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IL RAPPORTO INDIVIDUO-AMBIENTE NELL'OPERA DI JOHN DEWEY
di Giordana Szpunar |
5. CAPITOLO V: IL RAPPORTO INDIVIDUO-AMBIENTE IN CONOSCENZA E TRANSAZIONE
5.1 IL CONCETTO DI TRANSAZIONE
Il
testo di Dewey a cui sarà dedicata la parte finale della nostra analisi è Conoscenza e transazione. Il volume, scritto a
quattro mani con il collega Arthur F. Bentley, viene pubblicato nel 1949 e rappresenta
lultimo grande lavoro del filosofo, prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1952.
Appare
necessario premettere che lesame di questo testo tralascerà le questioni
strettamente logiche ed i problemi terminologici, e verterà principalmente sulla
formulazione e sulla definizione del concetto di transazione, che, come
vedremo, assume un ruolo di estrema importanza per la nostra ricerca.
Il
punto di vista transazionale permea tutto il pensiero deweyano, e ne troviamo i primi
segni
già nel famoso scritto del 1896 The Reflex Arc
Concept in Psychology.
La
formulazione deweyana del concetto di transazione non rappresenta, dunque, né
lesposizione di una nuova posizione filosofica, né la presentazione di una
metodologia originale. Il volume è piuttosto lespressione di una precisa scelta
terminologica, che risponde al tentativo di trovare un termine che sposti
lattenzione sullintero sistema organismo-ambiente, anziché su uno dei suoi
singoli elementi (così come fa invece, ad avviso di Dewey il termine
interazione).
Prima
di impegnarsi nella spiegazione della transazione e delluso che se ne è fatto, in
modo particolare in campo scientifico, il filosofo ne fornisce una prima generale
definizione, dichiarando esplicitamente di assumerla come punto di vista nel proprio
procedimento di indagine.
Il
lettore ricorderà che, nel nostro procedimento di indagine, osservato e osservatore non
vengono affatto separati radicalmente così come invece si fa di solito tanto in
epistemologia quanto nelle varie psicologie e teorie psicologiche; al contrario,
osservatore e osservato vengono considerati tali da formare un unico organismo. [
]
Il nostro punto di vista consiste semplicemente in questo: dal momento che luomo, in
quanto organismo, si è evoluto fra altri organismi in una evoluzione cosiddetta
naturale, ci proponiamo di considerare per ipotesi tutti i suoi comportamenti,
compresi i suoi conoscere più avanzati, non come attività esclusivamente sue, o anche
solo principalmente sue, ma come processi della situazione organismo-ambiente nel suo
complesso; situazione che consideriamo sia come inclusa nel campo delle nostre conoscenze,
sia come quella da cui le conoscenze stesse hanno origine.
E
importante sottolineare la radicalità della citata formulazione della transazione. In
essa Dewey afferma esplicitamente che lorganismo e il suo ambiente formano a tal
punto un tutto unico che ogni comportamento delluomo, compresa anche la sua
attività conoscitiva, non va intesa come opera del soggetto, ma è un processo che
appartiene allintero sistema organismo-ambiente. In questo senso gli stati interni
dellindividuo, siano essi stati conoscitivi o emozionali, non sono altro che stati
relazionali vigenti fra il singolo e il suo ambiente. Tali stati specificano il modo in
cui lindividuo risponde alle sollecitazioni ambientali.
Fatte
queste premesse Dewey, al fine di mostrare la crescente affermazione del punto di vista
transazionale nelle scienze, espone sinteticamente «tre livelli di organizzazione e di
configurazione dellindagine». Questi livelli, definiti rispettivamente Auto-azione,
Inter-azione e Trans-azione, costituiscono i modi in cui storicamente luomo si è
rapportato al mondo e i modi in cui il mondo stesso è stato rappresentato dalluomo.
Ecco
la descrizione che il filosofo dà di ognuno dei tre livelli:
Auto-azione: quando si considerano le cose come se agissero per proprio potere.
Inter-azione: quando ad ogni cosa se ne contrappone unaltra in rapporto di
reciproca connessione causale.
