Le case e le ville
La Casa del Poeta Tragico è situata sulla
via delle Terme e deve il suo nome al mosaico che rappresenta un istruttore di attori di
teatro. L'edifico è famoso per la splendida serie di affreschi di soggetto mitico ed
eroico che ornavano l'atrio e il tablino (spazio adibito al ricevimento), ora custodite al
Museo Archeologico di Napoli. All'ingresso della casa vi la conosciutissima scritta
"cave canem" (attenti al cane).
La Casa del Fauno è così chiamata per la presenza di un bronzetto di fauno danzante che
decorava uno degli impluvi (spazio ricavato nell'atrio per la raccolta dell'acqua
piovana). La costruzione, tanto vasta da occupare un intero isolato (insula), viene
considerata per la sua qualit
architettonica e decorativa uno degli esempi più
interessanti di abitazione privata che l'antichità ci abbia lasciato. Proviene da questa
casa il grande mosaico della Battaglia di Alessandro, anch'esso custodito nel Museo di
Napoli. Nella Casa dei Vettii il lusso delle decorazioni, la ricchezza del giardino e
l'impianto comodo ed agiato dell'edificio stanno a testimoniare la condizione agiata dei
proprietari. La casa apparteneva infatti a due fratelli, i Vettii, i quali erano divenuti
in epoca imperiale dei prosperi mercanti, anche se non si è giunti a conoscenza del
settore nel quale operavano. L'ambiente interno, ben restaurato, ci introduce alla calda
intimità delle case pompeiane. Il corpo principale dell'edificio è situato attorno
all'atrio centrale e al peristilio, gli ambienti occupati dalla servitù e la cucina sono
invece sviluppati intorno all'atrio secondario. Ma il vero interesse per questa casa è
suscitato dalle pitture parietali che ne fanno un vero e proprio museo di arte antica:
tutte le decorazioni sono antecedenti al terremoto del 62 d.C.
Casa del Menandro, deve il nome al dipinto che ritrae il poeta greco. L'abitazione
apparteneva a Quinto Poppeo, probabile parente di Poppea Sabina, seconda moglie di Nerone.
La costruzione, particolarmente vasta e lussuosa, è costituita da un appartamento
padronale, riccamente decorato e dotato di un piccolo impianto termale, e dalla zona
servile. Nel 1930 venne rinvenuto nelle cantine un tesoro di argenteria composto da 115
pezzi, oggi custodito nel museo di Napoli.
Villa dei Misteri è situata nell'area suburbana della città e costituisce, per la
presenza di eleganti strutture e delle numerose pitture di carattere dionisiaco, uno degli
edifici più importanti scavati a Pompei. La costruzione originaria risale al III secolo
a.C., ma fu più volte rimaneggiata e ampliata. La villa contiene il più grande dipinto a
noi giunto dall'antichità, risalente al I secolo a.C.: l'iniziazione di una giovane sposa
ai riti dionisiaci è rappresentata in dieci scene che contengono 29 figure, dipinte tutte
sullo sfondo del rosso pompeiano.
La villa di Diomede è, dopo la villa dei Misteri, la più importante villa
suburbana. Fu scoperta e dissepolta tra il 1771 e il 1774: il ritrovamento ebbe una grande
eco soprattutto perché furono rinvenuti nei sotterranei 18 vittime dell'eruzione.
La struttura architettonica è molto interessante e comprende anche un impianto
termale con un piccolo portico e una piscina.
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