio la grande consapevolezza
che c'è posto per tutti, con pari dignità, in questo
mondo di uomini.Io e i miei colleghi e amici (che ora sono anche
amici tuoi ) di questa meravigliosa avventura (Floriana, Pina,
Lucia, Simonetta, Antonio, Nicola, Novelia, Marcello, Anna Maria,
Katia, Nicoletta, Adriano, Danilo, Letizia, Luigi, Giuseppe...che
ti salutano affettuosamente e ti rivolgono un sentito "arrivederci
a presto!") vogliamo dirti grazie, "grazie, amico rom!" per averci
guidato in quel meraviglioso processo che si chiama "conoscenza,
l'unico in grado di abbattere i pregiudizi di qualunque tipo e di
infrangere il pericoloso muro dell'indifferenza.Un incontro di
questa intensità, caro Santino, non può né
deve finire qui...noi siamo pronti a continuare il nostro cammino,
ben consapevoli di aver compiuto solo un primo passo, in quanto
l''ntercultura non può essere una parentesi rosa ma uno
stile di vita per ognuno di noi.
- Siamo sicuri che sarai
ancora al nostro fianco per proseguire un percorso appena
intrapreso.
- Baxtalò Drom! Felice
cammino a noi tutti!
- But baxt ta
sastipé!
- Maria Antonucci (Crecchio
-CH)
- Gentile Prof.ssa Antonucci,
- il progetto
all'interculturalità che abbiamo sviluppato all'interno
della vostra scuola e gli importanti risultati ottenuti
ribadiscono ancora una volta che la giusta conoscenza e l'incontro
diretto sono le strade da battere per superare tutte le differenze
e i pregiudizi al fine di creare una società più
giusta e più rispettosa per tutti. Sono io che, anche a
nome della nostra Associazione e del popolo Rom, vi ringrazio
sentitamente per la ricchezza e per la crescita umana e culturale
che l'esperienza ha prodotto a noi tutti. Siamo sempre a
disposizione per altre iniziative.
-
- AridhikanÞ
-
- * * *
- Egregio Signor Santino
"Alexian",
- sono rimasto elettrizzato
dal suo racconto sulla diaspora dei Rom e da quelle musiche
così evocative del viaggio, della fierezza e della
passione
- La sua storia, commentata
da quelle musiche, l'ho trovata sorprendente e affascinante e ho
provato invidia per tale vitalità. E che incanto vedere
sottolineato tutto questo con la grazia di Silvia di cui ho
percepito persino il profumo. L'energia che il vostro dialogo
musicale emanava mi ha pervaso e arricchito.
- Se i benefici effetti, che
il vostro arrivo ha provocato in me, si sono estesi a tutti i
presenti, allora spero in contatti frequenti e auguro lunga vita
agli zingari. Invio, come d'accordo, la registrazione della serata
e attendo l'occasione di registrarvi ancora, quanto prima,
accompagnati da tutto il gruppo.
- Grazie e
arrivederci.
- Paolo (Ancona)
- Caro Paolo,
- grazie anzitutto per la
registrazione e mi fa piacere che tu sia rimasto piacevolmente
colpito dalla nostra musica e più in generale dalla cultura
e la storia zingara. La nostra "verità" storica e culturale
è, ahimé, ancora "nascosta" a moltissimi, chi la
scopre ne rimane affascinato. Speriamo di incontrarci ancora e di
avere l'opportunità di donarti altre musiche, altre
sensazioni, altre emozioni e altri "profumi".
-
- But Baxt ta Sastipé
- * * *
- Ora più che una lettera
desidero pubblicare le parole - provenienti dal profondo del cuore
-di una giovane che ha incontrato per la prima volta il mondo Rom
tre anni fa e che attraverso la conoscenza ha, ad uno ad uno,
sfatato tutti i pregiudizi che aveva. Speriamo che le sue parole
siano di stimolo a molti.
- Quella che descrive è
la Cerimonia di Premiazione del 5° Concorso Artistico
Internazio-nale "Amico Rom" di cui è stata una delle
dirette protagoniste.
-
- Salve, sono Giusy Rizzo
è la prima volta che scrivo su Thèm Romanó.
Penso sia giusto raccontarvi un po' di me!
- Sono una laureata in
Lettere Moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università "G. Díannunzio" di Chieti ,
l'argomento della mia tesi sono i Rom Abruzzesi.
- Per me è un onore
avere l'occasione di poter esprimere, nero su bianco, le mie
impressioni, emozioni ed i sentimenti provati nei giorni 22 e 23
ottobre 1999, in cui si è svolta la sesta edizione del
Concorso Artistico Internazionale "Amico Rom".
- Ho conosciuto il dottor
Spinelli, l'anno scorso, per discutere insieme del mio lavoro:
è stata un'esperienza bellissima avere la
possibilità di entrare in contatto con un mondo nuovo e
sconosciuto attraverso un mediatore culturale della portata di
Santino.
- Mi sono avvicinata alla
cultura zingara in punta di piedi, ma passo dopo passo la
curiosità si è trasformata in un coinvolgimento
sempre più attivo, tutto questo favorito dalla
disponibilità di Santino, Daniela e di tutta la
meravigliosa famiglia Spinelli, che mi hanno accolta come un'amica
e con il passare del tempo il rapporto è diventato
più intenso ed io ho la senzazione di trovarmi in famiglia,
non so esprimere a parole quello che sento dentro di me quando ho
la possibilità di condividere un pranzo con loro: è
un'esperienza fantastica. Ho assistito l'anno scorso alla quinta
edizione del Concorso come semplice spettatrice (ignara che
esistesse un evento culturale così interessante a pochi
chilometri da casa mia); quest'anno, invece, come vincitrice del
secondo premio della categoria b, con una poesia intitolata "Mondo
Rom".
- Ho potuto seguire le varie
fasi organizzative dei due giorni della manifestazione: che si
sono svolti il 22 ottobre presso il Rettorato della facoltà
di Scienze Politiche dell'Università di Teramo, dove il
dottor Spinelli ha tenuto una conferenza insieme ad Adriano
Mordenti e Tano D'amico: evento straordinario perchè , per
la prima volta, dopo sei secoli di presenza sul territorio
italiano, un rom è stato invitato a parlare in un
ateneo
- Abbiamo raggiunto un
traguardo importantissimo: finalmente un rom laureato non è
stato un oggetto di studio, ma un soggetto parlante, che, con la
sua preparazione, ha avviato un processo, sicuramente
inarrestabile, di diffusione di una cultura che a molti è
del tutto sconosciuta.
- Una platea di giovani
studenti attenti e curiosi ha seguito con interesse tutto quello
che Santino diceva, formulando domande per conoscere e sfatare i
pregiudizi che circondano il mondo zingaro.
- Durante il viaggio di
ritorno da Teramo a Lanciano, ho conversato con Adriano, Tano e
mia madre sui vari temi relazionati da loro: "non si più
continuare a ghettizzare il popolo rom nei campi nomadi, senza
dotarli delle strutture necessarie per vivere degnamente, in una
società che si dichiara multietnica, dove tutti hanno
diritto ad avere una casa, un lavoro, di mandare a scuola i propri
bambini, che non devono essere allontanati perchè sono
sporchi (fatti di cronaca che tutti conosciamo) e lo zingaro non
deve essere conosciuto solo come colui che è pigro, ruba,
che spaccia droga, ma come un uomo che ha dei valori come la
famiglia, il lavoro, la tradizione, la musica
ecc..".
- Il 23 ottobre a Lanciano si
è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori delle
varie categorie, presso il Teatro Fenaroli, seguita da un concerto
meraviglioso di musica zingara. Il Teatro era gremito di
autorità , di rapprasentanti delle varie istituzioni
presenti nella città, di rom italiani e stranieri (sono
venuti fin dalla Finlandia) e di spettatori comuni che sono
intervenuti per assaporare le note melodiose suonate da musicisti
zingari e non , e che sono stati coinvolti da Santino a cantare in
lingua romani abruzzese.
- Per me è stata
un'esperienza emozionante salire sul palcoscenico di un teatro,
essere premiata e sentirmi parte di una identità culturale,
pur essendo una gagia, tutto questo grazie ad un incontro avvenuto
l'anno scorso che ha cambiato il corso della mia vita,
tramutandolo in un unico lungo viaggio nei sentieri di una cultura
che colora la mia esistenza.
- Giusy Rizzo
(Chieti)
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- pag.
5
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La
danza e la musica per l'aggregazione e l'unità dei popoli
Da secoli il 15 e il 16 Agosto di ogni
anno si ritrovano nel Salento artisti provenienti da tutta
Europa
di Gigi Toma
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- La Danza Scherma o danza delle
spade, è un antico rito che ancora oggi conserva tutto il
suo fascino misterioso, infatti ancora oggi nessuno sa dire come e
quando questa danza nasce; tutto quello che si sa è frutto
di ipotesi fatte da diversi studiosi che hanno dato via via
diverse versioni, di sicuro questa danza aveva una sua antenata
già in epoca medievale, l'unica cosa certa è invece
la edificazione del santuario di San Rocco a Torrepaduli (LE)
nell'anno 1531 luogo dove la notte tra il 15 e il 16 agosto vede
riunirsi tutti i ballerini e i suonatori di tamburello del
Salento. Il ballo oggi si esegue con l'indice e il medio delle
mani protese, che mimano il duello quello, che, (si dice) una
volta veniva fatto veramente con le spade o i coltelli. Ci
troviamo di fronte sicuramente ad uno dei pochissimi e rari casi
di questo tipo di danza in tutta europa, intorno ai due ballerini
si forma un grande cerchio chiamato "Rota" o "Ronda" il perimetro
interno di questo cerchio è costituito dai suonatori di
tamburello e di altri strumenti (per lo piu armonica a bocca) che
ritmano il tempo e che fanno scoccare la scintilla, peraltro senza
i suonatori si fermerebbe tutto, ai margini del cerchio si puo
notare come la stragrande maggioranza di ballerini che aspettano
di entrare nel cerchio siano zingari (nel Salento da molto tempo
si sono stabilite diverse colonie di zingari) ma veniamo alla
danza: i due ballerini iniziano la scherma preceduta da veri e
propri inviti e con un movimento rotatorio da parte dei due si
instaura da subito un vero e proprio duello con dei passi e delle
sequenze ben precise senza peraltro mai farsi male dimostrando
l'uno verso l'altro grande rispetto. Fino al momento del contatto
vero e proprio che mima l'accoltellameto e si continua
finché non si fa avanti un'altro spadaccino che entrando
nel cerchio capitaliza subito l'attenzione delle persone che
vogliono ammirare la sua tecnica i suoi passi e via così
fino alle prime luci dell'alba ed anche oltre. In sostanza si
può dire che la danza scherma mima un duello a volte
crudele ma straordinariamente elegante. ( Si ricorda che la danza
delle spade è stato ed è un punto d'incontro tra
l'etnia zingara presente da centinaia di anni sul territorio
Salentino e quella Salentina. Le due etnie riescono ad incontrarsi
ed a fondersi al ritmo del tamburello proprio in un momento di
sfida dove ognuno mette in mostra la sua abilità. La danza
quindi e la musica, come una se non l'unica forma di aggregazione
e di unità tra i popoli e forse anche una fonte per gli
zingari di riaffermare la propria appartenenza e le loro radici).
Il mistero di questo ballo non è stato esente da varie
citazioni tra cui quella di Gramsci nel libro lettere dal carcere
dove appunto l'autore descrive "un'accademia di scherma col
coltello" alla quale partecipavano calabresi, napoletani, pugliesi
e siciliani. I pugliesi erano giudicati accoltellatori
insuperabili per la tecnica micidiale piena di segreti capace di
superare tutte le altre. Purtroppo bisogna dire che per quanto
è stato studiato e pubblicizzato questo ballo da rito sta
diventando fenomeno di conseguenza imitabile per cui è
sempre più probabile andare a San Rocco e non trovare
più i ballerini di scherma, ma tanti turisti desiderosi di
cimentarsi con questa ed altre danze ( vedi la pizzica altro
tipico ballo Salentino) infischiandosene gravemente del danno che
procurano, tanto è vero che oggi difficilmente si riesce a
trovare una ronda libera per potere tranquillamente fare la
scherma infatti i ballerini oramai ballano o all'inizio o verso la
fine della serata (mettendo cosi in serio pericolo la
sopravvivenza stessa di questo ballo). Molti studi sono stati
effettuati su questo ritmo e su questa danza arrivando a diverse
conclusioni; da parte mia e del mio gruppo crediamo che a poco
serve capire le origini, il significato (o che al limite questo
può servire ad avere una memoria storica) perché
difficilmente si potrà arrivare ad una sola verità
(ed e giusto che sia così) pensiamo piuttosto a quello che
questa danza e questi ritmi potranno ancora dare alle generazioni
attuali e future e la funzione che essa può avere nella
civiltà tecnologica e come fare a mantenere inalterato lo
spirito di una civiltà, quella contadina, che sia pur
influenzata da altri popoli visto che il Salento è stato
sempre terra di frontiera è riuscita a mantenere dopo molti
anni ad essere ancora una volta viva.
