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Parzival Di
Wolfram von Eschenbach Dopo aver ammonito a guardarsi dal dubbio e dalla infedeltà verso Dio e verso gli uomini, il poeta dà inizio al suo racconto. Gahmuret d’Angiò, diseredato alla morte del padre Gandin, lascia il paese in cerca di avventure. Si mette dapprima al servizio del Califfo di Bagdad; poi giunge a Patelamunt, dove Belatane, la regina mora del regno di Zazamanc, è assediata da due eserciti, uno cristiano, l’altro pagano; essa è accusata di aver cagionato la morte di Isenhart, il cavaliere innamorato di lei e per lei postosi ad imprese temerarie. Gahmuret accetta di difendere l’innocente regina, vince i capi dell’esercito assediante cristiano, Hiuteger di Scozia e Gaschier di Normandia, evita invece Kaylet, perché in esso riconosce un cugino. Affrontato poi l’esercito pagano, fa prigioniero Razalic, decidendo così le sorti dell’assedio. In tal modo si guadagna l’amore della regina Belatane e diventa re di Zazamanc. Libera i prigionieri, infeuda i vassalli e congeda i capi cristiani. Ma ben presto comincia ad agognare la libertà e la cavalleria: abbandona segretamente Belatane e giunge con una nave a Siviglia. La regina intanto dà alla luce un figlio cui impone il nome di Feirefiz. Gahmuret
apprende in Spagna che il cugino Kaylet è partito alla volta di Kanvoleis per
prendere parte ad un torneo banditovi dalla regina Herzeloyde. Chi vincerà il
torneo avrà in premio la mano della regina ed il suo regno. L’eroe decide di
recarsi colà. Appena giunto a Kanvoleis, trova i partecipanti al torneo divisi
in due eserciti, accampati l’uno fuori e l’altro dentro la città. Egli si
aggrega a quest’ultimo e si ritrova con Kaylet ed altri cavalieri che già
conosce. Nel torneo del vespro Gahmuret fa prigionieri quattro re
dell’esercito esterno: Hardiz, Brandelidelin, Schafillor e Lahelin. Così la
vittoria, nonostante qualche buon colpo avversario, è assicurata, per il valore
dell’eroe, all’esercito accampato nella città. Ma gahmuret è triste: egli
ripensa alla regina di Francia Anpflise, da lui un tempo amata, dalla quale sono
giunti messaggeri a portargli proposte di nozze. Anche il ricordo di Belatane è
sempre vivo in lui. Ma soprattutto lo affligge il presentimento della morte del
fratello Galoes, che di fatto poi gli viene annunziata insieme a quella della
madre. Così, benché vincitore al torneo, Gahmuret, addolorato rifiuta la mano
di Herzeloyde. Ma la mattina seguente la regina sottopone il caso ai giudici, e
l’eroe deve accettare le nozze. Egli acconsente a condizione di poter ogni
mese lasciare la sposa per prendere parte ad un torneo. E così avviene. Dopo
molte vittorie, Gahmuret giunge ancora a Bagdad dove, in un combattimento
sostenuto per difendere il Califfo, in seguito ad un tradimento, perde la vita.
Herzeloyde, poco dopo dà alla luce un figlio, l’eroe del poema, Parzival. Herzeloyde
per sottrarre il giovane Parzival alla cavalleria, si ritira nella foresta di
Soltane ed impone ai servi il più assoluto silenzio circa gli usi
cavallereschi. Ma un giorno il ragazzo si imbatte nel bosco in quattro splendidi
cavalieri che egli scambia per altrettante divinità. Essi gli parlano di re Artù,
della sua corte e dei cavalieri. Nulla allora riesce più a trattenere il
giovane che decide di raggiungere al più presto la corte di re Artù. La madre
per impedire al figlio di realizzare il suo proposito, ricorre ad uno
stratagemma: affinché nessuno presti fede al ragazzo, ed egli beffato da tutti,
sia costretto a tornare da lei, lo veste da pazzo; poi, impartitigli saggi
consigli, lo lascia andare. Ma il dolore che prova è tanto grande che ne muore.
