Germany - Intervista number 7 - a cura di Alfred Stephan



Intervista 7:  23.04.99, 7.45 - 9.15
Realizzata da: Alfred Stephan
Partecipante: la Sig.ra H



 

1. Presentazione della situazione familiare
1.1 Membri della famiglia
Questa famiglia turca è composta dal marito Hakan (35 anni); dalla moglie Ayse (33 anni) e dai tre figli, Murrat (12 anni); Gülfidan (6 anni); Seynep (5 anni).

1.2 Vita in patria
Da chi era composta originariamente la vostra famiglia?
Veniamo dal villaggio di Denisli dove si trovano le famose terrazze di pietra calcarea. Mio padre ha frequentato solo le scuole elementari ed ha poi lavorato come calzolaio. Dopo il matrimonio ha abitato con sua moglie ed i tre bambini da sua madre in una casa piccolissima che aveva una sola stanza di 25 mq.

1.3 Motivi che hanno portato all'emigrazione
Vive in Germania da quando era piccola. Può dirci i motivi che hanno portato suo padre ad emigrare?
Mio padre era, come dicevo, calzolaio. Per poter tagliare meglio la pelle per le scarpe che produceva a mano aveva bisogno di una macchina. All'inizio del soggiorno in Germania ha cominciato a lavorare per prendere i soldi necessari per comprarla; non costava molto ed avrebbe potuto comprarla dopo poco tempo. Però ha visto che in Germania si poteva guadagnare denaro velocemente e alla fine ha deciso di rimanere. Per mia madre questo lungo periodo lontano da suo marito era un grosso problema; lei si aspettava un  periodo di 2 o 3 mesi, normale per un calzolaio che  produce le sue scarpe e le vuole poi vendere nei paesi vicini. Dopo 6 mesi i vicini di casa hanno iniziato a sparlare di lei: "Tuo marito ha donne tedesche in Germania, non tornerà, te lo puoi scordare". Ma mia madre aveva una grande fiducia in lui. Dopo due anni mio padre è ritornato in Turchia; teneva nella cravatta tutto il denaro guadagnato, se l'è tolta in presenza di mia madre e fiero ha detto: "Guarda, ho guadagnato questo denaro per te e per la tua famiglia!". Con questo denaro ha fatto fare una capriola ai figli gridando: "Ora siamo ricchi!". Mio padre voleva che tutti andassimo in Germania con lui e si è rivolto a mia madre dicendo: "Non posso vivere senza di te. Ci potremo permettere anche una casa". Così hanno deciso di emigrare con tutta la famiglia in Germania.

1.4 Esperienze vissute durante l'emigrazione
Siete venuti direttamente a Waiblingen?
No, all'inizio abitavamo a Wuringen vicino a Colonia. Mio padre andava a lavorare, mia madre era casalinga ed io andavo all'asilo. Con una anziana signora tedesca che accompagnavo spesso al cimitero ho stabilito subito una grande amicizia. Da allora fino al mio matrimonio sono praticamente stata sempre insieme a tedeschi.

Come era la situazione quando siete andati via dal vostro paese?
Siamo semplicemente andati via. Non abbiamo dovuto lasciare nulla perché non possedevamo nulla, la camera era di mia nonna.

Quali mezzi avete utilizzato?
Non mi ricordo bene il nostro viaggio; so solo che improvvisamente moltissime persone correvano all'aeroporto e noi dietro a loro. Mia sorella, due anni più piccola di me, piangeva e la dovevo consolare. Mia madre teneva in braccio l'altra mia sorella che allora aveva 4 anni.

Avete avuto da subito una casa in Germania?
Mio padre lavorava in Germania alla Ford e viveva già da due anni in una casa in affitto. Ci ha portato in Germania durante le ferie dopo che aveva già organizzato tutto. Vivevamo in un appartamento di due camere, un paradiso rispetto alle condizioni in Turchia. Mio padre sta ancora a Colonia e lavora alla Ford.

1.5 Esperienze durante l'ambientamento
E' stato difficile mettere insieme tutta la famiglia?
No. Io ero piccola e già mio padre era in Germania. Nel 1972, a 6 anni, ci ha portato tutti in Germania. Il papà di mio marito era in Germania un paio d'anni prima di mio padre. Sua moglie ed i bambini sono però arrivati più tardi; mio marito aveva 16 anni allora.

