1. Presentazione della situazione familiare
1.1 Membri della famiglia
Questa famiglia turca è composta dal marito Hakan (35 anni);
dalla moglie Ayse (33 anni) e dai tre figli, Murrat (12 anni); Gülfidan
(6 anni); Seynep (5 anni).
1.2 Vita in patria
Da chi era composta originariamente la vostra famiglia?
Veniamo dal villaggio di Denisli dove si trovano le famose terrazze
di pietra calcarea. Mio padre ha frequentato solo le scuole elementari
ed ha poi lavorato come calzolaio. Dopo il matrimonio ha abitato con sua
moglie ed i tre bambini da sua madre in una casa piccolissima che aveva
una sola stanza di 25 mq.
1.3 Motivi che hanno portato all'emigrazione
Vive in Germania da quando era piccola. Può dirci i motivi
che hanno portato suo padre ad emigrare?
Mio padre era, come dicevo, calzolaio. Per poter tagliare meglio la
pelle per le scarpe che produceva a mano aveva bisogno di una macchina.
All'inizio del soggiorno in Germania ha cominciato a lavorare per prendere
i soldi necessari per comprarla; non costava molto ed avrebbe potuto comprarla
dopo poco tempo. Però ha visto che in Germania si poteva guadagnare
denaro velocemente e alla fine ha deciso di rimanere. Per mia madre questo
lungo periodo lontano da suo marito era un grosso problema; lei si aspettava
un periodo di 2 o 3 mesi, normale per un calzolaio che produce
le sue scarpe e le vuole poi vendere nei paesi vicini. Dopo 6 mesi i vicini
di casa hanno iniziato a sparlare di lei: "Tuo marito ha donne tedesche
in Germania, non tornerà, te lo puoi scordare". Ma mia madre aveva
una grande fiducia in lui. Dopo due anni mio padre è ritornato in
Turchia; teneva nella cravatta tutto il denaro guadagnato, se l'è
tolta in presenza di mia madre e fiero ha detto: "Guarda, ho guadagnato
questo denaro per te e per la tua famiglia!". Con questo denaro ha fatto
fare una capriola ai figli gridando: "Ora siamo ricchi!". Mio padre voleva
che tutti andassimo in Germania con lui e si è rivolto a mia madre
dicendo: "Non posso vivere senza di te. Ci potremo permettere anche una
casa". Così hanno deciso di emigrare con tutta la famiglia in Germania.
1.4 Esperienze vissute durante l'emigrazione
Siete venuti direttamente a Waiblingen?
No, all'inizio abitavamo a Wuringen vicino a Colonia. Mio padre andava
a lavorare, mia madre era casalinga ed io andavo all'asilo. Con una anziana
signora tedesca che accompagnavo spesso al cimitero ho stabilito subito
una grande amicizia. Da allora fino al mio matrimonio sono praticamente
stata sempre insieme a tedeschi.
Come era la situazione quando siete andati via dal vostro paese?
Siamo semplicemente andati via. Non abbiamo dovuto lasciare nulla perché
non possedevamo nulla, la camera era di mia nonna.
Quali mezzi avete utilizzato?
Non mi ricordo bene il nostro viaggio; so solo che improvvisamente
moltissime persone correvano all'aeroporto e noi dietro a loro. Mia sorella,
due anni più piccola di me, piangeva e la dovevo consolare. Mia
madre teneva in braccio l'altra mia sorella che allora aveva 4 anni.
Avete avuto da subito una casa in Germania?
Mio padre lavorava in Germania alla Ford e viveva già da due
anni in una casa in affitto. Ci ha portato in Germania durante le ferie
dopo che aveva già organizzato tutto. Vivevamo in un appartamento
di due camere, un paradiso rispetto alle condizioni in Turchia. Mio padre
sta ancora a Colonia e lavora alla Ford.
1.5 Esperienze durante l'ambientamento
E' stato difficile mettere insieme tutta la famiglia?
No. Io ero piccola e già mio padre era in Germania. Nel 1972,
a 6 anni, ci ha portato tutti in Germania. Il papà di mio marito
era in Germania un paio d'anni prima di mio padre. Sua moglie ed i bambini
sono però arrivati più tardi; mio marito aveva 16 anni allora.
2. Condizioni di vita nel paese ospitante
2.1 Durata del soggiorno
Da quanto tempo siete a Waiblingen?
