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La "Escuela Moderna" di Francisco Ferrer y Guardia
di Maria Assunta Romaniello |
5.1 La pedagogia razionalista
Secondo
Smith,
possiamo cogliere alcune idee ispiratrici dellintero percorso culturale di Ferrer,
in una lettera da lui scritta, ancor prima dellapertura della prima scuola. Nel
piano di Ferrer, sempre a parere di Smith, la scuola doveva servire di giorno ai bambini e
di sera agli adulti. Al suo interno si dovevano disporre spazi per conferenze, riunioni
sindacali, che non si sarebbero dovute occupare delezioni né di migliorare le
proprie posizioni di classe. La loro attività doveva essere piuttosto finalizzata ad
ottenere la completa emancipazione dellindividuo e della società, in particolare
modo della classe lavoratrice. Ferrer, pur facendo leva sul concetto
dauto-educazione del proletariato, desiderava che frequentassero la sua scuola,
bambini provenienti da tutte le classi sociali in modo da superare la divisione tra le
stesse. Lantagonismo di classe, infatti, era impensabile per persone razionali. Il
Nostro aveva scommesso molto sulla razionalità delle persone, considerandole un cardine
della sua concezione filosofica e pedagogica. Questa impostazione razionalistica
delleducazione, mirava a formare individui autonomi ed indipendenti, capaci di
costruire una società libera che avrebbe permesso di liberare luomo e non la
classe. Ferrer espresse nei confronti della coeducazione delle classi sociali, le stesse
opinioni che ebbe a favore della coeducazione dei sessi. La Escuela Moderna
doveva porre a contatto bambini ricchi e poveri nellinnocente uguaglianza
dellinfanzia. Nonostante considerasse la ribellione contro loppressione
fondamentale per creare un pieno equilibrio tra gli uomini, perfettamente uguali, egli
riteneva che la Escuela Moderna, preparando i bambini ad essere uomini, non
dovesse anticipare né odi, né ribellioni. NellIdeale
, Ferrer tenne a precisare che a spingere lumanità sulla via del progresso non vi
era laspirazione a vedere il trionfo di un determinato partito, né a realizzare
unetà delloro, ma a raggiungere un regime sociale, privo dogni
privilegio e in grado di mettere lindividuo nella condizione di godere per suo
diritto alleducazione naturale, libero da ogni impegno economico e politico. Secondo
Ferrer, linsegnamento doveva essere privo di dogmi e tradizioni, in quanto
imprigionavano la vitalità mentale in limiti imposti dalle esigenze provenienti dalle
fasi transitorie dellevoluzione sociale. Dommanget fa riferimento ad una
lettera di Ferrer, dove questi affermava che il cervello dellindividuo deve essere
lo strumento della sua volontà. In un suo articolo, Ferrer dichiarava di
preferire la spontaneità di un bambino che non sapeva nulla a chi aveva subito
leducazione dellepoca. Inoltre, riteneva fondamentale il ruolo della scuola
nel coordinare linsegnamento pedagogico basato sulle scienze naturali, senza fare
nessuna concessione ai procedimenti tradizionali. Nel fare questo essa si scontrava con
molte difficoltà di vario tipo: sociale, culturale, pedagogico. Il vero educatore,
secondo Ferrer, non doveva violare, costringere, ma piuttosto difendere le energie proprie
del bambino, anche contro la propria volontà. Egli desiderava uomini capaci di rinnovare
lambiente e se stessi e con il tempo acquisire le idee delle persone a loro vicine,
modificandole attraverso la conoscenza e lesperienza. Leducazione andava
quindi rinnovata radicalmente e si doveva rifiutare ogni impostazione pedagogica fondata
sullistruzione teorica, ossia sullacquisizione di conoscenze che non avevano
nessun significato per il bambino; al suo posto andava favorita invece, unistruzione
pratica. Per effettuare uneducazione integrale era necessario inoltre, convertire le
rappresentazioni intellettuali suggerite dalla scienza, in sentimenti. Il concetto di
educazione integrale delluomo, già presente in Bakunin, Proudhon, Kropotkin, in
Ferrer ha assunto delle caratteristiche diverse. I suoi sviluppi pratici, inoltre, si sono
differenziati da quelli di Robin e Faure, i quali consideravano listruzione
integrale come unapprendistato politecnico che doveva servire a preparare i
lavoratori indipendenti ed autonomi. Ferrer, invece, quando parlava di educazione
integrale si riferiva allo sviluppo delle diverse potenzialità; per questo nella Escuela
Moderna non cera apprendistato, non esisteva un laboratorio, ma si privilegiava
il rapporto tra teoria e pratica. Attraverso la sperimentazione, infatti, si doveva
giungere alla teoria, seguendo le indicazioni del razionalismo scientifico
dellepoca. Questo avrebbe liberato luomo dalle molteplici schiavitù, ossia da
tutti i dogmi che impedivano lemancipazione dellumanità e dal pregiudizio
religioso, ritenuto da Ferrer come elemento centrale delloppressione e del
condizionamento. Ferrer sosteneva che la Escuela Moderna, adottando il razionalismo
umanitario, infondeva nellinfanzia il desiderio di conoscere lorigine delle
ingiustizie sociali e quindi di combatterle. In un articolo scritto in carcere nel 1907,
ma pubblicato nel 1909, Ferrer si faceva
sostenitore del Razionalismo umanitario, in quanto esso avrebbe permesso di combattere lo
sfruttamento delluomo sulluomo, la schiavitù della donna, i nemici
dellarmonia umana, lignoranza, il vizio, la cattiveria. In questo modo la
scienza positiva avrebbe trasformato leducazione in fatto rivoluzionario. Nella
mente di Ferrer convivevano due filoni: il razionalismo del libero pensiero e lo
scientismo positivista che era alimentato dalle teorie evoluzionistiche di Spencer, di
Reclus e di Hackel. La ragione naturale e la scienza, infatti, guidavano il suo
razionalismo educativo che si differenziava e si opponeva allinsegnamento religioso.