2. Condizioni di vita nel paese ospitante
2.1 Durata del soggiorno
Da quanto tempo siete a Waiblingen?
Siamo arrivato a Waiblingen l'anno scorso, prima vivevamo a Backnang, dove mio marito aveva un appartamento dall'epoca della sua formazione; da dieci anni ormai lavora alla Daimler-Benz. La strada da Stoccarda a Waiblingen è semplicemente più breve rispetto a Backnang e quindi abbiamo deciso di trasferirci.

Avete mai pensato di ritornare nel vostro paese?
Prima della nostra vacanza la nostalgia è grande e diciamo sempre: "Ah, se vivessimo per sempre in Turchia!" Ma quando stiamo per 4 settimane in Turchia vogliamo tornare indietro perché non ce la facciamo più. In Turchia tutto è sregolato; non mi fido ad andare in giro in macchina perché nelle strade c'è il caos assoluto. Quando mi fermo da famiglie turche mi rendo sempre conto che lo stile di vita turco non mi appartiene più. Parlo un turco vecchio di 20 anni, perché in Germania non ho mai frequentato una scuola turca e non ho quindi un'educazione turca. Per questo è per me difficilissimo seguire i discorsi della gente ed intervenire. In Germania mi trovo bene, so come funzionano le autorità, le strade sono molto più belle, la gente sta più attenta al traffico. Tutto è regolato e quindi ci si può organizzare molto meglio la giornata; mi trovo semplicemente bene qui.

2.2 Lingua
Chi le ha insegnato il tedesco?
I miei insegnanti nella scuola tedesca. Andavo a scuola molto volentieri ed ho sempre amato leggere. I miei amici erano per la maggior parte tedeschi ed avevo sempre contatti con famiglie tedesche della classe sociale più alta che parlavano un tedesco migliore.

Come se la cava con la sua lingua madre?
Molto male. Come ho già detto prima parlo un turco superato; inoltre mio padre ha fatto solo le elementari e mia madre è analfabeta, quindi non ho imparato turco da loro. Il lessico dei miei genitori era limitato alla vita di paese di tutti i giorni. Quando inizio a parlare in turco, un turco riconosce immediatamente dal mio dialetto da quale parte provengo. Per questa mancanza mi rimane molto difficile parlare con un turco che ha una formazione universitaria. Non riesco a stare dietro al turco che parlano.

Ha occasione di leggere nella sua lingua madre?
Leggo molto in turco ma non lo capisco così bene. Leggo soprattutto libri religiosi, il corano e le interpretazioni del Corano fatte da diversi autori. Non compriamo giornali turchi perché c'è la televisione turca via satellite dove vediamo il telegiornale. Non capisco tutto quello che dicono ma posso chiedere a mio marito che parla la lingua turca molto meglio di me. Normalmente, però, lascio perdere, perché posso vedere le notizie più importanti nella televisione tedesca.

Si ricorda se per lei è stato difficile imparare il tedesco?
Tutto sommato posso dire che no è stato difficile imparare il tedesco. Dall'inizio non ho mai avuto difficoltà con le lingue, neanche con l'inglese.

Per suo figlio è stato difficile imparare il tedesco?
Da subito ha avuto difficoltà con le lingue. E' cresciuto da solo, mio marito ed io lavoravamo tutto il giorno ed a tre anni è andato in una scuola a tempo pieno. Per la sua età non era ancora molto ferrato linguisticamente; in pratica aveva grosse difficoltà con le lingue. Ma poi questo sviluppo linguistico si è completato da solo, ha imparato il tedesco dai suoi compagni di classe ed il turco da me, perché mi sono sempre sforzata ad insegnargli innanzitutto la sua lingua madre.

Che lingua parlate a casa?
Qualche volta tedesco, qualche volta turco. Mio marito parla con i figli quasi esclusivamente in turco, non parla bene il tedesco e i miei figli lo prendono in giro quando fa errori. Io parlo con loro quasi sempre in tedesco.