Siamo arrivato a Waiblingen l'anno scorso, prima vivevamo a Backnang,
dove mio marito aveva un appartamento dall'epoca della sua formazione;
da dieci anni ormai lavora alla Daimler-Benz. La strada da Stoccarda a
Waiblingen è semplicemente più breve rispetto a Backnang
e quindi abbiamo deciso di trasferirci.
Avete mai pensato di ritornare nel vostro paese?
Prima della nostra vacanza la nostalgia è grande e diciamo sempre:
"Ah, se vivessimo per sempre in Turchia!" Ma quando stiamo per 4 settimane
in Turchia vogliamo tornare indietro perché non ce la facciamo più.
In Turchia tutto è sregolato; non mi fido ad andare in giro in macchina
perché nelle strade c'è il caos assoluto. Quando mi fermo
da famiglie turche mi rendo sempre conto che lo stile di vita turco non
mi appartiene più. Parlo un turco vecchio di 20 anni, perché
in Germania non ho mai frequentato una scuola turca e non ho quindi un'educazione
turca. Per questo è per me difficilissimo seguire i discorsi della
gente ed intervenire. In Germania mi trovo bene, so come funzionano le
autorità, le strade sono molto più belle, la gente sta più
attenta al traffico. Tutto è regolato e quindi ci si può
organizzare molto meglio la giornata; mi trovo semplicemente bene qui.
2.2 Lingua
Chi le ha insegnato il tedesco?
I miei insegnanti nella scuola tedesca. Andavo a scuola molto volentieri
ed ho sempre amato leggere. I miei amici erano per la maggior parte tedeschi
ed avevo sempre contatti con famiglie tedesche della classe sociale più
alta che parlavano un tedesco migliore.
Come se la cava con la sua lingua madre?
Molto male. Come ho già detto prima parlo un turco superato;
inoltre mio padre ha fatto solo le elementari e mia madre è analfabeta,
quindi non ho imparato turco da loro. Il lessico dei miei genitori era
limitato alla vita di paese di tutti i giorni. Quando inizio a parlare
in turco, un turco riconosce immediatamente dal mio dialetto da quale parte
provengo. Per questa mancanza mi rimane molto difficile parlare con un
turco che ha una formazione universitaria. Non riesco a stare dietro al
turco che parlano.
Ha occasione di leggere nella sua lingua madre?
Leggo molto in turco ma non lo capisco così bene. Leggo soprattutto
libri religiosi, il corano e le interpretazioni del Corano fatte da diversi
autori. Non compriamo giornali turchi perché c'è la televisione
turca via satellite dove vediamo il telegiornale. Non capisco tutto quello
che dicono ma posso chiedere a mio marito che parla la lingua turca molto
meglio di me. Normalmente, però, lascio perdere, perché posso
vedere le notizie più importanti nella televisione tedesca.
Si ricorda se per lei è stato difficile imparare il tedesco?
Tutto sommato posso dire che no è stato difficile imparare il
tedesco. Dall'inizio non ho mai avuto difficoltà con le lingue,
neanche con l'inglese.
Per suo figlio è stato difficile imparare il tedesco?
Da subito ha avuto difficoltà con le lingue. E' cresciuto da
solo, mio marito ed io lavoravamo tutto il giorno ed a tre anni è
andato in una scuola a tempo pieno. Per la sua età non era ancora
molto ferrato linguisticamente; in pratica aveva grosse difficoltà
con le lingue. Ma poi questo sviluppo linguistico si è completato
da solo, ha imparato il tedesco dai suoi compagni di classe ed il turco
da me, perché mi sono sempre sforzata ad insegnargli innanzitutto
la sua lingua madre.
Che lingua parlate a casa?
Qualche volta tedesco, qualche volta turco. Mio marito parla con i
figli quasi esclusivamente in turco, non parla bene il tedesco e i miei
figli lo prendono in giro quando fa errori. Io parlo con loro quasi sempre
in tedesco.
2.3 Lavoro
Avevate deciso di stabilirvi per lavoro in Germania. Consideravate
giusta questa decisione o avevate altre idee?
