Germany - Intervista number 2 - a cura di Lesly Wahl

 



Germania - Intervista 2: 27.2.99, 11.45- 14.00
Realizzata da: Lesly Wahl - Partecipanti: La Sig.ra K.e la figlia D.


 

1. Presentazione della situazione familiare
1.1 Membri della famiglia
Questa famiglia greca è composta da padre, madre, un figlio ed una figlia (J. S., 35 anni; C. K., 31 anni; G., 10 anni; D., 5 anni

1.2 Famiglia in patria
Come era composta originariamente la vostra famiglia?
Mio padre viveva con 7 fratelli in una casettina e quando ha sposato mia madre si è aggiunta un'altra persona. L'appartamento era composto solo da zone letto. 4 persone dovevano dividersi una camera da letto e per mancanza di spazio c'erano 2 letti anche in salotto. Lì c'erano inoltre un tavolo con sedie per gli adulti e ed un tavolino basso; i bambini si dovevano sedere a terra per mangiare. La prima volta che mi sono trovato di fronte a queste condizioni abitative sono rimasta scioccata perché non riuscivo a capire come tante persone potessero vivere in un'abitazione così piccola.

1.3 Motivi per l'emigrazione
Perché avete deciso di emigrare in Germania?
I miei genitori e quelli di mio marito vivevano in famiglie numerose in campagna. In questa zona c’erano pochi latifondisti benestanti. Le nostre famiglie non avevano possedimenti terrieri, erano molto poveri e vivevano della frutta e verdura coltivata in casa. A Pasqua veniva tradizionalmente uccisa una pecora, altrimenti per tutto l’anno non c’era carne. I vestiti si portavano fino a quando non erano distrutti, e questo significa che un cappotto veniva portato normalmente da otto bambini, uno dopo l’altro.
........ed osare ricominciare daccapo in Germania. Dopo aver ricevuto notizie positive da conoscenti e parenti che si trovavano già da tempo all’estero, mise alcuni vestiti, una pentola, coltello, forchetta e cucchiaio in una valigia per poi intraprendere la strada verso la Germania, senza alcun tipo di conoscenze linguistiche. Era un tuffo nell’ignoto e per questo ammiro mio padre ancora oggi, io non avrei avuto lo stesso coraggio.

1.4 Esperienze durante l’emigrazione
Suo padre è arrivato dalla sua patria direttamente a Waiblingen?
Sì, è arrivato a Waiblingen grazie all’aiuto di suo fratello che allora lavorava nella ditta Stihl (Produzione di seghe a motore); lì, grazie alla raccomandazione, ha trovato anche lavoro.

1.5 Esperienze durante l’ambientamento
E’ stato difficile mettere insieme la famiglia?
Mio padre è andato da solo in Germania, sua moglie ed il figlio di un anno sono inizialmente in Grecia. All’inizio mio padre viveva in un appartamento singolo a Waiblingen. Dopo aver passato due anni senza moglie e bambino, questi sono venuti alla fine in Germania, ma le condizioni di vita erano assolutamente caotiche: cucinotto, lavabo, tavolo, letti e panni stesi sulla tovaglia, tutto questo in un unico spazio! Ad aggravare la situazione il fatto che i miei lavoravano esattamente ad orari opposti, cioè mio padre finiva di lavorare alle 14.30, mia madre iniziava alle 14.30; in pratica non si vedevano mai e mio fratello rimaneva solo, ogni giorno, per almeno un’ora. Ma allora non era normale chiamare una baby-sitter. Nonostante tutti i problemi mio padre non pensò mai di far ritornare sua moglie ed il suo bambino in Grecia; volevano vivere come famiglia in Germania.

2. Condizioni di vita all’estero
2.1 Durata del soggiorno
Da quanto tempo siete a Waiblingen?
Mio padre è arrivato per la prima volta nel 1964; per un po’ abbiamo vissuto a Neustadt, ma alla fine della mia terza elementare siamo ritornati a Waiblingen, dove viviamo quindi da 22 anni.

