In questo periodo nacque la Società Orchestrale Orfeo, da
lui fondata e diretta, con la quale si esibì in tutte le
principali città italiane, dando pure molti concerti per
scopi umanitari. Fu molto ricercato come suonatore di
tromba per il suo suono forte ed espressivo e per il suo
"fraseggiare, più che da strumentista, da cantante
perfetto" (Cianchi). Nel 1879 cominciò a dirigere
molte opere melodrammatiche in vari teatri fiorentini.
Anche all'estero ebbe molto successo: Strauss affermava
che nessuna tromba sapeva far uscire note come quella del
Brizzi. La critica spagnola gli attribuì
"intelligenza e un poderoso cuore da artista".
Il critico Schmidl definì le sue esibizioni
"Sentimento musicale squisitissimo, e grande bravura
nell'interpretare a meraviglia le intenzioni dei
compositori". Rossini si congratulò dopo averlo
sentito suonare il suo Requiem e per le più alte qualità
di potenza e di bellezza del suono per i "do"
naturali che eseguiva. Altri critici dicevano di lui:
"Anima tutta musicale uso a trattar la nota come una
creatura per se viva, il Gigliese ne ha la più fine e
varia disciplina. Nessuna astuzia, nessun accorgimento,
nessun mezzo gli è ignoto". Ed ancora: "La
tromba sulle labbra di Enea Brizzi diventa uno strumento
meraviglioso di dolcezza e di forza".
Pur continuando a istruire e a dirigere bande, si ritirò
nella Villa Leoni a Barberino di Mugello, dove morì il 1
giugno 1886, in seguito ad un attacco di apoplessia. Fu
sepolto il 7 giugno 1886 nel cimitero della Misericordia,
a Firenze. Purtroppo quasi tutte le sue composizioni
furono distrutte in un incendio della Casa Ricordi, nel
1943.
tratto da
Aldo Scotto, Le tradizioni musicali dell'Isola del Giglio,
Circolo Culturale Gigliese, 1996
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Spartito di "Isola del Giglio"
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