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ZUBKOVA ELENA

Quando c'era Stalin.Russi dalla guerra al disgelo

Il Mulino, Bologna 2003, collana: Biblioteca Storica, pp.278 , cm.21,5x15,5, ISBN 881509289, euro 21.00.

Il rapporto della popolazione con il governo e con le sue iniziative politiche, così come con i funzionari incaricati di applicarle, costituisce uno dei temi centrali di questo studio, che si sofferma soprattutto sulle questioni che agitarono la società
sovietica nel suo complesso e toccarono gli interessi di vasti segmenti sociali: i contadini, la popolazione urbana, la classe intellettuale.
La struttura del libro riflette i problemi che la gente negli anni del dopoguerra considerava principali. Quanto alle fonti l'autrice ha recuperato quelle di natura privata, diari e memorie, corrispondenze: sono lettere inviate al comitato centrale di
Partito Comunista, lettere indirizzate alla rivista Novyjmir, lettere intercettate dalla censura, poi i documenti pubblici del Comitato Centrale del Partito Comunista ed infine la narrativa e quanto pubblicato sui giornali. Ci pare importante, infine,
segnalare, a proposito di fonti, quanto l'autrice scrive nell'introduzione << i più anziani, tra i russi, hanno vissuto gli anni della guerra, l'epoca di Stalin e quella di Chruscev, derivandone una personale interpretazione: le loro impressioni e la
loro esperienza rappresentano un gigantesco archivio di memoria sociale, assolutamente necessario per capire il passato così come il presente>> Il libro può essere definito come una storia sociale della Russia, che copre un periodo che va dal 1945 al
1956 rimasto finora oscuro e indecifrabile.
Sommario.
Parte prima. Strategie di sopravvivenza
1. Psicologia sociale della guerra.
2. La vittoria e i vincitori.
3. Come sarà la vita dopo la guerra?: il conflitto tra speranze e realtà.
4. Gli anni della fame 1946-1947.
Parte seconda. L'illusione della liberalizzazione.
1. Lo stato e i contadini: l'antagonismo dei villaggi verso i Kolchoz.
2. Religione e politica: il revival della fede religiosa.
3. L'umore politico delle masse, 1945-1948.
4. Occorre fare qualcosa: l'intelligencija e gli intellettuali non conformisti.
Parte terza. La repressione.
1. Le cose non cambiano: la crisi delle speranze del dopoguerra.
2. La nascita del movimento giovanile antistalinista.
3. La lotta al dissenso.
4. Chi è il responsabile: l'evoluzione dell'opinione pubblica.
Parte quarta. Il disgelo.
1. Senza Stalin: il nuovo clima sociale.
2. Il rigetto del Gulag
3. Il ritorno all'individuo: spinte dal basso e iniziative dall'alto.
4. Il rifiuto del culto della personalità e il suo impatto sociale.
5. L'opinione pubblica e la sindrome ungherese.



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Data ultimo aggiornamento: Mercoledì 2 aprile 2003
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