La
Chiesa di Cristo Dio
Concetto
di Chiesa
Nei
tempi moderni, come dopo il primo millennio, si cerca di dare una definizione
della Chiesa: che cos’è la Chiesa, quando è sorta, chi l’ha fondata e su
quali basi, chi la forma e la costituisce, come è strutturata, quale è la vera
Chiesa, a cosa serve, ecc.
Tutti questi interrogativi all’inizio della vita cristiana, nell’era
apostolica e dei Padri, non si ponevano.
Al tempo dei Padri la Chiesa era una manifestazione di vita e di vitalità
così evidente che la questione sulla sua natura non si poneva. La Chiesa allora
era una comunità d’amore che proclamava attivamente la resurrezione di
Cristo. D’altronde, la Chiesa nel suo mistero si presta poco a definizioni
formali.
La Chiesa può essere concepita soltanto per esperienza, per grazia, e
partecipando alla sua vita, cioè come Gesù disse ai suoi Discepoli: “ Vieni
e vedi “: è una esperienza di fede vissuta!
I libri di teologia ed i catechismi, hanno redatto delle formule di
circostanza che risultavano da polemiche
contingenti fra le varie scuole di teologia: tutte le definizioni però
sono di natura concettuale e non dottrinale.
Gli insegnamenti dottrinali dei Padri della
Chiesa non portano a definizioni, ma alla descrizione della vita della
Chiesa. Non esiste in essi l’idea di Chiesa, ma esiste la Chiesa e
per ogni membro vivente la vita ecclesiale è quanto di più definito e
tangibile si conosca.
Le forme istituzionali ed il loro aspetto sociologico, nascondono il
cuore vero della Chiesa; la fede che è visione dell’invisibile lo rivela e ne
proclama il dogma (Ebrei 11,1 ).
La Chiesa è il Corpo di Cristo, e la Pentecoste che continua sino ad
oggi sulla terra; è l’immagine della Trinità, cioè l’azione del Padre che
continua a creare, del Figlio che continua a salvare, dello Spirito Santo che
continua a santificare. Il
Credo formulato nel
concilio di Nicea ci fa professare: “ io credo
nella Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica “.
Cioè,
“ io conosco “ il visibile istituzionale della Chiesa, ma “ credo “
l’invisibile: gli assenti, i defunti, gli angeli, la presenza continua e reale
di Dio, gli eventi della sua grazia e della sua misericordia.
Esiste infatti una stretta unità tra le due dimensioni della Chiesa: visibile - terrestre e invisibile - celeste, senza confusione ne separazione, dall’unico e medesimo organismo di vita in cui si abbracciano cielo e terra: La Chiesa una in due dimensioni, celeste e terrestre.
Le
origini della Chiesa e
la sua natura metastorica
L’Apocalisse ( 13,8 ) e San Pietro ( 1 Pt. 1,19 ) parlano
dell’Agnello immolato fin dalla fondazione del mondo per indicare che l’atto
della creazione del mondo portava con se la Comunione dei santi della Chiesa,
l’Alfa e l’Omega di tutta l’opera creatrice di Dio.
Il mondo è stato creato in vista della Incarnazione di Cristo Figlio di
Dio e quindi la Chiesa è in potenza fin dalla creazione.
La confessione di fede ortodossa pone l’inizio della Chiesa nel
paradiso terrestre. Infatti : “ ... Dio camminava... sul far della sera“.
L’essenziale della Chiesa si esprime dunque nella comunione tra Dio e l’uomo
prefigurata nell’Eden.
Dio che si fa uomo unisce nella sua Ipostasi ( Incarnazione ) il creato e
l’increato, cioè il visibile e l’invisibile.
Cristo Gesù, il Figlio di Dio fattosi uomo, si espande ovunque grazie al
principio della consustanzialità
nel Cristo - Chiesa Corpo di Cristo: Dio - umanità, il Divino nell’umano.
Dietro la figura del mondo che passa, la fede scopre l’atto permanente
che rimane, al livello della Chiesa centro dell’universo, i destini del mondo
e di ciascuno si intrecciano, quel che è avvenuto in Cristo con la discesa
dello Spirito Santo, avviene in ogni uomo e nell’umanità con energia
deificante, onde riunire per amore la natura creata e quella increata, quella
visibile e quella invisibile.
E’ nella Chiesa che l’uomo compie la sua salvezza e che per S. Pietro
significa “ essere partecipi della natura divina “( 2 Pt. 1,4 )
L’umanità deificata è la vivente raffigurazione della Santissima, vivificante,
consustanziale Trinità, ed è il
fondamento anche della spiritualità ortodossa.