2.3 Lavoro
Avevate deciso di stabilirvi per lavoro in Germania. Consideravate giusta questa decisione o avevate altre idee?
A dire non mi pare che allora volessi andare in un altro posto. Nella decisione di stabilirmi da qualche parte il lavoro giocava un ruolo non importante. Per me è sempre stato importantissimo che una persona si formi, e l'educazione è possibile dappertutto. Per poter capire altre persone devo essere io per prima a sapere tante cose. Fare soldi o carriera non è importante. Io lavoro solo per la gioia di incontrare le persone. Scegliere la Germania è stata una cosa giusta, perché qui vivo insieme ad italiani, tedeschi ed altri.

Qual è il suo lavoro in Germania?
Sono infermiera. Ho terminato la Realschule e così ho ottenuto anche la possibilità di accedere al liceo. Ho fatto domanda in un liceo e avrei dovuto essere ammessa all'undicesima classe, ma nel frattempo mi sono sposata. Dato che mi ha sempre interessato la medicina sia per il fisico che, soprattutto, per la parte spirituale delle persone, ho deciso di diventare infermiera. Ho iniziato la formazione a Colonia anche se sapevo che non l'avrei potuta concludere; ma era importante fare qualcosa. Dopo essermi sposata sono andata da mio marito a Backnang. Quando il mio primo figlio aveva tre anni ho ricominciato lì la formazione da infermiera. Mio marito faceva nel frattempo una formazione ma non so per quale lavoro. Dopo l'esame ha lavorato per un po' nella ditta Stuba a Backnang. Poco dopo è andato alla Daimler-Benz dove lavorava come meccanico industriale. Da un po' di tempo in qualità di capo macchine controlla i prodotti che vengono creati in una macchina CNC e li rielabora a mano se non sono conformi alla norma di qualità.

2.4 Scuola
Quale scuola frequentano i suoi figli?
Murrat frequenta la settima classe della Karolinger Hauptschule, mia figlia la prima classe della Rinnenäckerschule, Seynap va ancora all'asilo.

I vostri figli si trovano bene o ci sono dei problemi?
Mio figlio frequenta la sua terza scuola perché ci siamo trasferiti spesso. Si trova bene; all'inizio c'erano chiaramente dei problemi di inserimento nella nuova classe ma ormai si è acclimatato.

I vostri figli hanno mai studiato con loro compagni di scuola?
All'inizio studiava soprattutto con me, ma questo non portava a risultati dato che si fidava ciecamente di me. Non faceva i compiti con la dovuta attenzione perché sapeva che comunque li avrei controllati. Un giorno ho detto: "Oh, adesso viene Tommy a casa nostra e fa i compiti con te!" Ha studiato circa sei mesi con i suoi compagni. E' andato avanti per altri sei. Io dovevo sempre stare lì altrimenti parlavano per tutto il tempo e non lavoravano. Da quando lo lascio in pace va tutto bene ed ora lavora prevalentemente da solo.

Ci sono differenze tra il sistema scolastico tedesco e quello del vostro paese?
Non conosco quasi per niente il sistema scolastico turco come anche altre istituzioni ed uffici statali. So soltanto che in Turchia la scuola elementare dura otto anni. Gli insegnanti turchi erano molto più severi in Turchia che in Germania. Guardavano se le unghie erano a posto, se le orecchie erano pulite ed i capelli pettinati. Inoltre bisognava portare un'uniforme. Per vedere gli insegnanti parlare e fare attenzione ad un alunno bisognava essere veramente bravi. In Germania naturalmente la situazione è diversa: durante la lezione si potrebbe mangiare un chewing-gum, mettere i piedi sul tavolo, bere qualcosa ecc. Se una volta hai scritto un tre o un quattro non ci si arrabbia. Quando andavo a scuola consideravo gli insegnanti come amici; a mio figlio piace la sua insegnante ed anche a me.

Cosa non le piace della scuola tedesca?
Voglio assolutamente impedire che i miei figli diventino atei e sarei molto contenta se ci fosse una lezione di islam per i nostri figli turchi. In questo modo saremo sollevati dall'incarico di dover educare i nostri figli alla religione e non ci sarebbe più bisogno di andare i fine settimana ed i pomeriggi alla scuola coranica. Non ci sono altre mancanze nella scuola tedesca.

Come si trova suo figlio in città?
Viviamo in un bel paese; Murrat si trova bene qui ed ha anche amici turchi, e sono contentissima di questo; in questo modo impara meglio il turco rispetto a Backnang dove aveva solo amici tedeschi. Di solito resta da solo perché ama la tranquillità. Solo quando si annoia va a giocare con gli amici.