Avete mai pensato di ritornare in patria oppure no?
I miei genitori sono venuti in Germania con l’idea di restarci per cinque anni, ma poi le cose sono cambiate. Sono nata nel 1968, i miei genitori abitavano in un appartamento unifamiliare in affitto e cinque anni dopo è nato anche mio fratello. Per noi bambini, uno dopo l’altro, iniziava il periodo scolastico, mio fratello maggiore iniziò poi una formazione professionale e quindi c’erano sempre dei motivi che parlavano a sfavore di un ritorno in patria. I miei genitori vivono ormai da 35 anni in Germania e mio padre percepisce anche una pensione.

2.2 Lingua
Chi vi ha insegnato il tedesco?
Anche se sono nata in Germania ho parlato per molto tempo solo greco perché i miei fondamentalmente parlavano nella loro lingua madre. Un altro svantaggio è stato il non aver frequentato l’asilo, perché i miei genitori, per mancanza di tempo, non potevano portarmi e venirmi a prendere ed inoltre non potevo andare a piedi perché la distanza era troppa.
A 6 anni ho subito un’operazione di appendicite e in ospedale sono stata per la prima volta costretta a parlare tedesco con i medici, le infermiere o gli altri pazienti. Poi ho iniziato le elementari; ho frequentato la classe tedesca perché avevo l’età giusta, mentre per la classe greca ero troppo piccola. Da un lato è stato molto difficile per me poter seguire le lezioni perché si parlava solo tedesco, dall’altro mi sono abituata abbastanza rapidamente alla lingua tedesca. A partire dal secondo anno ho iniziato a frequentare anche la classe greca, e così dal lunedì fino al venerdì incluso alcuni pomeriggi erano occupati da lezioni greche. Sono andata avanti così per due anni, e per me era un vero orrore avere la vita completamente impegnata dalla scuola.
Quando siamo andati da Neustadt a Waiblingen i miei genitori mi hanno iscritto alla classe greca della Karolingerschule. Finalmente ritornavo ad avere pomeriggi liberi e potevo fare i compiti con calma, era tutto molto più allegro. In questa scuola ho anche preso il mio primo diplomino. Tra l'altro i miei insegnanti apprezzavano molto la mia pronuncia priva di accento.

Che lingua parlate in casa?
Un po' e un po'! Quando i bambini erano ancora piccoli parlavo con loro in greco
-pagina mancante-
...l'intenzione di tornare in Grecia, dovrebbe concentrarsi sul tedesco

Suo figlio studia con compagni di classe?
Se gli capita di non aver capito i compiti assegnati a scuola, chiama i suoi compagni e si informa; ma in generale fa i compiti o si prepara per test da solo. Georgios è abituato a lavorare indipendentemente perché entrambi i genitori hanno sempre lavorato e quindi non sono a casa il pomeriggio. Ma la sera controlliamo naturalmente i suoi compiti. Ci siamo organizzati così: io sono responsabile della parte tedesca e mio marito della parte greca.

Ci sono differenze tra il sistema scolastico greco ed il sistema tedesco?
In Grecia sono molto più severi, ma nel dire questo mi baso solo sui racconti di mio marito e dei miei genitori. Io ho frequentato solo scuole tedesche. Ho potuto verificare che le lezioni tedesche e le lezioni greche non sono molto differenti le une dalle altre. Gli insegnanti greci lavorano più sui libri, i tedeschi fanno una lezione più "libera", ma naturalmente dipende da ogni singolo docente.

2.5 Abitazione
In che tipo di abitazione vivete qui in Germania?
Dal 1988 abitiamo in un appartamento di nostra proprietà di 3 stanze e mezzo in un palazzo di quattro piani che ha due appartamenti per piano. Con noi vivono altre sette famiglie di tedeschi, siamo gli unici stranieri. Conosco Waiblingen abbastanza bene perché ci sono nata e cresciuta, mi trovo bene qui e mi piace anche la zona intorno alla città. Waiblingen è diventata la mia patria, non vorrei mai andarmene da qui! I miei genitori ed i suoceri vivono anch'essi a Waiblingen, ma in case in affitto.