La
Chiesa è in Dio
Il mistero della Chiesa risale più lontano della storia, ne parlano
numerosi testi sacri: Dio, siccome in Lui ci ha eletti prima della fondazione
del mondo affinché fossimo santi.... mistero che è stato fin dalle origini più
remote nascosto in Dio ( Ef. 1,4 e 3, 9). La
preesistenza della Chiesa nella mente di Dio sta ad indicare la natura
metastorica ( al di fuori e al di la della storia ) della Chiesa.
La Chiesa non dipende dalla storia; solo le forme della sua vita sociale
sono contingenti ed in funzione della evoluzione storica, ma la Chiesa non
dipende dalla storia, proprio perché le sue origini sono altrove. Così
la Chiesa, “ nascosta da tutta l’eternità “ in Dio precominciata
nel paradiso, prefigurata in Israele, discende dal cielo nelle lingue di fuoco
ed entra nella storia in Gerusalemme nel giorno della Pentecoste.
Tutte le creature sulla terra, sotto terra e nei cieli piegano le
ginocchia e convergono nel Cristo.
Il
Legame Teandrico ( Dio - Uomo ) della Chiesa
La differenza fondamentale tra l’Ortodossia e l’Eterodossia riguarda
il legame mediante il quale un corpo storico viene costituito come Chiesa. Nella
concezione ortodossa il legame fra Dio e l’uomo è raffigurato in forma di
Croce nella quale il punto di incontro tra l’orizzontale e il verticale
rappresenta la Chiesa.
Il Teandrismo ( Dio - Uomo) costituisce la Chiesa, la pone al centro del
mondo, riempie con la sua realtà divina il contenuto umano trasformandolo in
sostanza teandrica che implica la continuità
orizzontale, cioè la Successione Apostolica,
i Sacramenti ( che perpetuano il visibile di Cristo ), l’incorporazione dei
fedeli a Cristo.
In pratica, per l’Ortodossia la Chiesa è concretamente, dove si opera
il ministero apostolico dell’incorporazione, dove il Vescovo con il suo potere
apostolico celebra l’Eucarestia ed integra gli uomini radunati in Corpo
mistico di Cristo.
Chiesa,
Istituzione ed Evento
La Sacra Scrittura ci insegna che lo Spirito Santo “ soffia “ dove
vuole e quando vuole, ma che anzitutto si posa sulla umanità di Cristo:
la Chiesa.
I suoi “ soffi “ passano ed operano all’interno del Corpo
costituito.
La Chiesa storicamente ha origine nelle azioni e passione di Cristo nella
carne. La santità, il profetismo, la vita mistica, sfuggono al piano definito
della Istituzione; le energie della deificazione non sono infatti organizzabili,
ne istituzionalizabili.
Accanto alle “forme istituzionali“, vi sono “le forme dell’Evento
“ ( I^ Tim. 5,19 - 20 ).
E’ importante ed essenziale però non separare od opporre l’aspetto
istituzionale e l’evento, perché essi sono complementari.
L’istituzione
“ ha le sue radici profonde nella sorgente traboccante dello Spirito e
l’evento” si opera solo nel quadro della istituzione ecclesiale: lo Spirito
si rivolge ai “suoi”, ai “Cristificati”.
La Chiesa visibile non è soltanto comunità visibile dei cristiani, ma
anche lo “ Spirito di Dio “ e la grazia dei Sacramenti viventi in questa
Comunità, la sua visibilità è dunque luogo dell’Invisibile e della sua incessante manifestazione.
La Chiesa è una perché rappresenta un solo Corpo Spirituale animato da
un unico e medesimo Spirito Divino, avente come unico Capo il Cristo.
La Chiesa anche se terrena è celeste e divina.
Un solo principio, il
Cristo, regge il cielo e la terra riuniti nel Tempio.
Chiesa
Comunità Sacramentale
Quanto detto sopra, mette in evidenza la trascendenza della Chiesa in
rapporto al mondo.
La Chiesa non è una organizzazione o la vita umana organizzata, forse
non è neppure la “ Grazia organizzata”, ma è l’Organismo Teandrico, la
vita di Dio nell’umano, e ciò definisce subito la sua struttura come “
Comunità Sacramentale “.
In
questa Comunità vi si entra attraverso il battesimo; il neofita viene
illuminato, la Parusia ( venuta ) di Cristo si opera in lui, essendo stato
modellato a immagine del suo archetipo diventa creatura nuova suggellata dai
Doni dello Spirito Santo con l’Unzione crismale.
Una volta incorporato nella Chiesa, ne farà parte eternamente, senza più
possibilità di esclusione e tutte le sue azioni diventano azioni ecclesiali,
cioè nella Chiesa, anche se dovesse essere escluso dalla Comunione Sacramentale
attiva.
