IL SONNO NEI PRIMI TRE MESI       (tratto ed adattato dal libro "Il bambino" di Penelope Leach)

Il vostro bambino nei primi mesi dormirà esattamente il numero di ore di cui ha bisogno. Non c'è nulla che possiate fare perché dorma di più o di meno. Se non è ammalato, non ha dolori o qualche altro disagio, dormirà in qualsiasi luogo e in qualsiasi circostanza. Quindi il vostro intervento in questo senso è molto limitato.
      
Nei primi tempi di vita il neonato passa spesso dalla veglia al sonno cosi impercettibilmente, che è difficile stabilire se in un dato momento dorme o è sveglio. Può succedere che cominci a succhiare sveglissimo e con ingordigia, per passare quindi succhiando a uno stato di estasi beata, interrotto di tanto in tanto da poppate più forti, unico segno che non dorme del tutto; di li a poco sarà immerso in un sonno tanto profondo che niente lo potrebbe svegliare.
Sta semplicemente facendo ciò di cui ha bisogno quando ne ha bisogno. Ma dal vostro punto di vista è bene aiutarlo a differenziare meglio la veglia dal sonno.
    

Se lo mettete sempre nella carrozzina o nella culla quando ha sonno, farà ben presto un associazione fra queste situazioni e il sonno. E se lo fate partecipare a qualunque compagnia sia disponibile quando è sveglio, sarà in grado di associare la compagnia allo stato di veglia.
Se un neonato dorme non significa che la casa debba essere completamente silenziosa. I soliti rumori e le normali attività della famiglia in questo primo periodo non lo disturbano, mentre se quando dorme tutti si muovono in punta di piedi sussurrando è probabile che crescendo non riesca a dormire se non c'è silenzio assoluto.
In questi primi giorni di vita il neonato è disturbato da stimoli interni. Lo disturba la fame, il freddo se non dorme ancora profondamente; il dolore lo sveglia e cosi pure una scarica intestinale o un ruttino. A volte, anche le contrazioni e i suoi stessi movimenti, quando entra in quello stato di rilassamento che precede il sonno profondo, lo disturbano.
Naturalmente possono turbare il suo sonno anche stimoli provenienti dal mondo esterno, ma per lo più solo quando si verificano cambiamenti improvvisi.
Gli esseri umani sono creature diurne, dormono di notte e vivono di giorno, ma i neonati sono sprovvisti di un meccanismo chiaro e innato che li faccia agire in questo senso. All' inizio si addormentano e si svegliano senza seguire uno schema regolare. Occorre del tempo e un intervento saggio da parte vostra per persuaderlo a dormire di più di notte e a stare più sveglio di giorno.
E' possibile accelerare questo processo differenziando, sin dall inizio, il sonno notturno dai sonnellini durante il giorno, per esempio lavandogli faccia - mani - sederino, vestendolo per la notte e soprattutto, mettetelo a dormire nella culla e in camera da letto e non nella carrozzina in qualche altro posto della casa come fareste durante il giorno.


Abbassate le luci. Per dare alla stanza un aspetto diverso dal giorno assicuratevi che il neonato, svegliandosi (tutti i neonati lo fanno di tanto in tanto durante la notte) non rimanga attratto da una luce forte o comunque ben visibile.
Controllate che la stanza sia sufficientemente calda e che rimanga tale. Se il neonato ha freddo nel periodo di sonno leggero si sveglia.
Fate in modo che i pasti notturni siano veloci e che il bimbo non si svegli del tutto. Il bambino si sveglia perché non può superare la notte senza mangiare né bere, ma meno si sveglia, meglio è. Controllate, prima di lasciarlo di sera, che tutto l 'occorrente per la notte sia pronto. Non vorrete certo portarlo in giro alla ricerca di un pannolino asciutto.
Quando piange cercate di consolarlo subito prima che entri in uno stato di disperazione che lo sveglierebbe completamente. Non giocate con lui e non parlategli; calmatelo, cullatelo e coccolatelo. I pasti durante il giorno sono anche momenti di gioco e di rapporto con gli altri, ma i pasti di notte servono solo a nutrirlo.