-
- Gli
zingari nell'esposizione universale di
Parigi
-
- di Santino
Spinelli
-
- Nella grande Esposizione Universale di Parigi del 1878 si
esibirono fra i gruppi di musica "esotica" un gruppo zingaro
ungherese e un gruppo di gitani spagnoli. La presenza "esotica"
non suscitò grande interesse e solo i musicisti zingari
ungheresi riscossero un vivo successo, lanciando la moda in
Francia ( e poi in tutta l'Europa occidentale) delle orchestrine
tzigane. Agli eventi musicali "popolari" dell'esposizione del 1878
ha dedicato quattro articoli molto generici Paul Lacome su "Le
Ménestrel", 1878, 21/07, pg. 269; 25/08, pp 309-310; 1/09,
p. 320; 08/09, pg. 330-331.
- Il gruppo Ungherese aveva acceso d'entusiasmo Alphonse Daudet,
il quale sostenne che la loro musica gli suscitava emozioni
altrettanto vive di quella di Wagner. Il gruppo si esibì un
po' dovunque a Parigi e nelle brasseries, nei café concerto
e anche nelle feste con il pubblico più scelto.
Nel'esposizione del 1888 sono ancora presenti orchestrine zingare
Ungheresi e lautari romeni i cui concerti sono recensiti il 25
Luglio da Julien Tiersot, un grande musicologo. Tiersot fu
particolarmente colpito da una interpretazione del "Guglielmo
Tell", tanto da scrivere: "Sembrava (l'ouverture) di uno zingaro
intenso! Se osassi insinuerei che mi piaceva di più
così, ma non oso". Di quella ziganizzata ouverture,Tiersot
ci offre la trascrizione delle due cadenze con le quali gli
zingari dell'Esposizione concludevano ogni frase:
-
- Anche i Lautari rumeni s'erano adeguati a quel gusto che
Tiersot chiamava "l'esotismo di Batignolles".
- pag. 6
- LA
RAPPRESENTAZIONE DEGLI ZINGARI NEL CINEMA
MUTO
-
di Claudia Fregoli
- Farò di seguito un breve escursus riguardo alla maniera
di rappresentare i Rom e gli ambulanti all'inizio di questo
secolo, nel periodo del cinema muto, il cui spunto mi è
stato fornito dal restauro e relativa presentazione di alcune
opere al Festival del Cinema Ritrovato (Bologna, 4-11 Luglio
1998).
- Si tratta in sostanza di quattro film: Il primo, Amore
Bendato, con il quale il festival ha aperto, vede Leda Gys come
eroina protagonista -che in quegli anni interpretò almeno
25 film per la Cines e la Celio in Sonia, una giovane zingara che
viene accolta dopo essere stata abbandonata dalla sua gente in
casa del conte Alberto, il quale cerca di «migliorarne la
condizione sociale insegnandole le buone maniere, facendole
indossare abiti di buon taglio al posto degli stracci, educandola
nel parlare o nello stare a tavola. Ma l'amica di Alberto, che non
gradisce la presenza della nuova venuta, nella quale ravvisa una
possibile rivale, fa in modo che Sonia venga mandata in un
convitto religioso. Alberto rimane vittima di un grave incidente
che lo rende cieco; ben presto la sua amica si stanca di curare
quello che è ormai divenuto un invalido, e lo abbandona.
Rimasto solo, Alberto cerca chi possa assisterlo: e troverà
in Sonia la nuova luce dei suoi occhi e una più fedele e
amorosa compagna! La cui interpretazione spontanea e naturale
è forse data dal fatto che Giselda Lombardi (in arte Leda
Gys) aveva effettivamente accudito la madre anziana e paralizzata
del poeta Trilussa, con il quale aveva avuto un legame
sentimentale.
- Si noti che il film, in cui emerge la carità e la
regola cristiana dell'amore e dell'aiuto è stato
immediatamente censurato: «prima ancora di entrare nel merito
delle moralità degli spettacoli, gli organi di polizia o le
istituzioni civili e religiose prendevano ogni tipo di
attività ambulante a esempio di immoralità,
sporcizia, impresa truffaldina, focolaio di risse e di disordini
sociali. In seguito, col sorgere delle prime sale di proiezione
strattamente legate ai café-chantants e ai
variétés, intorno al 1908 sorgono i primi
regolamenti da parte degli organi locali di pubblica sicurezza.
Non a caso nel febbraio 1913 viene emanata la «prima
circolare del ministero dell'interno che fissa i criteri che le
autorità e le prefetture devono seguire per tutela della
morale, del buon costume e dell'ordine pubblico nel concedere
licenze ai soggetti cinematografici e i nullaosta di circolazione
su tutto il territorio nazionale ai film di produzione italiana e
straniera! Viene poi istituito un organismo governativo censorio
con una funzione essenzialmente politica (secondo un'ideologia che
vede profilarsi in concreto i pericoli di un profondo mutamento
dei modelli culturali nelle classi proletarie e che ravvisa nel
cinema l'espressione di una cultura antagonista) e il pieno
controllo di tutta la produzione cinematografica -legge n.785 del
25 giugno 1913-. Anche nel secondo film,
- La Madonnina dei Marinari, la stessa Leda Gys incarna un
personaggio positivo, che, alla stregua del precedente, il caso
della vita immerge in situazioni tragiche. In effetti sembra che i
suoi ruoli patetici facessero facilmente appello alla simpatia e
alla solidarietà del pubblico. Però in questo caso
si è avuto un completo ribaltamento della situazione: ora,
nel 1928, in pieno periodo fascista (e comunque il film precedente
era stato quasi subito censurato, quasi a non voler mostrare un
possibile amore per e fra emarginati) "la girovaga" è un
personaggio negativo, incarnante l'irrazionale contro ogni regola
di buon costume e tradizione matrimoniale, e risulta infatti un
personaggio di second'ordine, non interpretato dalla Gys questa
volta.
- Il soggetto così esposto, è tratto da un
volantino pubblicitario dell'epoca: «Mariella e Luciano
s'amano lietamente, spensieratamente, al sole bello della loro
Napoli, ma una canzonettista girovaga ha turbato quell'armonia e
s'è rubata il cuore ardente del giovane pescatore. Sul
greto, un mattino, viene trovato il cadavere d'un usuraio: a
Luciano, che col vecchio nutriva rancore, viene data colpa del
fattaccio. Il giovane è innocente e, non volendo confessare
che la notte dell'omicidio egli si trovava in compagnia della
canzonettista, aggrava la sua posizione, rischiando una condanna.
Ma interviene Mariella che si sacrifica, dicendo ch'essa stessa
quella notte fu con Luciano, il quale perciò non poteva
aver commesso il delitto.
- La fanciulla è cacciata di casa dai parenti che han
prestato fede alla sua deposizione, ma un fratello, che da Maria
ha saputo la verità, riconduce l'infelice a casa, quindi si
reca dalla triste donna che adescò Luciano e le impone di
allontanarsi dal paese dove ha già compiuto tanto male.
Mariella cade ammalata, e nel delirio invoca l'uomo amato, e
quegli giunge al suo capezzale, piangente di dolore e di
pentimento. Mariella gli confessa che nella notte famosa, essa fu
ai piedi della Madonnina dei marinari e fece voto di rinunciare a
lui purché egli fosse libero dalla triste passione.
- Il fratello la scioglie dal voto. Il matrimonio tra Mariella,
ormai guarita, e Luciano si celebrerà con una suggestiva
sfilata di barche dinnanzi alla statua della Madonnina dei
Marinari! A parte gli espliciti intenti pubblicitari (sorteggio di
due viaggi a Napoli per il pubblico, addobbi napoletani nei
cinematografi, distribuzione di foto autografate dell'autrice), e
sicuramente una politica demografica alla base, fa specie che il
perno dello sviluppo dell'intreccio sia dato dalla figura negativa
della "canzonettista girovaga", aizzatrice di infinite e segrete
"passioni", a causa delle quali le si procura un bando:
schizofrenia del progredire dei tempi in cui un regime doveva
tenere a bada la moralità e quindi il lato irrazionale
delle persone? Da notarsi inoltre l'escamotage del fatto
delittuoso accostato all'intreccio, quasi un continuum della
vertigine dell'irrazionale.
- Dello stesso anno, ma di produzione americana risulta The man
who laughs (USA, 1928) di Paul Leni, tratto dal romanzo di Victor
Hugo, che basa la vicenda su un'atroce deformazione facciale
praticata dai comprachicos -invenzione di Hugo, ma nel film questi
"trafficanti di bambini" sono resi come tribù di zingari
successivamente scacciati da Giacomo II nel 1644 da Portland- che
lasciava l'angolo delle labbra sopraelevato in un eterno sorriso
al fine di mettere in scena bambini in fiere e spettacoli. Dopo
essere stato abbandonato dai suoi sfruttatori, raccoglie Dea, una
neonata cieca prima di bussare alla porta di Ursus, il filosofo
dal quale vengono accolti e allevati, ignaro che il bambino fosse
il figlio di Lord Clancherlie, nemico politico ucciso da Giacomo
II°. Divenuto un famoso clown, Gwynplaine va girando per
fiere nel carrozzone di Ursus; viene scoperto da Barkilphedro,
buffone della regina Anna, la quale decide di sposarlo con la
duchessa Josiane, di cui è sorellastra, per farle mettere
la testa a posto e per consolidare nello stesso tempo la sua
posizione finanziaria. I soldati del re lo arrestano mentre la
duchessa ignora essere il marito a lei destinato. Ursus crede che
sia morto e nasconde la notizia a Dea, sua vera innamorata e viene
successivamente bandito dal regno per ragioni di stato. Intanto
G., a cui sono stati restituiti il titolo e i beni, fa il suo
ingresso alla camera dei Lord e si oppone pubblicamente alla
regina di fargli sposare la duchessa. Lo scandalo è enorme;
egli scappa e dopo un duello e varie acrobazie sfugge ai suoi
inseguitori. In extremis riuscirà a raggiungere Ursus e Dea
che, sulla loro imbarcazione, stanno partendo per l'esilio. Paul
Leni, erede dell'espressionismo tedesco, mette in scena le
tematiche della tristezza della condizione del clown, nel quale
può essere identificato l' "emarginato" e la vittima di
ingiustizie per eccellenza, di un amore e una vita ostacolati
dalle logiche del potere, ma che alla fine trionfano, della
persecuzione dei comprachicos supposti zingari e dell'esilio degli
artisti ambulanti.
- Il film svela sicuramente, nel suo intento, una difesa della
condizione dell'artista, spesso solo, emarginato e posto a
marionetta dai giochi di potere , e con lui di tutti gli
emarginati rappresentativi. Ultimo film dello stesso periodo del
primo, seppur diverso, in quanto rientra nella dimensione del film
circense, è invece dato da In pasto ai leoni, (Italia,
1912), di Enrique Santos. «Allorché la cinematografia
prese sviluppo con Lumière e con i suoi imitatori e
prosecutori, i numeri acrobatici furono di rito presso tutte le
produzioni europee (già con Méliès e
Pathé). (...) Allora i legami tra circo e cinema erano
più stretti, perché il cinema era nato nella fiera,
e dalla fiera il circo aveva assorbito tutte le attrazioni
più suggestive. Poi il cinema era diventato dramma
realista, documentario lirico, "sophisticated comedy", operetta,
"musical", e così via, allontanandosi sempre più dal
circo o comunque non ritornandovi che molto saltuariamente! Il
film mostra uno dei più famosi circhi d'Europa, quello di
Alfred Schneider. Quando, nel 1912 la carovana si accampò
alla periferia di Torino, Ambrosio si recò da Schneider e
lo convinse a prodursi in cinema assieme ai suoi leoni -in tre
storie: La nave dei leoni, Nelly la domatrice e Infamia araba)-.