2.6 Religione
Siete tutti greco-ortodossi. Come praticate qui la vostra religione?
A Waiblingen abbiamo la nostra chiesa, il nostro prete e quindi possiamo praticare senza problemi la nostra religione. La mia famiglia è credente, ma non viviamo rispettando in maniera rigida gli usi e costumi religiosi. A casa abbiamo diverse immagini di santi di fronte alle quali ci sono delle lampade a olio. La domenica ed i giorni festivi queste lampade vengono accese per onorare in questo modo i santi. Mio marito ed io non andiamo a messa regolarmente. La funzione domenicale inizia alle 9 e dura due ore. Personalmente preferisco dormire o fare lavori che si sono accumulati durante la settimana. Nostro figlio Georgios, invece, va sempre in chiesa. Se non vado io, lo accompagna mio marito. Inoltre è chierichetto ed è sempre molto felice di portare il suo abito da messa ed aiutare il prete durante lo svolgimento della funzione. E’ una sua scelta, noi non gli mettiamo pressione addosso. Quando mangiamo in casa Georgios ci fa spesso notare che non abbiamo ancora pronunciato le nostre preghiere e che ci dobbiamo segnare. E’ molto coscienzioso e, in casa, è sicuramente la forza trainante in questo ambito.

2.7 Cultura e mentalità
La Germania ha una cultura diversa rispetto alla Grecia. Ci sono delle difficoltà per questo?
A Waiblingen ci sono molte possibilità culturali fatte apposta per i greci e quindi non abbiamo nessun problema. La chiesa ortodossa organizza i giorni di festa religiosa, mentre è la comunità greca ad occuparsi dell’organizzazione di manifestazioni nei giorni di festa nazionale. Il 25 Marzo 1821 la Grecia è stata liberata dai Turchi e in questa data si festeggia moltissimo. Per festeggiare la giornata più importante rispettando la tradizione la comunità greca si dà un gran da fare. Nel centro cittadino di Waiblingen viene offerto un programma vario: specialità greche da degustare, lettura di poesie da parte dei bambini, la sera un orchestra intrattiene gli ospiti ecc.

Partecipate a queste feste?
Sì. Non partecipiamo solo quando ci sono dei gravi problemi, in quanto manifestazioni di questo tipo si svolgono al massimo 2 o 3 volte l’anno. Tutti i greci partecipano con entusiasmo perché è bello incontrare compatrioti; in questo modo portiamo a Waiblingen un pezzo di patria.

Ci sono problemi per la differenza di mentalità?
In Germania non ho problemi di questo tipo. La situazione diventa difficile, invece, quando trascorriamo per molto tempo le vacanze in Grecia. E’ chiaro che amo la mia patria; il paesaggio è meraviglioso ed il clima piacevole. Siamo però abituati all’ordine, alla puntualità ed alla sistematicità tedesche; il tipico tran tran greco ci urta parecchio.
Quando ad esempio vado dal medico in Grecia devo aspettare, aspettare ed ancora aspettare. Prima o poi ti visitano e ti danno anche una ricetta, ma nel frattempo, come se fosse normale, il medico fa una pausa caffè o sta ore a chiacchierare al telefono anche se la sala d’attesa è piena di pazienti. In generale tutti si prendono troppo tempo. Un altro esempio: negli ospedali tedeschi infermiere ed altro personale si occupano coscienziosamente di tutti i pazienti. In Grecia, al contrario, sono i membri della famiglia ad occuparsi della cura del paziente, ovvero preparano da mangiare a casa e lo portano in ospedale. Solo i single e le persone gravemente malate vengono curati dal personale.

