Mozione
conclusiva
del
5°
Congresso
Nazionale
di
Identità
Europea
La
Presidenza,
l'Ufficio
di
Coordinamento,
i
Dirigenti
e
i
Membri
dell'Associazione
Culturale
Identità
Europea,
riuniti
a
Rimini
nei
giorni
15
e
16
marzo
2003
nel
loro
5°
Congresso...
1.
ESPRIMONO
La
loro
più
viva
preoccupazione
per
lo
scenario
internazionale
determinato
da
quella
che
ormai
si
configura
come
una
palese,
irreversibile
e
da
vari
mesi
premeditata
intenzione
da
parte
del
Governo
degli
USA,
di
procedere
-
con
o
senza
il
consenso
dell'ONU
-
in
una
operazione
militare
definita
"preventiva"
formalmente
volta
ad
obbligare
il
Governo
Irakeno
a
ottemperare
alla
Risoluzione
n°1441
del
Consiglio
di
Sicurezza
dell'ONU;
2.
RILEVANO
Come
tale
operazione,
eufemisticamente
detta
"preventiva",
configuri
di
fatto
una
vera
e
propria
aggressione
contro
un
paese
retto
da
un
regime
dittatoriale
noto
per
i
suoi
eccessi
sanguinari
e
che
non
può
essere
in
alcun
senso
oggetto
di
simpatia
o
di
giustificazione,
ma
che
ha
comunque
espresso
un
Governo
riconosciuto
formalmente
a
livello
internazionale
e
aderente
all'ONU;
3.
RICORDANO
Come
nei
confronti
dell'Irak
sia
in
atto
da
oltre
un
decennio
un
embargo
accompagnato
da
svariate
forme
di
pressione
internazionale
(ispezioni
ONU,
limitazione
della
sovranità
nazionale
nelle
aree
settentrionali
e
meridionali
del
paese,
monitoraggio
aereo
e
radar,
controlli
dello
spazio
aereo)
e
come
pertanto
appaia
impossibile
credere
che
tale
paese,
in
queste
condizioni,
disponga
di
un
potenziale
di
mezzi
di
distruzione
di
massa
non
convenzionali
tale
da
minacciare
la
sicurezza
dei
paesi
immediatamente
vicini;
4.
RICORDANO
ALTRESÌ
Come
a
carico
dell'Irak
non
siano
emerse
prove
sostanziali
e
definitive
di
occultamento
di
detti
armamenti;
come
il
rapporto
presentato
dal
Segretario
di
Stato
USA
Colin
Powell
all'ONU
in
data
7.2.2003
si
sia
dimostrato
in
più
punti
inadeguato,
inconsistente
e
perfino
sviluppato
sulla
base
di
vecchie
ricerche,
per
giunta
manipolate;
come
il
coordinatore
dell'equipe
degli
ispettori
dell'ONU,
signor
Blix,
abbia
finora
espresso
parere
sostanzialmente
positivo
(sia
pure
con
qualche
secondaria
riserva)
sulla
disponibilità
del
Governo
irakeno
a
collaborare
all'individuazione
e
alla
distruzione
del
materiale
militare
ritenuto
illegittimo
alla
luce
della
Risoluzione
1441;
e
come
questi
due
fattori,
uniti,
sottolineino
l'opportunità
che
le
ispezioni
continuino
finché
il
disarmo
dell'Irak
non
sia
con
certezza
completato;
5.
DENUNZIANO
Come
il
fine
ultimo
del
Governo
USA
in
merito
alla
questione
irakena
consista
in
realtà
nel
giungere
a
una
sostituzione
dell'attuale
governo
irakeno
e
al
diretto
controllo
sull'area
vicino-orientale
che
ha
l'Iraq
come
suo
centro
nonché
delle
riserve
petrolifere
ivi
presenti,
il
che
costituisce
un'ingerenza
nelle
questioni
interne
d'uno
stato
sovrano
-
inaccettabile
per
il
diritto
internazionale
-
e
non
solo
illegale,
ma
anche
molto
pericolosa
in
quanto
suscettibile
di
costituire
un
precedente
per
una
serie
indefinita
e
illimitata
di
futuri
arbitrari
atti
di
forza
di
questo
tipo,
evidentemente
atti
a
ridisegnare
la
mappa
di
un
nuovo
ordine
mondiale
subordinato
alla
volontà
politica
e
agli
interessi
militari,
economici,
finanziari,
tecnologici
degli
USA
e
delle
organizzazioni
statunitensi
multinazionali
(soprattutto
Carlyle
Co.,
Unocal
Co.,
Holliburton
Co.)
nei
confronti
delle
quali
il
Governo
Bush
sta
evidentemente
comportandosi
alla
stregua
di
un
comitato
d'affari;
6.