Gli uomini educati con questimpostazione pedagogica si sarebbero dovuti aspettare
niente da nessuno tranne che da se stessi. Solo una scienza neutra, libera da ogni dogma e
conforme alla natura, avrebbe garantito una coincidenza tra questultima e la
ragione. Ferrer sosteneva che bisognava seguire attentamente gli studi sul bambino
condotti dagli scienziati, sforzandosi di ricercare i mezzi per applicare le esperienze di
questi ultimi alleducazione che si voleva instaurare, al fine di raggiungere una
liberazione sempre più completa degli individui.
Per
rinnovare la scuola bisognava:
a)
studiare il bambino, in modo da dimostrare linadeguatezza della scuola
preesistente;
b)
migliorare la scuola progressivamente, oppure fondare scuole alternative.
La
prima strada era utile e positiva per promuovere la coscienza scientifica degli studi sui
bambini e sul loro processo evolutivo. Ferrer denunciava il ruolo ideologico
dasservimento e di condizionamento che la scuola svolgeva nei confronti delle nuove
generazioni. Se lo stato investiva molto sulla scuola, ciò dipendeva dal fatto che essa
era ritenuta il mezzo più efficace per garantire il consenso e reprimere il dissenso. Da
qui limportanza di considerare laspetto politico e sociale della questione e
prodigarsi per fondare scuole libere e diverse. Secondo Ferrer bisognava garantire la
libertà dellinsegnamento e preoccuparsi non tanto di cosa insegnare ma di come
farlo. Le modalità da seguire per insegnare qualsiasi materia erano due: o irrobustire il
giudizio oppure atrofizzarlo. Nel primo caso si aiutava lalunno a fissare
lordine delle nozioni che si presentavano al suo esame per la prima volta,
nellaltro caso invece, lo si sarebbe disgustato per sempre. A parere di Ferrer
linsegnante doveva provocare lallievo al fine di far emergere i suoi interessi
e le sue emozioni, in un clima positivo. Linsegnante non doveva impartire agli
alunni la verità degli altri, ma far scoprire allallievo le sue verità per mezzo
di un metodo che andava perfezionato un po alla volta. Ferrer in un suo scritto,
affermava che lallievo doveva possedere la libertà di mostrarsi comera e di
progredire verso il sapere secondo la propria legge e le proprie forze, non sotto la
soffocante autorità di un ordine imposto da una formula stabilita in nome della
perfezione e dellassoluto. La libertà doveva essere anche dellinsegnante al
fine di garantirgli la possibilità di ricorrere a tutti i mezzi necessari per interessare
l'allievo. Lautore, infatti, sosteneva che bisognava lasciare al corpo insegnante
liniziativa di fare ciò che gli sembrava più opportuno, considerando che questi
conosceva i suoi allievi meglio di qualsiasi burocrate e ministro. Inoltre, bisognava
differenziare gli interventi educativi per favorire la crescita dei bambini. La pedagogia
ufficiale doveva quindi cedere il posto allindividualità cosi come avevano
insegnato Montaigne, Rousseau e Spencer. La Escuela Moderna doveva negare la
scuola del passato ed incentivare, sviluppare, dirigere le diverse attitudini dogni
bambino al fine di contribuire allarricchimento dellintera società. Era anche
necessario che i locali della scuola rimanessero aperti anche di domenica per favorire gli
incontri con lintera comunità sociale. La Escuela Moderna doveva
ricercare la continuità con questultima e non con il sistema educativo tradizionale
e con i valori autoritari dello stato.
