Una pazza storia d'amore

Blume e sua moglie sono degli adulti instabili e progressisti che cercano di fronteggiare i nuovi costumi culturali e sessuali, non essendo però abbastanza giovani da gestirli in modo positivo. Nina ha colto Blume nel pieno di un peccatuccio con la segretaria e ha iniziato a frequentare un mansueto musicista di nome Elmo (Kris Kristofferson) dopo di che Blume intraprende una relazione insoddisfacente con Arlene (Marsha Mason). Tuttavia Blume ama ancora la moglie e, come faceva lo Swann di Proust in una storia con un titolo molto simile al titolo originale del film, rimane spesso fuori dall'abitazione di Nina a guardare le finestre con desiderio e gelosia. In una seduta con lo psichiatra (Muhich), Blume gli parla del suo periodo di impotenza iniziato subito dopo aver visto la moglie con Elmo. Il terapeuta, che indossa una cravatta molto grande e vistosa, si informa innocentemente - ma con grande sorpresa del protagonista - se Blume sta facendo un po di "sesso per sport". Benché lo psichiatra insista sul fatto che non gli sta raccomandando questa attività come cura per l'impotenza o la depressione, la scena successiva mostra Blume alle prese con una giovane donna in cerca di avventure che ha incontrato in un bar, ma che gli è assai poco d'aiuto. In una scena ulteriore, Blume mette in dubbio l'efficacia delle sue ore di analisi.

Blume: Certe volte penso che sia una perdita di tempo. Che davvero non serva a nulla.

Analista: Certe volte non serve.

Blume: E allora perchè lo fa ?

Analista: Certe volte serve anche a qualcosa. E finchè non troviamo qualcosa di meglio, che cosa ci resterebbe da fare ?

Subito dopo questa scena Blume va a casa e quasi violenta la moglie. In un'altra scena cruciale del film, Una pazza storia d'amore torna a qualche tempo prima quando Blume e Nina vivevano ancora insieme e Nina lavorava nel servizio di assistenza sociale della California. Rientrando a casa dal suo corso di meditazione yoga, Nina inizia a piangere, ma non riesce a dire perché sia infelice.

Blume: Forse dovresti tornare dallo strizzacervelli.

Nina (dopo una pausa in cui si calma): Oggi è venuta nel mio ufficio una donna ... per parlarmi del figlio. E' un tossicodipendente. La donna è già iscritta all'assistenza e voleva più denaro. Sai perché ?

Blume: Così il filgio può comprarsi la droga.

Nina: Tutto ciò è molto deprimente.

Non solo il film implica che l'analista sia di scarso aiuto per Blume e Nina, ma, nel modo in cui aggira il suggerimento da parte di Blume di tornare in terapia, Nona esprime l'idea tipica degli anni sessanta e settanta che capovolge la psicologia dell'io, risalente agli anni cinquanta e allora ancora diffusa, identificata da John Burnham (1978). Piuttosto che collocare la causa dei problemi nell'individuo e non nella società, Niina lascia intendere che i problemi reali sono nella cultura nel suo complesso e che la psichiatria può essere di assai poco aiuto.

Il Cinema e la psichiatria