2.5 Condizioni di abitazione
Come abitate in Germania?
A Backnang vivevamo in un grande appartamento in affitto di circa 60 mq. A Waiblingen abbiamo comprato una grande casa di proprietà con 4 stanze in una zona residenziale molto bella.

2.6 Religione
Quale religione professate?
L'islamismo.

Potete praticarla qui?
Sì, benissimo, anzi meglio che in Turchia, anche se mi mancano le grandi moschee ed i minareti. Ma per quanto riguarda la vita di tutti i giorni, qui posso vivere meglio la mia religione. Dopo la preghiera serale vado a dormire e mi sveglio senza problemi per la preghiera del mattino alle 6. In Turchia è difficile svegliarsi così presto. E' sempre molto caldo durante il giorno, si sta insieme fino a tardi la sera e la mattina non riesco ad alzarmi, anche se l'imam chiama in continuazione. Un altro vantaggio per la mia religione in Germania è che su tutti i prodotti vengono indicati gli ingredienti contenuti e così si può subito verificare se contengono sostanze vietate dalla nostra religione. Se un cibo contiene gelatina, lecitina e emulsionanti significa che è stato lavorato il maiale ed allora non compro questi prodotti. In Turchia non viene mostrato il contenuto di un prodotto, e quindi si deve immaginare che non contengano sostanze vietate. Ma chi mi può dire che un affarista senza scrupoli non utilizzi sostanze derivate da carne suina perché sono a buon mercato? In Turchia c'è circa il 99% di musulmani, ma non è detto che tutte queste persone vivano secondo l'islam. Qui in Germania ho più fiducia nelle leggi perché sono migliori e più severe. Quando i bambini ritornano il pomeriggio da scuola eseguo la mia preghiera di mezzogiorno. Dopo che hanno finito i compiti andiamo insieme alla moschea, ma senza mio marito che ancora sta lavorando. A Waiblingen ci sono due moschee che non possono essere riconosciute come tali dall'esterno. Il sindaco non ha voluto realizzare una moschea con minareti; per quanto ne so io gli abitanti hanno detto no con un sondaggio alla costruzione di un tale edificio. Comunque consideriamo questi due luoghi come moschee, perché ogni spazio in cui si prega, si legge il Corano e si guarda verso la Mecca vale come moschea, anche casa mia in caso di emergenza. Poco tempo fa ero nella sala d'attesa d un medico. Arrivata l'ora della preghiera ho chiesto all'assistente se mi poteva mostrare un posticino per pregare. Mi ha subito portato in una stanza vicina dove ho steso in mio cappotto come tappeto di preghiera. Questo piccolo esempio dimostra, secondo me, che in Germania si è fondamentalmente tolleranti nei confronti delle persone con diversa mentalità.

Nella scuola dei vostri figli ci sono ore dedicate all'insegnamento della vostra religione?
Purtroppo no. Considero però molto importante che ad un bambino vengano insegnati i principi islamici. Trovo inoltre molto bello il fatto che i bambini nelle ore di religione cattolica ed evangelica della scuola tedesca imparino qualcosa dell'islam. Una ragazza tedesca mi ha visto una volta pregare e sapeva che pregavo in direzione Mecca.

Insegnate le preghiere ai vostri figli?
Sì, dato che a scuola non ci sono ore di religione. Quando studiavo a Colonia avevo un'ora di religione islamica; il nostro insegnante ci insegnava, sui tavoli, a pregare e ci faceva vedere nel lavandino come deve essere fatto il lavaggio prima della preghiera. Faccio lo stesso con i miei figli a casa.

2.7 Cultura e mentalità
Ci sono problemi legati alle differenze culturali tra il vostro paese e la Germania?
Forse all'inizio. Come modo di pensare mi sono sempre considerata più come tedesca; ma i miei occhi ed i miei capelli sono neri e mi chiamo Ayse, più turca di così! Ho sempre tenuto a questo, perché i miei genitori lo volevano. Mia madre faceva di tutto affinché avessi le caratteristiche tipiche di una ragazza turca: dovevo saper cucinare bene e gestire la casa. In particolare dovevo saper fare lavori manuali per poter preparare un giorno la dote. Tutto questo però andava contro la mia volontà di istruirmi. Alla fine mi sono resa conto che non c'è alcuna contraddizione nell'essere musulmana credente ed allo stesso tempo una donna istruita e cosmopolita. E' per questo che continuo la mia formazione e da quando sono sposata con mio marito turco credente porto il velo.