Riassumendo
si può affermare che le caratteristiche della Escuela Moderna erano le
seguenti:
a)
era una scuola a pagamento, anche se ognuno contribuiva secondo le sue possibilità, in
modo da favorire leducazione dei ricchi e dei poveri; >
b)
era mista, al fine di contribuire alla coeducazione dei sessi;
c)
aveva un atteggiamento razionale nei confronti della religione, nel senso che
contrapponeva ad essa lo spirito scientifico. La scienza rappresentava una fonte di valori
per lintera vita;
d)
non esistevano premi e punizioni, in quanto, secondo Ferrer, linsegnamento razionale
era innanzitutto un metodo di difesa contro lerrore e lignoranza. Essi
causavano divisioni in classi e lantagonismo di interessi;
e)
non esistevano neppure esami o forme di valutazione, ma solo semplici registrazioni dei
progressi compiuti dagli allievi dal punto di vista di uneducazione e di
unistruzione permanente e ricorrente. In seguito alle richieste
frequenti, da parte dei genitori dei nuovi alunni, di correggere gli errori dei loro
figli, utilizzando le valutazioni tradizionali, Ferrer rispose con uno scritto che
pubblicò nel Bollettino. In esso lautore considerava gli esami classici non
efficaci, perché non davano alcun risultato, costituendo delle torture nei confronti dei
bambini. La valutazione serviva solo per soddisfare lamor proprio, malsano, dei
genitori. Gli insegnanti si servivano degli esami per dimostrare ai genitori che gli
alunni avevano imparato molto sotto la loro guida . Tutto ciò avveniva a scapito della
vita morale e fisica dellalunno.
f)
Nella Escuela Moderna, infine si dovevano rispettare i tempi e le modalità
d'apprendimento d'ogni bambino; perciò era necessario lasciare libero linsegnante
da qualsiasi imposizione burocratica, al fine di regolare listruzione a piacere suo
e di quello dei suoi discepoli. Non bisognava pertanto applicare una regola uniforme per
tutti gli allievi. La stessa azione, compiuta da bambini diversi, poteva essere ispirata,
secondo Ferrer, da motivi opposti. Era pertanto necessario conoscere tutti gli allievi per
operare con efficacia su ognuno di essi.
Da
quanto si è detto finora, si può sostenere che la scuola di Ferrer, rispetto a quella di
Tolstoj, aveva le caratteristiche di una vera e propria scuola. Inoltre, lattenzione
che Ferrer ha mostrato nei confronti dei contenuti scientifici e della connaturata
potenzialità rivoluzionaria, facevano della sua esperienza un modello adatto ad un
sistema scolastico, ancor più di quelle di Robin e di Faure. In una circolare del 1908,
Ferrer comunicava che si era costituita una Lega Internazionale per leducazione
razionale in cui ritornavano i suoi principali enunciati. Essi erano:
1)
leducazione dellinfanzia fondata su una base scientifica e razionale;
2)
listruzione come parte delleducazione;
3)
la necessità che i programmi e i metodi dinsegnamento fossero adattati alla
psicologia del bambino.
Questo
era ciò che Ferrer scriveva prima di tornare in Spagna, nel 1909, dove fu accusato di
essere un cospiratore della Semana trágica di Barcellona. A causa di essi, Ferrer
fu fucilato, nonostante unenorme e diffusa protesta si levasse in tutto il mondo. La
sua fucilazione ha evidenziato come la questione della formazione scolastica era
altrettanto pericolosa per i regimi conservatori delle lotte operaie e democratiche,
analizzate nel corso del primo capitolo. Nel libro da lui scritto, La Escuela Moderna, in
un rifugio clandestino e pubblicato per la prima volta dopo la sua morte, si possono
ritrovare il fascino delle battaglie del passato e lesposizione di valori e proposte
di assoluta attualità.
5.2
I caratteri della Escuela Moderna
La
prima Escuela Moderna fu inaugurata a Barcellona l8 settembre 1901 e
furono illustrate le sue finalità in un programma. In esso i propositi rivoluzionari non
furono né taciuti e neppure esposti in modo aggressivo e polemico. Tina Tomasianalizzando
le finalità della Escuela Moderna, ritiene che essa intese formare delle
persone libere da ogni pregiudizio, utilizzando un programma di studi razionali e
scientifici, che si propose di stimolare lalunno al fine di farne un membro utile
della società e di dare un notevole rilievo alla salute fisica.
La
scuola era strutturata come un centro comunitario che nei giorni festivi funzionava da
università popolare e da luogo di ritrovo: essa ebbe a disposizione oltre alle normali
aule, una biblioteca, un vasto salone e sale adibite alle conversazioni ed occupazioni
ricreative.
