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Ruolo e funzioni del tutor nei processi formativi e nel
reinserimento sociale di persone svantaggiate (in particolare tossicodipendenti che
partecipano a programmi riabilitativi)
di Simonetta Ferri |
2 Analisi della figura professionale
2.1 Il ruolo ed il contesto
Parte
costitutiva e fondante del ruolo è il contesto nel quale si svolge il tutoring. Esso è
definito da tre coordinate essenziali che si intersecano influenzando lazione
formativa: la tossicodipendenza, ladultità ed il progetto educativo di
riabilitazione. Lesperienza della tossicodipendenza rende necessaria, da parte del
tutor, lassunzione di un ruolo identificato dagli utenti come un punto di
riferimento forte. Spesso questo è indicato come un fungere da
contenitore, come un dare struttura, a chi non ha una personalità in
grado di far fronte ad un percorso formativo, con tutte le fatiche ed i cambiamenti che
questo comporta. Lapprendimento, definito da molti autori come un processo
straordinariamente complesso, porta con sé un
cambiamento profondo ed un ampliamento delle potenzialità e delle capacità.
Implica
un coinvolgimento personale del discente sia a livello affettivo che cognitivo. Anche se
limpulso parte dallesterno, il senso della scoperta, della possibilità di
progredire, afferrare o comprendere viene dallinterno.
Un
processo, quindi, molto delicato e problematico, che viene vissuto da soggetti impegnati
in un momento di cambiamento radicale: il recupero dalla tossicodipendenza. Per punto
di riferimento forte, si intende una presenza definita e reale, in grado di attivare
dinamiche positive e funzionali al processo di crescita e di promuovere e curare la
motivazione e lo sviluppo dellautostima. Un portatore di equilibrio tra
lesperienza personale e lapprendimento dei contenuti, in grado di rispettare e
valorizzare le forme nuove ed uniche che ogni utente darà ai contenuti appresi
filtrandoli con la propria esperienza. Punto di riferimento forte significa essere,
in modo consapevole, una parte costitutiva del sistema in cui lutente è inserito:
la sua figura, il suo modo di mettersi in gioco, di agire, di comunicare sono
sempre fattori di formazione. La sua presenza, le
condizioni che essa produce, le azioni volte a sostenere il soggetto, costituiscono uno
dei materiali generativi dei processi di formazione ed apprendimento.
Considerando letà e lesperienza dei discenti, ci si può riferire ad un
contesto educativo adulto, ossia che presenta tutti i presupposti per lapplicazione
del modello andragogico descritto da Knowles.
Gli
utenti infatti possiedono:
il bisogno di conoscere i motivi dellutilità del percorso formativo e la
conseguente esigenza di collegare alla vita reale gli obiettivi della formazione;
il concetto di sé come persone responsabili delle loro decisioni e la necessità di
creare delle esperienze di apprendimento che aiutino nella transizione dalla dipendenza
allautonomia;
il ruolo dellesperienza nella quale risiedono le maggiori risorse di apprendimento e
che necessita della valorizzazione e del rispetto delle differenze individuali;
la disponibilità ad apprendere legata ad esigenze di evoluzione e sviluppo dei percorsi
di crescita personali;
lorientamento verso lapprendimento di abilità, valori ed atteggiamenti
centrati sulla vita reale;
le motivazioni forti dovute a pressioni interne come il desiderio di una maggiore
soddisfazione nel lavoro e nella vita, lautostima, il desiderio di un cambiamento
significativo.
Il
tutor è, a pieno titolo, un formatore, anche se la definizione di questo ruolo è
al centro di controversie nel mondo accademico.
Controversie relative ad un quadro di competenze e funzioni che sarebbe opportuno
ricomporre, come propone Quaglino, contestualizzandole nel progetto educativo: Daltro
canto il formatore non può che trovare identità di ruolo rispetto a compiti, obiettivi e
responsabilità inerenti il progetto educativo: la sua realizzazione così come il suo
disegno. Differenze di ruolo saranno semmai riconducibili ad altrettante differenze di
disegno e di modalità di realizzazione: ad altrettanti tipi di progetto educativo.
Ed è proprio il forte nesso tra il progetto educativo ed il tutor a costituire una
caratteristica tipica ed una delle maggiori potenzialità di questo formatore. Infatti,
grazie al lavoro di équipe ed alla struttura dove avvengono i corsi di formazione, egli
rimane inserito e vincolato ad un progetto educativo globale che riguarda il recupero ed
il reinserimento sociale.
