E' arrivata la felicità

Quando Deeds (Gary Cooper) decide di distribuire la sua multimilionaria eredità alla gente comune nell’epoca della depressione, i banchieri e gli avvocati di New York proteggono i loro investimenti assoldando Emile Von Haller (Wyrley Birch), il “più eminente psichiatra del mondo”. Completo di pince-nez e pesante accento straniero, von Haller testimonia in tribunale che Deeds è pazzo e perciò non è in grado di amministrare il proprio denaro. Anche se von Haller non ha mai visitato Deeds, egli dimostra le caratteristiche  “maniaco-depressive” del protagonista con un diagramma che indica come Deeds oscilli da uno spettro di “salute e normalità” verso estremi “anormali” e “subnormali”.

Nel film i nemici di Deeds sostengono che il suo hobby di suonare la tuba ne dimostra la pazzia. Quando l’eroe si alza per difendersi da solo, sostiene che suonando la tuba riesce a rilassarsi e a concentrarsi come fanno in genere le persone che hanno altre abitudini. Von Haller ad esempio, sottolinea Deeds, è uno che fa scarabocchi. Quando la corte sequestra il bloc notes dello psichiatra, la cinepresa rivela che von Haller vi ha scarabocchiato in modo infantile una faccia grottesca. Malgrado la sua nobile statura, il comportamento del medico mostra che egli è quindi assai diverso da quello che pretende di essere. Vedendo distrutta la propria credibilità, il dottore spazientito getta in terra la matita.

Mentre lo psichiatra continua a declamare col suo linguaggio incomprensibile e mistificante, di Capra mostra la platea del tribunale, piena di persone vestite in modo modesto ma rispettosamente in silenzio, una delle quali si gratta la testa visibilmente confusa. Quando il pubblico del film si vede riflesso in questo specchio, può ritenere che la malattia mentale e i medici che la curano siano completamente fuori posto in America.

Il Cinema e la psichiatria