Essere genitori significa sonni interrotti. Se siete molto fortunati il problema si risolverà in capo a poche settimane. Ma la maggior parte dei genitori deve sopravvivere a questo stato di disagio per alcuni, e a volte, per parecchi mesi. meglio perciò organizzarsi in modo che i doveri notturni siano facilitati al massimo, e imporsi un autodisciplina per riuscire a dormire ogni volta che il bambino lo permette.

Svegliatelo per la poppata notturna prima di andare a letto. Se aspettate che il bimbo si svegli, perderete ore di sonno. Non gli farà male essere allattato prima che capisca di aver fame. Organizzatevi in modo che le alzate notturne siano abbastanza confortevoli. Se gli date il latte artificiale il biberon già pronto in frigorifero e uno scalda biberon elettrico vi faranno risparmiare tempo. Se una bevanda calda vi aiuta a riaddormentarvi, tenetevela pronta in un termos. Se i piedi freddi vi impediscono di dormire dopo la poppata procuratevi una termo coperta.
Dategli da mangiare appena comincia a piangere. Se lo lasciate piangere e il bimbo non ha molta fame, può darsi che si riaddormenti. Ma finché piange vi terrà sveglia e si sveglierà di nuovo molto affamato appena vi sarete riaddormentata. Se lo fate aspettare un po , vi terrà sveglia col suo pianto e quando finalmente gli darete da mangiare sarà troppo stanco e infelice per riuscire a prendere l' intero pasto e si sveglierà di nuovo prima dell' ora in cui si sarebbe svegliato se gli aveste dato da mangiare subito. Se gli date acqua zuccherata, il fatto di succhiare e di aver placato la sete lo farà probabilmente riaddormentare, ma neppure cosi la pace durerà a lungo. Ci penserà il suo stomaco a svegliarlo per la fame.

Abituatevi a riaddormentarvi appena avete sistemato il bambino. Accade facilmente di stare svegli chiedendosi se il bambino abbia bisogno di fare un altro ruttino o di mangiare un pochino di più . Se ne ha realmente bisogno, ve lo farà sapere. Se non lo fa, aspettando che pianga, prenderete un altro po di sonno.
Trasferite Il bambino in un altra stanza il più presto possibile. I rumorini che il neonato fa respirando e muovendosi se accanto al vostro letto vi disturbano più di quanto possiate immaginare. Se andate a controllare la culla ogni mezz ' ora, finirete per disturbare lui. Naturalmente dovete essere sicura di sentire anche il pianto più flebile, ma vi riposerete meglio se non sentirete gli altri rumori.
Decidete se uno o entrambi i genitori si occupano del bambino. Sebbene all inizio anche i pasti notturni vi sembreranno parte dell esperienza esaltante di avere un bambino e tutti e due vorrete parteciparvi, ricordatevi che vi aspetta un lungo periodo di sonno insufficiente. E' veramente inutile che vi svegliate tutti e due ogni volta che il bimbo vuole mangiare, a meno che il farlo insieme vi faccia risparmiare tempo. Le mamme che allattano al seno giungono di solito alla conclusione che una tazza di tè e due chiacchiere nel cuore della notte non valgono la contropartita di un marito stanco quanto loro e preferiscono cavarsela da sole e magari essere ripagate con qualche pisolino nei fine settimana. Le mamme che ricorrono all'allattamento artificiale a volte organizzano dei turni: una notte per ciascuno. Ma per molte coppie neppure questo sistema funziona, perché la madre si sveglia comunque.

Per poter dormire di più.

Per riuscire a dormire il più a lungo possibile senza scontentare il bambino è necessario essere un po flessibili sull orario del pasto notturno. Fare aspettare il bambino o cercare di imporre un orario vi condannerà a settimane di sonni interrotti.
Il segreto per riuscire a giocare sull orario dei pasti notturni in modo da adattarli alle vostre esigenze sta tutto nel non pensare in termini di disciplina. Perciò non mettetevi in mente che sia un « bene » per il bambino eliminare il sesto pasto. E non mettetevi neppure in mente che dandogli da mangiare prima che abbia troppa fame o dandogli la possibilità di succhiare un pochino fra i pasti si «vizi » il bambino. Si tratta di semplice buon senso. Se riuscite ad accettare sinceramente questo atteggiamento, scoprirete che è sempre possibile anticipare o prevenire la richiesta di cibo. Svegliate il bambino e dategli da mangiare invece di aspettare che si svegli per conto suo. Perché piombare esausta a letto a mezzanotte sapendo che il bimbo vorrà mangiare verso le 2 e verso le 6 di mattina, quando lo potete svegliare prima di andare a dormire ed essere perciò sicura che non vi disturberà prima delle 4?