Nel suo viaggio, Parzival incontra dapprima la duchessa Jeschute: l’inesperto
giovane, male interpretando i consigli materni, la bacia a forza e la deruba di
un anello e di una fibbia, suscitando così contro di lei la gelosia e un duro
castigo del marito, Orilus de Lalander. Incontra poi Sigune che tiene sulle
ginocchia la salma dell’amato, Schianatulander. Lasciata anche costei, guidato
da un avaro pescatore, giunge a Nantes, presso Artù, dove il suo arrivo suscita
il riso di Cunneware e ridà la parola al muto Antanor. Poiché entrambi vengono
severamente puniti da Keye, siniscalco di Artù, Parzival giura di vendicarli.
L’eroe scende poi in combattimento contro Ither, il Cavaliere rosso, lo uccide
e ne veste le armi, per ripartire subito alla volta di Gurnemanz, il maestro di
cortesia. Questi lo istruisce sugli usi cortesi e gli offre in moglie la figlia.
Ma Parzival si rifiuta ringraziando e riparte. Parzival
giunge a Palrapeire, la capitale del regno di Brobarz, dove la regina
Condwiramurs soffre coi sudditi la fame, a causa dell’assedio postole da
Clamide che pretende alla sua mano. Parzival viene accolto con tutti gli onori;
la notte, durante un colloquio segreto, la regina prega l’eroe di aiutarla. Il
mattino seguente infatti Parzival vince Kingrun, il terribile siniscalco di
Clamide; dopo di che il vincitore sposa la regina. La gioia dei sudditi viene
accresciuta anche dall’arrivo di due navi cariche di viveri. Clamide però,
non ancora domato dalla sconfitta del suo siniscalco, vuole battersi a singolar
tenzone con Parzival. Parzival lo vince e lo costringe, come già aveva fatto
con Kingrun, ad andare alla corte del re Artù per arrendersi a Cunneware de
Lalant. Parzival
giunge ad un lago, dove incontra dei pescatori, uno dei quali, di aspetto nobile
e triste, lo indirizza al vicino castello. L’eroe giunge così, senza saperlo,
proprio al castello del Graal, ospite del re Anfortas. Parzival viene accolto
con ogni riguardo; Repanse de Schoye gli presta un mantello, ed egli siede
presso il camino nella gran sala, dove assiste a scene meravigliose, delle quali
però non si rende conto. Prima entra un servo con una spada insanguinata, alla
cui vista tutti piangono. Poi comincia il cosiddetto servizio del Graal: entrano
ventiquattro damigelle portando lumiere, una mensa preziosa e coltelli
d’argento, poi Repanse de Schoye introduce il Graal, che dispensa a tutti i
presenti cibi e bevande. Parzival, cui Anfortas ha donato anche una spada per
sollecitarne la domanda, rimane invece muto, nel timore di venir meno alle
regole della cortesia. Finito il servizio del Graal, viene accompagnato a
dormire, ma passa la notte in un sonno inquieto, tra presagi di futuri dolori.
Il mattino seguente si aggira per il castello, senza trovare alcuno: dappertutto
è silenzio. L’eroe decide di partire: proprio sul ponte levatoio uno scudiero
lo apostrofa aspramente, sì che egli abbandona il castello, presago di una
qualche sua colpa. Solo l’incontro con la dolente Sigune, che tiene in grembo
il cadavere dell’amato, lo renderà pienamente cosciente della sua colpa.
Proseguendo nel suo cammino, Parzival incontra Jeschute che, sospettata dal
marito Orilus di infedeltà, procede in lacere vesti su un misero ronzino;
l’eroe vince Orilus in tenzone, continua con i due sposi il suo cammino e
giunge all’eremo di Trevrizent, presso il quale giura sull’innocenza della
donna e costringe il vinto Orilus a presentarsi con la resa a Cunneware de
Lalant, alla corte di re Artù. Orilus e Jeschute vengono ricevuti alla corte
del grande re. Artù
accampato sulle rive del Plimizoel, temendo che alcuno dei suoi cavalieri venga
a scontrarsi con i templari del vicino castello del Graal, proibisce loro
severamente di fare battaglia. Se non che, uno scudiero di Cunneware giunge con
la notizia che un cavaliere sta in armi proprio nei pressi dell’accampamento.