Subito dopo il circo si trasferì a Roma e fu la volta della
Cines a servirsi di Schneider e dei suoi leoni. Il film narra una
storia circense con un domatore che si vendica del tradimento
della sua compagna, scatenando contro di lei ed il suo amante i
leoni. L'uomo morirà dilaniato, ma lei, salvatasi per
miracolo, smaschererà l'assassino ed il suo complice, un
perfido clown. Anche qui si può intravvedere una
rappresentazione che mette in luce ed esalta nel dramma il lato
passionale degli artisti ambulanti, con la negativizzazione se non
trasposizione della figura del domatore con gli stessi leoni, e la
turpe resa del personaggio clownesco.
- Amore bendato (Italia, 1913) Interpreti: Leda Gys (Sonia la
Zingara), Alberto Collo (il conte Alberto), Olga Benetti.
Produzione: Celio, Roma, 35mm. Lungh: 630'. Dur: 30' a 16 f/s.
Prima visione: 10 dicembre 1913. Visto di censura: n. 1958 del
1° gennaio 1914. Il film uscì anche in gran Bretagna
(dal febbraio 1914 con il titolo Love is blind). Copia del film
è conservata presso il National Film Archive di Londra. La
Madonnina dei Marinari (Italia, 1928) Regia: Ubaldo Maria del
Colle; Sogg: Pasquale Parisi; Sc: Gaetano Campanile-Mancini;
F:Emilio Guattari. Interpreti: Leda Gys (Mariella), Guido Graziosi
(Luciano), Alba Savelli (Elena), Giuseppe Gherardi (il nonno),
Gemma de Ferrari, Carlo Reiter, Maria Antonellini, Donatella Neri.
Produzione: Lombardo film, Napoli, 35mm. L:2050m. D:95' a 20f/s.
The man who laughs/l'uomo che ride (USA, 1928) Regia: Paul Leni S.
dal romanzo di Victor Hugo. Sc. J. Grubb Alexander, Bela Sekely.
M. Maurice Pivar, Edward Cahn. C. David Cox. M. Walter Hirsch, Lew
Pollack, Erno Rapée. Interpreti: Conrad Veidt (Gwynplaine),
Mary Philbin (Dea), Olga Bachlanova (duchessa
Josiana)...Produzione: Paul Kohner (Universal Pictures). 35mm, l.
3108 m. D. 116' a 22 f/s. In pasto ai leoni (Italia, 1912)
R.Enrique Santos. Interpreti: Alfred Schneider (Herman, il
domatore), Amleto Novelli (il tenente Alessandro), Marcella Meyer
(Clea), Augusto Mastripietri (il clown Andrea). Cines. 35mm.
L:562m. D.32' a 16 f/s.
-
Un'immagine di Charlie Chaplin
mentre indossa il costume da Charlot che lo ha reso
celebre. L'artista di origini zingare, nominato Baronetto
dalla Regina Elisabetta, è stato uno dei
più grandi attori di tutti i tempi.
|
|
In un articolo apparso sul Washington Post Book World
Joyce Milton scrive che "Le origini di Charlie Chaplin
sono state a lungo avvolte nel mistero, in parte
perché Chaplin stesso ne racontava numerose
versioni. Egli era in effetti un Inglese Cockney, certo,
ma questo -é d'altro canto- l'unico dato certo. Ci
sono voci che lo dicono in parte Ebreo, altre che gli
attribuiscono ascendenze Africane. Il biografo Joyce
Milton suggerisce che questa confusione si possa far
risalire al sangue zingaro ereditato per parte di madre,
evidenziando il fatto che tradizionalmente "gli zingari
sono restii a rivelare agli altri la loro identità
zingara".
|
-
pag.
7
Un gruppo di giovani Sinti si racconta
esprimendo la contraddizione insita nella formazione
dell'identità tra l'essere Sinto e il modo di vivere dei gagi
Incontri
con i Sinti di Bologna
Conversazioni nate da uno spontaneo
bisogno di comunicare e di raccontarsi, di sentirsi considerati e
valorizzati
di Federica
Zanetti
|
La Dottoressa Zanetti con le due intervistate
|
- L'INCONTRO
- Questi brevi scritti sono frutto di
incontri con un gruppo di giovani Sinti, residenti presso l'area
del Bargellino, nei pressi di Bologna. Il parco, la casa, la
roulotte, hanno fatto da scenario a tante conversazioni nate da
uno spontaneo bisogno di comunicare e di raccontarsi, di sentirsi
considerati e valorizzati, che hanno permesso di costruire,
inoltre, una conoscenza reciproca, una dimensione di
socializzazione e una libera espressione delle idee. I temi
affrontati hanno toccato tutte le problematiche giovanili, il
conflitto generazionale tra genitori e figli, il rapporto
sogno/realtà, l'amore, le speranze per il futuro, a cui si
aggiunge però anche la contraddizione insita nella
formazione dell'identità tra l'essere Sinto e il modo di
vivere dei gagi.:
- *** Chiacchierando con SUSI DEBAR, 30
anni.
- RAPPORTO CON LE ISTITUZIONI
- Finché ci trattano male,
finché ci trattano come degli stupidi, inferiori,
finché dicono parolacce quando parlano con noi e non ci
danno il diritto di esprimere i nostri problemi NOI NON POTREMO
ESSERE BUONI CON LORO. Sono loro che ci fanno CATTIVI,
perché loro sono troppo CATTIVI.
- LAVORO Nessuno ci vuole a lavorare ma
dobbiamo pagare sempre tutto e molto caro. Io vado a vendere. Si
cammina molto e se sei da sola ti annoi. Ma a me piace lavorare,
mi piacerebbe avere una licenza come mio padre, per una
bancarella. Me la farei in legno, che si piega, con un bel
tendone. Io so fare i bonsai con i tralci di vite e i fiori finti,
vengono troppo belli. A me piace farli, so fare tante cose ma se
sei insieme a qualcuno è meglio, ti viene più
voglia. Anche oggi sono andata a vendere con mia cugina, ho fatto
trentamila. Diecimila per la benzina, cinquemila per comprare
altri fazzoletti. Sempre la stessa vita, la solita stronza vita,
dalle 8 alle 12 sempre a camminare, cammina, cammina, poi ti
fermano sempre i carabinieri. Se potessi guadagnare un po' di
soldi, piano piano vorrei comprare un camion (furgone).
- DONNE E LAVORO
- Non ce ne sono tante di donne che fanno
una vita come me, adesso. Una volta si. Gli uomini non facevano
niente, stavano a sedere, con i bambini intorno e le donne
raccoglievano i legni, facevano il fuoco, la spesa, preparavano da
mangiare e quando tornavano a casa le prendevano anche. A volte
facevano bene, cosi le donne andavano più dritte. Adesso le
donne sono diventate uomini e gli uomini sono diventati donne,
fanno da mangiare, non comandano più.
- GIOVENTU'
- Io a volte credo di impazzire, penso di
morire e lo vorrei. La Kumpania non c'é più, i
giovani vanno ognuno per conto loro. C'é solitudine. Se non
fosse per i miei genitori, che sono vecchi, me ne sarei già
andata. Non si va insieme ad un cinema, a prendere un gelato, non
c'é più voglia di far niente.
- IL CAMPO
- 30 anni fa eravamo nella SMALTA (i Sinti
emiliani sono chiamati anche SMALTATORI, cioé coloro che
vivono nella smalta, nella terra), senza acqua, né luce.
Poi dopo tante lotte di mio padre (Floriano Debar) siamo arrivati
qui, in un campo che é una riserva, lontano dai negozi,
dalla città e dove chi arriva da fuori, anche se é
uno dei nostri parenti, per stare con noi, viene cacciato dai
carabinieri (si riferisce ad un recente fatto per cui hanno negato
il permesso di entrare alla famiglia di uno zio). Ci hanno offerto
una casa, all'ottavo piano di un palazzo al Pilastro (zona
più malfamata della città), solo per noi e la
famiglia? Non possiamo lasciare tutti e andare a vivere da soli.
Sai qual é stata la rovina dei Sinti?
- I CAMPI
- Una volta quando ci si incontrava anche
i più anziani era sempre una festa, ci si abbracciava
tutti. Adesso ci voltiamo dall'altra parte.
- IL PASSATO
- In passato la gente ci vedeva arrivare
con i carrozzoni e diceva "Anche noi vorremmo vivere così".
Adesso non abbiamo più contatti, siamo chiusi qui, senza
altre possibilità. Una volta giravamo sempre e dove ci
fermavamo, dormivamo nella paglia e ci scaldavamo davanti ad un
fuoco. Era bello girare. Adesso ci cacciano via, ovunque tu vai.
Ma io quando non dovrò più accudire ai miei genitori
me ne andrò via. Sono nata nella paglia e posso continuare
a starci, ma almeno sono libera.
- UNO SFOGO
- Sono stata male ma ora sto meglio. E' la
testa che mi fa star male, non mangio più, é la
tristezza. La mia vita é sempre stata brutta, troppo
brutta, sono sola. Io vorrei andare via, girare e litigo sempre
con mio padre perché lui vuole stare qui. Io invece no.
- Quando c'era qui mia cugina, che
é anche un'amica, mi metteva energia, andavamo a vendere
per avere i soldi della spesa. Io non voglio tanti soldi, voglio
solo ventimila per mangiare ed essere serena. Per un anno ho
bevuto, bevevo sempre ma stavo ancora più male, per due
volte ho cercato di farla finita. Io non rubo, ho troppa paura,
non sono capace. Tu sei la prima persona che parla con me, che mi
ascolta; anche quando venivano dei gagi parlavano con le mie
sorelle ma non con me. Mi hanno sempre un po' evitata. Tutti
dicono, anche le mie sorelle, che sono diversa, sono la più
ZINGARA. Io sai, ero la più allegra di tutti, qui al campo.
- Tutti mi cercavano perché facevo
scherzi con tutti e mettevo allegria a tutto il campo. Poi dopo
l'incidente con mio padre, sono cambiata, non sono più
stata io. Forse mi é partita una cellula!!
- PERCHE' HO SCELTO DI NON SPOSARMI Un
gagio non lo voglio, un sinto non ti aiuta in niente, spende per
bere e per fumare poi ti manda a chiedere. Allora io sto bene
così, quando ho bisogno di soldi vado a vendere, mi faccio
ventimila, prendo le sigarette, un panino e sono già
contenta così. Se avessi dei bambini come farei? Non lo
potrei fare, sai quanti pensieri per dargli da mangiare che non
hai abbastanza soldi?
- L'EDUCAZIONE DEI GIOVANI
- Una volta, quando ero più piccola
non si poteva far niente, né cinema, né bar, niente
e se ci andavi quando tornavi ti picchiavano. Adesso vanno dove
gli pare e nessuno li guarda. Anche gli anziani non comandano
più.
- COS'E' UN SINTO SENZA LIBERTA'?
- Io voglio essere libera, quando muori
nella tomba devi stare, allora finché sono al mondo voglio
viaggiare, vedere delle cose. Non voglio fare la fine di mia madre
che non si é mai spostata da qui.
-
- *** Chiacchierando con DESY ORFEI, 16
anni.
- SE TU DOVESSI DIRE CHI SONO I SINTI COSA
DIRESTI? Io abito in un campo, in una roulotte. Noi Sinti
lavoriamo, andiamo per ferro o dove ci chiamano. Ci vestiamo come
voi, mangiamo come voi. Crediamo molto nei santi, ogni 13 giugno
andiamo a Padova, sappiamo che dobbiamo essere là
perché c'é lui. Noi ragazze non abbiamo molta
libertà e ci sposiamo tra di noi, anche tra cugini.
- IL CAMPO
- Perchè non usciamo dal campo?
Quando sono al campo non ho voglia di far niente, ma se usciamo in
qualsiasi posto, no. Io vorrei sempre andare da qualche parte,
tanto il computer lo possiamo portare? Noi non frequentiamo
persone fuori dal campo, neanche di altri campi. Noi giovani siamo
nati tutti insieme, ma poi siamo cresciuti, loro con delle regole,
noi con le nostre. Sai qual é stata la rovina dei Sinti? I
CAMPI. Io quando mi sposo voglio andare via da questo campo, in un
altro, anche se poi vengo a trovarli. Anche se qualcuno dice che
il campo fa schifo, sa che non può stare lontano più
di due giorni.
