Lo strangolatore di Boston

l dottor Nagy (Austin Willis) viene chiamato a spiegare  la personalità multipla di Albert De salvo (Tony Curtis), un personaggio realmente esistito accusato, senza che ne venissero mai trovate le prove, dello strangolamento di otto donne a Boston nei primi anni sessanta. Come in Psyco, l'assassino ha un sé "normale" completamente ignaro del sé omicida. La personalità normale di De Salvo conduce una vita tranquilla con la moglie e i figli. Il film rivela il suo orientamento di destra quando il dottor Nagy viene coinvolto in una discussione professionale con l'ufficiale di polizia Bottomley (Henry Fonda) a cui è stata affidata una unità speciale per arrestare lo strangolatore. Lo psichiatra è convinto che De Salvo cadrà in uno stato di catatonia permanente se costretto a confrontarsi con il suo lato omicida. Bottomley si rende conto di dover predisporre tale confronto se vuole ottenere una confessione, ma che ogni confessione sarà inutile se lo strangolatore verrà dichiarato incapace di intendere e volere. Alla fine il poliziotto decide che il "crollo" di De Salvo potrebbe essere altrettanto efficace di una condanna. Nonostante le obiezioni del dottor Nagy, Bottomley procede con un interrogatorio dello strangolatore che lo porta sul punto di integrare i due lati della sua personalità. Quando si accorge che il prigioniero sta per crollare, lo psichiatra cerca di somministrargli dei sedativi, ma Bottmley lo ferma:

Psichiatra: Ha di fronte un animale che soffre.

Poliziotto: Proprio come le donne che ha strangolato.Ora voglio che soffra lui !

Negli ultimi momenti del film, De Salvo è chiaramente sul punto di crollare del tutto. I titoli di coda ci spiegano che De Salvo non venne mai processato e che era ancora in istituto. Dopo di che leggiamo quanto segue: "Il film è finito, ma la società deve ancora iniziare a prendersi la responsabilità di individuare e trattare la violenza fra noi".

Il Cinema e la psichiatria