E’ Parzival: tre gocce di sangue sulla neve hanno ridestato in lui
l’immagine e la nostalgia di Condwiramurs, ed ora è rapito d’amore e fuori
di sé. Prima Segramors, poi Keye, ottengono da Artù licenza di affrontare
l’eroe, ma vengono entrambi scavalcati e vinti da Parzival, che ogni volta,
dopo il combattimento, ripiomba in uno stato di amoroso rapimento. Solo Gawan,
che getta un drappo sulle tre gocce di sangue, riesce a far tornare in sé
l’eroe; Gawan lo conduce poi alla presenza di
re Artù; e così Parzival viene ammesso a far parte della Tavola
rotonda. Ma l’apparizione della messaggera del Graal, Cundrie, che alla
presenza di tutti affronta e svergogna Parzival, colpevole di non aver rivolto
ad Anfortas la domanda salvatrice, getta in profonda angoscia tutta la corte.
Poco dopo appare Kingrimursel che accusa Gawan quale presunto assassino di
Kingrisin suo signore, lo sfida a duello e lo invita a presentarsi dopo quaranta
giorni a Schanpfanzun, alla corte di re Vergulaht, figlio dell’ucciso
Kingrisin. Clamide, per intercessione di Parzival, ottiene di sposare Cunneware
de Laland. Eckuba, la regina pagana, racconta a Parzival di suo
fratello Feirefiz e della sua potenza. Ma Parzival, dopo le rampogne di
Cundrie, è umiliato e disperato: egli si sente indegno della Tavola rotonda, e
dispera dell’aiuto di Dio. Si congeda perciò da tutti e parte alal ricerca
del Graal. Anche Gawan parte alla volta di Schanfanzun, e così gli altri,
Eckuba, Artù, Orilus e Jeschute, ognuno verso mete diverse. Gawan
incontra un numeroso esercito; da uno scudiero viene a sapere che quello è
l’esercito che il re Meljanz di Liz, cui danno man forte Poydiconjunz di Gors
col figlio Meljahcanz e il duca Astor di Lanverunz, conduce a Bearosche contro
il suo tutore e feudatario Lyppaut, la cui figlia Obie ha respinto il suo amore.
Benché Gawan sia legato da una promessa di combattimento fatta a Kingrimursel,
si ferma ai piedi del castello: dall’alto le due figlie di Lyppaut lo
scorgono, e l’una, Obie, vede in lui un vile mercante, mentre l’altra,
Obilot, un perfetto cavaliere. Intanto giungono a Bearosche assediata nuovi
aiuti, che permettono ai cittadini una sortita ed una vittoria; ma Gawan non si
è ancora deciso a scendere in campo coi difensori, onde Obie trova modo di
perseguitarlo coi suoi scherni, arrivando persino ad accusarlo presso il padre
Lyppaut come un falsario. Ma la piccola Obilot lo ha invece eletto suo cavaliere
e gli ha donato come amuleto una manica del suo nuovo vestito, che Gawan affigge
al suo scudo. Finalmente l’eroe, incitato da Lyppaut e da Obilot, entra in
lizza e scavalca Lisavander di Beauvais, difende il duca Kardefablet de Jamor
dagli assalti di Meljahcanz , e fa
prigioniero lo stesso re Meljanz. Ma nel campo avverso fa prodigi il Cavaliere
rosso, Parzival, che è riuscito a far prigionieri tra gli assediati Schirniel
di Lirivoyn, il re di Avendroyn e il duca Marangliez, che invia nella città per
riscattare il prigioniero Meljanz. Ma questi si riconcilia con il suo vassallo
Lyppaut e, per opera di Obilot, anche con l’amata Obie. Gawan prende congedo
dalla piccola amata. Gawan
arriva nella terra di Ascalona, nei pressi del castello di Schanpfanzun: mandato
dal re Vergulath ospite nel castello, si innamora di Antokonie, sorella del re,
ma quando sta per cogliere il frutto dell’amore, è sorpreso da un vecchio
cavaliere che riconosce in lui il presunto assassino di Kingrisin e grida
l’allarme aizzando i castellani contro Gawan, colpevole anche di voler sedurre
la sorella del re. Ma Antikonie non lo abbandona; entrambi si rifugiano in una
torre del castello, dove si difendono accanitamente contro gli assalti dei
castellani. Giunge anche re Vergulath, che, invece di far cessare la lotta
contro l’ospite suo Gawan, la riaccende pi+ furiosa. Se non che Kingrimursel,
che aveva, si, sfidato Gawan a duello, ma gli aveva assicurato una tregua di
quaranta giorni, si rifiuta di tradirlo e si mette dalla sua parte; Kingrimursel
anzi, per difendere Gawan, viene a discussione con il vile Liddamus, vassallo di
vergulath, che vorrebbe la morte dell’eroe. Il diverbio viene interrotto dal
re, che infine acconsente a liberare Gawan, purchè questi si acconci ad andare
alla ricerca del Graal o a presentarsi prigioniero alla regina di Pelrapeire per
soddisfare, in vece sua, alla richiesta del Cavaliere rosso (Parzival), che
l’aveva vinto in battaglia. Gawan parte allora alla ricerca del Graal. Madonna
Avventura chiede di entrare nel cuore del poeta, cui vuole narrare di Parzival.
