Le Sfide di
Wulfkar contro Kadiya
Non ho affidato le mie agili membra al caldo abbraccio di Morfeo, almeno non in questa notte d'attesa; ho voluto onorare l'ospitalità di Scarlett e Trinity al Covo concedendomi il piacere del vino e del calore delle mie compagne ritrovate dopo lungo tempo; ora so che, malgrado l'affetto che ci lega, Scarlett mi osservera' neutrale, e di questo le sono grata. L'alcool e l'eccitazione per gli eventi che si preparano ad avvenire mi hanno tenuta sveglia fino all'alba, sento gia' l'adrenalina scorrere nelle vene. Il mio passo attraversa lieve e deciso il recinto del cimitero sconsacrato: ho deciso di accettare la Sua sfida e di venire a combattere qui, nella Sua stessa terra. So di non essere favorita, ma amo il rischio e non voglio nessun vantaggio, il mio desiderio di confrontarmi con un cavaliere della Sua levatura nasce dall'esigenza di misurarmi con me stessa prima di tutto.
E' cosi' che, armata soltanto della mia spada e del mio coraggio levo la mia voce, tenue ma perfettamente udibile in quel deserto di evocazioni, e richiamo il mio avversario al combattimento: "Lord Wulfkar Bloodblade, sono qui a raccogliere la Vostra sfida! Spero vivamente non vogliate rinunciarvi e privarmi così di un tal onore e di un tal divertimento!" Attendo che giunga la risposta, mentre una sottile nebbia si alza dal terreno umido creando un'atmosfera rarefatta e spettrale, come la mia anima oscura.

Kadiya

Ormai la coltre di nebbia si e' addensata ai miei piedi, lasciandomi libero di osservare il cielo stellato sopra di noi. Kadiya e' di fronte a me, avvolta da quell'alone di fascino e di mistero che l'ha resa cosi' famosa in ogni terra in cui ha fatto scalo la sua nave. Non ho paura, non ho il tempo per provarla, anche se sento in fondo alla mia anima che questa sfida potrebbe rivelarsi piu' pericolosa di quanto non supponessi. Questa volta sono senza la mia armatura, memore dello scontro con Scarlett, e Snake brilla sotto i raggi della luna, mentre ne stringo l'elsa e ne sento il calore pulsante. Le lapidi che ci circondano sembrano come tanti occhi che ci scrutano, avidi, pronti a scorgere ogni nostro piu' piccolo errore, quello che fara' si che uno di noi due soccomba sotto i colpi dell'altro.
"Onore e gloria a te Kadiya, che gli dei possano far si che questo scontro sia degno di essere ricordato". Poi sussurro tra me <Crom, guida la mia mano, allontana la paura dal mio cuore e se dovessi soccombere accoglimi nel tuo regno>. Alzo la mia spada in segno di saluto, osservando
Kadiya fare altrettanto. Il mio urlo da inizio allo scontro: con uno scatto mi avvento su di lei, mulinando fendenti nel tentativo di trovare una breccia nella sua guardia, ma lei sembra posseduta
da un demone che combatte al suo posto, tanta e' la maestria nello schivare i mie affondi.
Un tuono improvviso squarcia per un attimo il cielo; gli dei salutano i valorosi!