- IL MATRIMONIO: UOMINI E DONNE
- Prima si sposavano a 12-14 anni come mia
zia; mia madre si é sposata a 19 anni; adesso ci si sposa
dopo, quando hai anche 20 anni, ma sai perché? Per la
libertà. Non é che puoi andare fuori a ballare, ma
puoi uscire con un'altra amica anche lei sposata. Se io mi metto
insieme ad una persona é perché hai un futuro. Stai
insieme poi ti prendi. Voglio che il mio uomo comandi, che abbia i
pantaloni. Se devo comandare io, tanto vale che non mi sposo
neanche. Alcuni si fanno uomini grandi, che grandi non sono, e
comandano troppo, anche così non mi va bene. Se va via una
notte, se beve anche se io non voglio un uomo che beve, quando
torna, la prima volta, trova la porta chiusa e la valigia fuori,
perché io non mi fido più: dove sei stato una notte?
- I SINTI E I GAGI
- I gagi lavorano, hanno una casa, e
possono pagarsi i vestiti, la luce, se vogliono andare da qualche
parte ci possono andare, i sinti invece no, é più
difficile la vita dei sinti. I gagi non mi piacciono per il loro
carattere, perché certi sono proprio cattivi.
- Per i sinti la cosa più brutta
é il campo, stare fermi,
- E' BRUTTO ESSERE SINTI E STARE FERMI.
- Quando parliamo diciamo che prima era
più bello, giravamo sempre e non ci mandavano via. Non
é più come prima perché é cambiato il
mondo, é cambiata la gente.
- E' anche per la politica, ma é
perché siamo zingari. Ma io se vado in centro e mi vesto
bene, passo da gagio. Io non mi fido dei gagi, ti parlano male.
- Avevo un'amica gagi, quando andavo a
trovarla, si nascondeva, e se parlava con me aveva tremila occhi.
- Su tremila ce ne sono due buoni.
- Io non mi trovo forse perché non
mi sono mai trovata con un'amica vera.
-
-
pag. 8
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Gli zingari e il
rinascimento
-Il travaglio di un intellettuale a
favore degli zingari-
Antonio Tabucchi Gli zingari e il
Rinascimento, Feltrinelli, Bologna, 1999
-
- Antonio Tabucchi, noto autore di
Sostenere Pereira, ha spesso posto attenzione alla realtà
degli zingari:
ripensare alla vita passata è fonte di
rimpianto, specie la vita di chi appartiene al popolo dei gitani,
che una volta furono nobili, ma ora sono diventati dei
pezzenti
E poi cominciò a divagare
- Il quindici agosto i gitani del
Portogallo si riunivano a Jamasper una grande festa, era una festa
di canti e balli, le fisarmoniche e le chitarre non tacevano un
momento e i cibi erano preparati su grandi braceri ai piedi della
collina
e il prete che aveva celebrato la messa usciva dalla
cappella per benedire gli animali dei gitani
Ma ora che i
gitani non avevano più cavalli e che si comperavano
orribili automobili, cosa si poteva benedire?".
- Così parla Manolo, uno dei
protagonisti di La testa perduta di Damasceno Monteiro. Il primo
incontro con gli zingari di Tabucchi lo trovai nel suo Requiem:
opera che chiamerei sciamanica, in cui l'autore narra una sua
faticosa giornata in Portogallo, che tra incontri reali e
fantastici procede verso un appuntamento ultramondano con il
letterato da lui amato e tradotto.
- In questo percorso, Tabucchi disfatto e
accaldato compera una camicia pulita dalle zingare incontrate per
la via, e indossando questa camicia di cui rievoca compiaciuto
l'origine zingara arriverà all'appuntamento con il fantasma
del letterato. Come Requiem, Gli zingari e il rinascimento narra
un breve viaggio iniziatico, viaggio questa volta però
più direttamente condotto tra i campi tragicamente
sovraffollati e le notizie tratte dai giornali delle iniziative
mondane di Firenze (il Rinascimento appunto). Nel percorso
Tabucchi fa da guida ad un'amica antropologa finché questa
esasperata e disgustata della miseria degli zingari e
dall'inaccoglienza della città, improvvisamente riparte per
l'estero per concludere altrove la sua ricerca.
- "Quando a Firenze dove vivo per alcuni
mesi l'anno, venne a trovarmi una persona che per motivi
professionali doveva studiare gli zingari qui rifugiati, capii che
senza andare sulle Ande o sul Monte Rosa, grazie al telescopio di
un altro osservatore potevo osservare un microcosmo che in fondo
va ben al di la dei suoi confini. Forse potevo capire meglio,
attraverso una lente diversa, una realtà che credevo di
conoscere già".
- Così Tabucchi ci propone un tema
che di tanto in tanto ricorre nella ricerca antropologica, che
è quello del ruolo ambiguo della "guida".
- Il film di Ferreri Non toccare la donna
bianca -ambientato nella recente ristrutturazione delle Halles di
Parigi- dove il Generale Custer è impegnato a scacciare un
gruppo di indiani metropolitani accampati nelle fabbriche in
disuso, appoggiandosi ad una guida infida e traditrice del suo
popolo e ad un antropologo sospettato di essere una spia della
CIA.
- La situazione del film mi ha sempre
ricordato la disperata difesa degli zingari accampati nelle zone
in cui si prevede la bonifica urbanistica. Il linguaggio di
Tabucchi è sempre bello letterariamente, amichevolmente
ironico ma soprattutto rispettoso della complessità
dell'umanità di cui tratta, tant'è che i brani di
relazioni sociali di tanto in tanto necessariamente citati
spiccano per la loro rozzezza, schematicità e
approssimazione. Con questo linguaggio coraggioso e accattivante
Tabucchi narra però tragedie esistenziali colossali,
ambiguità e casi di coscienza che si pongono a chi
interviene sulla difficile frontiera dell'incontro interculturale;
centrale la storia della famiglia di zingari rovinati per la
chiusura dell'acqua della fontanella pubblica ed espulsi dopo il
suo intervento umanitario per farla riaprire, oppure la storia
della disperata convivenza tra il giovane zingaro e la ragazza di
buona famiglia andata a vivere con lui per amore e con la delicata
bambina loro figlia, e di cui si apprenderà dai giornali la
fuga dal campo e la denuncia verso l'uomo rivelatosi violento
nella loro vita privata.
- Vari nel libro di Tabucchi i rimandi
all'antropologia e alla sociologia della comunicazione e a quella
del pregiudizio, generalmente mascherati dietro una dichiarata
modestia rispetto all'interlocutrice antropologa.
- Tali rimandi teorici sono peraltro
essenziali per garantire che il letterato che si occupa di
problemi e pregiudizi sociali non ci sta rifilando solo intuizioni
di cui potremmo diffidare, ma ci dice come si è interrogato
sulla loro validità: "con la stessa modestia e rigore che
ci aspettiamo dai segni matematici sul conto della spesa del
nostro fornitore anche più accattivante".
- In particolare il libro segue e svela
come i giornali dalle foto ai testi, dai titoli ai sottotitoli
deformano e negano la realtà umana di cui trattano in
particolare gli zingari, mentre amplificano realtà quasi
irrilevanti come le sfilate di moda, se non per il loro costo di
gran lunga superiore alle spese pubbliche per i campi sosta,
sempre più tendenzialmente simili a campi di
concentramento.
- Il libro di Tabucchi (già
definito un reportage) è invece un passo avanti verso un
giornalismo che aiuta a superare i pregiudizi anziché
compiacersene, con l'impegno dei giornalisti e cronisti che di
tanto in tanto si affiancano agli zingari nei loro momenti
difficili per costruire occasioni di chiarimento, di incontro e di
solidarietà, certo affrontando loro stessi censure e
pregiudizi.
- Mi sia concesso a questo punto ricordare
due interventi in un remoto convegno di studi sulla questione
zingara, che non compaiono nella pubblicazione degli atti: il
giornalista commentava la figura di Melquiades, lo zingaro che con
la sua presenza prima e poi come fantasma aveva accompagnato la
vita della famiglia di Cent'anni di solitudine, notava che l'oblio
di Melquiades accompagnava la crisi della famiglia quasi
avvertimento dei rischi di uno sviluppo sociale che dimentichi le
sue origini e i suoi compagni di viaggio.
- Infine l'intervento del Rom - Mile
Levach - che diceva: "voi ci dite sporchi, ma guardate come avete
ridotto i vostri fiumi, su cui ci accampavamo, ci lavavamo e dove
perfino ci nutrivamo pescando
" interventi come dicevo
registrati, ma non pubblicati.
- Adolfo Sergio Omodeo
-
Un ragazzo zingaro nella
mia classe
- G. DONZELLO, B.M. KARPATI
- Un ragazzo zingaro nella mia
classe,
- 1998, Paris Centre de Recherches
Tsignanes, Anicia
-
- Il volume Un ragazzo zingaro nella mia classe, della collana
Interface, contiene uno studio approfondito ed analitico delle
tematiche relative all'inserimento e alla scolarizzazione dei
bambini Zingari nella scuola dell'obbligo.
- Tenuto conto sia di una prospettiva giuridico - amministrativa
sia di una più strettamente didattica ed educativa, il
punto di partenza delle due autrici è la ricerca di
soluzioni volte a porre freno all'inadeguatezza della scuola
nell'affrontare l'allarmante piaga dell'assenteismo e
dell'abbandono precoce da parte dei bambini Rom e Sinti.
- La trattazione delle tematiche è articolata in sette
capitoli. Il primo analizza le motivazioni e le aspettative degli
Zingari nei confronti di un'istituzione, quella scolastica che
sembra essere molto distante dalle loro radici culturali per
valori, contenuti e processi educativi. Alla scuola gli Zingari
chiedono di "salvaguardare il diritto del bambino zingaro di
essere tale, di farlo star bene, di accrescere la sua motivazione
valorizzandolo per quello che comunque fa e per quello che fa
meglio, affinché possa prendere consapevolezza da sé
delle proprie difficoltà". In un secondo momento è
poi sviluppato il tema dell'accoglienza, partendo dal presupposto
che uno scambio reciproco tra mondo zingaro e mondo dei
gagé sia fattore determinante per una possibile
scolarizzazione. Il secondo capitolo analizza la fase
dell'iscrizione che è in genere la prima occasione di
approccio tra la scuola e i genitori Un punto particolarmente
delicato è quello inerente l'assegnazione della classe: la
maggior parte degli alunni zingari frequenta il primo ciclo della
scuola elementare, indipendentemente dall'età. Le due
autrici sostengono che sia giusto "agevolare" l'età
anagrafica per permettere al bambino di crescere e fare esperienze
con i coetanei e non con compagni molto più piccoli, i
quali hanno sicuramente tempi, interessi, bisogni diversi dai
suoi. Il terzo capitolo contiene un'accurata analisi dei programmi
didattici per la scuola dell'obbligo. Preoccupazione costante
delle autrici è considerare le discipline curricolari in
una nuova dimensione, in grado di consentire a tutti gli alunni di
aprirsi alle diversità senza rinnegare le proprie radici
culturali. Per realizzare questo obiettivo è necessaria una
progettualità comune da parte degli agenti educativi i
quali sono chiamati ad organizzarsi con estrema
flessibilità, ad impostare lavori di gruppo, creare
laboratori, a sviluppare percorsi individualizzati nel rispetto e
nella valorizzazione dell'identità di ciascun utente. Nel
quarto capitolo, che ha come filo conduttore il delicato tema del
pregiudizio e dell'accettazione, è sottolineata
l'importanza del contratto educativo che la comunità
scolastica è chiamata a sottoscrivere con la famiglia. Il
quinto capitolo, intitolato "L'apprendimento" si snoda attraverso
l'analisi di aspetti specifici quali: problemi linguistici,
problemi sociolinguistici, insegnamento matematico, scientifico e
antropologico, competenze di comunicazione, sussidi didattici,
fattori di supporto nel campo educativo, problemi di natura
pedagogica ed educativa. Attraverso il sesto capitolo in cui sono
prese in considerazione alcune indicazioni amministrative,
operative e didattiche fornite dalle circolari ministeriali in
merito alla scolarizzazione dei bambini zingari, si giunge
all'ultima parte, che a mio avviso costituisce il "pezzo forte" di
quest'opera. Qui infatti, la parola è data agli alunni, ai
giovani e ai genitori zingari che, riflettendo sulle proprie
esperienze, analizzano i rapporti con le agenzie
educative-formative ed evidenziano le loro aspettative nei
confronti dell'istituzione scolastica, il rapporto con i non
zingari, (siano essi maestri, direttore o gli altri genitori), i
loro problemi e le loro preoccupazioni. Nelle ultime pagine del
volume, compaiono oltre a riferimenti legislativi e ad una
bibliografia di riferimento, alcune indicazioni utili per chiunque
intenda avventurarsi alla scoperta della cultura, della lingua e
della storia del popolo zingaro e sfatare così molti
pregiudizi o quantomeno percezioni distorte, attribuibili ad una
scarsa informazione e a una non conoscenza di chi ci sta
accanto.
