TIME & LIFE VIETNAM NEWSREEL
Time & Life Vietnam Newsreel
(4 min.) girato nel 1968 è un’intervista con il Ministro della guerra di
Lapland (interpretato da Adolfas
Mekas) concernente la guerra del Vietnam. In realtà essa non è altri che una
parodia, una presa in giro al sistema e alla politica americana di quegli anni.
In pochi minuti ed in poche battute i fratelli Mekas riescono a mettere in
discussione tutti i presupposti politici su cui si basa l’interventismo
americano nella suddetta guerra creando una piccola opera di grande potenza
espressiva. Esterno
giorno. La m.d.p. inquadra un uomo in P.P.. P.P. delle mani, dei piedi, poi sale
sul viso. F.I.
dell’uomo con davanti alla bocca alcuni microfoni. (Voce di
Adolfas) L’intervistato
parla in modo sarcastico della guerra, ma soprattutto dei Vietcong: “Se li facessero schiavi invece di ucciderli
sarebbe più redditizio”. (Risate) Cartone
animato: un cowboy che uccide un bue. Pubblicità
dei Cornoflaiks: il protagonista prima mangia
i fiocchi con il latte e poi uccide un bue. (Fine della voce di
Adolfas) Brevi
secondi di una conferenza di Nixon. (Musica degli Hare
Krishna)
Time and Fortune Vietnam Newsreel
si
distingue dai cortometraggi precedenti per la sua tecnica di racconto
ricostruita: esso si può considerare
una digressione dello stile diaristico che Mekas fino a questo momento ha
sempre seguito. Sebbene infatti, sin dal titolo ci viene detto che è un
newsreel, cioè un documento reale, il P.P. di Adolfas che interpreta l’unico
personaggio, ci toglie subito ogni dubbio. Questo
breve ma divertente sketch
non è altri che una presa in giro in tono ufficiale del governo
americano e di tutti gli interventisti e ciò
si può leggere attraverso le due diverse tecniche di racconto: da una
parte c’è la tecnica della “psicologia contraria” che mostra e dice
qualcosa con lo scopo di far pensare all’interlocutore il contrario; questa
parte è contestualizzata dal lungo monologo del Ministro-Adolfas che spiega in
modo sarcastico cosa bisognerebbe fare in Vietnam.
Dall’altra parte c’è il montaggio di idee fra la morte in Vietnam e il
ripugnante messaggio pubblicitario, che serve per rendere in modo forte e
violento, la realtà quotidiana del popolo Vietcong.
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