A dire non mi pare che allora volessi andare in un altro posto. Nella
decisione di stabilirmi da qualche parte il lavoro giocava un ruolo non
importante. Per me è sempre stato importantissimo che una persona
si formi, e l'educazione è possibile dappertutto. Per poter capire
altre persone devo essere io per prima a sapere tante cose. Fare soldi
o carriera non è importante. Io lavoro solo per la gioia di incontrare
le persone. Scegliere la Germania è stata una cosa giusta, perché
qui vivo insieme ad italiani, tedeschi ed altri.
Qual è il suo lavoro in Germania?
Sono infermiera. Ho terminato la Realschule e così ho ottenuto
anche la possibilità di accedere al liceo. Ho fatto domanda in un
liceo e avrei dovuto essere ammessa all'undicesima classe, ma nel frattempo
mi sono sposata. Dato che mi ha sempre interessato la medicina sia per
il fisico che, soprattutto, per la parte spirituale delle persone, ho deciso
di diventare infermiera. Ho iniziato la formazione a Colonia anche se sapevo
che non l'avrei potuta concludere; ma era importante fare qualcosa. Dopo
essermi sposata sono andata da mio marito a Backnang. Quando il mio primo
figlio aveva tre anni ho ricominciato lì la formazione da infermiera.
Mio marito faceva nel frattempo una formazione ma non so per quale lavoro.
Dopo l'esame ha lavorato per un po' nella ditta Stuba a Backnang. Poco
dopo è andato alla Daimler-Benz dove lavorava come meccanico industriale.
Da un po' di tempo in qualità di capo macchine controlla i prodotti
che vengono creati in una macchina CNC e li rielabora a mano se non sono
conformi alla norma di qualità.
2.4 Scuola
Quale scuola frequentano i suoi figli?
Murrat frequenta la settima classe della Karolinger Hauptschule, mia
figlia la prima classe della Rinnenäckerschule, Seynap va ancora all'asilo.
I vostri figli si trovano bene o ci sono dei problemi?
Mio figlio frequenta la sua terza scuola perché ci siamo trasferiti
spesso. Si trova bene; all'inizio c'erano chiaramente dei problemi di inserimento
nella nuova classe ma ormai si è acclimatato.
I vostri figli hanno mai studiato con loro compagni di scuola?
All'inizio studiava soprattutto con me, ma questo non portava a risultati
dato che si fidava ciecamente di me. Non faceva i compiti con la dovuta
attenzione perché sapeva che comunque li avrei controllati. Un giorno
ho detto: "Oh, adesso viene Tommy a casa nostra e fa i compiti con te!"
Ha studiato circa sei mesi con i suoi compagni. E' andato avanti per altri
sei. Io dovevo sempre stare lì altrimenti parlavano per tutto il
tempo e non lavoravano. Da quando lo lascio in pace va tutto bene ed ora
lavora prevalentemente da solo.
Ci sono differenze tra il sistema scolastico tedesco e quello del
vostro paese?
Non conosco quasi per niente il sistema scolastico turco come anche
altre istituzioni ed uffici statali. So soltanto che in Turchia la scuola
elementare dura otto anni. Gli insegnanti turchi erano molto più
severi in Turchia che in Germania. Guardavano se le unghie erano a posto,
se le orecchie erano pulite ed i capelli pettinati. Inoltre bisognava portare
un'uniforme. Per vedere gli insegnanti parlare e fare attenzione ad un
alunno bisognava essere veramente bravi. In Germania naturalmente la situazione
è diversa: durante la lezione si potrebbe mangiare un chewing-gum,
mettere i piedi sul tavolo, bere qualcosa ecc. Se una volta hai scritto
un tre o un quattro non ci si arrabbia. Quando andavo a scuola consideravo
gli insegnanti come amici; a mio figlio piace la sua insegnante ed anche
a me.
Cosa non le piace della scuola tedesca?
Voglio assolutamente impedire che i miei figli diventino atei e sarei
molto contenta se ci fosse una lezione di islam per i nostri figli turchi.
In questo modo saremo sollevati dall'incarico di dover educare i nostri
figli alla religione e non ci sarebbe più bisogno di andare i fine
settimana ed i pomeriggi alla scuola coranica. Non ci sono altre mancanze
nella scuola tedesca.
Come si trova suo figlio in città?
Viviamo in un bel paese; Murrat si trova bene qui ed ha anche amici
turchi, e sono contentissima di questo; in questo modo impara meglio il
turco rispetto a Backnang dove aveva solo amici tedeschi. Di solito resta
da solo perché ama la tranquillità. Solo quando si annoia
va a giocare con gli amici.