Trans-azione: quando si impiegano sistemi di descrizione e di denominazione per
trattare aspetti o fasi di azione, senza riferirsi alla fine ad elementi o ad
altre presunte entità, essenze, o realtà
individuabili o indipendenti, e senza che si isolino, da tali individuabili
elementi, delle presunte relazioni individuabili.
Fornite
queste definizioni generali, Dewey passa a considerare i modi in cui le tre diverse
prospettive sono state utilizzate nelle indagini scientifiche ed i risultati cui esse
hanno condotto.
La
prima disciplina scientifica che viene esaminata, dato luso sempre maggiore che essa
fa della transazione, è la fisica. Lesame che Dewey conduce sui vari punti di vista
a partire dai quali sono state svolte le indagini in campo fisico ha lo scopo di mostrare
come il criterio transazionale, che egli si propone di impiegare per la sua ricerca su
conoscere e conosciuti, «sia già stato ampiamente sviluppato dalla più autorevole delle
scienze».
Lesempio
più eclatante dellapplicazione del punto di vista autoazionale è la fisica
aristotelica. Secondo Aristotele le cose si mantengono in movimento per loro intrinseco
potere, e tutto il resto, cioè le cose che non possiedono questa caratteristica, viene
considerato come un Essere difettoso.
La
disfatta dallautoazione si rende possibile grazie allopera di Galileo. Egli fa
cadere la concezione secondo cui il movimento di una massa dipende dalla costante spinta
di un attore e introduce il principio di inerzia, secondo il quale una massa
in moto continua a muoversi di moto rettilineo uniforme se non incontra nessun tipo di
ostacolo. In tal modo, vengono poste le basi sulle quali si svilupperà la prospettiva
interazionale.
Con
la formulazione newtoniana delle tre leggi del moto, e la definizione del mondo come
sistema chiuso in quanto processo di «forze semplici agenti fra particelle
inalterabili», si giunge «alla fondazione di tutto il sistema inter-azionale della
meccanica».
Solo
con Einstein, infine, si arriva allapplicazione del criterio transazionale in
fisica, poiché solo con la sua ricerca il tempo e lo spazio, che prima venivano
considerati come la cornice esterna, fissa ed assoluta dei fenomeni, vengono sottoposti ad
analisi «come alcuni fra gli altri eventi studiati».
Tutti
questi passi in avanti [cioè quelli compiuti da Einstein] rientravano senza dubbio in una
concezione transazionale: quella per cui si vedono in congiunzione, dove la ricerca lo
richieda, quelle cose che prima si vedevano separate e si mantenevano nettamente distinte.
Dopo
aver ripercorso a grandi linee la storia dei tre livelli di indagine nel campo della
fisica, Dewey passa a compiere unoperazione simile in relazione al campo della
fisiologia e a quello della biologia. In questo caso, però, lo scopo dellanalisi è
diverso. Esso consiste nel tentativo di creare la base per poter poi discutere
limportanza della transazione «per lindagine comportamentale sottolineando
limpellente esigenza di impiegarla nelle indagini sui conoscere e sui conosciuti in
quanto comportamenti umani, se tali indagini vogliono raggiungere qualche successo».
Per
ciò che riguarda la fisiologia, Dewey tralascia unesposizione dettagliata degli
«arcaici stadi dellauto-azione», spostando piuttosto lattenzione sulle
differenze che sussistono tra interazione e transazione. A tal proposito, egli traccia una
serie di distinzioni, ognuna delle quali viene formulata a partire da un certo punto di
vista e in relazione a termini particolari. La distinzione che a noi più interessa è
quella tracciata prestando attenzione al caso dellorganismo e dellambiente.
Mentre
una prospettiva interazionale considera lorganismo e lambiente come esistenti
luno indipendentemente dallaltro, e linterazione come un terzo elemento
che interviene tra i primi due, un punto di vista transazionale presuppone che i tre
elementi vadano considerati ed osservati come parti di un unico sistema.