La scuola si articolò in un asilo infantile, in un corso elementare inferiore e superiore
e in una sezione per adulti. Accolse alunni di entrambi i sessi, appartenenti a tutte le
classi sociali e di età compresa dai cinque anni in poi. La scuola organizzò oltre alla
normale attività didattica, corsi di igiene, di ginnastica e di educazione sessuale. Un
notevole margine di tempo fu dedicato al lavoro manuale e alle attività ricreative
(giardinaggio, canto e gioco). Agli alunni non furono imposti né il silenzio né
limmobilità, fu concesso loro di uscire liberamente dalle aule se stanchi o
annoiati. La disciplina e lordine derivavano da un clima disteso e sereno dove erano
bandite le punizioni e le competizioni; gli insegnanti erano esortati ad instaurare
rapporti umani diversi da quelli gerarchici, a farsi amare, a rispettare la personalità
degli alunni. Inoltre a loro si richiedeva di perfezionare continuamente i metodi
didattici secondo i risultati delle scienze psicologiche.
Analizzando
i programmi dei singoli anni attuati nella Escuela Moderna riportati da
Ferrer, le seguenti caratteristiche sembrano essere i fondamenti del suo operare:
Ligiene
scolastica assunse un ruolo molto importante. Alcune figure dello stesso cattolicesimo
spagnolo, San Alejo e San Benito Labra, furono, a parere di Ferrer, «due dei più
popolari tra gli immondi e numerosi maestri di sporcizia». Seguendo il loro esempio,
molti bambini non curavano molto la pulizia fisica e intellettuale. Essi, infatti,
vivevano in un ambiente ricco dignoranza, perpetuata dal clero, dalla tradizione,
dalla borghesia liberale e democratica di quel tempo. La Escuela Moderna
combatteva sistematicamente questo «sudiciume atavico», dimostrando lenorme
ripugnanza che ispirava ogni persona, oggetto, animale sudicio. La pulizia al contrario
suscitava piacere e simpatia. Si dimostrava che stare vicino a una persona pulita era più
facile al contrario un soggetto maleodorante si evitava con disprezzo. Gli esponenti della
scuola inoltre, ritenevano la sporcizia una fonte di malattia e portatrice di infezioni.
La pulizia invece, avrebbe reso possibile il mantenimento dello stato di salute. In questo
modo, si cercò di orientare la volontà dei bambini verso la pulizia e si predispose la
loro intelligenza alla comprensione scientifica delligiene. I bambini con
questinsegnamento contribuirono a cambiare le abitudini igieniche della famiglia,
sollecitandola alla pulizia. Linsegnamento impartito ai bambini avrebbe permesso
loro di far trionfare nel tempo le idee acquisite circa limportanza
delligiene. A proposito di questultima Ferrer fece riferimento a due articoli
apparsi sul Bollettino della Escuela Moderna. In essi si sostenne che
lanalfabetismo (su diciotto milioni di spagnoli dieci erano analfabeti) rendeva
necessaria lobbligatorietà dellistruzione; a tal fine era necessario che la
scuola rispettasse alcune condizioni: offrire sufficienti protezioni per evitare che il
bambino si ammalasse. Non era raro assistere al dolore dei genitori di fronte alla perdita
di un figlio a causa di una malattia contratta a scuola. La rosolia, la tosse canina, la
rogna ed altre malattie trovavano negli istituti scolastici ufficiali un
terreno fecondo a far scoppiare vere e proprie epidemie, in quanto i bambini che si
ammalavano, contagiavano gli altri membri della loro famiglia. Alle malattie citate si
aggiungevano la tigna, le deformazioni della spina dorsale, tutte provenienti
dalla scuola. A causare queste malattie contribuirono alcuni fattori: luso di un
solo gabinetto, degli stessi bicchieri, lo scambio di quadri e matite. Pochi edifici
scolastici presentavano una situazione igienica accettabile. Il rimedio proposto da Ferrer
era lintroduzione dellistruzione igienica nelle scuole, le quali dovevano
essere dotate di sale ampie, con aria e luce in abbondanza. Ferrer considerò necessario
per il risanamento delle deficienze esistenti nelle scuole spagnole, ricorrere alle
iniziative dei privati, alla collaborazione tra corpo docente e medici per una corretta
prevenzione. Tutto questo avrebbe influito positivamente sul bilancio scolastico.
