HANS CHRISTIAN ANDERSEN

Benvenuti nella pagina dedicata a uno dei più grandi autori nordici di fiabe. Rileggete con i vostri bambini:

La Sirenetta

Pollicina

La Regina delle nevi

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Le immagini di questa pagina sono copyright degli aventi diritto e sono qui solo per scopo dimostrativo dell'opera, così come il testo della fiaba.

 

La Sirenetta

C'era una volta, in fondo al mare, la famiglia del re del mare, che era composta da sirene. Il re aveva sei bellissime figlie, tutte sirene: le prime cinque erano felici di vivere in mare, mentre la più giovane avrebbe voluto conoscere il mondo degli umani. Il giorno del sedicesimo compleanno di ognuna delle sorelle, la festeggiata poteva salire sulla superficie e guardare il mondo fuori. La sorella più giovane aveva ascoltato con trepidazione i racconti delle sue sorelle: la prima aveva assistito ad una festa in riva al mare, la seconda aveva visto due giovani che si sposavano su una nave, la terza era salita d'inverno in mezzo agli iceberg e a foche e pinguini, la quarta aveva visitato i Paesi dell'Oriente e la quinta le coste abitate dagli animali selvatici. Fu il turno infine della sesta: la sirenetta si diresse verso un paese abitato dagli uomini e vide una sontuosa nave che faceva vela in mare aperto.

Sopra c'era il principe di quel Paese, che partiva per un viaggio di studio. La sirenetta lo vide e le sembrò il giovane più bello che avesse mai visto. Di colpo scoppiò una tempesta spaventosa, e il principe fu spinto in acqua: la sirenetta nuotò per salvarlo, riuscì ad afferarlo e lo portò in superficie, verso una vicina spiaggia.

Lo lasciò lì e vide una ragazza con altre giovani che si precipitavano al suo soccorso.

Si era innamorata del principe, ma sapeva che una sirenetta non poteva amare un mortale, sapeva che esistevano leggi ferree nel suo mondo. Ma i giorni passavano e la sirenetta era sempre più triste, sentiva che voleva provare a fare qualcosa per salvare il suo amore.

Nelle profondità di un abisso c'era una strega, temuta da tutti, ma di cui si diceva sapesse fare prodigi eccezionali. Tutti ne avevano paura, anche la nostra Sirenetta, che però si convinse che era l'unica che poteva aiutarla. Per cui partì alla volta dell'abisso, passando in mezzo a meduse, piovre, serpenti ed altri mostri marini che proteggevano l'antro della maga.

La Strega la accolse bene: Sai che noi creature del mare non possiamo amare un mortale, salvo che al prezzo di sacrifici immensi. Posso farti un filtro, ma tu dovrai in cambio darmi la tua voce. Ogni volta che camminerai sulle tue gambe avrai dei dolori tremendi, ma dovrai sopportare in silenzio. Sappi che se il tuo principe ti preferirà un'altra, tu morirai e ti trasformerai in spuma marina. Ed ora decidi tu se accettare o meno!

La Sirenetta accettò: perse la sua voce subito, ed andò in superficie con in mano il filtro magico della strega. Giunta sulla spiaggia bevve dall'ampolla: subito sentì un dolore improvviso, che la fece svenire. Quando riprese conoscenza la sua coda da pesce si era trasformata in due bellissime gambe. La Sirenetta si alzò in piedi, ma ad ogni passo che faceva sentiva un dolore lancinante. La trovarono il principe e la sua corte, e il principe fu subito incantato dalla sua dolcezza. La Sirenetta non poteva più parlare e cantare, ma in compenso sapeva suonare divinamente l'arpa, e cuciva degli splendidi arazzi. Il principe la prese al suo seguito, ad allietare le sue giornate. Le parlava e provava piacere a confidarsi con lei.

Sai, le disse un giorno, mio padre vuole combinarmi un matrimonio, ma io non voglio sposarmi. Io sono innamorato della fanciulla che mi ha soccorso quel giorno in cui ho avuto il naufragio, amo solo lei... Piuttosto mi sposerei con te, che sei dolce e devota, che con una persona che non conosco!

La Sirenetta stava zitta ma era felice di sentire quelle parole. Venne poi il giorno che la figlia di un re vicino arrivò per fidanzarsi con il principe. Il giovane era disperato, e si confidò ancora con la Sirenetta. Ma bastò incontrarla perché riconobbe in lei la giovane che l'aveva raccolto sulla spiaggia.