Dove ha conosciuto suo marito?
Non si può dire "conosciuto"; più che altro lui ha "fatto richiesta". Mio suocero e mio padre si conoscono dall'infanzia perché vengono dallo stesso villaggio. Sono stati insieme durante il servizio militare e solo allora le loro strade si sono divise e non si sono visti per 20 anni. A 14/15 anni una ragazza è in età matrimoniale, ed un uomo inizia a 18/19 anni a cercare moglie. I genitori, i membri della famiglia o anche conoscenti cercano una ragazza adatta a lui. Nel caso di me e di mio marito il tutto si è svolto così: un giorno i miei genitori ed io eravamo a Berlino. Io correvo velocemente per strada in occasione un matrimonio, senza velo e vestita bene. Lì abbiamo incontrato per caso lo zio di mio marito che si era fermato a Berlino e gli sono subito piaciuta. Quando, due settimane dopo, eravamo di nuovo a Colonia, ci ha chiamato nostro suocero per dirci che voleva fare un salto da noi; ci siamo chiesti che cosa volesse un uomo che non avevamo visto per 20 anni, e si è subito capito che voleva organizzare un matrimonio. Prima che ci venissero a trovare ho parlato al telefono con lo zio di mio marito per sapere qualcosa della sua famiglia. Mi interessava soprattutto sapere se la famiglia era molto religiosa o poco religiosa e mi ha detto che già erano stati una volta alla Mecca. Ho subito capito che al primo incontro con il mio futuro marito avrei dovuto portare il velo. Poi è arrivato il giorno: dopo che lui aveva attraversato la porta mia madre mi ha detto: "Ayse, questo è l'uomo." Fino a quel punto, avevo 18 anni, 25 uomini circa avevano richiesto la mia mano ma li avevo rifiutati tutti. Mio marito era alto, di carnagione marrone scura, capelli neri e lisci, baffetti; per me era molto importante. Si è seduto e mio padre ha iniziato a fargli delle domande, ad es.: "Come stai? Cosa fai? Dove lavori?" ed era molto attento alle sue risposte. E' importante il modo in cui un uomo risponde; se dà risposte spontanee, ride molto, è cortese, sembra avere la testa sulle spalle, le sue risposte sono logiche, quale impressione trasmette. Mio padre, la sua famiglia ed i nostri conoscenti hanno il compito di valutare i valori intimi del candidato, ed io decido solo se quest'uomo mi attrae esteriormente. Mio suocero mi ha chiesto se portavo sempre il velo, e gli ho risposto sinceramente: "No, lo porto soltanto perché siete venuti voi,  altrimenti non lo porto mai". Voleva anche sapere se prego 5 volte al giorno. Ho replicato dicendo: No, non ho tempo di farlo perché vado a scuola. Ma prego il fine settimana come prevede la nostra religione. Quando sarò sposata e potrò vedere una determinata strada di vita lo farò sicuramente." Queste risposte sembravano averlo soddisfatto. Due settimane dopo questa visita la famiglia di mio marito è ritornata a trovarci e lui ha ufficialmente fato richiesta di matrimonio. Ho detto che volevo parlare ancora una volta da sola con lui.

Quanto tempo trascorre tra la richiesta ed il matrimonio?
Dipende. Alcuni padri sono fieri ed all'inizio rifiutano tutti i candidati perché naturalmente vogliono scegliere il genero migliore per la propria figlia. Quando però la figlia vuole sposare un determinato uomo c'è un po' di tira e molla tra padre e figlia fino a quando uno prevale; di solito vince la figlia.

Quanto tempo è passato prima del vostro matrimonio?
Innanzitutto ci siamo fidanzati, abbiamo preso l'imam ed abbiamo festeggiato le nozze religiose. Possiamo paragonarle al matrimonio religioso in Germania. Nell'islam non si può uscire insieme o mostrarsi insieme alla società se non si è sposati; per noi questo ostacolo non c'era più e potevamo anche uscire da soli, cosa molto importante per noi. Dopo questo "matrimonio" non abbiamo vissuto insieme. Ci siamo incontrati ancora due o tre volte a Colonia, due volte siamo andati a Backnang vicino a Colonia. La seconda volta mia suocera mi ha messo al collo una catenina d'oro di due metri e ha detto che era ormai ora di legalizzare l'unione. Un anno dopo il nostro matrimonio islamico ci siamo ufficialmente sposati.

