RICORDI DI UN PARTIGIANO. LA LIBERAZIONE DI FAUGLIA


Quasi tutti i faugliesi, gli sfollati e le famiglie dei coltivatori Vannozzi e Mugnaini abitanti nella zona
circostante alla fattoria di Montalto, dopo il cruento bombardamento che aveva colpito parte della fattoria stessa e alcune case coloniche, si erano rifugiati nella profonda e sicura cantina di quest’ultima.
Era l’alba del 17 luglio 1944 quando spiando dalla fessura di una porta che dava sull’aia , notammo dei militari diversi da quelli che la sera prima , sparando, cercavano di contenere la propria ritirata. Infatti , aperta la porta, venimmo salutati con un “good by” . Erano arrivati gli americani.
Uno di loro, facendosi capire in una lingue un po' italianizzata , cercò di informarsi per capire se le persone che sbucavano fuori dalla cantina erano tutti civili e fece capire che erano preoccupati per la mitragliatrice tedesca posta sopra il campanile della chiesa che avrebbe ritardato la liberazione del paese. Intanto una “Cicogna” (piccolo aeroplano americano) sorvolava la zona in perlustrazione, mentre alle nostre spalle giungeva una motocicletta con sidecar a bordo della quale stavano due tedeschi ; avevamo le armi in pugno pronti, se necessario, a sparare ma i tedeschi si arresero e mentre li accompagnavamo per consegnarli al comando americano a Tremoleto cominciò un tremendo cannoneggiamento , ma quattro carri armati pesanti spuntarono da un poggetto in direzione del poggio Jannasson; la “cicogna” intanto dava le coordinate per colpire la mitragliatrice sul campanile ; infatti dopo poco un forte cannoneggiamento la mise fuori uso ma purtroppo in questa sparatorie vennero colpiti i genitori di Dilvo Cheti, nostro collaboratore partigiano.
All’alba del 18 Luglio 1944 Fauglia era libera. Ci fu subito in Comune la riunione del Comitato di Liberazione Nazionale di Fauglia con il Comando Alleato ( facevamo parte del Comitato Nedo Guerrucci, Gino Catastini, il sottoscritto ed altri); vennero prese decisioni per riorganizzare la vita civile del Comune e vennero organizzati gruppi per aiutare Livorno a liberarsi dei tedeschi che stavano ancora sulle colline circostanti . La liberazione di Livorno avvenne il giorno immediatamente successivo, il 19 Luglio 1944.
Le sparatorie che proteggevano la fuga precipitosa dei tedeschi verso il fronte sull’Arno provocò una grave perdita di vite umane fra le forze partigiane del 10° distaccamento. Noi del 9° distaccamento , con la fascia tricolore al braccio ed il fucile procedemmo a fare un rastrellamento in tutti i boschi della zona dove numerosi soldati tedeschi si erano rifugiati e che si arresero docilmente ai partigiani.

Giovanni Geppetti

("Il Quadro", marzo 1999)

 

 

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