2.8 Rapporti
2.8.1 con la popolazione
Vi sentite ben accetti a Waiblingen?
Sì e no. La maggior parte delle persone è tollerante ed accetta senza problemi me e la mia famiglia. Ma c’è anche discriminazione contro gli stranieri

Potete citare episodi di razzismo?
Spesso ci sono episodi telefonici ed ho avuto brutte esperienze in tal senso. Quando stavamo cercando casa, ad esempio, ho chiamato dei proprietari che avevano fatto un annuncio nel giornale per una casa in affitto. Innanzitutto mi hanno chiesto quanto fosse grande la mia famiglia, l’età, il lavoro ecc. Normalmente i proprietari erano abbastanza contenti perché facevo un’impressione simpatica. Quando si trattava di fissare un appuntamento concreto per visionare la casa e dovevo quindi dare il mio nome, c’erano spesso reazioni del tipo: “Lei non è tedesca??!!”. La mia risposta era: “No! Vivo in questa nazione e parlo la lingua, ma sono greca, fiera di esserlo e sempre lo sarò”. Da quel momento l’appuntamento per la visita alla casa era praticamente cancellato. Purtroppo il comportamento di molte persone cambia quando capiscono dal nome che tu sei straniero, diventano impazienti, ostili ed improvvisamente non parlano più tedesco ma cadono nel tipico tedesco degli stranieri. Sono sempre profondamente colpita nell’incontrare persone che non mi vedono come una persona bensì come uno straniero. E’ chiaro che ci sono delle pecore nere anche tra gli stranieri, ma ce ne sono molte anche fra i tedeschi, e nessuno dovrebbe essere etichettato in maniera negativa solo sulla base della propria nazionalità.
D’altro canto capita talvolta che delle persone si entusiasmino tantissimo nel sentire che io, greca, parlo così bene il tedesco ed anche il dialetto schwaebisch. Alla fin fine non ho motivo di lamentarmi. Quando vedo che una persona è razzista la schivo per evitare scontri.

2.8.2 Con i vicini
Vivete con sette famiglie tedesche in un palazzo. Avete contatti con gli altri inquilini?
Il contatto più forte è quello con i nostri dirimpettai. Quando, dopo la nascita di Despina, sono stata casalinga per un anno, ci frequentavamo spesso. Da quando ho ripreso a lavorare tutto il giorno e fra bambini e faccende di casa sono sempre sotto pressione, non sono più possibili gli inviti. Ci salutiamo e scambiamo qualche battuta con altre tre famiglie, altrimenti è tutto abbastanza anonimo. Ma nessuno ci guarda male perché siamo stranieri.

I vostri figli giocano con quelli dei loro vicini?
Nel palazzo solo i nostri dirimpettai hanno bambini piccoli. Quando Georgios non aveva ancora una sorellina, giocava spesso con la bambina dei vicini, che ha la sua stessa età. I nostri figli vanno comunque a scuola e all’asilo insieme e la sera giocano insieme.

2.8.3 Con gli amici (tedeschi o connazionali)
Avete amici a Waiblingen?
Sì, ma abbiamo solo un ristretto gruppo di amici; mio marito ha un amico greco, suo collega. Anch’io ho un’amica greca con cui mi sento spesso, ci frequentiamo o facciamo qualcosa insieme. Ci siamo conosciute al lavoro 10 anni fa e subito siamo entrate in sintonia; è bello poter parlare di tutto con lei.

I vostri figli hanno amici a Waiblingen?
Entrambi giocano spesso con bambini di parenti e amici. Georgios non ha grossi contatti con i suoi compagni di classe al di fuori della scuola.

2.8.4 Con la patria
Quante volte fate un viaggio nel vostro paese?
Dipende. L’anno scorso non siamo riusciti ad andare, ma di norma andiamo in Grecia una volta all’anno. Purtroppo posso avere dalla ditta al massimo tre settimane di vacanza. Quando andiamo con la macchina questo tempo è molto ridotto perché andata e ritorno con il traghetto portano via più o meno una settimana.

