IL BARONE RAMPANTE

Romanzo fortemente allegorico scritto da Italo Calvino, ha come idea di fondo la rappresentazione fantastica dell’espressione metaforica guardare le cose dall’alto presa alla lettera. Dodicenne, il barone Cosimo Piovasco di Rondò dopo una discussione durante un pranzo familiare, per protesta si arrampica sull’elce del parco della sua casa. E’ il 15 giugno del 1767 e da allora Cosimo vivrà sempre sugli alberi. Organizza sugli alberi la sua vita, si costruisce una capanna, conosce persone (tra cui Viola D’Ondariva e il bandito Gian dei Brughi), si fa amico un bassotto a cui dà il nome di Ottimo Massimo. Partecipa sempre anche se da lontano, alla vita della famiglia.

Dopo la morte del padre vive per un po' di tempo insieme ad una colonia di esuli spagnoli che vive come lui sugli alberi a causa di una strana punizione inflitta loro dalle autorità spagnole e lì si innamora di Ursula. Finito l’esilio degli spagnoli rifiuta di seguirli in quanto comportava l’abbandono della vita sugli alberi e preferisce, continuando a vivere sugli alberi, tornare verso casa. Qui scopre la doppia vita dello zio, fratello naturale del padre, (in apparenza un tranquillissimo uomo, in realtà complice di una banda di pirati), incontra ancora Viola e la ama appassionatamente. Viola corrisponde al suo affetto, ma rifiuta una vita di isolamento e, attaccata alla terra, si allontana per sempre dal paese. Cosimo partecipa intanto agli avvenimenti del suo tempo, dagli entusiasmi illuministici al trionfo napoleonico e divenuto una celebrità in tutto il mondo, addirittura Napoleone in persona, si reca a fargli visita.

Ormai vecchio, muore in un modo strano, come strana è stata la sua esistenza; mentre è in agonia sugli alberi, passa una mongolfiera, vi si aggrappa e scompare. Tutto il romanzo allude continuamente alla situazione storico politica degli anni Cinquanta. La visione della realtà è bivalente: la vita sulla terra da una parte, quella sugli alberi dall’altra e la scelta di Cosimo in questo caso è di rreversibile distanza; egli s’impone di educare gli uomini.