2.5 Condizioni di abitazione
Come abitate in Germania?
A Backnang vivevamo in un grande appartamento in affitto di circa 60
mq. A Waiblingen abbiamo comprato una grande casa di proprietà con
4 stanze in una zona residenziale molto bella.
2.6 Religione
Quale religione professate?
L'islamismo.
Potete praticarla qui?
Sì, benissimo, anzi meglio che in Turchia, anche se mi mancano
le grandi moschee ed i minareti. Ma per quanto riguarda la vita di tutti
i giorni, qui posso vivere meglio la mia religione. Dopo la preghiera serale
vado a dormire e mi sveglio senza problemi per la preghiera del mattino
alle 6. In Turchia è difficile svegliarsi così presto. E'
sempre molto caldo durante il giorno, si sta insieme fino a tardi la sera
e la mattina non riesco ad alzarmi, anche se l'imam chiama in continuazione.
Un altro vantaggio per la mia religione in Germania è che su tutti
i prodotti vengono indicati gli ingredienti contenuti e così si
può subito verificare se contengono sostanze vietate dalla nostra
religione. Se un cibo contiene gelatina, lecitina e emulsionanti significa
che è stato lavorato il maiale ed allora non compro questi prodotti.
In Turchia non viene mostrato il contenuto di un prodotto, e quindi si
deve immaginare che non contengano sostanze vietate. Ma chi mi può
dire che un affarista senza scrupoli non utilizzi sostanze derivate da
carne suina perché sono a buon mercato? In Turchia c'è circa
il 99% di musulmani, ma non è detto che tutte queste persone vivano
secondo l'islam. Qui in Germania ho più fiducia nelle leggi perché
sono migliori e più severe. Quando i bambini ritornano il pomeriggio
da scuola eseguo la mia preghiera di mezzogiorno. Dopo che hanno finito
i compiti andiamo insieme alla moschea, ma senza mio marito che ancora
sta lavorando. A Waiblingen ci sono due moschee che non possono essere
riconosciute come tali dall'esterno. Il sindaco non ha voluto realizzare
una moschea con minareti; per quanto ne so io gli abitanti hanno detto
no con un sondaggio alla costruzione di un tale edificio. Comunque consideriamo
questi due luoghi come moschee, perché ogni spazio in cui si prega,
si legge il Corano e si guarda verso la Mecca vale come moschea, anche
casa mia in caso di emergenza. Poco tempo fa ero nella sala d'attesa d
un medico. Arrivata l'ora della preghiera ho chiesto all'assistente se
mi poteva mostrare un posticino per pregare. Mi ha subito portato in una
stanza vicina dove ho steso in mio cappotto come tappeto di preghiera.
Questo piccolo esempio dimostra, secondo me, che in Germania si è
fondamentalmente tolleranti nei confronti delle persone con diversa mentalità.
Nella scuola dei vostri figli ci sono ore dedicate all'insegnamento
della vostra religione?
Purtroppo no. Considero però molto importante che ad un bambino
vengano insegnati i principi islamici. Trovo inoltre molto bello il fatto
che i bambini nelle ore di religione cattolica ed evangelica della scuola
tedesca imparino qualcosa dell'islam. Una ragazza tedesca mi ha visto una
volta pregare e sapeva che pregavo in direzione Mecca.
Insegnate le preghiere ai vostri figli?
Sì, dato che a scuola non ci sono ore di religione. Quando studiavo
a Colonia avevo un'ora di religione islamica; il nostro insegnante ci insegnava,
sui tavoli, a pregare e ci faceva vedere nel lavandino come deve essere
fatto il lavaggio prima della preghiera. Faccio lo stesso con i miei figli
a casa.
2.7 Cultura e mentalità
Ci sono problemi legati alle differenze culturali tra il vostro
paese e la Germania?