Lorganizzazione del servizio era affidato ad un medico, si basava sui seguenti
punti:
1-
salubrità delledificio, grazie alla ventilazione, al riscaldamento,
allinstallazione di gabinetti;
2-
profilassi delle malattie contagiose con lallontanamento momentaneo del bambino che
avrebbe presentato sintomi di malattia al fine di evitare il contagio. Su questo punto si
confidava sulla collaborazione della famiglia;
3-
controllo del peso, della vista, della misurazione dellaltezza, che sarebbero dovuti
avvenire ad intervalli periodici, al fine di verificare il procedere dello sviluppo per
poi intervenire in casi di scoliosi o di altre imperfezioni;
4-
educazione fisica e adattamento degli studi alla capacità intellettuale del bambino. Con
laiuto del maestro si cercò di graduare lesercizio fisico e il lavoro
intellettuale al fine di evitare ai bambini il dolore di testa, gli
sfinimenti, ecc.
5-
educazione ed istruzione sanitaria. Attraverso conferenze settimanali si cercò di
abituare il bambino alle pratiche igieniche (lavaggio delle mani, della bocca, bagni,
nuoto, pulizia delle unghie).
Ferrer
cercò di attuare questo programma igienico allinterno della sua scuola, invitando
molti medici stranieri, con la speranza che i suoi allievi trasmettessero ai genitori, ai
fratelli ed in seguito ai loro figli, le informazioni impartite ad essi. Il medico, il Dr.
Martinez-Vargas, che formulò i precedenti punti programmatici, propose ai responsabili
della Escuela Moderna di redigere un quaderno di biologia dove
annotare lo sviluppo degli alunni e le malattie da questi contratte in modo che chi era
immune dalla malattia, in caso qualcuno si ammalasse, poteva continuare a frequentare la
scuola, senza il rischio di contagiare i compagni; quelli che non lavevano avuta
ancora potevano essere soggetti a misure preventive, le quali avrebbero permesso di non
interrompere la vita normale delle famiglie e delle scuole.
Area
giochi. Il gioco fu ritenuto allinterno della Escuela Moderna molto
importante al fine di salvaguardare la costituzione, la salute, lo sviluppo fisico del
bambino. Il gioco non doveva essere considerato importante solo per i suoi effetti sullo
sviluppo fisico. Questopinione condusse in molti casi, nelle scuole ufficiali, a
sostituire la ginnastica al gioco, che invece era ritenuto da alcuni studiosi del tempo,
come Spencer, molto importante per il benessere del bambino. Gli esperti inoltre,
dimostravano che il gioco aveva delle conseguenze positive sulla salute in generale e su
quella mentale in particolare. Dal punto di vista pedagogico il gioco permetteva al
bambino di affermare i propri desideri e per questo molti Paesi lo introdussero nelle loro
scuole. Accettando questi principi, Ferrer si opponeva allinsegnamento cristiano che
considerava la vita una croce ed un fardello. Secondo il Nostro la vita doveva essere
vissuta e goduta, mentre andava respinto tutto ciò che arrecava dolore e tormento. In
questo modo Ferrer si avvicinava alle impostazioni di Fröebel, che considerava ogni gioco
ben fatto un lavoro e ogni lavoro un fine. Osservando il bambino mentre giocava, i
maestri, i pedagoghi avrebbero potuto conoscere il carattere del fanciullo. La preferenza
che il bambino esprimeva nel gioco fu ritenuta dalla Escuela Moderna un valido
indicatore delle predisposizioni del bambino, in base alle quali si poteva indirizzarlo
anche verso le professioni future. Inoltre il gioco serviva a far sviluppare
nellallievo il sentimento altruista, dimostrando i vantaggi della solidarietà.
Linsegnamento
laico. Allinsegnamento religioso e a quello politico Ferrer contrapponeva
linsegnamento razionale e scientifico. Un esempio dellinsegnamento religioso
proveniva dalle congregazioni monastiche di tutte le nazioni, le quali impartivano poche
conoscenze utili e molti principi appartenenti alla dottrina cristiana. Dal punto di vista
politico Ferrer considerava il caso dellinsegnamento in Francia dopo la caduta
dellImpero, volto ad esaltare il patriottismo e a presentare lamministrazione
pubblica di allora come uno strumento di buon governo. Con linsegnamento razionale
proposto da Ferrer si cercò di eliminare ogni oppressione politica e religiosa.
Utilizzando il metodo proveniente dalla scienza, definita dallautore come
lesclusiva maestra di vita, si cercò di dimostrare allinfanzia che alla
maggiore conoscenza dei prodotti della natura, delle loro qualità e della maniera di
utilizzarli corrispondeva maggiore quantità di prodotti alimentari, industriali,
scientifici ed artistici. In altri termini, solo attraverso il lavoro umano si potevano
soddisfare i bisogni delluomo e non ricorrendo ad un Dio immaginario.