L’eroe giunge di nuovo all’eremo di Sigune che, addolorata per la omessa
domanda dell’eroe ad Anfortas, gli consiglia
di seguire le tracce di Cundrie, testè partita di lì alla volta del Graal.
Parzival segue il consiglii0o, ma presto perde le tracce di Cundrie e incontra
invece un templare, che abbatte in combattimento; impadronitosi del suo cavallo,
prosegue il cammino: trova un canuto cavaliere, accompagnato dalla moglie e
dalle figlie, che ogni anno, nel giorno del Venerdì Santo, intraprende un pio
pellegrinaggio presso l’eremita Trevrizent. Il vecchio cavaliere consiglia
anche a Parzival di visitare l’eremita e di fare penitenza. Parzival si
congeda da loro e abbandona le briglie del cavallo, quasi per lasciare alla
Provvidenza di guidarlo nel suo cammino. Giunge così proprio presso l’eremita
Trevrizent che lo accoglie benevolmente e lo rifocilla come può. Da lui
Parzival viene a conoscere l’origine e la storia del Graal, e anche le colpe
di cui si è macchiato uccidendo Ither, suo parente, e causando la morte della
propria madre. L’eremita racconta anche la storia della ferita di Anfortas e
gli inutili tentativi fatti per risanarlo. Saputo poi dell’infelice visita di
Parzival al castello del Graal, lo riconforta a sperare in Ddio e lo ammaestra
nella dottrina di Cristo, assolvendolo dei suoi peccati. Dopo quindici giorni di
permanenza presso Trevrizent, Parzival riparte alla ricerca del Graal. Gawan
nel suo cammino verso il Graal, incontra un cavaliere ferito accanto ad una
dama, lo assiste e lo fa rinvenire, proseguendo poi alla volta di Logroys, dove
incontra Orgeluse. Invano la superba duchessa cerca con lo scherno e le ripulse
di allontanare da sé le attenzioni di Gawan: alla fine, per mettere alla prova
l’eroe, lo invita a riportarle il cavallo rimasto in un parco affollato di
dame e cavalieri. Nonostante gli ammonimenti che costoro gli rivolgono perché
si guardi dalla insidiosa donna, Gawan le riporta il cavallo che ella cavalca,
preceduta dall’eroe. Orgeluse ritorna allo scherno quando vede Gawan cogliere
un’erba medicinale destinata al cavaliere ferito, da Gawan precedentemente
incontrato. Dopo un incontro col deforme fratello di Cundrie, Malcreatiure, che
offende l’eroe ma ne viene punito, Orgeluse e Gawan giungono presso il
cavaliere ferito, che risulta essere Urians, un cavaliere di Artù, già
beneficiato da Gawan e che ora ardisce rapirgli il cavallo e fuggire: a Gawan
non rimane che montare, sempre sotto gli scherni della duchessa, il magro
ronzino di Malcreatiure. Giunti al fiume, Orgeluse si fa trasportare all’altra
sponda, mentre Gawan affronta il duello con Lischoys Gwelljus, lo vince e lo
consegna al traghettatore Plippalinot; solo così l’eroe ritorna in possesso
del suo cavallo Gringuljete, accetta poi l’ospitalità di Plippalinot e le
cure della figlia di lui, Bene. Il giorno seguente Gawan chiede a Bene notizie
intorno alle dame che egli ha viste affacciate alle finestre del vicino
castello, ma la fanciulla, nel timore che egli voglia affrontare una pericolosa