Wulfkar

Un fulmine squarcia il cielo nero. L'acqua scroscia violenta su di noi che, impavidi, cavalchiamo la tempesta come due fiere ardenti di impeto e passione. I movimenti sciolti dei nostri corpi si fondono con la danza fluida del vento e della pioggia; schivo i suoi attacchi, affondo piu' volte la presa, vibro fendenti, mi disimpegno rapida. Lui fa altrettanto, si muove con un'agilita' del tutto insospettabile per la sua impressionante prestanza fisica. Fradici come due naufraghi in balia delle onde ci affrontiamo a viso aperto, senza menzogne, senza pieta'. Uno schizzo di sangue gli imbratta d'un tratto il volto duro, il mio sangue; la manica della mia tunica strappata, una ferita superficiale. Ho imparato ad assorbire i colpi, a sfruttare a mio vantaggio le situazioni sfavorevoli; non lascio passare un'istante e affondo l'attacco, la sorpresa sortisce il suo effetto, gli scalfisco la spalla. Ci ritroviamo avvinghiati in un groviglio di corpi e acciaio, sento l'odore del suo sangue lavato dalla pioggia, lui respira il mio. Con tutta la mia forza faccio leva con la spada sulla sua lama per svincolarmi dalla presa; per poco non perdo l'equilibrio, ma siamo di nuovo distanti a guardarci negli occhi, due felini pronti all'attacco. Sento ancora l'odore acre del nostro sangue che scende dalle narici alla gola, una sensazione di rabbia e di tenerezza insieme mi scivola addosso mentre mi preparo a colpire di nuovo il mio valoroso avversario.

Kadiya

La pioggia ha cessato improvvisamente di scorrerci addosso e, nonostante il clangore delle nostre spade che cozzano l'una contro l'altra, posso udire il lamento dei lupi che stanno uscendo dai loro rifugi alla ricerca di carne per saziare la loro fame. Kadiya e' una furia e la mia lama riesce a stento a procurarle lievi ferite superficiali. Mi getto su di lei e riesco ad afferrarle la mano con cui impugna la sciabola e lei fa altrettanto con me. I muscoli tesi, i corpi madidi di sudore, ansimanti mentre tentiamo di liberarci dalla presa per infliggere il colpo mortale. Riesco ad agganciarle una gamba e la sbatto per terra finendogli addosso. Nel cadere lascia la presa attorno al mio polso, ma in qualche modo riesce ad afferrare la mia spada strappandomela di mano. Il suo primo affondo mi sfiora una spalla, mentre la mia mano libera si posa per caso
su una pietra semisepolta, grossa come una mela. La sollevo dal terreno
e colpisco la mia avversaria sulla tempia, proprio mentre sta per vibrare
contro di me un secondo colpo. Scatto in piedi e approfitto del suo momentaneo disorientamento per colpirla con il taglio della mia mano direttamente sulla clavicola sinistra. Sento l'osso
scricchiolare ed un gemito uscire dalla sue labbra.
Lo sguardo di Kadiya e' una maschera di dolore
e odio mentre mi fissa ansimando e ringhiando
come una fiera. La nostra sfida continua!

Wulfkar

A terra, il volto una maschera di sangue; il dolore e' intenso, sono quasi sul punto di perdere i sensi, ma la rabbia e l'orgoglio mi fanno reagire; lui mi sovrasta, sembra accingersi ad affondare la spada nel mio corpo, lo vedo sollevare la lama al cielo e mormorare qualcosa, una preghiera di ringraziamento al suo dio forse: "Crom, ti rendo onore per avermi concesso la vitt...", e' il momento, afferro la pietra con cui mi ha colpito alla tempia e la lancio con tutte le mie forze contro il suo volto. Vacilla, la spada sbatte contro la roccia in un clangore d'acciaio mentre Wulfkar rovina a terra all'indietro, il viso sfigurato dal colpo, l?immagine dell'orrore nei miei occhi. Il tempo sembra essersi fermato; il suo corpo giace immobile a pochi passi da me, entrambi stesi, incapaci di sollevarci da terra. Riesco poco alla volta a trascinarmi per qualche metro, a raccogliere la spada, mi aggrappo alla lapide di una tomba profanata e mi sforzo di rimettermi in piedi: la testa pulsa furiosamente, il dolore nasce alla base del collo e si insinua in ogni singola vertebra, inerpicandosi su verso l'origine dei miei pensieri, e giu', inabissandosi negli anelli del mio scheletro. Osservo il cavaliere, la testa riversa all'indietro, il volto tumefatto. Il suo petto si solleva ritmicamente in un respiro irregolare, ha solo perso i sensi per la violenza del colpo. Non posso approfittare della sua incoscienza per finirlo, il mio onore me lo impedisce; ma la sua tempra e' forte, tra poco sara' di nuovo in piedi; attendero' che si riprenda e approfittero' di questi attimi per rimettermi in forza. Dovro' giocare d'astuzia, fisicamente rimane comunque superiore a me...