- Sara Bornatici
-
- pag.
9
-
- In
Macedonia la prima televisione zingara in
Europa
-
- Da otto anni trasmette 24 ore
su 24 programmi di Musica, attualità, salute, educazione in
lingua Romaní
- Il direttore dell'emittente
televisiva, Zoran Dimof, ci racconta la sua
esperienza
-
- Nel 1993 si realizzò finalmente
il nostro obiettivo di fondare una nostra radio e così
abbiamo avuto la possibilità di trasmettere 24 ore al
giorno. Abbiamo soddisfatto i desideri della nostra gente ed in
poco tempo, alla fine del 1993, abbiamo creato il Centro di
Trasmissione Radiofonica e televisiva : la RTV BTR National senza
aver avuto aiuti da parte del governo macedone o da parte di
qualsiasi altro dipartimento governativo.
- Il nostro obiettivo principale è
stato quello di sviluppare una struttura informativa che potesse
esaudire le richieste di informazione da parte dei Rom nella
Macedonia. Inoltre noi trasmettiamo notiziari su diversi
argomenti, così come programmi che coprono l'area della
musica, la salute, l'educazione, temi sociali e molti eventi
culturali riguardanti il popolo Rom.
- Noi siamo orgogliosi di affermare che
oggi siamo diventati un centro informativo serio. Sfortunatamente
a causa di difficoltà finanziarie la nostra radio non
è in grado di trasmettere al momento ma la stazione
televisiva lavora con successo.
- Il programma che noi stiamo trasmettendo
maggiormente va in lingua romaní e parte di esso viene
trasmesso in Macedonia. Con il trasmettere programmi TV in lingua
Romaní stiamo tentando di preservare la lingua
Romaní originale, con tutte le sue caratteristiche
grammaticali e linguistiche. La parte del programma che va in
lingua Macedone è trasmessa con lo scopo di introdurre il
popolo rom ad un'audience maggiore.
- Oltre il lavoro della TV noi abbiamo
anche deciso di organizzare diversi festival di musica come il
"Rozano Fest" (musica popolare in lingua romaní) il "Roma
Folk Hit" (musica nazionale Rom), "Sogni di Bambini" (canzoni per
bambini in lingua Romaní).
- Organizziamo anche il concorso di
bellezza internazionale "Miss Roma International".
- Tutte queste manifestazioni sono
divenute tradizionali.
- Stampavamo la rivista Javin che ci
è impossibile continuare ad editare a causa delle
difficoltà finanziarie. In ogni modo stiamo progettando di
iniziare la pubblicazione di una rivista simile non appena ce ne
saranno le condizioni.
- Pubblichiamo la rivista per i più
piccoli Cirikli (uccellino) per i bambini Rom che si trovano alle
scuole primarie. La rivista viene distribuita nelle scuole
primarie dove ai bambini Rom viene impartita un'istruzione
gratuitamente.
- Nel 1998 abbiamo organizzato il Primo
Congresso Mondiale della Gioventù Rom tenutosi a Skopje, la
capitale della repubblica Macedone.
- I quel congresso, tra le altre, venne
fatta una dichiarazione a favore dell'apertura di un centro
informativo Rom che andrebbe a coprire quattro settori: Programmi
TV, Programmi Radio, Editoria e Centro di Ricerche con biblioteca.
- Con il nostro lavoro noi stiamo coprendo
molti settori che riguardano i Rom, non solo in Macedonia, ma
dovunque nel mondo, e noi stiamo tentando di aiutare e di fare
passi per risolvere le questioni relative ai Rom in
generale.
- Nel febbraio 1999 in cooperazione con
l'OSI "Macedonia" abbiamo organizzato la terza Conferenza
Internazionale dei Direttori e dei Redattori Capo delle Riviste
Rom.
- Diventando una televisione che trasmette
autonomamente BTR National si finanzia da sola, attraverso
sponsorizzazioni e pubblicità.
- Abbiamo ricevuto alcuni finanziamenti ,
assai modesti, da alcune fondazioni, ma sono da ritenersi
insignificanti. Considerando il fatto che la macedonia è
relativamente uno stato nuovo, questo ha sottinteso alcuni
processi molto complessi che accompagnano questo periodo di
transizione.
- Uno dei problemi che chiunque in
Macedonia deve affrontare è la precaria situazione
economica, e le stazioni televisive non fanno
eccezione.
- Inoltre le sponsorizzazioni non possono
coprire tutti i costi delle nostre produzioni e noi siamo alla
continua ricerca di fondazioni che possano aiutarci a realizzare
le nostre idee. Sviluppare sempre di più i nostri programmi
TV è il lavoro più importante per noi.
- Noi abbiamo in programma di continuare
il nostro lavoro come una televisione Rom e tentiamo di fare del
nostro meglio per risolvere i problemi dei Rom.
-
-
|
- Non tutti
sanno
che
|
- +
Nel 1594 due membri della Cortes di
Castiglia proposero di separare i Gitani dalle Gitane e di farli
vivere in regioni diverse, in modo da obbligarli a contrarre
matrimonio con "onesti contadini". Così a poco a poco la
razza si sarebbe estinta.
- +
Nel 1596 nella contea di York
(Inghilterra) furono arrestati circa duecento zingari (gypsies) e
centosei adulti furono giudicati e condannati a morte con la colpa
di "essere zingari", nove di essi furono
- giustiziati all'istante.
- +
L'imperatrice Maria Teresa d'Austria
nel 1768 e nel 1773 e suo figlio l'imperatore Giuseppe II nel 1782
pensarono di "donare la felicità agli zingari" facendogli
dimenticare il loro nome e costringendoli ad abbandonare la loro
lingua e le loro tradizioni. InUngheria e in Transilvania si
sarebbero dovuti chiamare "nuovi coloni" o "nuovi magiari" e non
più zingari. Una notte di Dicembre del 1773 nel palatinato
di Presburgo e a Fahlendorf tutti i ragazzi zingari di più
di cinque anni furono strappati alle famiglie con estrema violenza
e portati in villaggi lontani e affidati a contadini, che
accettarono di allevarli dietro
- conpenso di 12/18 fiorini
all'anno.
- +
Janos Bihari (1769 - 1827) un violinista Rom ungherese, nel 1814
suonò con la sua orchestra alla Festa del Congresso di
Vienna davanti a tutti i sovrani d'Europa intenti a restaurare nel
vecchio continente lo status quo prima dell'avvento di Napoleone
Buonaparte. In quest'occasione Bihari si innamorò di una
Duchessa Imperiale.
- +
Ad Auschwitz il Dottor Mengele
compì esperimenti su oltre 60 coppie di gemelli zingari,
sul noma e sul tifo petecchiale. Ma Menghele non fu il solo medico
a usare cavie umane. Gli zingari furono le cavie per gli
esperimenti condotti spesso d'intesa con le ditte medicinali come
la Pharma, in vista della guerra chimica e batteriologica, e la
Bayer, che acquistò ad Auschwitz 150 internate femmine al
prezzo di 170 marchi l'una. Le zingare furono sottoposte a
sterelizzazione di massa mediante irradiazioni di raggi roentgen.
Tutte le donne morirono. Più tardi anche uomini e bambini
furono sottoposti ad irradiazioni e dopo quattro settimane furono
tolti loro i testicoli per analizzare al microscopio i
risultati.
-
-
pag.
10
-
I
Rom e Internet
Fra tradizione e innovazione i Rom alla
conquista del Web
di Sergio
Franzese
-
- Premessa
- Il presente elenco di siti
internet costituisce un aggiornamento a quello pubblicato su
Thèm Romanó n. 2 del 1997. Si è ritenuto
opportuno approfondire la ricerca in tale settore e procedere ad
una classificazione più dettagliata rispetto alla volta
scorsa. La veloce crescita di siti rom nella rete informatica sta
ad indicare l'importanza di questo moderno mezzo di comunicazione.
Alcune pagine precedentemente visitate non sono risultate
raggiungibili al momento dell'ultimo aggiornamento. Non essendo
tuttavia certi che ciò sia dovuto ad una loro rimozione si
è ritenuto di non escluderle dal presente elenco, ma di
evidenziarle per mezzo di un asterisco. Di un dato occorre tenere
conto, e cioè che la carta stampata non può stare al
passo con il mondo virtuale. Per tale ragione l'informazione
scritta in questo campo è comunque destinata ad essere
sempre imperfetta e carente. Malgrado ciò è
auspicabile che essa possa rivelarsi uno strumento utile di lavoro
e di ricerca per quanti sono interessati ad incontrare i Rom anche
attraverso le strade informatiche.
- 1. ASSOCIAZIONI ED
ORGANIZZAZIONI:
- 1 A.I.Z.O. (Italia):
http://www.flashnet.it/users/fn029392
- 2 ASOCIACION DE SECRETARIADO
GENERAL GITANO (Spagna):
- http://www.epitelio.org/asgg/portada.htm
- 3 ASSOCIATION OF
GYPSIES-ROMANI INTERNATIONAL, INC.:
- http://www.gypsies.net/
- 4 EUROPEAN ROMA RIGHTS CENTER
(Ungheria):
- http://www.errc.com/
- 5 HELSINKI CITIZEN ASSEMBLY -
ROMA SECTION (Rep.Ceca):
- http://www.czechia.com/HCAROMA/
- 6 MINORITY STUDIES SOCIETY
STUDII ROMANI (Bulgaria):
http://www.osf.acad.bg/NGO/ngo.eng/abc/242.htm
- 7 OPERA NOMADI
(Italia):
- http://vivaldi.nexus.it/altri/nomadi/
- 8 OSI - ROMA PARTICIPATION
PROGRAM (Ungheria):
- http://www.osi.hu/roma/
- 9 ROMA NATIONAL CONGRESS
-ROMNEWS NETWORK (Germania):
- http://www.romnews.com/
- 10 ROMANI MOVEMENT
ENTERTAINMENT (*)
- http://www.freetown.com/Hollywood/GregoryWay/1133/
- 11 ROMANI RIGHTS WEB (*):
http://hamp.hamshire.edu/~ratS88/romani/
- 12 ROMANO CENTRO
(Austria):
- http://www.blackbox.at/arche/romano.htm
- 13 RROMA YEKHIPE HOMEPAGE -
ROMANI UNION (USA):
- http://www.rroma.com/
- 14 THE GYPSY LORE SOCIETY
(USA):
- http://www.gypsy.net/gls/index.htm
- 15 UNION ROMANI
(Spagna)
- http://www.unionromani.org/
- 16 GYPSYS ACROSS AMERICA
(USA): http://www.gypsys.com/
- 2. CULTURA:
- a) BALVAL (Francia):
http://perso.wanadoo.fr/balval/
- b) CULTURES TSIGANES
(Francia):
- http://perso.wanadoo.fr/cultures.tsiganes/
- c) I ROM ABRUZZESI (Italia)
(*):
- http://web.tiscalinet.it/concorsoamicorom
- d) KALI-SARA
http://www.sunytccc.edu/academic/graph-desg/Kalis.htm
- e) MUZEUM ROMSKÉ
KULTURY BRNO (Rep.Ceca):
- http://www.czechia.com/HCAROMA/muzeum1.htm
- f) NIECH KRÓLUJE
KULTURA CYGAÑSKA (Polonia):
http://www.gorzow.pl/kult/cyg/index.htm
- g) O VURDÓN (Italia -
Pagina personale di Sergio Franzese):
- http://www.geocities.com/vurdon
- h) ROMA HOME PAGE (USA):
http://www.aloha.net/~bohem/roma.html
- i) ROMA MUSEUM (Polonia):
http://www.centraleurope.com/ceo/travel/features/ss962801.html
- j) ROMANI OG ROMANESFOLKETS
LANDSFORBUND (Norvegia) (*):
http://home.sn.no/~gabjohan/Romani/romani.htm
- k) THE PATRIN WEB JOURNAL -