avventura, piangendo si rifiuta di dargli ragguagli. Solo dal padre di lei Gawan
riesce, dopo molte insistenza, a sapere d’essere giunto in Terre marveile: se
egli riuscirà a superare l’avventura del letto meraviglioso, potrà liberare
le quattro regine e le cinquecento dame che sono chiuse nel castello e farsene
signore. Gawan non esita: armato, ed ammaestrato dai consigli del buon
Plippalinot, si avvicina al castello; lascia il cavallo ad un mercante presso
l’ingresso ed entra nella stanza del letto meraviglioso che, fornito di ruote,
corre e gira vorticosamente sul lubrico pavimento; egli riesce a salirvi ed a
rimanervi saldo, nonostante che poco dopo venga fatto segno a lanci di pietre e
frecce; non appena sembra tornata la calma, entra nella stanza un minaccioso
villano che gli preannuncia una prova anche più pericolosa; e questa è la
lotta contro un leone, che Gawan riesce ad uccidere. L’eroe, spossato e
ferito, cade privo di sensi sul pavimento, ma la vecchia regina Arnive gli manda
due ancelle in aiuto, e provvede poi ella stessa a curare convenientemente
l’eroe. Gawan, insonne, si leva dal letto per esplorare il
castello: sale alla vedetta, dove vede una colonna meravigliosa che rispecchia
tutto ciò che avviene nel raggio di sei miglia all’intorno. In essa egli
scorge Orgeluse e un cavaliere, Florant d’Itolac, che si avvicinano: subito si
arma, scende incontro al cavaliere e lo scavalca. Non perciò Orgeluse gli
risparmia i suoi scherni, anzi lo invita, con promessa d’amore, a portarle una
corona di fronde da un albero di un bosco custodito da re Gramoflanz. Gawan,
sorpassando a cavallo con un salto – ma non senza grave pericolo –
l’impetuoso corso del Sabbins, raggiunge il bosco e coglie le fronde
dell’albero. Ecco subito apparire re Gramoflanz che dapprima sdegna di
combattere contro di lui, ma, poi, appena sa ch’egli è Gawan, figlio di re
Lot, colpevole – a suo dire – di avergli ucciso a tradimento il padre,
concorda con l’eroe un duello da combattersi a Joflanz, dove converrà anche
Artù con seguito di cavalieri e dame. Gawan ritorna poi con il trofeo della
corona di fronde da Orgeluse, che finalmente scioglie la sua durezza e chiede
perdono all’eroe: ella ha voluto soltanto metterlo alla prova e, soprattutto
spingerlo contro re Gramoflanz, che le aveva ucciso l’amato Cidegast. Per
vendicarne la morte, invano essa aveva assoldato cavalieri ed allettato molti
pretendenti al suo amore; invano aveva invitato l’odiato re ad affrontare
l’avventura del Castello meraviglioso, alla cui porta aveva messo la preziosa
mercanzia di Secundille, a lei donata da Anfortas. Ora Gawan e la duchessa si
avviano al castello, dove vengono accolti festosamente. L’eroe spedisce un
messaggero ad invitare Artù per la tenzone che egli dovrà sostenere con re
Gramoflanz a Joflanz. Gawan
durante la sontuosa festa al castello, libera i due campioni della duchessa,
Lischoys e Florant, già da lui vinti, e consegna alla sorella Itonje
l’anellino ed il messaggio d’amore di re Gramoflanz. Terminata la festa,
Gawan e Orgeluse celebrano, in segreto giaciglio, la prima notte d’amore.