I miracoli avvengono!, disse il principe alla sirenetta. Lei era disperata: sapeva che era tutto perduto.

Ci furono grandi festeggiamenti per il fidanzamento dei due principi, su una splendida nave. La Sirenetta guardava il mare, sapendo che quella notte sarebbe diventata spuma. Ad un tratto vide uscire dalle onde le sue sorelle: avevano fatto tagliare i loro meravigliosi capelli lunghi.

Abbiamo parlato con la strega, dissero loro, ed abbiamo sacrificato i nostri capelli per avere questo pugnale magico. Dovrai uccidere il principe e la sua fidanzata, e poi buttarti in mare: ridiventerai sirena e sarai felice con noi per sempre!

La Sirenetta prese il pugnale magico e fu tentata di mettere in atto cosa le sue sorelle le suggerivano: ma poi capì di non poterlo fare e si buttò in mare, sperando di avere una morte rapida. Ma non diventò spuma: vide che saliva verso il cielo, sotto forma di bollicine. Intorno a lei c'erano altre creature come lei: Benvenuta tra noi, la tua generosità ti ha salvato: veglierai sugli uomini per i prossimi secoli, e poi avrai anche tu un'anima come loro! Per cui, ricordatevi che da qualche parte, che veglia su di voi, c'è anche l'anima di una piccola sirena.

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Pollicina

C'era una volta una donna non più giovanissima, che si sentiva tanto sola ed avrebbe voluto avere un bambino: andò da una strega del suo villaggio, che le diede un granello d'orzo, raccomandandole di seminarlo in un vaso e di curarlo.

Alcuni giorni dopo sbocciò uno splendido fiore, simile ad un tulipano: i petali si aprirono e ne uscì una bambina bellissima, piccola come un pollice. La donna le diede il nome di Pollicina. Per un po' di tempo Pollicina visse felice con la sua mamma umana. Una brutta notte entrò nella camera della donna, dove Pollicina dormiva in un guscio di noce, un brutto rospo femmina, che decise di rapire la ragazza per farne la moglie di suo figlio. L'indomani Pollicina si risvegliò e vide cosa le era successo. Saltò su una foglia e si lasciò trasportare dal fiume, lontano dai due rospi.

Ad un tratto giunse ronzando sopra Pollicina un maggiolino, che la afferrò e la portò via dalla foglia, nel suo nido. Ma gli altri maggiolini iniziarono a deriderla, perché era diversa da loro. Pollicina se ne andò ed iniziò a vagare nella foresta. Visse tutta l'estate nella foresta, intrecciandosi le foglie per fare il letto, mangiando le bacche e bevendo la rugiada per dissetarsi. Ma poi arrivò l'inverno, cominciò a nevicare e Pollicina non trovò più niente da mangiare e da bere. Stremata, uscì dalla foresta ed andò a bussare da una famiglia di topi, che viveva vicino ad un fienile. La accolsero con affetto, e Pollicina poté lavorare per loro per pagarsi vitto ed alloggio. Il vicino di casa della famiglia dei topi era una talpa, che si innamorò di Pollicina ma preferì per il momento stare zitto ed aspettare che lei si accorgesse di lui. Nel frattempo Pollicina andava periodicamente a tenere in ordine anche la sua casa. Un giorno, fuori dalla casa dei Topi, trovò una rondine che sembrava morta. Pollicina la prese, la mise nel suo giaciglio, e cercò di scaldarla e di darle da mangiare.

La rondine si riprese e ringraziò Pollicina. Per tutto l'inverno Pollicina e la rondine vissero fianco a fianco. Alla fine dell'inverno la moglie del Topo le annunciò che doveva cominciare a prepararsi la dote, perché avrebbe sposato la Talpa. Pollicina era disperata.

Ritornò la primavera e la rondine ormai stava bene: Pollicina le confidò che non voleva sposarsi con la talpa. Il giorno della partenza, la rondine, che era ormai forte, prese Pollicina sulla sua schiena, e la portò lontano, verso il cielo più azzurro.

Ad un tratto la rondine arrivò in un regno fantastico, dove c'erano palazzi sontuosi, splendidi giardini, vie trafficate, tutte all'altezza di Pollicina. C'era anche degli esseri, identici a lei in tutto e per tutto. C'era un principe in quel regno, bellissimo, che chiese a Pollicina se voleva sposarlo. Pollicina capì di aver trovato la sua gente, finalmente. Diventò la regina di quel regno e visse felice e contenta con il suo principe.

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