Come passa il tempo nel suo paese?
Se volessimo andare a trovare dei parenti in Grecia, la nostra vacanza consisterebbe nell’andare da un villaggio all’altro. Andiamo a trovare solo mio fratello minore e due coppie di zii con cui andiamo particolarmente d’accordo; non andiamo dagli altri. Riusciamo a mantenere buoni contatti familiari solo perché i parenti più stretti (genitori, fratello maggiore, suoceri) vivono a Waiblingen.
I miei genitori hanno costruito una casa in un villaggio dell’interno ed i suoceri possiedono una piccola casa al mare; è in queste due case che trascorriamo la maggior parte delle vacanze. Capita anche che andiamo in un’isola greca dove non conosciamo nessuno solo per riposarci un po’. Mio marito ed io lavoriamo molto tutto l’anno ed i bambini ci vedono molto poco. Proprio per questo riteniamo importantissimo essere sempre insieme nella nostra vacanza in Grecia; facciamo molte cose possibilmente tutti e quattro, oppure stiamo seduti al tavolo, mangiamo, parliamo ecc.

Ha ancora un legame culturale con il suo paese?
Quando può, mio marito legge spesso libri greci ed il giornale greco. Inoltre ascolta ogni giorno alle 20.20 una trasmissione radiofonica per cittadini greci in Germania dove vengono raccontati gli avvenimenti più importanti dalla Grecia e dall’estero.

2.8.5 Con i parenti in patria
Siete in contatto con parenti nel vostro paese?
Abbiamo un forte contatto con mio fratello minore. Per motivi di lavoro è ritornato in Grecia sei anni fa, perché gli è stato offerto un ottimo posto con possibilità di far carriera. E’ l’unico della nostra famiglia ad aver lasciato la Germania e che non vuole tornarci. Ma ci sentiamo spesso per telefono e ci andiamo a trovare il più spesso possibile. Con zii e zie in Grecia abbiamo meno contatti.

2.8.6 Con amici e conoscenti in patria
Avete ancora amici in Grecia?
Siamo amici da lungo tempo con una famiglia greca che vive nell’isola di Thassos. I due mariti si sono conosciuti durante il servizio militare in Grecia e mio marito è stato testimone al matrimonio dell’altro. Io sono stata madrina di battesimo per la bambina piccola.

In che cosa consiste questo contatto?
Ci sforziamo a mantenere viva questa amicizia nonostante la distanza. Non scriviamo lettere per mancanza di tempo e di voglia; ma ci sentiamo per telefono a Natale ed a Pasqua e li andiamo a trovare quando ci fermiamo per un po’ più di tempo in Grecia.

Quali hobby ha lei e quali suo marito?
Purtroppo non ho tempo di dedicarmi agli hobby perché il lavoro, la casa e i bambini riempiono il mio tempo. In alcuni giorni sono così stanca che mi metto semplicemente a sedere e spero di non dovermi alzare più. Ogni tanto ho bisogno di staccare dalla famiglia e faccio qualcosa con la mia amica, come andare a nuotare, a fare un giro oppure a metterci a sedere tranquillamente in un bar. Ma sicuramente frequenterò un corso di aerobica prima o poi, mi piacerebbe molto.
Mio marito ama leggere libri e giornali greci e tedeschi. Va inoltre in palestra 2 o 3 volte alla settimana ma trascorre molto tempo libero anche con i bambini. Quando ho il turno fino a tardi è lui ad occuparsi dei bambini ed a prendersi l’intera responsabilità.

Come trascorre suo figlio Georgios il tempo libero?
E’ tifoso di calcio ed ha sempre sfruttato qualsiasi occasione buona per giocare a pallone, per questo l’abbiamo iscritto in una società di calcio. Ogni mercoledì ha un allenamento di due ore e il fine settimana gioca dei tornei. Questo sport porta via un sacco di tempo e ci siamo resi conto che Georgios trascurava i compiti scolastici. L’abbiamo quindi fatto uscire dalla squadra spiegandogli che si potrà riparlare di calcio solo quando miglioreranno le prestazioni scolastiche.


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