Siamo d'accordo sulla tua esposizione riguardante
la poetica di Baldini. Questo nostro spettacolo nasce anche come
operazione culturale volta a far conoscere uno dei massimi poeti
italiani viventi: spesso disconosciuto o ignorato dal grande pubblico.
Per quanto riguarda l'interpretazione e la regia, vorremmo puntualizzare
alcune cose. Indubbiamente, come si sa, alla prima uno spettacolo
è spesso acerbo; considera che dopo il debutto il regista Gaddo
Bagnoli ha deciso un ulteriore aggiustamento del testo che ha comportato
tagli e spostamenti, ma che ha giovato moltissimo allo spettacolo.
Infatti uno spettacolo come In fondo a destra (mai rappresentato
prima d'ora), è basato su di un testo che per quanto meraviglioso,
ha avuto bisogno, come ti sarai accorto, di un grosso lavoro di
drammaturgia. Baldini è uno straordinario poeta che ha scritto,
sembrerebbe quasi incidentalmente, tre monologhi teatrali di cui
solo uno (In fondo a destra) in italiano (ricordiamo per chi non
conoscesse Baldini che scrive esclusivamente in dialetto romagnolo).
Per quanto riguarda l'attore, la sua formazione e la sua esperienza
sono esclusivamente teatrali, quindi non televisiva e/o cinematografica,
anche se per anni ha lavorato nel teatro di varietà con Vito Molinari
e questo, comprendiamo, può aver determinato le tue impressioni.
Rispetto all'interpretazione che definisci naturalistica-psicologica,
è vero che il personaggio è mosso dal meccanismo che hai individuato;
ma la direzione del nostro lavoro è tesa a sottolinearlo in un altro
modo. Abbiamo lavorato cercando non una verosimiglianza psicologica
del protagonista e del suo muoversi nel labirinto, ma cercando di
sospendere le dinamiche apparentemente reali che proiettano in una
visione surreale l' "essere" nel labirinto (ecco allora le quinte
trasparenti, i pezzi di oggetti che evocano altri oggetti, i personaggi
e gli amori inesistenti). Quindi ciò che appare naturalistico e
psicologico al pubblico, è costruito affinché l'attenzione del pubblico
stesso, nonché la comprensione del testo, risultino più semplici,
più immediati. L'approfondimento poetico di ogni parola, per quanto
affascinante, avrebbe distolto secondo noi l'attenzione del pubblico
da un testo che a tratti diventa filosofico e che comunque nel suo
insieme potrebbe risultare criptico. Durante le prove spesso ci
siamo trovati davanti a questo problema, e abbiamo privilegiato
la via della comunicazione a quella della fascinazione registica,
non per fermarsi al "primo livello", ma per impedire che il pubblico
non trovasse nemmeno quello. Secondo noi, infatti, l'approfondimento
interpretativo delle parole del testo può avvenire grazie ad una
proiezione della psicologia reale del personaggio in un mondo labirintico
e surreale come quello di In fondo a destra. Ci fa piacere poi che
Baldini, da spettatore presente alla prima, abbia convenuto con
noi che il continuo vagare del personaggio all'interno del labirinto
rispecchia il continuo movimento che è presente nel testo, e che
lui stesso sente come imprescindibile. Questo è soltanto il nostro
punto di vista (e non certo una critica alla critica), uno stimolo
che, come abbiamo detto all'inizio, potrebbe aprire un dibattito
all'interno del tuo preziosissimo sito. Gaddo Bagnoli e Lorenzo
Anelli
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