INEDITI
 G.R.
NARRATIVA
POESIA

VENTI LUIGI D'ORO


    Tanto tempo fa, un curato di campagna, di domenica sul pulpito, mandava fiamma e fuoco con la
lingua e con le braccia. Voleva provare chiaro e netto al suo uditorioche, dopo questa vita, che non è la vera, ve n'è per noi un'altra, nella quale, se lo meritiamo, saremo felici, felici per sempre.
    "Fratelli miei", diceva "la prova che non siamo fatti per questo mondo, è che nessuno è contento della sua sorte.E' una verità più vecchia del nostro borgo. Per essere felici, sempre qualcosa ci manca, desideriamo sempre qualcosa. Vediamo!chi di tutti voialtri, che mi ascoltate, chi può dirsi felice e contento della sua sorte? Nessuno!...
     E lì a sbracciarsi e ad affannarsi!
"Nessuno, vi ripeto! Eh, se non è vero, che io perda vebti luigi d'oro!...Eccoli: li prometto e li darò, venti luigi d'oro, superbi, a chi, uomo maturo o donna matura, entro tre giorni, verrà in canonica a dirmi e a provarmi ch'è contento, felice e non desidera niente.
    Per farla corta, diremo che i venti luigi facevano gola a più d'uno. Tutti, quando uscirono dalla chiesa, avrebbero voluto essere al caso d'abbrancarli. E' che venti luigi d'oro non si trovano sotto le unghie d'un asino!..Eh! per guadagnare onestamente tanti soldi bisogna rischiare la pelle!
E ogniuno sapeva quello che bolliva nella sua pentola, e sentiva assai bene il peso della sventure.
    Il primo giorno, nessuno venne in canonica, nemmeno il secondo. Il terzo dopo il tramonto del sole, si presento un buon vecchio.
    "Oh! siete voi, buon maestro onorato!" il signor curato gli disse.
    " Eh, che volete, reverendo? mi son deciso a venire, perchè...in coscienza, credo d'aver guadagnati i venti luigi d'oro, e vengo a prenderli.
    "Tanto meglio, amico mio!...Siete, dunque, assai felice? "
    "Come un pesce nell'acqua, signor priore. Ho le mie sette croci(sette x, settant'anni ndr), settanta inverni sul groppone, e sebbene vecchio, sono diritto come una i. Ho tutti i miei denti, vedete!...Dormo poco, mangio di buon appetito, bevo solo vino schietto, il buon vino fa buon sangue, e poi, dicono è il latte dei poveri vecchi; non ho vizi,e vi vincerei a capriole come se avessi vent'anni! Se son felice, dite!...la mia povera moglie è morta. (Dio la riposi!) Il mio ragazzo è collocato; ho sposato la mia ragazza... e son ricchi tutti e due...
    "Avete detto tutto, maestro onorato?"
    "Che posso dirvi di più? Sono onesto, posso passare a fronte alta dappertutto;nessuno a da farmi onta. Religione, ne ho quanta ne ho, che volete? ma ne ho abbastanza da non perdere la mia anima (il grande santo onorato me ne liberi!). E parola d'onore, l'estate cerco l'ombra e, l'inverno, il sole se è buono; e, quando piove, sto al coperto.
    "Maestro onorato?"
    "Signor priore?"
    "Sono assai addolorato di dovervelo dire: ma voi non siete contento della vostra sorte".
    "Oh! Come!..."
    "Ah, via, andiamo! sant'uomo, se foste contento della vostra sorte non avreste niente a desiderare".
   "E poi..."
    "E poi i venti luigi d'oro non vi avrebbero fatto gola e non sareste venuto a ritirarli!...Statemi bene, maestro Onorato !".

G.R



 
 
 
 
 


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