Ci sono differenze tra le due culture per quanto riguarda l'educazione dei figli?
Trovo ottima l'educazione tedesca; le mamme fanno tante cose con i bambini ed anche con altri genitori. Le educatrici all'asilo e gli insegnanti nella scuola si prendono cura di bambini e giovani. Da quanto ho potuto vedere, tutto questo si conclude a 18 anni. In Turchia non funziona con: "Hai 18 anni, segui la tua strada!" Si è e si rimane membri della famiglia, indipendentemente dall'età. Io educherò i miei figli in maniera cosmopolita, e questo non vuol dire che a 18 anni debbano essere costretti ad andare via di casa.

Ci sono offerte culturali per voi a Waiblingen o nei dintorni?
Non lo so di preciso perché abito a Waiblingen solo da un anno. Se si conta la vita religiosa tra le possibilità culturali, allora queste si svolgono in moschea. Murrat ha già letto per la seconda volta il corano nella lingua araba originale. 100-200 persone si sono riunite per una grande festa in moschea e Murrat ha ricevuto regali in denaro.

Avete mai organizzato manifestazioni culturali?
Io tengo in moschea un corso per ragazze turche dove cerco di dare aiuto per la vita di tutti i giorni, come ad esempio l'uso di tamponi, la pulizia secondo il periodo, la deflorazione, in che modo si possa cercare un uomo secondo la religione islamica, se è permesso avere un ragazzo tedesco e come ci si può organizzare.

2.8 Rapporti
2.8.1 Con la popolazione
Vi siete sempre sentiti ben accetti?
All'inizio sì. All'asilo ho trascorso un bellissimo periodo. Mi ricordo che un giorno in prima classe sono stata colpita da sette bambini per una parola capita male. Quel giorno pioveva ed una ragazza tedesca mi ha detto: "Ayse, certo che hai un gran culo ad avere un ombrello oggi." Allora non sapevo che "avere culo" significasse "avere fortuna", l'ho capito male ed ho risposto: "Hai tu una faccia da culo!" Allora è iniziato tutto; le sette ragazze mi hanno picchiato. Da questo episodio ho capito che innanzitutto bisogna capire prima di dire qualcosa. In fin dei conti lì non si trattava di razzismo contro i turchi ma di un semplice fraintendimento.

Può citare episodi di razzismo?
Sì. Possedevamo a Zell bei Oppenweiler una piccola casa di proprietà vicino ad un ruscello. Insieme ad un'altra famiglia eravamo gli unici stranieri in questo posto. Mio marito aveva il turno di notte ed io ero a casa con i miei figli. Alle 23.05, all'improvviso, è caduto un sasso sul nostro tetto. Ho guardato fuori dalla finestra ed ho visto un paio di ragazzi gridare "Heil Hitler! Heil Hitler! Fuori gli stranieri". Ho gridato dalla finestra: "Sparite! Chiamo la polizia! Cosa volete?" Quando i giovani mi hanno sentito parlare hanno subito pensato che fossi tedesca, si sono guardati sbigottiti e sono spariti. Ho subito chiamato i miei vicini di casa per chiedere aiuto ma non hanno aperto la finestra anche se in casa c'era la luce. Dopo una mezz'oretta è finalmente arrivata una pattuglia; una poliziotta si è scusata per il ritardo con la scusa della mancanza di personale nel distretto di polizia. Allora ho preso la decisione di andare ad abitare in una casa dove abitano tedeschi per evitare questo pericolo. Questo si è verificato nel periodo in cui a Mölln quattro stranieri sono stati uccisi con un attacco incendiario, per me doppiamente drammatico visto che mia cognata viveva nelle immediate vicinanze. Anche in strada ho vissuto l'odio contro gli stranieri. Quando dei giovani mi hanno visto con un lungo cappotto ed il velo sono venuti fuori dalle finestre i soliti slogan xenofobi: "Via gli stranieri! Via i turchi!" Quando mi avvicino a loro e ci parlo, noto almeno un certo rincrescimento per quello che hanno detto. Naturalmente queste uscite mi fanno male dato che, in fin dei conti, voglio bene a tutte le persone. In generale è difficile dire se i tedeschi sono xenofobi o no; quando si parla con qualcuno si ha l'impressione che siano amichevoli, ma se non c'è questo contatto noto spesso, in particolare tra i giovani, un atteggiamento ostile nei confronti degli stranieri.