Era, pertanto, inutile chiedere ad altri ciò che si poteva ottenere da noi stessi. Scopo
della Escuela Moderna era quello di far capire ai bambini che ad un maggiore
impegno nello studio, fin da piccoli, ne sarebbe conseguita la stessa quantità di
benessere da grandi. Si poteva sperare, inoltre, di raggiungere la felicità, se ci si
fosse liberati dalle superstizioni religiose. Queste ultime, infatti, da sempre erano
causa di disagio morale e materiale. Ferrer scriveva: « Linsegnamento razionale e
scientifico deve persuadere i futuri uomini e donne, che non devono attendersi nulla da
nessun essere privilegiato (fittizio o reale), ma che devono aspettarsi tutto il razionale
da loro stessi e dalla solidarietà liberamente organizzata ed accettata».
5.3
Laritmetica >
Ferrer
ritenne che lo studio dellaritmetica fosse il mezzo usato tradizionalmente per
inculcare nei bambini le false idee del sistema capitalistico e per attribuire al denaro
un alto valore. La Escuela Moderna indisse un concorso per il rinnovamento
dello studio dellaritmetica basato sulla risoluzione di problemi pratici, non
attinenti né al denaro, né al risparmio, né al guadagno. Piuttosto gli esercizi
avrebbero riguardato la produzione agricola e manifatturiera, la ripartizione delle
materie prime e degli oggetti fabbricati, i mezzi di comunicazione e di trasporto delle
mercanzie. La matematica in questo modo fu considerata la scienza delleconomia
sociale, dove per economia si intendeva la giusta distribuzione delle ricchezze. Gli
esercizi si basarono sulle quattro operazioni fondamentali (tenendo presenti i numeri
relativi, quelli interi, i decimali e le frazioni), sul sistema metrico decimale, sulle
proposizioni, sui quadrati, sui cubi, e sulle estrazioni delle radici quadrate e cubiche.
5.4
Linsegnamento della geografia
Questa
disciplina fu oggetto di un articolo di Reclus che Ferrer pubblicò nel Bollettino n.6 del
secondo anno, trattandola in stretta relazione con il concetto complessivo che Reclus
sosteneva dellinsegnamento razionalista. In geografia e nello studio della natura
terrestre il metodo proposto dallautore era losservazione diretta della terra.
Purtroppo, secondo Reclus, le scuole ufficiali preferivano ripetere i nomi di località,
dei golfi, degli stretti, ecc., mnemonicamente, senza far riferimento a nessuna realtà
precisa, perché allalunno non erano mai presentati realmente gli elementi oggetto
di studio. Il rimedio, secondo Reclus, consisteva nellevitare di far studiare sui
libri e sulle mappe, chiusi in edifici (ufficiali e privati), e nel far compiere ai
bambini lunghe passeggiate collettive.
Il
motto fu: «Torniamo dunque alla natura!».La descrizione di oggetti e
paesaggi nei primi anni di studio rese necessario differenziare il linguaggio secondo la
provenienza dei bambini. Ogni luogo (pianura, montagna, località di mare) fu oggetto di
osservazione per gli allievi. I risultati di queste osservazioni potevano permettere delle
comparazioni con altri elementi presenti in altre località. Tramite losservazione
fu possibile esaminare il tipo di terreno (sabbioso, argilloso, calcareo, ecc.) e la
varietà dei fenomeni idrologici. Osservando il cielo si poté studiare la serie infinita
dei movimenti della Terra e degli astri, che seguendo un cammino prestabilito offrivano
loccasione di studiare e riconoscere i punti cardinali e i diversi punti dello
spazio. Losservazione fu utile anche per effettuare viaggi con metodo, evitando le
pedanterie e permettendo al bambino di divertirsi. In questo modo lallievo era
invogliato a saperne sempre di più. Reclus rifiutava di utilizzare gli atlanti per una
questione di logicità. A parere dellautore non si poteva, infatti, prima, spiegare
la terra come una palla sospesa nello spazio, per poi presentare la sua immagine sotto
forma di un foglio di carta quadrangolare, con figure colorate. Le mappe, le scale, le
proiezioni erano dannose per i bambini, in quanto confondevano le idee.
5.5
Lescursione scolastica verso il mondo dellindustria
Frequenti
erano le visite che gli allievi della Escuela Moderna effettuavano nelle
fabbriche, dove si intrattenevano con operai ed operaie, accolti da loro con simpatia e
rispetto. Le visite nelle fabbriche tessili, ad esempio, furono finalizzate a far
conoscere da vicino ai bambini le tecniche e le varie fasi di lavorazione della lana. Si
spiegò agli allievi, ad esempio che luso della filanda aveva contribuito al
passaggio da una società di tipo nomade a quella urbana. Si voleva anche dimostrare che
la scienza unita allindustria aveva avvantaggiato solo alcuni. Gli operai ad esempio
dovevano sopportare quotidianamente gravose condizioni: salari minimi, morti premature. Al
contrario i proprietari delle macchine avevano potuto arricchirsi e godere con i loro
familiari di molti vantaggi.