Non tutti i lattanti a sei settimane rinunciano di buon grado al sesto pasto e non tutti a tre o quattro settimane sono disposti a collaborare con i genitori che cercano di spostare il quinto pasto a un ora conveniente. Se vostro figlio uno di quelli che vorrebbero mangiare più spesso di notte che di giorno e continua a svegliarsi due volte per notte quando non "dovrebbe svegliarsi affatto", è probabile che per la stanchezza la vostra pazienza e il buon senso svaniscano. Cercate di resistere. Il bambino si sveglia perchè ha fame e quindi piange. Se mangia smetterà immediatamente di piangere, ma nient'altro lo calmerà per un tempo abbastanza lungo. Il vostro piccolo dormirà tutta la notte quando lo potrà fare. Nel frattempo qualsiasi metodo per obbligarlo a rinunciare alla poppata notturna lo renderà infelice e perderete ancora più sonno.

Verso il secondo mese di età

Mentre il neonato scivola spesso dal sonno alla veglia impercettibilmente, standosene per lunghi periodi in uno stato di dormiveglia, il lattante ormai assestato ha un comportamento molto più differenziato nel sonno e nella veglia. Quando si addormenta si può presumere che non si sveglierà per un certo periodo e quando si sveglia si sa già che non si riaddormenterà fino al pasto successivo. A tre, quattro settimane di vita il sonno e l 'alimentazione seguono uno stesso ritmo: se si lascia che il piccino segua le sue inclinazioni, si sveglia quando ha fame e si addormenta quando è sazio. Il suo periodo di veglia si concentra attorno ai pasti ed è solo in quel momento che vi occupate di lui, cambiandogli i pannolini prima e coccolandolo quando ha succhiato il latte.
A circa sei settimane il rapporto fra l'alimentazione e il sonno comincia a diminuire. Il bambino tende ancora ad addormentarsi quando ha mangiato bene, ma comincia a svegliarsi prima di essere affamato, a volte semplicemente perché, per il momento, ha dormito abbastanza.
Molti lattanti preferiscono stare svegli in un determinato momento della giornata, per lo più nel tardo pomeriggio. Il bambino dorme dopo la prima colazione del mattino, mangia all' ora di colazione, dorme di nuovo ma si tratta questa volta solo di un sonnellino di un paio d' ore e non del solito sonno prolungato fino al pasto successivo. Molte mamme incoraggiano questo ritmo perché il pomeriggio è un momento favorevole per intrattenere il piccolo. Quando si sveglia gli si può dare una tisana, poi si potrà fargli fare una passeggiata in carrozzina, oppure lasciarlo sul pavimento senza pannolini a sgambettare fornendogli tutta l' attenzione che desidera. Dopo un ora o due sarà pronto per il bagnetto e per mangiare. L' esercizio fisico e il gioco l' avranno stancato e probabilmente dormirà fino all ultimo pasto della sera.


Alcuni lattanti preferiscono stare svegli in un altro momento della giornata che forse sarà meno conveniente per i genitori. Se il vostro bambino tende a fare un sonnellino di un oretta dopo la prima colazione e sta sveglio per quasi tutto il mattino, è possibile, volendo, modificare il suo ritmo spostando a poco a poco l' orario dei pasti. Uno spuntino quando si sveglia a metà mattina potrebbe indurlo a riaddormentarsi. Se lo lasciate dormire fino all ora di colazione in capo a un paio di giorni tenderà a star sveglio durante il pomeriggio.
A tre o quattro mesi è probabile che il bimbo stia sveglio per due o tre periodi durante il giorno. Un buon pasto facilita il sonno, ma via via che cresce i sonnellini si faranno sempre più brevi.
A quest' età se ci sono delle difficoltà sono dovute a voi, quasi mai al bambino. Egli dormirà quanto ha bisogno di dormire; non è capace di star sveglio se ha sonno come non riesce a svegliarsi di proposito . Quindi non aggiungete alla vostra preoccupazione di non dormire abbastanza quella che il bambino non dorma a sufficienza.