Kadiya

I miei occhi si spalancano improvvisamente, come serpenti ridestati da un pericolo incombente.
La mia mano scorre sul volto ritraendosene cosparsa di sangue. Kadiya e' di fronte a me, in attesa; non ha voluto attaccarmi mentre ero incosciente, leale anche nel pericolo. Scatto in piedi brandendo la mia lama, desideroso che lo scontro continui. I battiti del mio cuore si sovrappongono al mio incessante ansimare. Non vi e' fibra del mio corpo che non sia allo stremo delle forze e le articolazioni mi urlano la loro resa alla fatica, mentre gli occhi sono due braci ardenti, ansiosi di vedere il sangue inondare la faccia della mia avversaria e assaporarne gli ultimi istanti di agonia, prima del freddo abbraccio della morte. Le nostre spade si scontrano, ancora e ancora, mandando scintille rossastre, mentre il nostro sangue si mischia nel turbinio della lotta. Kadiya combatte con una mano sola, ma questo non la rende meno pericolosa, tanta e' la sua maestria. La sua arma si muove come il vento evitando con grazia i miei affondi, sfiorando la mia spada come carezzandola e deviandone la traiettoria. Il suo sguardo e' un dolce fiele, lo sento mentre scorre su di me, rendendomi piu' amareggiato di quanto gia' non potrei essere. Il cielo ha spalancato le porte pronto ad accogliere uno di noi due. Non mi lascerò battere da lei, non posso permetterlo, non voglio permetterlo. Se è destino che debba morire che il mio nemico muoia con me!

Wulfkar

Il suo respiro si fa piu' limpido, comincia a muoversi: sta riprendendo coscienza. Sono attimi brevi e interminabili al contempo, seduta lo osservo mentre scopre le sue ferite. Si accorge di me. Mi alzo e lo fronteggio, un giunco flessibile davanti a una roccia possente. "Wulfkar, ti aspettavo...", un sussurro gelido e affilato come la lama con cui sferro fulminea il mio nuovo attacco. Incrociamo più e più volte la spada, non riesco a sfondare la sua difesa. Ora arretra cauto sotto la pressione del mio furore; ora attacca impetuoso e mi costringe a parare colpo su colpo. Sento su di me il peso della stanchezza, il braccio con cui impugno la spada mi duole per la fatica, l'altro e' contratto in una morsa di ghiaccio, ferito. Combatte come un titano, animato dal sacro fuoco dell'odio. Ma non mi arrendo: il mio sangue ribolle impetuoso nelle vene e porta con se gli estranianti vapori dell'esaltazione: affronterò il mio destino, fino anche alla morte. Non lo temo, non temo lo spezzarsi del filo di Lachesi, la tessitrice; combatto per essere io a recidere di netto il futuro di Wulfkar, pronta ad assaporare la gloria della sua sconfitta. Ma accetterò che sia il filo che descrive il dipanarsi tortuoso della mia vita ad essere troncato dalle lame sapienti di Atropo, l'ineluttabile, se non saprò vincere questa lotta. Saranno i miei occhi a nutrirsi della tua agonia, Cavaliere, oppure sulla mia pelle si poserà il tocco freddo e ardente della morte: "Combatti! Combatti e libera il fuoco del tuo odio, Kadiya. Combatti e sciogli le tue catene, oltrepassa il tuo stesso furore, alza il volto e guarda in faccia il tuo destino: orrore o gloria, vittoria o morte!"