Nel
programma relativo allanno scolastico 1903-1904, Ferrer, dopo aver evidenziato con
soddisfazione i successi ottenuti negli anni precedenti dalla Escuela Moderna,
riaffermò limportanza delle finalità che questultima si era posta fin
dallinizio, ossia la liberazione dai dogmi. In particolar modo, egli teneva presente
la tipologia dei dogmi presentata da Hackel. Essa contestava:
-
Il dogma antropocentrico, che riteneva luomo il centro di tutta la vita terrestre.
Questo errore stimolava legoismo umano individuale.
-
Il dogma antropomorfico, che comparava la creazione dellUniverso e del governo del
mondo da parte di Dio alla creazione di un abile tecnico.
-
Il dogma antropolatrico, che risultava dalla comparazione delle attività umane e divine,
culminando nel delirio di grandezza dal quale derivava la credenza nellimmortalità
dellanima.
La
pedagogia positiva si proponeva di abbattere lignoranza sottostante questi dogmi,
insegnando le verità da cui far derivare unautentica giustizia pratica. Essa
inoltre, si poneva gli obiettivi di sistematizzare le conoscenze positive della natura, di
proporre allinfanzia gli elementi di una società più giusta, finalizzati al
benessere di tutti gli associati. Era necessario che Mosé cedesse il posto a Copernico,
che aveva dimostrato il doppio movimento dei pianeti, a Galileo, con la sua scoperta che
il sole e non la luna è al centro delluniverso e a Colombo, che aveva cercato di
percorrere la terra in tutti i sensi, a Darwin, lautore della teoria
dellevoluzione della specie. Per lottare contro i mali prodotti dallerrore e
dalla superstizione, bisognava educare e istruire le nuove generazioni, alla luce dei
principi razionali e positivi della natura. Si sarebbero formate in questo modo madri che
avrebbero insegnato ai loro figli lintegrità della vita, la dignità della
libertà, la solidarietà sociale e uomini emancipati dal timore del mistero, dalla
credenza nei miracoli, dalla sfiducia in loro stessi.
Ferrer
alla fine del suo lavoro, mentre si trovava in carcere, valutando i risultati della sua
scuola, ritenne che lesperimento effettuato fosse felicissimo, per due ordini di
motivi:
-
aveva dato la norma di quello che dovrebbe essere linsegnamento nella società
rigenerata;
-
aveva fornito impulso creativo a questinsegnamento.
In
epoche precedenti linsegnamento era ricco di errori e di pregiudizi dogmatici, di
carattere autoritario. Il vero insegnamento era invece quello che prescindendo dalla fede,
illuminava levidenza, grazie allutilizzo dellesperienza. Nella
Escuela Moderna, in cui era stato attuato questo tipo di insegnamento si erano
ottenuti molti benefici: il bambino a contatto con i suoi compagni cambiava le sue
abitudini, dando importanza alla pulizia, evitando di fare il camorrista; di perseguitare
gli animali, elevando la sua mente e purificando i sentimenti, incominciò a protestare
contro le ingiustizie sociali e a detestare la guerra, non potendo ammettere che la gloria
nazionale si basasse sulla conquista, sulla dominazione e sulla più ingiusta violenza.
La
Escuola Moderna estese la sua influenza su molte altre scuole sostenute dai
centri e dalle società operaie ed entrò nella famiglie grazie ai bambini divenuti a loro
volta maestri dei loro stessi genitori. Lodio dei gesuiti era stato la causa, a
parere di Ferrer, della chiusura della Escuela Moderna, che nel frattempo era
riuscita comunque a perfezionare il suo progetto e ad acquistare la forza necessaria per
realizzarlo.
5.6
Il culto di Ferrer e la Scuola Moderna in Italia
Dopo
la morte di Ferrer , molti furono i seguaci dellanarchico spagnolo sia in Europa che
in America, in cui sorsero anche delle scuole che si basarono sullesempio della
Escuela Moderna sorta in Spagna.
Gli
anarchici italiani, in particolare, simpegnarono a continuare lopera di
Ferrer, il quale divenne oggetto di un vero e proprio culto. Tutto ciò è spiegabile,
secondo Tina Tomasi, considerando oltre alla
presenza di affinità ideologiche anche al carattere settario del movimento anarchico, il
quale benché operante in una cerchia ristretta, ebbe un carattere culturalmente attivo,
ma portato a conservare i ricordi e a dimenticare gli errori.
Già
nel 1906 la scuola di Barcellona fu elogiata come lunica istituzione capace di
realizzare completamente lideale educativo anarchico, in grado di sradicare fin
dallinfanzia i dogmi e i pregiudizi inculcati dallistruzione statale, e di
attuare la finalità di formare uomini liberi, forniti di spirito critico, di senso di
responsabilità e di solidarietà.
