I mass media possono influenzare le opinioni?
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La Fratellanza ed in particolare il tanto temuto spauracchio del Grande Fratello, usavano i mass media, che in 1984 erano teleschermi e giornali e vario materiale di propaganda, per ottenere un consenso unanime sul regime che si stava instaurando. Una situazione molto simile si venne a creare negli anni bui della seconda guerra mondiale, quando i mass media nella particolare forma della propaganda servirono a rafforzare l'ideologia antisemita di origine nazista. Come mai in poco tempo la maggior parte delle persone iniziò ad avere la stessa opinione in merito agli ebrei? Che cosa determinò la creazione di quest'opinione? Quale peso ebbe la propaganda? Negli anni successivi alla seconda guerra mondiale alcuni ricercatori si occuparono del problema, in una serie di studi che mi accingo a presentare.
"Chi dice la prima parola al mondo ha sempre ragione" diceva Goebbels, con quest'affermazione convalidava l'ipotesi che la comunicazione di massa fosse un mezzo efficacissimo per creare atteggiamenti su argomenti nuovi o riportati nuovamente in evidenza. La fiducia di Goebbels nell'efficacia della comunicazione di massa per la creazione degli atteggiamenti è stata condivisa da un buon numero di ricercatori. Rose (1948) per esempio suggerì che i film e gli altri veicoli propugnanti la tolleranza razziale potevano avere un'efficacia particolare sui ragazzi che non si erano ancora creati un'opinione a riguardo. Herz (1949) asseriva che la propaganda è essenzialmente un'arma di offesa più che di difesa, vale a dire che può creare molto più facilmente un'opinione che non una conversione ad un atteggiamento nuovo. Il volume delle prove risultanti dalle ricerche tende chiaramente a sostenere queste credenze, anche se molti dei dati presentati sono in realtà discutibili. Poniamo ad esempio, come si sia sottolineata la prescrizione di classificare le opinioni delle persone mediante test di atteggiamento appositi neutrali. La neutralità, infatti, è una condizione che non si può automaticamente prendere per valida poiché può darsi che l'intervistato sia neutrale perché non si è mai posto il problema, oppure la stessa la neutralità potrebbe invece essere una presa di posizione ponderata. Come si può ben capire le due diverse possibilità sono di grande rilevanza in queste ricerche. Nel 1948 con Berelson si arriva ad affermare che: "Il contenuto della comunicazione ha maggior effetto quando si deve influenzare l'opinione pubblica su argomenti nuovi o non strutturati, tali cioè da essere non collegati con costellazioni di atteggiamento preesistenti." Riflettendo su quest'affermazione appare evidente come la tematica dell'antisemitismo non fosse di particolare rilevanza negli anni precedenti la grande guerra. Probabilmente la maggior parte delle persone non aveva un opinione a riguardo. La propaganda hitleriana fu la prima a fornire una possibile interpretazione sulla questione della razza pura e quindi fu anche quella che maggiormente colpì la coscienza popolare. È chiaro che creare ex novo un'opinione nelle persone è molto più facile che cercare di cambiare un'opinione già presente negli interlocutori. L'evidente efficacia dei mezzi di comunicazione per la creazione di opinioni su argomenti nuovi, ci fa capire quindi quale potenziale possano aver avuto i mass media in tempo di rivoluzioni o di rivolgimenti sociali. È opportuno sottolineare come comunque ci possano essere stati degli atteggiamenti che si discostavano dall'opinione proposta dalla propaganda. Cosa n'era di quegli atteggiamenti preesistenti? In questi casi, si sviluppa una situazione di conflitto, come rilevavano Waples, Berelson e Bradshaw nel 1940, che può essere solo mediante la conversione e l'uniformazione all'opinione generale. Rifacendoci al nostro caso, qui abbiamo la svolta: Winston Smith non accetta passivamente la conversione. Winston Smith è diventato un ribelle sovversivo.

Bibliografia:
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