Per costruire l'Europa degli Europei è necessaria un'indicazione precisa,
una "linea di vetta" che abbia, alla Sorel, la forza evocatrice
del mito e del rito.
Un'Europa delle identità nazionali inserite in un quadro superiore di internazionalità;
un'Europa delle piccole patrie; un'Europa dei popoli, delle cattedrali romaniche
e gotiche, delle tradizioni millenarie. Non un'Europa dei mercati, dei mercanti,
degli ipermercati, dei listini di borsa, delle multinazionali e della globalizzazione.
L'Europa sta crescendo nel numero dei suoi componenti, ma non riesce a decollare come forza politica e come entità unitaria, dotata di una propria politica estera, di difesa, di sicurezza economica. Cresce come mercato, nei suoi circuiti commerciali e nel traffico delle merci, ma non riesce ad avere un'anima, né spirito, né volontà di essere protagonista.
La "Commissione europea per gli Affari Sociali e l'Occupazione"
ha calcolato che in Europa 52 milioni di persone vivono in condizioni di
povertà e di esclusione sociale, e che 17 milioni di persone sono disoccupate.
Nel nostro continente la povertà ha una distribuzione disomogenea ed interessa
soltanto il 15% del territorio europeo: il sud dell'Europa (Portogallo,
Spagna, Italia, Grecia) e le zone di "periferia" (Irlanda).
L'Europa del Duemila deve stringere un patto di solidarietà con le fasce
più deboli, con tutti i gruppi svantaggiati e vulnerabili, e rifondare lo
stato sociale.
L'Europa deve difendere sé stessa dai meccanismi, culturali ed economici,
del mondialismo; dai sistemi liberal-capitalistici; dalle sperequazioni
socioeconomiche che allargano la "forbice" tra il nord e il sud
dell'Europa come tra il nord e il sud del mondo.
In questa direzione l'Ufficio per la difesa dei diritti degli europei di
IDENTITÀ EUROPEA ha già organizzato un primo Seminario di Studi sul tema
"L'Europa delle nuove povertà" (Leonessa, 24-25 gennaio 1998).
La Responsabile Isabella Rauti
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Identità Europea 2004
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Ufficio
per la Difesa
dei Diritti
degli Europei