Se
linterazione suppone che lorganismo e gli oggetti del suo ambiente siano
presenti come esistenze o forme di esistenza essenzialmente separate, antecedenti al loro
sottoporsi congiuntamente ad esame, allora:
la Transazione
non ritiene adeguata alcuna pre-conoscenza né del solo organismo né del solo ambiente,
neppure per quanto concerne la natura fondamentale delle distinzioni convenzionali
ordinarie fra di essi, ma esige che essi si accettino prima di tutto in un sistema comune,
riservando piena libertà al loro esame in sviluppo.
Per
ciò che riguarda, invece, il campo di ricerca biologica «lantico e antiquato punto
di vista auto-azionale è stato in gran parte, ma non del tutto, abbandonato».
Un
esempio della prospettiva auto-azionale è il principio vitale,
al quale si oppone la teoria cellulare che invece rappresenta
lapplicazione di un criterio di tipo interazionale. I punti di vista denominati
organismici consistono, invece, in un «trattamento transazionale in un quadro
intra-dermico».
Infine, lo sviluppo di questi punti di vista, che è stato previsto e in parte compiuto
dal lavoro delle ecologie, permetterà lassunzione di una prospettiva completamente
transazionale, vale a dire ladozione di un «trattamento transazionale di tipo
transdermico».
Ripercorrendo
la storia della cellula si ha un esempio concreto dei passaggi che abbiamo appena
descritto in senso generale.
Per
molto tempo dopo la sua scoperta, la cellula è stata considerata, in una prospettiva
auto-azionale, lunità prima della vita. Oggi il quadro in cui si inserisce questo
tipo di studio è prevalentemente interazionale, poiché la cellula viene vista «quale
essa è, entro il suo concreto ambiente di tessuti», e viene esaminata spesso
nella sua interazione con le altre cellule.
Tuttavia,
se per alcuni tipi di indagine è sufficiente un trattamento di questo tipo, a volte il
criterio interazionale risulta non adeguato allo scopo che si deve raggiungere. In questi
casi si rende allora conveniente «una esposizione di maggiore ampiezza e di forma
pienamente transazionale per garantirsi quella più ampia comunicazione di informazioni
che si dimostra necessaria».
Così,
a seconda del tipo di ricerca che si intende intraprendere e dei fini da raggiungere, si
può analizzare la cellula presa isolatamente, oppure intesa come componente degli organi,
seguendo una prospettiva prevalentemente interazionale o pienamente transazionale; nello
stesso modo, si possono studiare gli organi in relazione fra loro (prospettiva
interazionale), o come componenti degli organismi (prospettiva transazionale).
Ogni
tipo di indagine, sia quella che si muove su un piano più individuale, sia quella che si
sviluppa in chiave interazionale, sia quella che applica un punto di vista pienamente
transazionale, ha la sua legittimità e ragion dessere finché risulta adeguata,
finché, cioè, si mostra utile nel far conoscere in modo più completo il proprio campo
di ricerca.
In
relazione al tema dei vari punti di vista da cui lindagine scientifica può essere
condotta, Dewey cita il caso del «trattamento biografico (corsivo nostro)
dellorganismo».
Un
trattamento biografico dellorganismo nel suo insieme può e può anche
non essere vantaggioso. Se non lo è, ciò dipende non tanto dal fatto che esso non riesce
ad andare abbastanza in profondità in uno studio particolareggiato delle cellule e degli
organi, ma soprattutto dal fatto che esso non riesce ad ampliare sufficientemente la
strutturazione e il sistema di descrizione organico-ambientali. Il suo difetto sta proprio
nel fatto che esso si accentra troppo decisamente sullindividuo così
che, sia da un punto di vista più puntualizzato che da un punto di vista più ampio,
lindividuo ha una posizione precaria nella conoscenza, tranne che quando
una qualche reminiscenza di un antico status auto-azionale vi scivoli dentro a
rinvigorirlo, ovviamente per coloro che accettano un tipo di rinvigorimento del genere.
La
cellula, gli organi, gli organismi in generale, possono essere fatti oggetto di uno studio
biografico.
Tale ricerca può essere condotta dai tre punti di vista che si sono elencati. I primi
due, però, possono correre il rischio di accentrarsi unilateralmente sullindividuo.
Ciò accade nel caso in cui essi mettano da parte il terzo punto di vista, quello
fondamentale, la prospettiva transazionale.