Amare non vuoi dire viziare

Amare un bambino, giocare con lui, mettersi nei suoi panni, preoccuparsi dei suoi bisogni e del suo stato d animo cogliendo ogni suo più piccolo gesto e suono sono tutte attività che richiedono molta attenzione. Vi chiederete se sia giusto che a vostro figlio sia dato tanto, se non finirà per essere viziato. Bambini più grandi e adulti che si comportano egoisticamente preoccupati solo del proprio benessere e del tutto incuranti dei bisogni degli altri sono dei guastafeste. Quando un bambino di quattro anni rifiuta il regalo della nonna, o strilla perché vuole un terzo gelato mentre il secondo gli si sta sciogliendo in mano, è «orribilmente viziato» . La prospettiva di essere responsabili dei vizi del proprio figlio è tanto sgradevole che molti genitori cercano di evitare questo pericolo sin dalla nascita.
Perché un bambino diventi viziato oltre ad aver bisogno delle cose le deve anche volere; deve riuscire a vedersi come una persona separata dagli altri; deve riconoscere i diritti degli altri e i suoi ed essere in grado di rivendicare i suoi su quelli degli altri. Il lattante non può fare nulla di tutto ciò . Il piccino sente un bisogno e lo esprime; non ha ancora raggiunto uno sviluppo intellettivo che gli permetta di elaborare concetti complessi come « posso farmelo dare?... », ((se faccio baccano, forse... », « me l 'hanno lasciato fare ieri e voglio farlo anche oggi, quindi io... ».
Appagare i bisogni di un bambino a volte è molto faticoso. Infatti tutti i bambini attraversano delle fasi transitorie in cui i bisogni cambiano e ne hanno quindi molti da esprimere. Non appena avrete imparato a conoscere i nuovi bisogni e a soddisfarli tempestivamente o addirittura ad anticiparli, il bimbo smetterà di esprimerli cosi rumorosamente e tanto spesso. Se invece lasciate che si insinui in voi la preoccupazione di viziare vostro figlio, potreste non darvi la pena di capire e di appagare le sue esigenze. Avevate presa l' abitudine di quei periodi di tranquillità fra i pasti; ma ora il bimbo si sveglia e piange molto prima dell orario « giusto ». La soluzione più semplice è di prenderlo e aiutarlo a giocare, mentre quella dettata dalla paura di viziarlo esattamente l' opposto. Avevate in mente di prenderlo su alle due del pomeriggio, ma poiché piange e vi chiama all' una, non solo vi rifiutate di prenderlo subito, ma aspettate fino alle 14 perché « deve imparare ». Ma che cosa impara il piccolo da questo comportamento? Qual il messaggio che gli giunge dal vostro atteggiamento disciplinare? "Non darti la pena di chiamarmi, tanto non verrò finché non sono pronta »; « non dirmi quando sei infelice perché non mi interessa », « più mi dici di cosa hai bisogno, meno ho voglia di aiutarti », « farò delle cose per te solo se non le chiedi ». Se si crea una simile situazione tutti ne usciranno perdenti.
Il bambino perdente perché i suoi bisogni non vengono appagati o lo sono dopo tanto tempo, quando ha ormai perso quella fiducia per lui vitale che qualcuno si preoccupi del suo benessere. Allora diventa ansioso, piange, si agita più facilmente ed è più difficile consolarlo. Mentre prima, quando si svegliava, avrebbe potuto giocare da solo contento, ora, dopo questa esperienza di abbandono, ha imparato ad associare il lettino alla solitudine e alla noia, e quindi piangerà non appena apre gli occhi. Voi siete perdente perché meno appagate i bisogni del bambino, più egli diventa esigente. Con l aumentare della vostra determinazione a resistergli, le sue richieste, che prima erano naturali, ora sono dettate dall ansia e alla fine vi troverete intrappolata in un circolo vizioso il cui risultato è quello che avete sempre cercato di evitare: un bambino eccessivamente esigente e piagnucoloso.
Tutta la famiglia perdente perché dei genitori risentiti non sono una buona compagnia e non è piacevole vivere con un bambino ansioso e molto esigente.