E' mai stata invitata a parlare del vostro paese e della vostra situazione in Germania?
Sì, insieme ad un'insegnante turca ho tenuto un seminario sulle abitudini turche all'università popolare. Abbiamo trattato temi quali la festa della circoncisione, ed hanno partecipato soltanto manager tedeschi.

2.8.2 Con i vicini
Avete contatti con i vostri vicini?
Sì, di fronte a noi vive una famiglia tedesca con cui ci siamo subito trovati bene. La signora, che è molto malata, è stata molto contenta di sentire che facevo l'infermiera. Suo marito ci ha aiutato a portare su le nostre cose quando siamo arrivati. Murrat le porta qualche volta le sigarette, viene spesso lei da me e vado spesso io da lei.

I vostri figli giocano insieme agli altri?
I nostri figli giocano con molti bambini, non tengono conto della nazionalità quando scelgono i loro compagni di giochi.

2.8.3 Con gli amici
Avete amici a Waiblingen?
Già dai tempi dell'asilo ho sempre stretto amicizie con tedeschi, che vanno avanti anche oggi. In questo momento curo in particolare i contatti con le mie colleghe tedesche in ospedale. Non ho amiche turche; si tratta piuttosto di legami con i miei parenti o di conoscenze fatte in moschea.

E' stato difficile trovare amici?
No, quando in Germania si invita qualcuno a mangiare si accetta con piacere l'invito e sarebbe bello avere anche i parenti. Viceversa non mi faccio invitare volentieri a mangiare. Mi colpisce di più quello che fanno in generale, quali libri leggono, quali viaggi hanno fatto ecc.

E' mai stata invitata a mangiare da qualcuno?
Sì, ma ho avuto da piccola un'esperienza negativa a casa di un'amica. Dopo aver mangiato mi ha chiesto se mi era piaciuto ed io ho risposto: "Delizioso!" Quando poi mi ha detto che avevo mangiato anche carne di maiale ho dovuto vomitare. Da allora ho deciso di non mangiare più da tedeschi; i miei amici tedeschi sanno che, per quanto possibile, devono cucinare vegetariano. Allora sono volentieri ospite.

2.8.4 Con la patria
Avete ancora contatti con il vostro paese?
Sì, stiamo costruendo una casa perché da vecchi vogliamo vivere nel nostro paese. I miei suoceri sono tornati definitivamente in Turchia e ci sentiamo spesso con loro; inoltre andiamo a trovare ogni anno in vacanza tutti i parenti più stretti.

Avete ancora collegamenti con il vostro paese, ad es. tramite giornali o libri?
No, leggo solo libri religiosi.

2.8.5 Con i parenti in patria
Siete ancora in contatto con i vostri parenti in patria?
Quando andiamo nelle case dei nostri parenti mio figlio è sempre molto interessato da come sono fatte: L'appartamento è composto da una sola stanza al piano terra. Per terra c'è normalmente un piccolo mattone dove si ammassano le casse. Quasi tutte le famiglie hanno un telefono, un televisore ed un frigorifero, ma nient'altro. Quando vediamo questa povertà ci rendiamo sempre di più conto di come stiamo bene. Allora aumentiamo di molto la quantità delle elemosine previste dall'islam: o sono io a lasciare soldi alle famiglie più bisognose oppure è mio marito a comprare in grandi quantità generi alimentari come zucchero, olio di oliva e pasta e mio padre li consegna con il camion. Non si possono dare somme di denaro a tutte le famiglie perché non si sa come verrà impiegato. Qualche volta gli uomini ci vanno al caffè, se li giocano o li spendono in alcolici.

2.9 Tempo libero
Quali sono i suoi hobby?
Il mio hobby è quello di vivere per la mia religione. Appena ho tempo mi dedico ad una forma qualsiasi della religione, prego e leggo libri religiosi.

In che modo pratica questi hobby, da sola o in gruppo?
Innanzitutto leggo da sola, ma poi vengono spesso altre donne da me e spiego loro quello che ho letto.
 


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