Solo
questultima, infatti, se così si può dire, rappresenta la verità delle cose. In
questo senso essa deve costituire lo sfondo teorico su cui gli altri due punti di vista
devono necessariamente collocarsi nel caso in cui vogliano svilupparsi in maniera
metodologicamente corretta, senza ricadere in mistificanti posizioni autoazionali.
Dewey,
infatti, torna a sottolineare, questa volta a partire da un livello strettamente biologico
e organico, che lorganismo e lambiente non possono in nessun modo essere
considerati separatamente luno dallaltro, ma vanno necessariamente intesi
nella loro connessione e interazione reciproca. In questa sede la concezione deweyana
sembra assumere una posizione ancora più netta. Lautore, infatti, afferma:
Gli
organismi non vivono senza aria e senza acqua, né senza ingerire cibo e senza radiazioni.
Essi vivono, cioè, tanto in processi a contatto con e attraverso la cute
quanto in processi interni alla cute. Voler studiare un organismo in completa
separazione dal suo ambiente sarebbe come cercare di studiare un orologio elettrico appeso
ad una parete trascurando il filo della corrente che lo alimenta.
E,
ancora:
Oggi
riscontriamo che procedimenti sia transazionali che interazionali vengono adoperati nei particolari
dalla indagine fisiologica e biologica; ma per le formulazioni generali non
troviamo molto di più che degli approcci preliminari al transazionale. Il che si vede su
grande scala nella separazione di carattere decisamente teorico che si continua a porre
fra organismo e ambiente e nellattribuzione di varie attività al primo, inteso in
una sua presunta indipendenza dal secondo.
Tuttavia,
le indicazioni che Dewey propone vanno ben intese. Esse non hanno la pretesa di diventare
norme per lindagine. La questione consiste non tanto nelloperare una scelta
fra i due criteri da applicare al processo di indagine, quello interazionale e quello
transazionale, quanto piuttosto nellabbattere il predominio che linterazione
ha avuto in quasi tutto il campo della ricerca e garantirsi «la libertà per una più
ampia visione globale».
Dewey
afferma esplicitamente:
Noi
rivendichiamo, allo stesso tempo, tanto il diritto di poter considerare come unito ciò
che di volta in volta risulti importante considerare in tal modo, quanto quello di poter
distinguere lì dove risulti importante farlo.
Da
questo punto di vista, la differenza fra la prospettiva interazionale e quella
transazionale diventa la seguente:
Se
la presentazione inter-azionale, sulla base dei suoi successi particolari raggiunti in
campi particolari, si afferma dogmaticamente, o pretende di stabilire il suo procedimento
come lunico valido contro tutti i suoi rivali, allora:
lOsservazione
transazionale è il frutto dellaffermazione del diritto di procedere liberamente
a scegliere e considerare tutte le materie di indagine nel modo, qualunque esso sia, che
appaia opportuno in base ad unipotesi ragionevole, dimenticando le antiche pretese
avanzate da parte delle menti o dei meccanismi materiali, o di qualunque surrogato delle
une o degli altri.
Dunque,
rivendicando lavvento della prospettiva transazionale, Dewey mira a garantire il
conseguimento di due risultati. Prima di tutto, il superamento delle unilaterali
impostazioni teoriche della scienza del passato. In secondo luogo, la libertà di
assumere, in un quadro teorico fondato sullidea di transazione, i punti di vista
più convenienti e proficui nel processo di ricerca.
In
tal modo, laffermarsi della prospettiva transazionale non chiude, come avveniva
invece per la scienza del passato, lindagine in un angusto angolo visuale
ipostatizzato a criterio universale. Piuttosto la apre alla possibilità di svolgersi in
vari modi, che, ispirati e sorretti dalla prospettiva transazionale di fondo, cessano di
essere unilaterali.
La
rivendicazione dellavvento della prospettiva transazionale non è relativa solo al
campo delle scienze fisiche e a quello delle scienze naturali. Essa vale anche, e
soprattutto, nel caso di «quei vasti campi del vivere adattamentale chiamati
comportamenti, in cui comprendiamo tutto ciò che è psicologico e tutto ciò che è
sociologico negli esseri umani».