Kadiya

Nonostante la pioggia abbia cessato da tempo di lambire i nostri corpi il cielo risplende ancora per
il baluginio delle saette che solcano maestose le nostre teste. Il vento che ci avvolge nella sua stretta glaciale sembra sussurrarci alle orecchie feroci incitamenti a continuare a combattere, a non cedere
alle lusinghe della stanchezza. "Kadiya!", il mio urlo si fa breccia tra i nostri assalti "prima che il sole sorga la tua testa spiccherà sulla punta della mia spada, così che io possa avere un degno dono da offrire agli dei dell'aurora". La mia minaccia si infrange sul suo viso, e in riposta ottengo solo un ghigno di compiacimento. La mia lama compie un cerchio e fulminea si conficca nella sua coscia;
un grido di dolore e un digrignare di denti sono le ultime cose che scorgo sul suo volto, prima di sentire il freddo acciaio che si insinua nel mio addome, all'altezza del fianco. Urlo e afferro la sua mano costringendola, con uno sforzo immane, a farle ritrarre la lama. La fronte di Kadiya scatta verso il mio naso, e poi ancora, finchè non odo le ossa del mio naso che si infrangono per l'urto.
Il mio piede la coglie in pieno addome mandandola lunga distesa, mi inginocchio e inizio a fasciare
velocemente la mia ferita, sperando di riuscire a porre fine al nostro duello prima di ritrovarmi completamente dissanguato. Kadiya balza in piedi e le nostre spade si fermano una contro l'altra
davanti ai nostri occhi "Avrò la tua anima Wulfkar!", mi sibila. "Se davvero la vuoi, devi venire a prendertela" le rispondo.

Wulfkar

Vedo i due contendenti decisi ad andare sino in fondo...
Non posso fare alòtro che aspettare, intromettermi adesso sarebbe come non dare valore a quello che sino ad ora hanno fatto.... Pero'...controllando il tempo che inesorabile scorre nella clessidra...mi accorgo che, per fortuna esso e' quasi scaduto...
Ecco... ci siamo... Per un attimo ho temuto di perdere i due valorosi sfidanti, ma la sorte mi e' amica posso fermarli senza esere tacciata di favoritismo o chissa' cosa d'altro.
Mi avvicino e mi metto tra le due lame pronte ancora a darsi battaglia.
"Il tempo e' scaduto, la sfida deve essere sospesa... entro domani avrete il mio responso nobili combattenti... Non saranno dei numeri che sminuiranno il vostro valore. Siete stai entrabi degni dei nomi che portate. Vi ammiro e vi stimo ambedue..."
Detto questo mi ritiro per poter in tutta tranquillità dare il mio responso...

Scarlett

Scarlett e' giunta a fermarci. Ho accettato che fosse lei a decretare la fine della sfida. E ora non vorrei posare la spada. La vita o la morte, mano a mano che la lotta procedeva mi rendevo conto che non c'era altra alternativa. Il combattimento e' stato duro, sono giunta alla fine stremata, svuotata di tutto tranne che del mio odio e del mio orgoglio. Il fuoco inestinguibile della passione mi ha spinto avanti, mi ha fatto superare il limite...e ora devo fermarmi. Vedo il mio avversario che mi guarda con occhi diversi, in lui si è spento il furore del combattimento. Mi parla con calma e rispetto, vedo il lui la pace ritrovata. Mi inchino a suo cospetto cercando di nascondere il demone che mi rode l'anima...e lascio che se ne vada, per la sua strada. Aspettero' il verdetto..in realtà non m'importa di aver vinto o di aver perso cosi'. Non ho avuto il suo sangue e lui non ha avuto il mio, non ho visto in faccia gli occhi freddi delle Moire...Mi sono spinta troppo oltre, non riesco a tornare indietro, non riesco ad accettare di aver mancato anche stavolta l'appuntamento col destino, di non aver potuto saziare la mia sete di assoluto...nbon riesco ad accettare che questa lotta lasci soltanto delle nuove cicatrici sul mio corpo dolente, e niente piu'. Afferro la mia spada con la mano destra e d'un tratto, d'improvviso e senza un senso apparente la conficco con forza nel mio palmo sinistro. Il dolore è acuto, lancinante.
Ma mi distoglie dalla mia estenuante caccia alla Morte.