ROMANI (GYPSY) CULTURE AND HISTORY:
http://www.geocities.com/Paris/5121/patrin.htm
- l) THE ROMA KHORAKHANÉ
AS CULTURAL MEDIATORS (Italia):
http://137.204.140.151/period/MA/index/number2/rom/rom.htm
- m) TSIGANES GITANS ROMA
MANOUCHES GYPSY (Francia):
http://www.geocities.com/Athens/Forum/4201/
- n) ROMA PAGE (Ungheria)
http://www.romapage.c3.hu/
- 3. ARTE, MUSICA E
SPETTACOLO:
- 1 ALEXIAN GROUP (Italia) (*):
http://web.tiscalinet.it/themromano
- 2 AMANECER FLAMENCO PROGRESIVO
(USA):
http://members.aol.com/canastero/Amanecer/AmanFlPro.html
- 3 AMARO SUNO (Ungheria)
http://www.datanet.hu/tanchaz/amaro.htm
- 4 ANDO DROM
(Ungheria)
- http://www.datanet.hu/tanchaz/andodrom.htm
- 5 ANGELO DEBARRE:
http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/angelo.htm
- 6 BABIK REINHARDT:
http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/babik.htm
- 7 BALKANARAMA:
- http://www.troutdream.com/balkanarama/rom.htm
- 8 BIRELI LAGRENE:
http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/berelli.htm
- 9 BOULOU AND ELOIS
FERRE':
- http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/ferre_2.htm
- 10 CARPATI 50 MILES, 50 YEARS
(recensione del film):
http://www.sfjff.org/sfjff16/p0720a.htm
- 11 CHICO & THE GYPSIES:
http://www.orianne.com/chico/chico_en.htm
- 12 DIE ROM - ROAD OF THE
GYPSIES (recensione del
CD):http://www.viavia.ch/surprise/surprise297/ROM.html
- 13 DIVANA
(Rajasthan):
- http://www.smh.com.au/daily/content/970113/national/970113-national4.html
- 14 DJANGO REINHARDT
HISTORY:
- http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/history.htm
- 15 E ROMENGO BEND
(Iugoslavia):
- http://www.vein.hu/~biacsid/stevica2.htm
- 16 ESMA & ANSAMBL
TEODOSIEVSKI:
http://www.cnct.com/~ginbirch/eefc/Esma.htm
- 17 FLAMENCO - A BRIEF HISTORY:
- http://login.eunet.no/~bjornodd/ehist.html
- 18 GYPSY KINGS
HOMEPAGE:
- http://www.gipsykings.com/
- 19 GYPSY MUSICAL FESTIVAL
(reportage):
- http://www.dance.demon.co.uk/AGC/Articles/Gypsy1.html
- 20 GYPSY MUSIC SELECTED
RESOURCES:
- http://www.dance.demon.co.uk/AGC/Articles/GypsyResources.html
- 21 HOT CLUB
RECORDS:
- http://www.nordi.no/music/hcr/
- 22 KARSHILAMA (Turchia):
http://www.thefestival.bc.ca/bios/karshilama.html
- 23 KOCHANI ORKESTAR:
http://www.cs.earlham.edu/~dusko/InfoMak/culture/kocani-ork.html
- 24 LES GITANS - THE GYPSIES:
http://www.orianne.com/gypsi/index_fr.htm
- 25 LOS CANASTEROS:
http://www.thefestival.bc.ca/bios/canasteros.html
- 26 LOS REYES:
- http://people.wiesbaden.netsurf.de/~krishnag/REYES/LOS_REYE.HTM
- 27 MANDINO:
- http://www.matson.it/Artists/Mandino/MandinoHomeI.html
http://www.matson.it/Artists/Mandino/MandinoBio.html
- 28 MANITAS DE PLATA:
http://www.orianne.com/manitas/manit_fr.htm
- 29 MONDO (recensione del film
di Tony Gatlif)
- http://www.sfgate.com/cgi-bin/article.cgi?file=/chronicle/reviews/movies/MONDO.DTL
- ad MUSIQUES ET DANSES GITANES:
http://www.orianne.com/gitans/gitan_fr.htm
- ae PEDRO CORTES:
- http://members.aol.com/canastero/Index.html
- af ROMANI CAFE' - A SITE FOR
GYPSY MUSIC:
- http://www.cruzio.com/~stevem/gipsy.html
- ag TARAFS DE
HAIDOUK:
- http://www.maeker-tours.de/tdh.htm
- ah THE CIMBALOM
(articolo):
- http://www.mhs.mendocino.k12.ca.us/MenComNet/Business/Retail/Larknet/ArtCymbalom
- ai THE FERRE'
BROTHERS:
- http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/ferre.htm
aj THE INTERNATIONAL GYPSY JAZZ ARCHIVE:
http://www.nordi.no/music/hcr/archive.htm
- ak THE ROSENBERG
TRIO:
- http://leden.tref.nl/phtaling/
http://ourworld.compuserve.com/homepages/SRoyall/rosenbrg.htm
- al TITI
WINTERSTEIN-QUINTETT:
- http://www.maeker-tours.de/titi.htm
- am TONY GATLIF (filmografia):
http://www.magnet.gr/filmfestival/new_horizons/gatlif/index.html
an VANESSA & SORBA:
- http://www.maeker-tours.de/vus.htm
- 4. ISTRUZIONE:
- 1 GYPSIES AND TRAVELLERS
EDUCATION (UK):
- http://www.jokak.demon.co.uk/artemis/homepage.html
- 2 TRAVELLERS' CHILDREN SERVICE
(UK):
- http://beavis.cs.bham.ac.uk/lea/sup_serve/community/tcs/tcs_index.html
- 5. LINGUA ROMANI:
- 1 ENDANGERED LANGUAGES IN
EUROPE
REPORT:http://www.helsinki.fi/~tasalmin/europe_report.html#Romani
- 2 ROMANÊS - REGISTRO DO
DIALETO CIGANO (Brasile):
- http://www.inbrapenet.com.br/gipsy/
- 3 ROMANI LANGUAGE:
http://www2.arnes.si/~eusmith/Romany/index.html
- 6. PAESI:
- 1 GUTSY GYPSIES (India)
http://www.pugmarks.com/week/mar09/person.htm
- 2 GYPSIES IN CALIFORNIA (USA):
http://www.artnetwork.com/photo/rana/gypsy1.html
- 3 GYPSIES IN THE U.S.A. (USA):
http://educate.si.edu/migrations/gyp/gypstart.html
- 4 NANCE PROFILE INDIA -
BANJARA (India):
http://www.calebproject.org/nance/n976.htm
- 5 THE ROM IN NORWAY (Norvegia)
(*):
- http://www.skolesjefen.oslo.no/skole/nedrebekkelaget/rom/index.htm
- 7. FOTO:
- 1 GYPSIES AND OTHER SUSPICIOUS
PERSONS (Slovacchia):
- http://www.f8.com/FP/AUCTION/Aucind1/AHaP1.htm
- 2 GYPSY COLLECTIONS AT
UNIVERSITY OF LIVERPOOL (UK):
- http://www.liv.ac.uk/Library/special/gypsy/intro.htm
- 3 ITINERANT GYPSIES(Romania):
http://203.22.248.1/artcorner/val/gypsy1.htm
- 4 LES ROMS DE ROUMANIE
(Romania):
- http://www.esf.ch/leresche/
- 5 LJALJA KUZNETSOVA - FROM THE
LIFE OF GYPSIES (Ucraina):
- http://www.mojones.com/photofund/kuznetsova.html
- 6 STACIA SPRAGG THE DREAM
(Bulgaria):
http://sightphoto.com/sightphoto/story/gypsies/gypsies.html
- 7 TEMPS GITANS
(SAINTES-MARIES-DE-LA MER):
http://www.nationalgeographic.com/media/photography/dickinson/index.html
- 8 URBAN GYPSIES (UK):
http://www.caliach.com/paulr/gypsies/gypsies.html
- 8 VARI:
- 1 BORROW GEORGE HENRY (Project
Gutenberg -Etexts):
http://www.gutenberg.net/_authors/bborrow_george_henry_.html
- 2 CBF UNREACHED PEOPLE -
ROMANY:
http://www.cbfonline.org/missions/unreachedpeople/romany.html
- 3 GYPSIES ON THE
WEB:
- http://gypsies.pml.it/
- 4 HOUSING FOR
ROMA:
- http://www.silverserver.co.at/nr/KIOSK/BauArt/04/noseda/engl/INfall1.htm
- 5 INDEX OF GATEWAY PEOPLE -
GYPSY:
- http://www.ad2000.org/peoples/jpg74.htm
- 6 ION CIOABA, 62, "KING OF THE
GYPSIES":
- http://www.bergen.com/obits/gypsyking.htm
- 7 POPE TO BEATIFY GYPSY MARTYR
OF SPAIN'S CIVIL WAR - 5-4-97:
- http://detnews.com/1997/nation/9705/04/05040001.htm
- 8 ROMALINKS:
- http://www.dss.unipi.it/intercultura/rom-main.htm
- 9 ROMSKE OSOBNOSTI-ROMANI
PERSONALITIES:
- http://www.radio.cz/romove/osobnost.html
- 10 ROMINTERPRESS:
- http://www.opennet.org/opennet/radio/rroma.html
- 11 SOCAS - GYPSIES AND
TRAVELLERS RESOURCES ON THE WWW:
http://www.cf.ac.uk/uwcc/socas/links/gypsies.html
- 12 VELA -THEM
ROMANO:
- http://www.dss.unipi.it/intercultura/velth.htm#THEM
- 9 MAILING LIST
- Per partecipare alle "mailing
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-
-
pag. 11
Gli
zingari e la letteratura
|
- Tocaia Grande di
Jeorge Amado, Garzanti, 1985
- È uno dei più
riusciti romanzi di Jorge Amado, dove confluiscono i due filoni
dell'opera dello scrittore brasiliano: da una parte l'esaltazione
dei vinti e degli sfruttati, dall'altra l'attenzione all'esotismo
e alla magia. Protagonisti sono mercanti, prostitute,
avventurieri, neri che si dedicano alle pratiche del
candomblé, fazendeiros senza scrupoli e pistoleri spietati.
In questo mondo, popolato da emarginati e figure stravaganti, non
potevano naturalmente mancare gli zingari.
- L'autore, nel rappresentare il
gruppo di zingari che arriva a Tocaia Grande, assume il punto di
vista della comunità, riproducendo pregiudizi delle
popolazioni locali e stereotipi diffusi nell'immaginario
collettivo, oltre che in quello letterario. Gli zingari sono gente
diversa, "razza di stregoni e mascalzoncelli, vivono di inganni e
trabocchetti, di bidoni". Le donne, "vestite di stracci a fiorami,
di larghe gonne a balze arricciate", sembrano regine, mentre gli
uomini hanno l'aspetto di "gran signori, di conti e baroni, duchi
e marchesi". Bisogna tenersi "a distanza, avere la massima
prudenza nel fare affari con loro, nascondere le cose di maggior
valore". Josef, il capo del gruppo, esercita il mestiere di
commerciante di cavalli. Gli zingari tradizionalmente compravano e
vendevano cavalli, muli ed asini, oppure li scambiavano.
- Il commercio dei cavalli era
uno dei mestieri più diffusi tra i cinganos, gli zingari
portoghesi, e molti di loro, emigrando in Brasile, continuarono ad
esercitare la stessa attività. Talvolta, truccavano i
cavalli da vendere, ma spesso tra gli acquirenti si trovavano
esperti che scoprivano facilmente l'inganno. È quello che
succede a Josef, che vede fallire l'affare concluso con Fadul,
l'arabo maronita, per l'intervento del capitano Natario da
Fonseca, grande conoscitore di cavalli. Se gli uomini svolgevano
attività produttive, le donne si dedicavano alla
mendicità o alla divinazione. E così anche a Tocaia
Grande troviamo la zingara giovane e ammaliatrice, che ricorda in
alcuni tratti Preciosa, la protagonista de La Gitanilla di
Cervantes. La bella zingara conquista con facilità Valerio
Cagnaccio, uno dei tanti butteri di passaggio per il villaggio,
facendo balenare nella sua fantasia un momento esclusivo d'amore.
"Malena prese la mano di Valerio, strinse le rozze e grosse dita
fra le sue, afferrò la monetina, percorse con l'unghia la
linea del destino facendogli un solletico leggero ed eccitante
che, dal palmo della mano, scendeva fino ai cosiddetti
dell'accompagnatore d'asini". Ma non si limita alla seduzione,
utilizza anche le arti dell'inganno, strappando dalle mani del
buttero il nichelino con un "volteggio felino".
- Spesso a leggere la buona
sorte erano le vecchie, che mettevano in campo tutta la loro
esperienza e la loro capacità di persuasione. Si basavano
sull'improvvisazione, sull'abilità di cogliere, attraverso
l'intuito, lo stato psicologico del cliente. Non diversamente si
comporta la vecchia zingara con Bernarda, l'amante del capitano
Natario de Fonseca. "Prendendo la mano che la bimba le tendeva -
non era che una bambina - parlò della persecuzione di un
vecchio; sempre esisteva un vecchio che perseguitava le bambine.