Forse all'inizio. Come modo di pensare mi sono sempre considerata più
come tedesca; ma i miei occhi ed i miei capelli sono neri e mi chiamo Ayse,
più turca di così! Ho sempre tenuto a questo, perché
i miei genitori lo volevano. Mia madre faceva di tutto affinché
avessi le caratteristiche tipiche di una ragazza turca: dovevo saper cucinare
bene e gestire la casa. In particolare dovevo saper fare lavori manuali
per poter preparare un giorno la dote. Tutto questo però andava
contro la mia volontà di istruirmi. Alla fine mi sono resa conto
che non c'è alcuna contraddizione nell'essere musulmana credente
ed allo stesso tempo una donna istruita e cosmopolita. E' per questo che
continuo la mia formazione e da quando sono sposata con mio marito turco
credente porto il velo.
Dove ha conosciuto suo marito?
Non si può dire "conosciuto"; più che altro lui ha "fatto
richiesta". Mio suocero e mio padre si conoscono dall'infanzia perché
vengono dallo stesso villaggio. Sono stati insieme durante il servizio
militare e solo allora le loro strade si sono divise e non si sono visti
per 20 anni. A 14/15 anni una ragazza è in età matrimoniale,
ed un uomo inizia a 18/19 anni a cercare moglie. I genitori, i membri della
famiglia o anche conoscenti cercano una ragazza adatta a lui. Nel caso
di me e di mio marito il tutto si è svolto così: un giorno
i miei genitori ed io eravamo a Berlino. Io correvo velocemente per strada
in occasione un matrimonio, senza velo e vestita bene. Lì abbiamo
incontrato per caso lo zio di mio marito che si era fermato a Berlino e
gli sono subito piaciuta. Quando, due settimane dopo, eravamo di nuovo
a Colonia, ci ha chiamato nostro suocero per dirci che voleva fare un salto
da noi; ci siamo chiesti che cosa volesse un uomo che non avevamo visto
per 20 anni, e si è subito capito che voleva organizzare un matrimonio.
Prima che ci venissero a trovare ho parlato al telefono con lo zio di mio
marito per sapere qualcosa della sua famiglia. Mi interessava soprattutto
sapere se la famiglia era molto religiosa o poco religiosa e mi ha detto
che già erano stati una volta alla Mecca. Ho subito capito che al
primo incontro con il mio futuro marito avrei dovuto portare il velo. Poi
è arrivato il giorno: dopo che lui aveva attraversato la porta mia
madre mi ha detto: "Ayse, questo è l'uomo." Fino a quel punto, avevo
18 anni, 25 uomini circa avevano richiesto la mia mano ma li avevo rifiutati
tutti. Mio marito era alto, di carnagione marrone scura, capelli neri e
lisci, baffetti; per me era molto importante. Si è seduto e mio
padre ha iniziato a fargli delle domande, ad es.: "Come stai? Cosa fai?
Dove lavori?" ed era molto attento alle sue risposte. E' importante il
modo in cui un uomo risponde; se dà risposte spontanee, ride molto,
è cortese, sembra avere la testa sulle spalle, le sue risposte sono
logiche, quale impressione trasmette. Mio padre, la sua famiglia ed i nostri
conoscenti hanno il compito di valutare i valori intimi del candidato,
ed io decido solo se quest'uomo mi attrae esteriormente. Mio suocero mi
ha chiesto se portavo sempre il velo, e gli ho risposto sinceramente: "No,
lo porto soltanto perché siete venuti voi, altrimenti non
lo porto mai". Voleva anche sapere se prego 5 volte al giorno. Ho replicato
dicendo: No, non ho tempo di farlo perché vado a scuola. Ma prego
il fine settimana come prevede la nostra religione. Quando sarò
sposata e potrò vedere una determinata strada di vita lo farò
sicuramente." Queste risposte sembravano averlo soddisfatto. Due settimane
dopo questa visita la famiglia di mio marito è ritornata a trovarci
e lui ha ufficialmente fato richiesta di matrimonio. Ho detto che volevo
parlare ancora una volta da sola con lui.
Quanto tempo trascorre tra la richiesta ed il matrimonio?
Dipende. Alcuni padri sono fieri ed all'inizio rifiutano tutti i candidati
perché naturalmente vogliono scegliere il genero migliore per la
propria figlia. Quando però la figlia vuole sposare un determinato
uomo c'è un po' di tira e molla tra padre e figlia fino a quando
uno prevale; di solito vince la figlia.
Quanto tempo è passato prima del vostro matrimonio?
Innanzitutto ci siamo fidanzati, abbiamo preso l'imam ed abbiamo festeggiato
le nozze religiose. Possiamo paragonarle al matrimonio religioso in Germania.
