J'accuse/1 - Cortigiani, vil razza dannata!


AGORA: CONFERENZA MOVIMENTO DEI CLUB PANNELLA

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Cortigiani, vil razza dannata

L'improbo lavoro intellettuale dei segretari nazionali della lista Pannella (e dei loro apprendisti) sui quesiti elettorali per la Camera è stato pubblicato nella GU n. 104 del 7 maggio 1997.

Svolgo qui le mie ultime osservazioni sulla vicenda. Osservazioni ridicole, s'intende.

Nel corso delle diverse settimane che si passò perorando presso la corte i quesiti elettorali opportunisti, si cercò di spiegare (fino alla noia, ma evidentemente non abbastanza), che i quesiti del Comdirelcu erano sottoinsiemi di quelli respinti dalla Corte costituzionale.

Un sottoinsieme è un "insieme i cui elementi appartengono tutti all'insieme dato" [Zingarelli, ed. 1994].

La corte costituzionale (sentt. 5/1995 e 26/1997) aveva dichiarato che il quesito referendario per l'abolizione incondizionata della quota proporzionale presentava tutti i requisiti richiesti, respingendolo perché non consentiva l'elezione di un quarto dei membri della Camera.

Il quesito elettorale opportunista, consentendo per contro l'elezione del restante quarto di deputati, avrebbe dovuto avvalersi (certo, in presenza di una serie di altre congiunture) del giudizio di "chiarezza, univocità e omogeneità" espresso dalla Corte costituzionale sul quesito incondizionato.

Il testo del quesito elettorale opportunista sulla Camera, depositato in Cassazione il 6 maggio, contrariamente a quello incondizionato, abroga l'intero articolo 59 del testo unico, e non solo il primo comma.

La questione è irrilevante, direbbe Carmelo Palma. Ma se fosse veramente irrilevante, non si capisce per quale ragione il Brain Trust (con rispetto parlando) che ha profuso tante energie nell'elaborazione delle altre decine di quesiti referendari se ne sia voluto occupare.

Il secondo comma dell'articolo 59 del testo unico dice che "Una scheda valida per l'elezione del candidato nel collegio uninominale rappresenta un voto individuale."

Che senso ha abrogare questa disposizione?

La questione è irrilevante, penserà chi ancora non ha capito secondo quali criteri (diciamo pure espedienti) la Corte costituzionale respinge i quesiti referendari.

Ma io chiedo: Qual è la finalità di questa abrogazione?

Secondo la Corte costituzionale, ogni parola abrogata concorre a determinare la razionalità intrinseca del quesito.

E abrogando la disposizione per la quale una scheda valida rappresenta un voto per il candidato uninominale, non si afferma il principio opposto, per cui una scheda valida non deve rappresentare un voto valido?

Sono argomenti ridicoli, diranno i cortigiani.

Mah.

 

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