INDICANO
Nel
comportamento
finora
tenuta
dai
governi
britannico
e
spagnolo,
che
hanno
esplicitamente
accettato
d'appoggiare
in
modo
incondizionato
le
scelte
di
quello
statunitense
e
che
sono
membri
dell'Unione
Europea,
un
gravissimo
pregiudizio
alla
concordia
ed
alla
solidarietà
fra
i
paesi
membri
dell'Unione
nonché
un'autentica
minaccia
alle
prospettive
del
suo
processo
di
unificazione
che
è
giunto
al
livello
di
una
prima
formulazione
della
propria
Carta
costituzionale;
7.
RICHIAMANO
Tutti
i
governi
dei
paesi
dell'Unione
Europea
-
compresi
quelli
di
Francia
e
Germania,
che
non
si
sono
consultati
con
gli
altri
paesi
dell'UE
prima
di
proporre
al
Consiglio
di
Sicurezza
dell'ONU
le
proprie
proposte
-
al
rispetto
formale
e
sostanziale
dei
comuni
e
reciproci
impegni
liberamente
assunti;
8.
SOTTOLINEANO
Come
anche
in
occasione
della
presente
crisi
istituzionale
l'Europa
si
sia
presentata
debole,
indecisa,
divisa,
particolarmente
esposta
alle
ingerenze
ed
alle
volontà
della
superpotenza
statunitense;
una
superpotenza
che
palesa
nei
suoi
confronti
una
-
politicamente
del
tutto
comprensibile
-
intenzione
di
ostacolare,
indebolire,
ritardare
e
se
possibile
impedire
il
processo
di
unificazione
europea
che,
se
venisse
compiuto,
determinerebbe
la
nascita
di
una
nuova
superpotenza
mondiale
e
la
fine
quel
monopolio
di
potere
che,
dopo
il
crollo
dell'URSS
nel
1989,
si
è
rivelato
un
fattore
di
sperequazione
e
di
squilibrio
a
livello
internazionale;
9.
DENUNZIANO
La
gravissima
situazione
determinata,
all'interno
di
questo
allarmante
contesto,
dall'assenza
di
un
apparato
autonomo
di
difesa
europeo,
che
auspichiamo
possa
realizzarsi
nei
tempi
più
brevi
possibili;
dall'obiettiva
dipendenza
dall'apparato
della
NATO,
che
in
qualche
misura
sostituisce
l'attualmente
inconsistente
apparato
difensivo
europeo;
dall'egemonia
politica
della
-
e
dalla
dipendenza
tattica
e
strategica
rispetto
alla
potenza
militare
degli
USA;
dall'illegittimità
sostanziale
(anche
se
coperta
dai
trattati),
d'una
situazione
che
vede
insediate
nel
ruolo
europeo
centinaia
di
basi
militari
delle
forze
armate
USA,
il
che
rappresenta
un'ormai
intollerabile
pregiudizio
all'indipendenza
e
alla
dignità
nazionale
delle
nazioni
e
dei
popoli
d'Europa,
e
al
tempo
stesso
un
pericolosissimo
obiettivo
potenziale
di
quel
terrorismo
istituzionale
che
gli
USA
sono
stati
i
primi
a
denunciare
come
estremamente
aggressivo,
con
il
risultato
che,
specie
se
dopo
la
guerra
nell'Iraq
il
terrorismo
avrà
una
recrudescenza,
oggi
esistono
nel
ruolo
europeo
centinaia
di
obiettivi
che
potrebbero
essere
oggetto
di
attacco
terroristico,
con
la
conseguenza
di
un
mortale
rischio
per
tutte
le
popolazioni
d'Europa;
10.
INSORGONO
In
modo
speciale
contro
la
prospettiva
di
rischio
costituita
dalla
colossale
base
statunitense
di
Camp
Darby
in
Toscana,
a
pochi
chilometri
di
distanza
da
quei
tesori
insostituibili
per
l'umanità
che
sono
le
città
di
Firenze,
Pisa
e
Lucca,
e
all'interno
della
quale
potrebbero
essere
custoditi
anche
ordigni
distruttivi
di
straordinaria
potenza
all'insaputa
delle
autorità
e
delle
genti
toscane
e
senza
che
sia
dato
di
sapere
neppure
se
il
Governo
Italiano
sia
dal
canto
suo
compiutamente
informato
dell'entità
del
rischio
a
ciò
connesso,
della
natura
degli
armamenti
presenti
sul
suo
territorio
e
sottratto
alle
sue
competenze;
11.
PROPONGONO
Con
la
massima
energia
ai
governi
dell'UE
di
rispettare
la
volontà
di
pace
espressa
dalla
stragrande
maggioranza
dei
loro
popoli
e
di
fare
quanto
è
in
loro
potere
per
impedire
lo
scatenarsi
di
una
guerra,
che
in
buona
parte
da
anni
sta
già
infierendo
sul
popolo
irakeno,
al
di
fuori
dei
dettami
del
diritto
internazionale:
una
guerra
i
cui
esiti
sono
imprevedibili
e
che
potrebbe
costituire
una
sciagura
mondiale
d'incalcolabile
portata.