L'INVASIONE DEI TERRENI DEL 1907
Alla fine del secolo scorso l'intero territorio di Anguillara
era di proprietà di sette o otto famiglie (Torlonia, Tittoni, Doria, Paradisi-Pagliani,
Rosi, Jacometti, Piacentini e Piscini).
Il 24 giugno 1888 fu emanata la Legge della affrancazione degli usi civici: cioè il
proprietario per deliberare il suo terreno da una servitù di uso civico avrebbe dovuto
pagare una somma per il riscatto. La cifra era molto alta. I proprietari fecero
opposizione legale e le varie cause andarono avanti dal 1888 fino al 1917. Valendosi di
una certa consuetudine locale, erano andati restringendo le loro proprietà recintandole
con
staccionate per facilitare il pascolo allo stato brado. Ma servendosi di questo mezzo
avevano finito con il vietare agli Anguillarini anche la semina. Erano riusciti a
trasformare un diritto della popolazione in un loro atto di magnanimità e benevolenza:
gli Anguillarini potevano seminare dove e quando i proprietari concedevano questo
favore. Per ritorsione verso la Legge (oggettivamente iniqua) finirono col ridurre la
popolazione senza pascolo per il bestiame, senza semina per il pane e senza legna per il
fuoco. Gli allora duemila abitanti di Anguillara mal sopportarono questa situazione e più
di una volta invasero le terre nel tentativo di seminare o addirittura di mietere il grano
che era l'unico mezzo della loro sussistenza. Spesse volte il governo centrale fu
costretto ad azioni di forza per evitare disordini. Nell'agosto del 1907 a seguito di una
invasione collettiva, fu inviata sul posto una notevole quantità di truppe per riportare
l'ordine.
Nell'ottobre del 1907 Porfidia Luigi, Chiavari Pietro, Porcarelli Giovanni, Ragonesi
Bernardino, Caratori Raffaele, Capparella Innocenzo, Cerioni Eugenio, ed altri invasero i
fondi di Boffetto e delle Quercie, di proprietà della Ubaldina Pagnani vedova Paradisi.
Nonostante la opposizione degli uomini di fiducia della proprietaria e con la tacita
approvazione del guardiano comunale (introvabile), in cinque giorni fecero tutta aratura,
ma non riuscirono a seminare. Furono denunciati dagli eredi della proprietaria e dopo una
prima causa presso la Pretura di Bracciano, furono condannati per invasione e spoglio dal
Tribunale Civile di Roma. Questa situazione di incertezza e ostilità si protrasse fino al
1917, anno in cui una sentenza definitiva riconobbe agli Anguillarini i tre fondamentali
diritti di uso civico.
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