Colpo sicuro: con quella semplice allusione dimostrò una
conoscenza perfetta di ciò che era avvenuto, lasciando
Bernarda a bocca aperta". Di solito la chiromante zingara studia
attentamente le reazioni della donna, fa delle domande e si rende
conto così di quale tipo di predizione ha bisogno. Ma nel
caso di Bernarda, la vecchia si trova in difficoltà,
perché la ragazza chiede una cosa insolita, vuol sapere se
lui continuerà ad andarla a trovare. Invece, "quello che
tutte chiedevano, senza eccezione, era di essere l'unica, la prima
senza seconda; ordinavano malefici contro le rivali, pagavano
incantesimi e sortilegi". è sempre comunque l'esperienza a
soccorrerla. Allora interroga la ragazza, indaga sulle sue
aspettative e l'incontro si conclude con una imprevista nota di
umanità. La vecchia abbandona "le sue formule, sempre le
stesse" e predice soltanto quello che la povera creatura voleva
sentirsi dire".
- La descrizione dei quattro
zingari ha una origine mitica e letteraria. Non sono dei re, ma
tali appaiono alle donne di Tocaia Grande. "Sono arrivati quattro
re di Babilonia in una volta" - afferma Guta, una delle donne del
villaggio. Josef, dalla "chiara chioma bianca e riccioluta,
campanelle agli orecchi, anelli a tutte le dita, pugnale infilato
nel cinturone", oppure Mauricio, "baffoni rigogliosi, braccia
tatuate, un fazzoletto legato attorno alla testa", ricordano
figure che frequentemente ricorrono in opere di scrittori che
hanno rappresentato il mondo zingaro, da Cervantes a
Merimée, da Fielding a Lawrence.
- Nella parte finale
dell'episodio, i "quattro re di Babilonia" si trasformano in
musicisti, figure familiari nella tradizione zingara. La loro
performance conclusiva si svolge tuttavia in una dimensione
atemporale e mitica, proprio per sottolineare ancora una volta
l'atmosfera di incantesimo e magia che pervade la vita dell'intero
villaggio. Abbiamo fin qui delineato la realtà zingara nei
suoi aspetti più comuni e tradizionali, così come la
vedono gli abitanti di Tocaia Grande. Eppure, dal contesto del
romanzo, non si coglie una immagine stereotipata del mondo
rappresentato. Al contrario, le vicende narrate riflettono la
particolare storia del Brasile, fatta di selvagge colonizzazioni,
vecchie e nuove, di emarginazioni e processi di acculturazione
forzati. A questa storia non sono estranei gli zingari, sia per la
loro consistenza numerica (sono più di 800.000) sia per il
contributo che hanno saputo dare alla creazione di una
società aperta e tollerante, come quella brasiliana,
fondata sulla fusione di razze, culture e tradizioni differenti.
Secondo le testimonianze storiche, il primo zingaro a giungere in
Brasile fu João Torres, deportato dal Portogallo insieme
alla sua famiglia. Seguirono nei secoli successivi diverse ondate
migratorie dalla madrepatria e da altri Paesi europei, che si
intensificarono nei primi anni dell'Ottocento con l'arrivo della
famiglia reale portoghese. Oggi la condizione degli zingari in
Brasile non è diversa da quella di altri paesi. Ci sono gli
stessi pregiudizi da parte delle popolazioni locali, le stesse
abitudini fra gli zingari, che cambiano, a seconda se sono nomadi
o sedentari, se appartengono al gruppo dei calos o dei rom. Esiste
comunque una peculiarità della cultura brasiliana, data
dalla forte presenza di indios e neri, popolazioni che
tradizionalmente praticano riti e culti sincretistici. è
proprio attraverso la via delle pratiche magiche che gli zingari
riescono a penetrare e radicarsi nella società brasiliana.
Questa specificità risalta anche nel romanzo di Amado.
L'arrivo del gruppo di nomadi non è visto come un
avvenimento sconvolgente, anche se si verificano fatti strani e
inediti.
- Tutti, e non solo gli zingari,
vivono in un mondo di incantesimo e di magia, dal nero Tizzone
all'arabo Fadul, dalle prostitute, che abitano alla Riva delle
Rane, al vagabondo Pedro Zingaro. Maria Gina "di niente si
meraviglia, abituata a vedere volti, a udire voci, ad avere a che
fare con ogni sorta di cose stupefacenti". Crede allo zingaro
Mauricio che "aveva raccolto il sole nel fondo del suo paiolo. Era
sicura, certissimamente sicura, che era stato lui a dar vita alla
luna e seminare le stelle nell'infinità del cielo". Gli
uomini, rapiti dalla musica che proviene dal campo dei nomadi,
assistono come in un sogno al concerto dei "re di Babilonia",
abbandonando i loro iniziali propositi di vendetta..
- Un mondo dunque, quello di
Tocaia Grande, fantastico e nello stesso tempo realistico, dove
emerge "la faccia oscura" del Brasile. e gli zingari sono un
aspetto di questa faccia, forse quello più in
ombra.
- Francesco Argento
-
- Romani
Godí
|
Pensiero
zingaro
|
-
Man viÒe niko
ina po them
- inaj ma
amalà
- jos samo achihà mi
tsara
- me ichardé
©emane
- me teharinake
bahvaljà.
- (…empso
Avdi©)
-
- Zora vedro
osvanisarda
- i romen o kam pre
tatarda.
- (Rasim
Sejdi©)
-
- Majanglal
amendar
- ni thomupe
- ni
kri©ipé
- ni
rovipé
- ni asape
- (Rajko
Duri©)
-
- Hikh angle ma pe
dar
- jekh Devel men
hile
- mothovla menge o
drom
- dikerla men vaÒ -
va
- i phènla:
"phir
phir".
- (Nada Braidich)
-
- Phuv miri i
veÒengri
- me som ©haj
tirì.
- (Bronislava Wajs
"Papusza")
-
- Jiló
©indó
- bi dox
- bi lav
- nikt
rovibbé.
- (Santino
Spinelli)
-
- Putravène li
saÒtre
- ko jiló
pandindó
- (Santino
Spinelli)
-
- Naj man berex
doÒ
- ke Rom somlo,
numaj.
- (Daroczi Joszef
"Choli")
-
- Maldita sea la
historia!
- Es tanto nuestro
sufrir
- que la alegria nos
sobra.
(Nicolàs Jimènez
Gonzàles)
|
-
Non ho più
nessuno al mondo,
- non ho amici
- mi è rimasta solo la
mia tenda
- i miei violini
- i miei venti
mattutini.
- (…empso
Avdi©)
-
- Altre albe
schiariranno il cielo
- e il sole continua a
scaldare gli zingari.
- (Rasim
Sejdi©)
-
- Davanti a
noi
- né urlo
- né grido,
- né pianto,
- né
sorriso.
- (Rajko
Duri©)
-
- Guarda avanti non
temere
- un Dio abbiamo
- ci farà veder la
strada
- ci terrà per
mano
- e dirà:
"Cammina
cammina
"
- (Nada Braidich)
-
- Terra mia di
boschi
- io sono figlia
tua.
- (Bronislava Wajs
"Papusza")
-
- Cuore
strappato
- senza fiato
- senza parole
- nessun pianto.
- (Santino
Spinelli)
-
- Liberate il mondo
dalle fredde catene
- dell'indifferenza.
- (Santino
Spinelli)
-
- Non ho peccati
né colpe
- tranne quella di essere
zingaro.
- (Daroczi Joszef
"Choli")
-
- Maledetta sia la
storia!
- È tanto grande la
nostra sofferenza
- che l'allegria ci
sovrabbonda.
(Nicolàs Jimènez
Gonzàles)
|
pag. 14
Dalla tolleranza alla convivenza civile
attraverso la giusta e diretta conoscenza
La
scuola e l'educazione interculturale
La scuola educa alla differenza favorendo
l'ingresso dei suoi alunni nel mondo degli altri, attraverso il
confronto
di Maria Antonucci
Nel corso del corrente anno scolastico, la
Scuola Media Statale di Crecchio ha realizzato, in collaborazione con
la provincia di Chieti - Assessorato all'Ecologia - un progetto di
"Educazione all'Intercultura", nelle classi prime e seconde. Il
progetto è stato rivolto a ragazzi e ragazze in una fase
particolare dell'età evolutiva, quando la formazione la si
gioca nella scoperta e nel rispetto dell'altro. La scuola ha,
così, sempre più intensamente, svolto la sua funzione
educatrice di veicolo culturale ed umano, ridando il posto di
centralità assoluta a ragazzi che sono sempre più senza
storia, spesso vittime inconsapevoli di un benessere devastante nel
campo dei valori, di un egocentrismo sfrenato o, ancor peggio,
incatenati in un monoculturalismo che schiaccia persino la
dignità. La scuola ha voluto, così, educare alla
differenza favorendo l'ingresso dei suoi alunni nel mondo degli
altri, attraverso il confronto con stili di vita, fedi, linguaggi,
costumi e modi di essere diversi che sono stati, nel nostro caso, la
realtà Rom e quella Albanese ma che avrebbero potuto essere
qualunque altra realtà, poiché alla base c'è
sempre l'essere umano ed il suo diritto di esistere in questo mondo
di uomini. Docenti e alunni si sono, così, addentrati in un
mondo oscuro e sconosciuto, hanno attivato la conoscenza che ha
magicamente abbattuto pregiudizi, privilegi e arroganze di ogni tipo.
Così sono cambiati atteggiamenti, la mente si è aperta,
un velo si è squarciato, ed un mondo fino a ieri fonte di
strane paure, se non addirittura di ingiustificabile disprezzo,
è apparso nella sua dimensione più umana e civile. Gli
Albanesi hanno preso anima e corpo in un incontro alla
comunità di Villa Badessa di Rosciano (PE) costituitasi nel
lontano 1744, ma che oggi, vittima di una forzata assimilazione, ha
perso tradizioni, storia e lingua, conservando solo la religione, nel
rito Greco-Ortodosso. Ancora più profondo e significativo
è stato l'incontro con i Rom, gruppo zingaro giunto da sei
lunghi secoli nell'Italia centro-meridionale...in una fuga che aveva
origine nientemeno che dalla lontana India del Nord. L'incontro si
è concretizzato nella conoscenza di un vero rom, il dr.
Santino Spinelli, direttore del centro culturale Thèm
Romanó, membro della Commissione Europea per la
scolarizzazione dei bambini Rom e presidente di questo giornale.
Santino Spinelli, poeta, scrittore ma, soprattutto, musicista e amico
rom, ha rappresentato in sé, per noi tutti, le varie fasi
della storia zingara, dal nomadismo, al seminomadismo alla
sedentarizzazione e vive col nobile scopo di preservare e fa
conoscere ai caggè la cultura del suo popolo, e di aiutare gli
zingari stessi ad uscire dall'isolamento, a sconfiggere il terribile
spettro dell'analfabetismo, ed a prendere sempre più
consapevolezza delle proprie radici, della propria storia e della
propria civiltà, perché è di civiltà che
si tratta, una civiltà per troppo tempo mortificata
nell'indifferenza. Santino ha incontrato i ragazzi in un
dialogo-confronto aperto e coinvolgente. Il progetto interculturale
ha contemplato, al suo interno, anche un concorso aperto agli alunni
della scuola sul tema del mondo zingaro. Sono nate, così, vere
opere d'arte, e d'amore per un vero amico, l'"amico rom": disegni,
poesie, lettere che hanno mirabilmente espresso e fatto udire a tutti
quella voce che è dentro di noi, basta saperla ascoltare, e
che si chiama "sentimento", l'unica forza in grado di cambiare il
mondo. Il progetto si è concluso con una "settimana culturale
zingara" che ha incluso, al suo interno; una mostra di Arte, Storia e
Cultura zingara nelle sale del castello Ducale di Crecchio, la
proiezione del film di Soldini "Un'anima divisa in due", una
magistrale introspezione psicologica nel mondo zingaro ed una
rappresentazione teatrale. Questo meraviglioso percorso non avrebbe
potuto concludersi meglio che con la musica...quella musica zingara
che ingloba in sé i sentimenti più nascosti dell'anima,
l'eterno peregrinare, la precarietà della vita, la gioia, il
dolore, l'amore, la libertà ed una lunga storia di umiliazioni
e sofferenze. Alexian ed il suo "fedele accordeon", le danze
armoniose di una dolce ballerina, Silvia, la chitarra del gitano
Antonio Febrer hanno creato una magica atmosfera... Rom e non Rom,
ragazzi e adulti, tutti finalmente uniti...stesso ritmo, stessa
lingua, stesse sensazioni, e lo sguardo verso un futuro migliore,
quello dell'unione tra i popoli. Questa è la unica vera
Europa, quella nata con l'Euro ma che non sarà mai
realtà compiuta fin quando non significherà convivenza
civile, cultura a confronto, a mai più culture "dominanti" che
schiacciano ed umiliano culture "subalterne" e con esse persino la
dignità. Dalla tolleranza alla convivenza civile: è la
carta che ci giochiamo per un futuro da protagonisti. Questo è
il messaggio che la scuola ha voluto lanciare, una scuola ben
consapevole di aver fatto solo un primo passo verso l'accoglienza, ma
pronta a continuare il suo cammino, e fare altri passi ancora,
"insieme", nella consapevolezza che quel seme gettato oggi sotto la
neve possa un domani germogliare e da esso sbocciare un fiore: il
fiore della speranza.