Nel
1907 si ebbe a Roma un congresso anarchico allinterno del quale un esponente del
movimento, Fabbri, invitò tutti i suoi aderenti a cooperare per listituzione di
scuole razionaliste.
Tre
anni dopo, a causa dellindignazione e della commozione che luccisione di
Ferrer provocò, lidea fu rilanciata e raccolta con entusiasmo da più parti,
nonostante la difficoltà del reperimento dei fondi e limpossibilità pratica di
trovare un lavoro per gli ex allievi. Questi ultimi, infatti, furono ritenuti sprovvisti
di titoli legalmente validi.
Molti
pensarono che lidea di istituire una scuola sullesempio di quella di Ferrer in
Spagna, pur essendo utopica in quel momento, avrebbe garantito in futuro una «gloria
feconda». Era necessario, infatti, nel presente non disperdere le forze ed impiegarle a
dare ai genitori la consapevolezza dellasservimento delle coscienze operato dalla
scuola statale.
Altri,
invece, considerando la situazione italiana diversa da quella spagnola, ritennero
necessario per il nostro popolo ricorrere alla lotta rivoluzionaria al fine di abbattere
istituzioni decrepite.
Luigi
Molinari,
il direttore di Luniversità popolare simpegnò a realizzare una Scuola
Moderna sullesempio di quella di Barcellona. Egli infatti, sostenne coraggiosamente
la necessità di creare una scuola unica, non governativa, fino a tutto il corso medio
inferiore, fondata sulla cultura positivista.
Molinari,
inoltre si fece promotore delle trasformazioni delle carceri e dei riformatori in
autentici istituti deducazione.
Per
raggiungere tale scopo egli promosse una vigorosa azione propagandista, pur essendo
consapevole che le autorità governative, generose ed indulgenti nei confronti delle
istituzioni confessionali si sarebbero opposte al tipo di iniziative da lui progettate.
Queste ultime invece ricevettero lappoggio dei socialisti isolati, da camere del
lavoro e da liberi pensatori.
Nel
progetto che sispirava a Molinari, elaborato da unapposita commissione, la
scuola ebbe come primo obiettivo laffrancamento del proletariato dalle «catene
spirituali». Essa si sarebbe dovuta articolare in un asilo infantile, in un corso
elementare e in un collegio. Allinterno della scuola i figli degli atei, costretti a
frequentare fino ad allora le scuole pubbliche, che si rifacevano agli ideali
confessionali, avrebbero ricevuto uneducazione conforme alla libertà di coscienza.
Il
progetto però non fu mai attuato, a causa del sopraggiungere della guerra, in quanto
molti collaboratori si distaccarono da Molinari, essendosi questultimo schierato a
favore della neutralità. Il terreno che fu acquistato per costruire ledificio
scolastico fu adibito a ritrovo domenicale. Con la morte di Molinari, avvenuta nel 1918,
caddero tutte le speranze di realizzare il progetto di istituire una scuola moderna.
Anche
a Bologna un gruppo anarchico, di cui fecero parte Luigi Fabbri, Pietro Gori, Domenico
Zavattaro, Angelo Toniello e Adele Santini, progettò una scuola moderna, ma la
scarsissima quantità di fondi raccolti bastò solo a pubblicare qualche fascicolo di una
rivista omonima. Il gruppo sopra citato, dubbioso di riuscire nel suo proposito,
considerò la famiglia il soggetto principale per attuare una formazione razionalistica e
libertaria dei giovani, essendo impossibile farlo nelle scuole statali.
Solo
a Clivio, un paese in provincia di Varese, il progetto riuscì. La scuola fu voluta ed
aperta da poveri lavoratori locali.
Secondo
Tina Tomasi la scuola di Clivio ha costituito un episodio molto importante per una storia
dellautoeducazione popolare italiana, che è ancora tutta da scrivere.
Un
bollettino,
pubblicò in sette fascicoli la cronaca della scuola , illustrandone il programma
libertario e pacifista e documentando i generosi sacrifici dei lavoratori locali per
mantenerla in vita e difenderla dalla calunnia.
La
scuola fu aperta nel 1909 e chiusa nel 1914, riprese le attività nel 1920 solo per pochi
mesi a causa della revoca definitiva dellautorizzazione da parte del ministero, che
accusò listituzione di essere centro di una propaganda sovversiva e non di
educazione. Il nome di Ferrer, che fu oscurato da altri avvenimenti, riemerse in Italia ed
in altre parti dEuropa in occasione della guerra civile spagnola. In occasione del
centenario della nascita di Ferrer avvenuta nel 1959, solo poche voci estranee alla
cultura ufficiale lo hanno commemorato.
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