Se il compito di badare al bambino vi sembra già troppo opprimente e faticoso non sarà facile convincervi che dedicandovi di più a vostro figlio faciliterete a entrambi lo stabilirsi di un buon rapporto. Se già ora, pur limitando le vostre attenzioni, vi sembra di non farcela, avrete l' impressione che se non razionate il vostro intervento le richieste del bambino saranno superiori al tempo e all' energia di cui disponete. Eppure non è cosi. Un esempio concreto servirà a illustrare più chiaramente questo concetto. La tabella seguente descrive una notte trascorsa da due madri diverse che hanno un bambino di tre mesi. La madre A ritiene di dover risparmiare tempo ed energia limitando le sue attenzioni; la madre B non è ossessionata dal timore di viziarlo e considera più semplice fare quello di cui il bambino sembra aver bisogno.
In questa situazione la madre A ha trascorso gran parte della notte sveglia e in modo poco piacevole. Facendo aspettare il bambino prima di dargli da mangiare la madre A ha provocato un pianto lungo e disperato e quando finalmente si recata da lui, il piccino non ha potuto dimostrarsi lieto di vederla: era troppo disperato per accoglierla con un sorriso gratificante. Quando finalmente la mamma si è messa a allattarlo, lui era troppo infelice per mettersi a succhiare con piacere. Quindi la signora A non ha neppure la soddisfazione di vedere un bimbo che gode delle sue cure. Non solo, ma per la stanchezza che gli deriva dall aver tanto pianto e la difficoltà a digerire riesce solo a succhiare pochi grammi. La signora A si trova quindi di fronte alla possibilità che il bambino si svegli di nuovo dopo un paio d'ore...
A nessuno piace dare da mangiare a un bambino di notte, ma mentre la madre B torna a letto con la sensazione di avere assolto il suo compito in modo piacevole e gratificante, la signora A deve per forza avere la sensazione che i bambini stancano e i pasti notturni sono un tormento. Quando poi i richiami del piccolo risuonano per la casa alle 5 del mattino non può che iniziare un altra giornata con un sentimento di ostilità nei confronti del bambino.
Anche se questa dimostrazione vi può convincere della validità di quanto si vuole dimostrare per quanto riguarda i bisogni fisiologici del bambino, potreste tuttora ritenere di dover resistere alle sue richieste quando « non ha veramente bisogno di qualcosa, ma solo di attenzione ». Ma vostro figlio non è abbastanza grande da volere qualcosa che non sia un bisogno e l' attenzione da parte dell 'adulto è un bisogno, così come lo è un bisogno fisiologico. Senza nutrimento e calore il bambino muore e senza il rapporto con l' adulto non può diventare un essere umano completo.
Vostro figlio ha bisogno di voi non solo perché provvediate alle sue necessità fisiologiche, ma perché ha bisogno di conforto e sicurezza. Ha bisogno che qualcuno lo aiuti a interpretare il mondo, che gli si insegni ad apprendere con la pratica tutte le abilità che deve raggiungere, che si faccia per lui tutto ciò che la sua immaturità intellettuale e fisica gli impedisce di fare. Ha bisogno di una persona particolare che gli parli e lo ami per poter diventare una persona in grado di amare e di vivere.
Dovrebbe riempirvi di gioia sapere che il vostro bambino ha estremo bisogno di voi. Il vostro bambino sarà la sola persona al mondo chi vi ami d 'un amore totale e senza riserve. Godetevi la sua compagnia e accettate la sua dipendenza.

Regole facili               

1) differenziate il giorno dalla notte, date delle abitudini diverse ai pisolini diurni dal sonno notturno
2)appena ha sonno mettetelo nella culla o nel letto, non fatelo addormentare in braccio. Se è sveglio fatelo invece partecipare alla vita sociale differenziando i due aspetti.
3) dividete i compiti notturni con vostro marito.
4) spostate vostro figlio dalla vostra stanza appena possibile.
5) se si sveglia alle due per mangiare, svegliatelo per anticipargli una poppata a mezzanotte .
6) non abbiate paura di viziarlo.Non è possibile fino al sesto ottavo mese.
7) dopo il sesto mese rendetelo "autoconsolante". Se piange la notte non prendetelo su per consolarlo, ma fornitelo di ciuccio o orsetto di peluche che possa afferrare da solo.


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