Intanto il messaggero inviato da Gawan giunge alla corte di Artù, che consente
di venire con tutto il suo seguito a Joflanz. La regina Arnive ragguaglia
l’eroe sulla storia di Clinschor che, evirato da un marito tradito, per
vendicarsi su tutta l’umanità aveva costruito quel castello e relegatevi dame
e cavalieri. Ora Gawan, avendo superato l’avventura del letto meraviglioso,
sarà il signore del castello e di quella terra. Sta ormai per giungere Artù
col suo seguito, decimato tuttavia per gli assalti subiti da parte degli ignari
cavalieri di Orgeluse. Gawan, felice per l’arrivo di re Artù, vuol celargli
tuttavia la sua nuova potenza; invia segretamente il suo marescalco a prender
quartiere appartato a Joflanz. Poi parte egli stesso ed incontra Artù con un
festoso corteo di dame e cavalieri. Giungono anche i cavalieri di Orgeluse. Artù
manda i messaggeri ad invitare Gramoflanz al duello. Intanto Gawan, uscito per
esercitarsi all’imminente duello, incontra presso la riva del Sabbins un
cavaliere: è Parzival, che ritorna agli onori del racconto. Gawan
combatte contro Parzival, credendolo re Gramoflanz; solo quando i messaggeri di
Artù s’imbattono nei due campioni proprio nel punto in cui Gawan sta per
essere sopraffatto e ne gridano alto il nome, Parzival costernato getta la
spada. Egli vorrebbe ottenere ora da Gawan di combattere in luogo suo il duello
stabilito con Gramoflanz per il giorno seguente, ma Gawan si oppone. Il mattino
seguente Parzival segretamente precede Gawan sul campo e riesce a combattere e
vincere Gramoflanz, il cui duello con gawan viene perciò rimandato. Itonje
intanto, combattuta tra l’amore del fratello e l’amore di Gramoflanz, per
stornare il duello, si rivolge a re Artù; questi invita Gramoflanz a un
incontro e aiutato anche da re
Brandelidelin riesce a conciliarlo prima con gawan, poi anche con Orgeluse. Alla
gioiosa riconciliazione seguono le nozze di Gramoflanz ed Itonje, di Lischoys e
Cundrie, di Sangive e Florant, cui si uniscono anche Gawan ed Orgeluse. Parzival,
appartato nella sua tristezza, parte il mattino seguente per ricongiungersi con
Condwiramurs. Parzival
incontra un potente cavaliere pagano, col quale viene a battaglia. Nel
drammatico scontro solo il pensiero dei figli e dell’amata sposa salva
Parzival dal soccombere alla forza preponderante dell’avversario, nel quale
l’eroe riconosce a tempo il fratello Feirefiz. Riconciliatisi, si avviano alla
corte di Artù, dal quale vengono festosamente accolti nel padiglione di Gawan;
il giorno seguente Feirefiz viene ammesso alla Tavola rotonda. Giunge poco dopo
Cundrie l’indovina ad annunciare che Parzival è chiamato ad essere re del
Graal. Parzival, accompagnato da Feirefiz e da Cundrie parte alla volta di
Munsalwaesche. Anfortas,
ognora tormentato dal suo male e implorante la morte dai suoi fedeli, rivede
finalmente Parzival che, inginocchiato davanti al Graal, gli rivolge la fatale
domanda e lo risana. Così Parzival diventa re del Graal e può ora andare con
gioia incontro alla sposa Condwiramurs di cui si annuncia l’arrivo imminente.
L’incontro tra i due sposi avviene sul Plimizoel, proprio dove cinque anni
prima Parzival, smarrito e fuori di sé davanti alle tre gocce di sangue sulla
neve, aveva tanto desiderato Condwiramurs. Nel viaggio di ritorno, Parzival e
Condwiramurs ritrovano Sigune morta e la seppelliscono accanto all’amato;
proseguono poi verso il castello del Graal, dove Feirefiz, acceso di subito
amore per Repanse de Schoye, si sottopone al battesimo: con la nuova sposa
ritorna poi al paese d’origine, in India. Il figlio di Parzival destinato a
succedergli sul trono del Graal, Lohengrin, sposa una duchessa del Brabante;
questa però, contravvenendo alla proibizione fattale di chiedergli notizie sul
suo nome e sulla sua schiatta, costringe lo sposo ad abbandonarla.
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