Kadiya

La mia stanchezza puo' finalmente prendere il sopravvento. Mi stacco da Kadiya e arretro di alcuni passi rinfoderando la spada. E' difficile per me muovermi, tantomeno parlare, ma non posso dimostrarmi debole davanti ad un avversario del suo livello, sarebbe disonorevole.
"Vi rendo onore, Milady. Vi siete battuta come una furia dimostrando abilita' e maestria straordinarie.
Grande sara' la mia fama ora che potro' dire di essermi scontrato con voi e aver conservato intatta la vita, qualunque sia il risultato. Ora se permettete, credo che mi ritirerò nel mio maniero per ritemprarmi della fatica, nell'attesa che l'arbitro riveli il suo verdetto". Il dolce viso di Kadiya non dimostra piu' il furore che lo circondava durante la lotta. Ora i suoi occhi assomigliano a due smeraldi che risplendono alla luce della luna. Mi inchino e lentamente mi dirigo verso Nafs, che mi attende al limitare del Cimitero. Ho perso troppo sangue e ho il timore di non farcela a volare fino a casa;
questa volta la sfida e' stata veramente dura, forse troppo. Sto gia' pensando di lasciarmi cadere qui dove mi trovo quando sento vibrare nell'aria una risata. Mi giro e osservo la donna che mi sta guardando ironicamente. "Non fatemi perdere del tempo prezioso con le vostre stupide argomentazioni, Ligeia", le dico "Non ho ne la voglia ne la possibilità di fermarmi ad argomentare con voi". Ligeia piega la sua testa all'indietro mentre un'altra risata le esce dalla gola. Si alza e mi si avvicina. "Non credo che in questo momento siate nelle condizioni per dare ordini, tantomeno di andarvene. Con tutto il sangue che avete perso sarà gia' una fortuna se riuscirete ad arrivare al vostro drago". La osservo mentre sento l'ira salire di nuovo nel mio animo. "Siete forse qui per assistere alla mia morte?". "No", risponde "sono qui per offrirvi il mio aiuto". La sua mano si alza fino ad arrivare all'altezza del mio volto e dalle sue labbra sento fuoriuscire una preghiera rivolta agli Dei. Un piccolo bagliore azzurrognolo scaturisce dalle sue dita e lentamente diventa sempre più grande, finchè non mi avvolge completamente. Cado in ginocchio e di riflesso mi premo l'addome per proteggerlo, ma con stupore mi accorgo che la ferita e' scomparsa. Alzo la testa e la osservo incredulo, non per la sua magia, ma per capire le motivazioni che l'hanno spinta a fare cio'.
"Come vedete non me la cavo per niente male come chierica, dovete ammetterlo. So a cosa state pensando e la risposta e' si, l'ho fatto per avere qualcosa in cambio. Non ora, non oggi, ma un giorno voi dovrete darmi qualcosa in cambio, ricordatelo. Siete in debito con me, non dimenticatelo, perchè io non me ne dimentichero'".
Il suo grifone atterra proprio in quel momento alle sue spalle, come se fosse stato chiamato da qualche forza invisibile. La vedo salirvi in groppa e allontanarsi fra le nuvole, diventando sempre piu' piccola fino a scomparire del tutto alla vista. Non posso fare altro che continuare a dirigermi verso casa con in cuore una strana sensazione, come se qualcosa di pesante mi si fosse adagiata sullo stomaco per restarvi molto, molto a lungo.

Wulfkar

I'll find my way fron wrong. What's real. Our dream I see.

[Pearl Jam, da "Low Light"]