Un
progetto educativo centrato sul soggetto che intraprende il percorso formativo, nel quale
la formazione si differenzia dalladdestramento, nel senso di dare le basi
per capire perché e come ciò che di nuovo è stato appreso è collegato a quello che si
sapeva già, e rassicurare (anche sul piano emotivo) sulla capacità del discente di usare
le conoscenze apprese in contesti diversi, dove il riferimento
contestuale dellazione educativa si sviluppa nei tre ambiti differenziati, sempre
riferiti al soggetto, del lavoro, del ruolo e del sé, ed infine, dove
lapprendimento è considerato come una modificazione di significato che il soggetto
dà alla propria esperienza. Per concludere le
definizioni di ruolo di questo tutor, si potrebbe usare lespressione, di matrice
rogersiana, di facilitatore dellapprendimento, ossia di quella persona
(da Rogers indicata come linsegnante) che si preoccupa di agevolare e potenziare la
capacità di apprendimento del singolo e del gruppo coinvolgendosi sia nel contesto che
nelle relazioni, che diventa una risorsa flessibile ed utilizzabile inserita nel gruppo
stesso, in grado di partecipare in prima persona al processo e alle dinamiche
dellapprendimento. Un ruolo chiave rispetto alla formazione, ma anche rispetto al
recupero ed al reinserimento degli ex-tossicodipendenti e che racchiude in sé, come
abbiamo visto, le caratteristiche essenziali del formatore per unutenza adulta.
2.2 Le funzioni
La
funzione del tutor è riconosciuta da Contessa come la più importante nel
processo di apprendimento, in quanto rappresenta la continuità e lunità [
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che può venire a mancare solo nei casi di uno staff molto integrato e collaudato che può
garantire la continuità e lunitarietà del processo formativo.
Lautore identifica due funzioni essenziali svolte dal tutor, riconducibili alla
figura che stiamo analizzando:
·
manutenzione del gruppo
·
integrazione delle fasi del processo.
La
prima riguarda gli aspetti relazionali ed emotivi del gruppo di apprendimento, dal cui
funzionamento dipende molta parte dei risultati formativi. La seconda riguarda la
ricomposizione e la garanzia dellintegrazione del processo formativo, qualora si
presentassero contraddizioni o distonie tra i vari interventi dei docenti e dei referenti
educativi che guidano il percorso formativo: in questo caso il tutor dovrebbe intervenire
sia verso il gruppo, stimolando la discussione su contraddizioni e lacune per cercare
unintegrazione, sia verso le altre figure dello staff per ununificazione dei
comportamenti e delle direttive in aula.
Ma
vediamo, nello specifico, quali sono stati i compiti svolti dal tutor nelle esperienze
descritte in precedenza. Per analizzare con maggiore chiarezza le funzioni, dividerò
loperato del tutor in tre ambiti spazio-temporali: nellaula durante le
lezioni, nellaula durante i gruppi di lavoro e fuori dallaula. Questo con la
premessa che, nellesperienza concreta, così come non esiste un uso rigido e
differenziato dei vari ambienti fisici da parte delle persone coinvolte nella
formazione, altrettanto non cè una differenziazione rigida di ambito e di
realizzazione delle varie funzioni tutoriali, tanto più che, come si è visto, ogni
esperienza fa caso a sé ed è portatrice di innovazioni e di peculiarità specifiche.
2.3 Il tutor in aula durante le lezioni
Il
contesto delle lezioni si presenta, in genere, come strutturato in precedenza, o in forma
di lezione frontale o come lezione di tipo esperienziale o partecipativo; in tutti e due i
casi il tutor assume un ruolo di osservazione inserendosi di fatto nel gruppo/classe. Il
docente, infatti, si pone come leader attivo della situazione che, in qualche caso, può
far assumere al tutor un ruolo di ausilio nelle esercitazioni didattiche.
Monitoraggio:
questa funzione riguarda losservare tutto ciò che avviene in aula, con particolare
attenzione a:
·
il clima emotivo del gruppo-classe;
·
la difficoltà delle materie;
·
il comportamento degli studenti;
·
la relazione docente/discenti.
Può
essere svolta facendo parte del gruppo classe, ossia adottando dei comportamenti tipici
degli studenti come seguire le lezioni, prendere appunti e fare domande,
Referente
del materiale didattico ed amministrativo e degli aspetti organizzativi del corso:
questa funzione riguarda sia la responsabilità della gestione del materiale didattico ed
amministrativo come fotocopie, schemi degli studenti, materiale di cancelleria utile allo
svolgimento delle lezioni, registri che attestano la presenza degli alunni ed i programmi
svolti dai docenti e quantaltro riguarda questo aspetto, sia il fare da tramite per
le comunicazioni riguardanti lorganizzazione del corso stesso come i cambiamenti
rispetto allorario, alle materie, ai docenti o tutto ciò che può accadere in
sede di svolgimento delle attività.
Mediazione
tra docenti e discenti: funzione che si esplica nel prendere parte alle discussioni in
aula conservando un ruolo attivo di mediazione tra docente e discenti, rispetto
alluso del linguaggio, alla relazione che si crea, alla comprensione dei contenuti e
a quanto emerge in quel contesto.>
Animazione:
funzione che si esplica nello stimolare i partecipanti alla discussione in aula, a fare
domande che chiariscano o approfondiscano i contenuti.
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