La Chiesa predica e catechizza, annunzia ed attesta, ma il suo compito
principale è predicare il regno di Dio e la conversione degli uomini.
Il “Ministero della Parola”
la predicazione Kerigmatica passa attraverso il “Ministero dei Sacramenti “
e si compie nel “Ministero della Incorporazione”.
Il membro vivente del Cristo, è visto come nato dallo Spirito Santo
vivificante, creatore e donatore di una esistenza del tutto nuova e
santificante.
Lo Spirito Santo vivifica le anime e fa risplendere misteriosamente in
esse la natura Una della Santissima Trinità.
L’Ecclesiologia
Eucaristica
La Chiesa primitiva riuniva in un solo atto i tre Sacramenti maggiori:
Battesimo, Cresima ed Eucarestia, chiamandolo “ iniziazione “.
Con un solo atto il neofita passava attraverso le tre fasi e diventava
membro del popolo di Dio, ricapitolato in Cristo e lo consacrava re, sacerdote e
profeta.
L’Eucarestia è quindi un Sacramento che adempie, completa gli altri:
è il Sacramento dei Sacramenti.
Essere
membri della Chiesa significava anzitutto avere parte della Sinassi Eucaristica;
la scomunica priva della partecipazione alla Mensa ed è segno della non
partecipazione alla vita della Chiesa stessa.
Il “ fuori della Chiesa non
vi è salvezza “ha quindi anzitutto un significato Eucaristico, cioè di “
fuori della Comunione Eucaristica Sacramentale “.
Così la Comunione “ indegna” di cui parla S. Paolo ( I^ Cor. 11,29 )
non si riferisce allo stato morale ( sempre
vulnerabile ), ma alla negligenza, alla leggerezza della fede e
dell’atteggiamento dell’uomo di fronte al mistero.
Il vero ritorno verso l’ordine morale della Chiesa non è affatto la
questione della pietà Eucaristica personale, ma la partecipazione al Pasto
della totalità del Corpo”, tutti i giorni del Signore.
Infatti, il Signore aggiungeva ogni giorno alla sua Chiesa quelli che
erano sulla Via della salvezza ( Atti 2, 42 ).
Cioè: il Signore aggiungeva ogni giorno i salvati all’insieme dei
fedeli riuniti in uno stesso luogo per una stessa cosa: L’Eucarestia - Chiesa.
Dopo la Pentecoste, infatti, la Chiesa è la dove si opera
l’Eucarestia, dove tutti si integrano in Cristo come suoi membri concarnali e
consanguinei.
Secondo i Padri, Adamo disgregandosi ha riempito il mondo dei suoi
frammenti: Dio li ha riuniti in Cristo e ne fa il suo Corpo.
La
Chiesa è Una e Santa
Padre
Afanassiev, teologo russo, mette in rilievo la differenza fondamentale del
duplice concetto di Ecclesiologia: “ L’Ecclesiologia
Eucaristica “, e l’Ecclesiologia fondata sulla idea della Chiesa
Universale”, questa ultima idea afferma l’esigenza di un solo
organismo universale di cui le Chiese locali non solo altro che dei
punti. Questo universalismo è per natura centralista e porta ad un centro di
aggregazione monarchico.
E’ la concezione del potere giurisdizionale monarchico della Chiesa di
Roma. Anche in alcuni teologi protestanti vi è una concezione cristoromana.
L’Ecclesiologia Eucaristica, che trova il suo fondamento scritturisti,
interpreta la parola Ecclesia ( Chiesa ) nel senso “di popolo di Dio chiamato
a riunirsi nel Corpo di Cristo “.
La pienezza del Corpo è data nell’Eucarestia, perciò ogni riunione
locale, corretta, che abbia un Vescovo alla testa, possiede tutta la pienezza
della Chiesa di Dio in Cristo.
Ad
esempio: “ la Chiesa di Dio che è in Corinto, in Atene, in Mosca, in Italia,
ecc. o una qualsiasi Chiesa locale, è la Chiesa nella sua totalità del
contenuto Teandrico:
La
pluralità delle Mense del Signore non tocca assolutamente l’unicità della
sola Mensa, perché Uno e Medesimo è il Cristo che si immola e si offre,; la
pluralità dei luoghi non impedisce l’unica e medesima Chiesa Cattolica
( inteso come Universale e non come Romana ) presente nella sua totalità
hic et nunc. Lo Spirito Santo è
presente in ciascuno di coloro che lo ricevono come se fosse comunicato ad uno
solo, quindi nella sua totalità e senza restrizioni.
Ogni Chiesa locale, in qualsiasi parte del mondo, è Pleroma di Cristo
nel quale riposa lo Spirito Santo.
