La Cimice                       Animali e ambiente                              W il 2000

Il pappagallo cenerino

di Daniela Alfieri & Adriano Gissi

L’uomo è sempre stato scettico sul fatto che ci possano essere animali in grado di parlare, perché ha sempre pensato che la parola fosse una sua caratteristica “personale”. Quando la studiosa Jane Goodoll, che trascorse molti anni a studiare il comportamento delle scimmie selvatiche, riferì in un congresso scientifico i risultati ai quali era pervenuta, venne accolta solo da ironia amara e pungente. La stessa sorte toccò ai coniugi Gardner, che riuscirono dopo vari tentativi a comunicare con uno scimpanzé, la famosa Woshoe, usando il linguaggio gestuale dei sordomuti.

Ora Woshoe ha trentatré anni, ed è la scimmia più anziana tra quelle “parlanti”. C’è ancora chi sostiene che le scimmie non hanno un vero e proprio linguaggio, che a loro “manca la sintassi”, e quindi sanno solo ripetere semplici frasi precedentemente memorizzate.

Figuriamoci allora se il soggetto preso in considerazione è un uccello!

Sappiamo molto bene che l’uccello in genere é considerato un animale con un quoziente intellettivo limitato.

Ma chi ci autorizza a pensare questo? La studiosa Irene Pepperberg, dell’Università dell’Arizona, che studiò le capacità cognitive di un pappagallo cenerino, sostiene che questo pappagallo sia in grado di capire concetti molto meglio delle scimmie antropoidi. Questo esemplare si chiama Alex, su di lui uscirà un libro scritto dalla Pepperberg: “The Alex studies: Cognitive and communicative abilities of Gray Parrots”. Nel caso di Alex, non si tratta, secondo la studiosa, di un’imitazione meccanica. Lui non ripete a “pappagallo” le parole, ma ne capisce il significato. La Pepperberg gli dedica otto ore consecutive al giorno, riempendolo di domande. Preso pulcino, ora Alex ha ventitré anni, e si comporta come un bambino di cinque. La studiosa gli insegna delle parole in inglese, usando una particolare tecnica. Si serve di due persone: la prima impersona la parte del maestro, la seconda dall’allievo rivale. Il maestro mostra ad Alex l’oggetto preso in considerazione, e ne insegna all’allievo il nome. Quando l’allievo ripete il nome lo ricompensa dandogli l’oggetto. Poi passa al pappagallo; se anche lui riesce a ripetere il nome gli viene dato l’oggetto, e Alex, come è solito fare, lo mastica e lo manipola.

Riesce a distinguere molto bene forme e colori. Messo davanti a due oggetti di diverso colore, riesce a individuare che sono differenti.

Questi pappagalli riescono anche, quando sono in cattività, a riprodurre la voce umana ed a imitare i suoni. Imitano anche il canto degli altri uccelli. Alex è capace di chiedere, ad esempio, di essere portato in un luogo, e se questa richiesta non viene esaudita, manifesta il suo disappunto. Secondo Pepperberg è veramente intelligente e, soprattutto, prima di rispondere ragiona e pensa. Speriamo che questa scoperta fermi il massacro che si sta facendo in natura dei poveri pappagalli, massacro che ha già portato nell’arco dell’estinzione 72 delle 330 specie note.

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