Se
è vero, infatti, che nelle ricerche fisiologiche, al fine di raggiungere risultati utili,
lanalisi delle interazioni fra i vari processi dellessere vivente
allinterno della cute va sostituita con un esame transazionale inizialmente di tipo
intradermico e poi possibilmente transdermico, «allora, e a maggior ragione», afferma
Dewey, ci si può attendere che anche le indagini sul comportamento assumano una
prospettiva «transazionale di tipo transdermico».
Occorre
tuttavia svolgere una precisazione. Come nel caso della biologia e della fisiologia, non
si può negare che loggetto di analisi proprio dellindagine comportamentale si
componga tanto dellorganismo quanto degli elementi dellambiente che lo
circonda e con i quali esso si trova ad essere in continua e reciproca interazione.
E
ovvio che la materia trattata dalle indagini comportamentali comprende sia
lorganismo che gli oggetti ambientali ad ogni istante del loro presentarsi ed in
ogni punto dello spazio da essi occupato.
Tuttavia,
nel campo del comportamentale lapplicazione di un criterio transazionale alla
ricerca è più urgente che negli altri campi già presi in considerazione. Ciò a motivo
dellassoluta peculiarità di tale ambito. Infatti, mentre in fisiologia spesso si
rende necessario abbandonare momentaneamente lesposizione transazionale per condurre
indagini particolari, nelle indagini psicologiche e sociologiche, al contrario,
lallontanamento da una prospettiva transazionale comporterebbe, e di fatto ha
comportato, oltre che la mancanza di risoluzione dei problemi, delle grandi difficoltà e
dei macroscopici errori di interpretazione.
La
configurazione fisiologica di tali materie di indagine, anche se rimane sempre di
carattere transazionalmente organico-ambientale, cede frequentemente il campo a ricerche
specializzate che abbandonano momentaneamente lesposizione transazionale. Le
indagini comportamentali, al contrario, entrano in difficoltà nello stesso momento in cui
si allontanano dal transazionale, tranne che quando lo fanno per finalità decisamente
circoscritte e secondarie; i loro tradizionali problemi insoluti sono in verità il
risultato del loro respingere il punto di vista transazionale ogni qual volta esso si è
proposto, e nel non esser riuscite quasi affatto a tenerne conto in nessuna delle loro
costruzioni di più ampio respiro.
In
questo brano Dewey si riferisce in particolare al fatto che alle indagini comportamentali,
fin dallantichità, è stata applicata una logica di tipo auto-azionale che,
considerando il comportamento come un qualcosa che viene prodotto allinterno
dellorganismo per opera di un attore, ha conseguito il solo risultato,
peraltro inutile, di raddoppiare lorganismo.
Nonostante
la sua evidente fallacia e la sua incapacità di spiegare in modo esauriente i fenomeni
intellettuali e i problemi della conoscenza, questo punto di vista è stato mantenuto fino
ad oggi, e lanima medioevale è diventata la mente «ancora
usata oggi nelle psicologie e nelle sociologie». Inoltre, ladozione
del criterio interazionale al posto di quello autoazionale ha solo permesso successi di
una certa rilevanza, senza produrre, tuttavia, «costruzioni di validità generale».
Quando
si consideravano le azioni come separate dal loro attore, mentre lattore veniva
considerato come separato dalle sue azioni, il risultato, tanto in particolare quanto in
generale, era che si veniva a conferire una posizione di autorità alla
essenza. Il lavoro di Galileo, Newton e Darwin, continuamente, a poco a poco,
ha distrutto questo tipo di osservazione; e gli sviluppi futuri completeranno
questopera per quanto riguarda le attività comportamentali umane più complesse.
Rovesceranno i vecchi processi e daranno alle transazioni una organizzazione descrittiva
più completa senza più porre dietro di esse potenze auto-azionali, o particelle
inalterabili interazionali.
Dunque,
solo considerando «i comportamenti come biologici in un senso ampio del termine»,
ed assumendo così una prospettiva transazionale, i raddoppiamenti e le confusioni
verranno meno e ci si troverà di fronte ad un quadro concettuale coerente e funzionale.
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