S. Ignazio di Antiochia insegnava che ogni Chiesa locale integrata nel
suo Vescovo - segno vivente di Cristo - è la Chiesa Cattolica e universale, cioè
la Una, Santa. Quindi la Chiesa è indivisibile e non è mai la somma delle Chiese locali.
“ La dove è il Cristo, la è la Chiesa “, “ la dove è lo Spirito
Santo, la è la Chiesa “. Ogni Chiesa locale possiede quindi tutta la pienezza
ecclesiale e verticale perché è Eucarestia.
Se
le Comunità locali sono “ parti “, si
è costretti ad ammettere una presenza relativa dello Spirito e di
Cristo, in rapporto alla pienezza del principio che integra in se la totalità
ecclesiale.
Questa è la posizione della Chiesa di Roma, ma è una posizione eretica!
Se le Chiese comunicano tra di loro, non è per formare una addizione, ma
per rispondere da un lato alla carica traboccante del Corpo e dall’altro al
carattere dinamico della espansione missionaria, come dal comando di Cristo di
predicare il Vangelo in tutto il mondo e di battezzare.
Tuttavia, è comprensibile, che orizzontalmente l’estensione del potere
giurisdizionale, amministrativo ecclesiastico è sempre localizzato, ma ciò per
l’ordine della Chiesa e la limitatezza delle persone.
L’unità della Chiesa è costituita non dalla somma delle Chiese
locali, bensì dalla Comunione dei membri equivalenti e consustanziali, a
immagine della Trinità.
Pentarchia Ecclesiastica
La tradizione ecclesiastica preconizza la comunione dei cinque
Patriarcati: Gerusalemme, Antiochia, Roma, Alessandria, Costantinopoli.
Questo legame indica che si è membri equivalenti della Comunione
Ortodossa.
Gli interventi umani degli imperatori di Costantinopoli - Bisanzio, hanno
imposto ai concili alcune precedenze per motivi politici. Il canone 34 degli
Apostoli dice. “ i vescovi devono riconoscere il “ primus “ tra di loro e
non fare nulla senza di lui...ma, neppure il “ primus “ può fare alcunchè
senza gli altri. Così, mediante questa unità Dio sarà glorificato nello
Spirito Santo “.
Questa però è una regola messa dagli uomini secondo la mentalità umana
condizionata dal tentativo di comportarsi come i principi di questo mondo ma non
volontà o legge divina.
L’unica differenza tra i vescovi è quella di onore, di precedenza.
Roma ha esercitato per anni
la funzione di “ primus inter pares “, ma dopo il suo distacco dalla
Comunione Ortodossa, Costantinopoli pretende di aver ereditato questo onore, che
però è rimane sempre di origine umano - ecclesiastica e non divina.
Il canone 48 del Concilio di Cartagine dice che il vescovo della prima
cattedra non si chiami esarca dei sacerdoti o sacerdote supremo, avendo ricevuto
tutti dallo Spirito santo una grazia uguale, la dignità di tutti i vescovi è
perfettamente uguale; ed anche in questo caso affermare i contrario sarebbe
eresia.
Il posto di Pietro è stato assunto dal vescovo di Roma. E’ però pacifico storicamente e scritturisticamente
che Pietro fu vescovo di Antiochia ed è soltanto una pia tradizione
tardiva, non documentabile e non documentata che egli sia venuto a Roma ed abbia
governato quella Comunità, che dalla Scrittura risulta invece se non fondata,
almeno governata da San Paolo ( vedi Atti degli Apostoli e Lettera ai Romani ).
Tantomeno quindi il posto di Pietro a Roma e del Vescovo di Roma
non contiene ne l’infallibilità dottrinale ne il potere giuridico
sulle Chiese.
Nessun Concilio prima del Vaticano I° ( 1870 che è e rimane un Concilio
della sola Chiesa Romana e non della Chiesa Una e santa ), aveva mai osato
proclamarlo, e con questo atto la Chiesa di Roma si è separata dalla Tradizione
Ecclesiale ed Ecclesiastica e dalla Comunione con la Chiesa Una, Santa,
Cattolica ed Apostolica, quindi dall’Ortodossia, cadendo irrimediabilmente
nella eresia.
Abbiamo visto come la Chiesa fondata da Cristo sia ben diversa da quella
Romana e dalla sua teologia.
Dio Padre ha rimesso ogni potere a Cristo - Re e Sacerdote sommo, ed Egli
lo detiene personalmente, senza deleghe, fino alla fine del mondo, per
dimostrare anche l’unità della Chiesa celeste
e terrestre.
Ogni
Vescovo è la “ immagine vivente di Cristo “, uomo di dolore e servitore di
Dio, e non ha che un solo potere: quello della carità, della tenerezza
pastorale che si sostituisce a colui che soffre per identificarsi in Lui.