Maria Antonucci
QUANDO ASCOLTI LA VOCE DEL CUORE
Quando ascolti la voce del
cuore...nasce una poesia. Così i nostri ragazzi,
pensando a te, amico Rom, conoscendo la tua storia e le
tue sofferenze, hanno semplicemente espresso sentimenti
ed emozioni ed hanno scritto versi come questi:
- ZINGARELLA DI STRADA
-
- Zingarella di strada
- Che corri incantata
- Guardando nell'aria
La gente annoiata.
- Ti guarda, ti
osserva, sei già condannata.
- Non sanno
ormai
- Che l'anima
- L'hanno dannata.
- Zingarella di strada
- Sei padrona di
niente, sei padrona di tutto, il cielo, la terra,
tutto ormai t'appartiene.
- Nella tua amata
libertà, portami con te.
- IO SONO
- Io sono...io sono...
Zingaro
- E non mi spiace
dirlo
- Anche se questo mi
creerà
- Un mondo di
problemi.
- In questo mondo
- Di incomprensione e
di razzismo
- In un mondo
- Difficile da vivere
- In un mondo
- In cui è
difficile restare: ma in una parte di questo mondo ci
sarà una goccia di speranza?
- Allora fuggi, fuggi,
piccolo amico Rom,
- vai alla ricerca di
quella piccola goccia difficile da trovare, ma
cercala, cercala ancora.
- Caro amico Rom,
- nella
profondità di questi versi
- c'è la chiave
che apre le porte ad un mondo d'amore e di pace, ad un
millennio veramente nuovo...
- è nostro
dovere vigilare affinchè
- altri non osino
ricostruire
- quello che oggi
così faticosamente
- abbiamo cercato di
distruggere..
- .i privilegi, le
arroganze...
- il razzismo.
Maria Antonucci
|
-
-
- pag.
15
-
- La
scolarizzazione dei bambini Rom
Quadro della situazione e
prospettive
- di Jean Pierre
Liégeois
-
- Rende possibile ragionare su ciò
che è stato raggiunto piuttosto che in termini di problemi.
Una forza guida. Ci sono altre considerazioni: nel 1989, l'anno in
cui i ministri hanno adottato la Risoluzione per i bambini zingari
e viaggianti nell'Unione Europea, l'Europa stava subendo delle
trasformazioni che avranno profonde conseguenze per i Rom,
soprattutto quelli dell'Europa centrale e orientale. L'analisi
della situazione ha subito rilevato che le pubblicazioni crescenti
erano, anche nel modo in cui venivano avvicinate e i tentativi
fatti per rispondere loro, simili, persino identici in ogni parte
d'Europa.
- L'osservazione, inoltre, rivela che le
difficoltà sono generali, che le difficoltà legate,
in modo particolare, alla scuola sono tutte paragonabili. Laddove
esistono le differenze possono essere interpretate più in
termini di fluttuazioni di enfasi politiche che di presenza o
assenza di un fenomeno; questo è particolarmente vero nella
pratica pedagogica.
- Le analisi presentate nel rapporto del
1985, basato su studi realizzati in dieci paesi diversi e
confermata nel 1986 da studi realizzati in due nuovi Stati membri,
sono validi e utili, non soltanto per i nuovi membri dell'Unione
europea ma anche per il resto d'Europa. Si noti che la
scolarizzazione dei bambini rom ha giocato un ruolo significativo
e di orientamento in numerose aree, soprattutto quella
dell'educazione interculturale ma anche in relazione
all'insegnamento delle lingue delle minoranze, l'insegnamento a
distanza, la produzione di materiale didattico, la formazione per
insegnanti.
- Se i bambini rom devono essere
beneficiari dell'educazione interculturale possono anche fornire
un modello per questa a causa delle loro caratteristiche uniche,
soprattutto la forza della loro cultura, vissuta in pieno ovunque
si trovino a vivere, dispersi tra la popolazione circostante e il
fatto che sono presenti in ogni Stato in realtà, la
scolarizzazione dei bambini rom ha, e continua a giocare un ruolo
guida nell'Unione europea e le attività del Consiglio
d'Europa, una forza che muove forze e contemporaneamente un
microcosmo.
- L'esperienza dei Rom fornisce un
paradigma con molto da offrire alle minoranze e alle questioni
collegate alla scuola (nel campo della ricerca in senso stretto)
è diventato evidentemente ovvio nel corso delle conferenze
e dei convegni internazionali che il lavoro in rapporto alla
scolarizzazione dei bambini rom può giocare un ruolo guida,
un fatto che è emerso fortemente, tra le altre cose,
all'Associazione delle ricerche educative europee nel 1996 e alla
Conferenza Europea sulla ricerca educativa di Siviglia.
- Linee guida di lavoro. Per quanto
riguarda le linee guida di lavoro, abbiamo proposto in diversi
documenti un gruppo di 7 principi che tracciano un approccio,
prendendo in considerazione le dinamiche di diverse
comunità e la realtà di diversi parametri politici,
culturali ed economici. (Ci riferiamo, ad esempio, a Rom, Zingari,
Viaggianti, una sintesi di una pubblicazione del Consiglio
d'Europa, nella quale sono dati dei dettagli di queste
comunità - flessibilità nella diversità -
precisione nella chiarezza - dinamiche interne: la base di tutto -
consultazione - coordinazione - studio e riflessione -
informazione e documentazione.
- Sono state definite le priorità e
la strategia di realizzazione dell'azione ha cominciato a dare
frutti. Gli strumenti di lavoro sono affilati e danno prova di
vitalità, alcuni risultati concreti sono stati raggiunti.
Il breve periodo negli ultimi anni passati ha reso possibile
iniziare un programma. È arrivato il tempo di consolidare
questo programma, di passare dallo stadio quasi-sperimentale a uno
più ampio nel quale vengono diffusi gli approcci e le
scoperte ritenute positive dai partners.
- In realtà, sembra che gli sforzi,
sebbene siano significativi, sono troppo spesso frammentari nella
loro natura: per dirlo altrimenti, il numero dei bambini coinvolti
nei progetti di questo tipo è ancora, in molti luoghi,
troppo piccolo in rapporto al numero dei bambini interessati.
Siamo sulla soglia di un nuovo periodo di lavoro, nel quale le
dinamiche consolidate di queste azioni devono essere
simultaneamente allargate e intensificate. il compito di tali
programmi è di giocare un ruolo d'influenza, accrescere la
consapevolezza, incoraggiare la cooperazione, attraverso i propri
mezzi, differenti ma complementari e limitati.
- Alcuni concetti chiave possono suggerire
ampie linee per il lavoro futuro. -promuovere l'innovazione. Le
attività devono essere originali ed esplorative. un tale
approccio porta un numero di vantaggi: evitare duplicazioni;
legittimare le attività relative alle comunita rom:
è stato enfatizzato che le riflessioni e le azioni
realizzate nel contesto dei rom possono servire come ''filo di
lama" nel fornire l'ispirazione per altre comunità e per
azioni più generali, in relazione soprattutto con
l'educazione interculturale.
- Questo concetto, avanzato negli anni
'80, è stato sostenuto in diversi casi. E' importante che
il programrna di sviluppo sia, e continui a essere, esemplare nel
senso letterale, sia in modo da generare il riconoscimento e il
rispetto delle comunità interessate che di ispirare
ulteriori iniziative e nuove idee, portando un'importante
contributo a riflettere sulla società in genere e le
minoranze in particolare; incoraggiare lo sviluppo di
micro-progetti: situazioni diverse e aspirazioni diverse hanno
bisogno di un mosaico di micro risposte, soprattutto dalla
prospettiva di sviluppo della comunità, e micro progetti;
ottenere il coinvolgimento diretto della ricerca-azione e
dell'azione-ricerca: mentre l'azione-ricerca non è la
stessa cosa della ricerca applicata, non di meno è
orientata verso un processo di adattarnento; l'azione-ricerca
è valutazione per l'evoluzione.
- L'innovazione richiede ricerca e la
promozione di innovazioni che vanno a braccetto con la promozione
della ricerca. Deve essere sviluppata una logica basata sulla rete
per questo sono necessari dei sostegni finanziari, sotegni
tecnici, sessioni informative e formative, il coinvolgimento di
gruppi di lavoro e ricerca che sono stati stabiliti a livello
europeo negli ultimi anni e che devono partecipare attivamente in
questa logica basata sulla rete 'collegarci per costruire il
tutto.
- La maggior spinta, è quella
definitiva, che sta dietro le proposte consiste nell'intensificare
quelle azioni che sembrano produrre risultati positivi e
collegarle cosi da rinforzarle l'un l'altra, in questo modo si
evitano duplicazioni e si da visibilita e direzione al tutto: - il
lavoro dovrebbe essere strutturato intorno a progetti pilota
proposti dagli Stati membri, all'interno di reti tematiche che,
sebbene solide, devono rimanere aperte e flessibili; i gruppi di
lavoro e ricerca dovrebbero intensificare il lavoro in rapporto
all'educazione all'intercultura (nel campo della storia,
linguaggio, cultura, metodi di insegnamento, ecc?
- Possono essere convocati per "iniettare"
la loro abilità in progetti pilota; - chiunque sia
direttamente coinvolto in queste azioni, in realtà chiunque
sia interessato, deve essere in grado di ottenere informazioni e
accesso agli strumenti di lavoro come le banche dati e le
pubblicazioni. Per diverse ragioni la riflessione e l'azione in
questo campo non possono essere perseguite in modo frammentato. La
scolarizzazione dei bambini rom è una parte integrale della
scolarizzazione di tutti i bambini e migliorandola ne
beneficierebbe la scolarizzazione in genere.
- L'approccio interculturale postula un
principio di apertura alla diversita. È percio essenziale
sottolineare che le prospettive delineate qui possono soltanto
prendere forza piena e peso all'interno di una prospettiva
più ampia collegandole alle proposte e alle azioni in campi
attinenti, programmi complementari, altre istituzioni. Tutti i
dettagli di questi punti ed altri possono essere trovati in altri
testi, incluso il bollettino d'informazione Interface e il
rapporto citato prima, sulla realizzazione di misure previste
dalla Risoluzione del Consiglio e dei Ministeri
dell'Educazione.
- Concluderò dicendo che il diritto
all'alfabetizzazione deve essere applicato a tutti i bambini,
incondizionatamente e deve essere messo in pratica con
un'attenzione ad assicurare pari opportunità e in un
contesto di rispetto garantito per la cultura del bambino.
- L'educazione è un legame con il
futuro, un vettore positivo come ho gia detto, che ci rende capaci
di uscire dall'abitudine di pensare in termini di "problemi"
legati a un mito una prospettiva "sociale".
- La formazione dei giovani, che procede
velocemente, avrà un impatto profondo sul panorama: non
diventeranno i partners di istituzioni pienamente accettate,
esperti professionisti ed esperti qualificati. Una singola
generazione ha percorso una distanza considerevole.
- Dobbiamo, comunque, tenere in mente, se
parte della strada è stata percorsa e il mosaico dei
progetti e dei programmi in campi differenti ed essenziali sta
gradualmente completandosi, rimane molto da fare e in un contesto
fragile e incero. Si devono unire le folze di tutti per
consolidare ciò che è stato raggiunto e avanzare
verso la formazione culturale dinamica e lo sviluppo reso
possibile nel mutuo rispetto di un approccio interculturale.
- La serie di attività lanciate
può continuare a essere visto come una forza guida
essenziale, come un modello di riferimento e come la dimostrazione
che la diversità verso il rispetto è una fonte
vitale per la societa europea intera.
4ª ed ultima parte