... le giornate precedenti...

gio 25/7

A Stavanger visitiamo il grande museo del mare dove viene illustrata l'attività produttiva della storica industria navale di Stavanger.

Più tardi abbiamo ancora modo di vedere l'originale museo dell’industria delle conserve di pesce (scatole di sardine, quenelles...).

caratteristico quartiere antico

Sono affascinanti le tradizionali case bianche di legno.

Ci imbarchiamo su di un traghetto, 50 mn di traversata, per far tappa sull’isola di Karmoy, in uno splendido minuscolo paese di pescatori, ancora turisticamente incontaminato.

ven 26/7

L’insistenza della pioggia ci convince ad imbarcarci su di un veloce catamarano che in poche ore ci porta direttamente al porto di Bergen.

il porto di Bergen, sullo sfondo il veloce catamarano che ci ha portato qui

Qui incontriamo un eccentrico ciclista americano (ora vive in Norvegia) che con entusiasmo vuole istruirci sulle meraviglie di quella regione. Ci raccomanda di andare a vedere uno splendido fiordo a nord di Bergen, tempo permettendo (e le previsioni per i prossimi giorni sono brutte).

Per il momento decidiamo di fermarci due giorni in città per avere il tempo di fare un po’ di visita.

sab 27 luglio

Piove tutto il giorno.

Saliamo con una funicolare a quota 300 m per avere una vista generale della città. Ci sarebbe anche la possibilità di salire fino ai 600 m con una funivia, ma inutilmente perché le nuvole sono basse e coprirebbero ogni panorama.

Bergen dall'alto

In città visitiamo un paio di chiese, l’attivo mercato del pesce, il vecchio quartiere con le case di legno e il museo nautico.

All’ostello scambiamo due chiacchiere con una ragazza australiana in vacanza per un anno. Intende visitare tutta l’Europa.

una chiesa in mattoni rossi

dom 28 luglio

Piove sempre. Oggi dobbiamo ripartire, ma il tempo non invita alla pedalata.

ancora uno scorcio di Bergen

Così riprendiamo il treno per raggiungere la prossima tappa ad un centinaio di chilometri: Voss.

Qui, raggiunto l'ostello, ci riposiamo poltrendo a volontà. Una passeggiata nel paese ci permette di... granchirci le gambe dopo la dormita! Insomma, nulla di particolare da vedere, l'interesse della zona sta tutto nelle splendide passeggiate sui monti.

lun 29 luglio

Dobbiamo prendere un’importante decisione: risalire sull’altipiano in direzione di Oslo con tappa in un tranquillo ostello non molto lontano o rischiare di percorrere decine di chilometri sotto la pioggia per raggiungere il meraviglioso Naerofiord? Scegliamo quest’ultima possibilità e risaliamo il passo che ci permette di ridiscendere su Gudvangen, minuscolo paese situato alla cima di uno dei bracci del fiordo. Qui la strada continua in due lunghe gallerie di 10 km vietate alle biciclette. I ciclisti devono imbarcarsi sui battelli che percorrono il fiordo. Pur trattandosi di un veloce catamarano e malgrado la piccolissima parte del fiordo da noi percorsa, la traversata dura più di un’ora. Bisogna però tenere conto della lunghezza del fiordo: 200 km!

Pernottiamo a Flam, paese turistico su di un braccio di questo enorme fiordo. Il luogo è frequentato da moltissimi ciclisti e camminatori, che raggiunto il paese hanno la possibilità di tornare indietro con l’anomala ferrovia che risale fino a Myrdal. Anomala perché risale gli 850 m di dislivello con pendenze che raggiungono il 55 per mille, pendenze assolutamente inusuali per ferrovie a trazione naturale (cioè senza l’uso di cremagliera o funicolare).

I locomotori sono stati studiati appositamente per questa ferrovia. Dispongono di ben 7 tipi diversi di freni.

mar 30/7

La splendida giornata soleggiata ci invoglia a risalire verso Myrdal in bicicletta anche se la ragazza che si occupa dell’ostello ce lo sconsiglia.

La strada fiancheggia la ferrovia. Rimango ipnotizzato dall’esagerata pendenza della ferrovia, tanto che rischio di schiantarmi contro un marciapiede. Mi salvo solo perché all’ultimo riesco a balzare dalla bicicletta abbandonandola ad una rovinosa caduta. Per fortuna nulla di rotto.

Percorsi i primi chilometri di normale salita ci attende un balzo di 220 m di dislivello da superare in meno di due chilometri: 21 tornanti su una stradina in terra e pietre con pendenza del 15-18%. Questa è la Rallarvegen. Ma che cos’è esattamente la Rallarvegen? Si tratta di una strada in terra battuta, costruita all’inizio del secolo per permettere il passaggio degli operai addetti alla costruzione della ferrovia Oslo-Bergen. In questa regione la ferrovia attraversa un altopiano disabitato, privo di altre strade e vie di comunicazione.

E oggi le ferrovie norvegesi permettono il passaggio alle biciclette su questa stradina. E’ un paradiso, solo biciclette in un paesaggio incontaminato percorso solo da una tranquilla ferrovia, spesso nascosta da gallerie artificiali per ripararla dalla neve.

Ma superato questo durissimo passaggio la situazione si tranquillizza e la salita continua dolcemente. Possiamo così godere interamente del meraviglioso paesaggio e della paradisiaca tranquillità del luogo. Gli unici individui che incontriamo sono i ciclisti (piuttosto numerosi per la zona disabitata). E non solo allenati sportivi. Incrociamo più d’un gruppo di arzille vecchiette che non si lasciano spaventare dalla difficoltà del percorso. Mitici i norvegesi!

Nel tardo pomeriggio raggiungiamo un colle a 1340 m. Poco dopo, al calar del sole ci rendiamo conto che la temperatura scende drasticamente, e al nostro arrivo a Finse ci sono 4°C. Notevole, se si pensa che nel pomeriggio, col sole, vi erano più di 25°C!

mer 31/7

Il tempo è peggiorato. Ci restano ancora 20 chilometri di strada in terra battuta, poi ricompaiono l’asfalto e le automobili. Arriviamo a Geilo sotto la pioggia. La sosta in ostello è indispensabile per asciugarci i vestiti.

gio 1/8

Nel primo pomeriggio riprendiamo il treno per tornare ad Oslo, dove ci attende una pioggia torrenziale.

2,3,4,5 agosto

Sostiamo ancora alcuni giorni in città per un po’ di visita: il trampolino di salto con gli sci, il museo della scienza e della tecnica, il campionato internazionale di orientering ad Asker, il museo delle navi vichinghe, il museo degli esploratori dei poli e il museo del Kontiky cioè l’imbarcazione di legno di balsa e bambù con cui un gruppo di scienziati ha raggiunto la polinesia partendo dalle coste del Perù, dimostrando che i polinesiani discendono dalle popolazioni inca del centro America.

E dall’aeroporto di Oslo terminiamo la ciclovacanza salutando questa fantastica Norvegia.