Nell'islam non si può uscire insieme o mostrarsi insieme alla società
se non si è sposati; per noi questo ostacolo non c'era più
e potevamo anche uscire da soli, cosa molto importante per noi. Dopo questo
"matrimonio" non abbiamo vissuto insieme. Ci siamo incontrati ancora due
o tre volte a Colonia, due volte siamo andati a Backnang vicino a Colonia.
La seconda volta mia suocera mi ha messo al collo una catenina d'oro di
due metri e ha detto che era ormai ora di legalizzare l'unione. Un anno
dopo il nostro matrimonio islamico ci siamo ufficialmente sposati.
Ci sono differenze tra le due culture per quanto riguarda l'educazione
dei figli?
Trovo ottima l'educazione tedesca; le mamme fanno tante cose con i
bambini ed anche con altri genitori. Le educatrici all'asilo e gli insegnanti
nella scuola si prendono cura di bambini e giovani. Da quanto ho potuto
vedere, tutto questo si conclude a 18 anni. In Turchia non funziona con:
"Hai 18 anni, segui la tua strada!" Si è e si rimane membri della
famiglia, indipendentemente dall'età. Io educherò i miei
figli in maniera cosmopolita, e questo non vuol dire che a 18 anni debbano
essere costretti ad andare via di casa.
Ci sono offerte culturali per voi a Waiblingen o nei dintorni?
Non lo so di preciso perché abito a Waiblingen solo da un anno.
Se si conta la vita religiosa tra le possibilità culturali, allora
queste si svolgono in moschea. Murrat ha già letto per la seconda
volta il corano nella lingua araba originale. 100-200 persone si sono riunite
per una grande festa in moschea e Murrat ha ricevuto regali in denaro.
Avete mai organizzato manifestazioni culturali?
Io tengo in moschea un corso per ragazze turche dove cerco di dare
aiuto per la vita di tutti i giorni, come ad esempio l'uso di tamponi,
la pulizia secondo il periodo, la deflorazione, in che modo si possa cercare
un uomo secondo la religione islamica, se è permesso avere un ragazzo
tedesco e come ci si può organizzare.
2.8 Rapporti
2.8.1 Con la popolazione
Vi siete sempre sentiti ben accetti?
All'inizio sì. All'asilo ho trascorso un bellissimo periodo.
Mi ricordo che un giorno in prima classe sono stata colpita da sette bambini
per una parola capita male. Quel giorno pioveva ed una ragazza tedesca
mi ha detto: "Ayse, certo che hai un gran culo ad avere un ombrello oggi."
Allora non sapevo che "avere culo" significasse "avere fortuna", l'ho capito
male ed ho risposto: "Hai tu una faccia da culo!" Allora è iniziato
tutto; le sette ragazze mi hanno picchiato. Da questo episodio ho capito
che innanzitutto bisogna capire prima di dire qualcosa. In fin dei conti
lì non si trattava di razzismo contro i turchi ma di un semplice
fraintendimento.
Può citare episodi di razzismo?
Sì. Possedevamo a Zell bei Oppenweiler una piccola casa di proprietà
vicino ad un ruscello. Insieme ad un'altra famiglia eravamo gli unici stranieri
in questo posto. Mio marito aveva il turno di notte ed io ero a casa con
i miei figli. Alle 23.05, all'improvviso, è caduto un sasso sul
nostro tetto. Ho guardato fuori dalla finestra ed ho visto un paio di ragazzi
gridare "Heil Hitler! Heil Hitler! Fuori gli stranieri". Ho gridato dalla
finestra: "Sparite! Chiamo la polizia! Cosa volete?" Quando i giovani mi
hanno sentito parlare hanno subito pensato che fossi tedesca, si sono guardati
sbigottiti e sono spariti. Ho subito chiamato i miei vicini di casa per
chiedere aiuto ma non hanno aperto la finestra anche se in casa c'era la
luce. Dopo una mezz'oretta è finalmente arrivata una pattuglia;
una poliziotta si è scusata per il ritardo con la scusa della mancanza
di personale nel distretto di polizia. Allora ho preso la decisione di
andare ad abitare in una casa dove abitano tedeschi per evitare questo
pericolo. Questo si è verificato nel periodo in cui a Mölln
quattro stranieri sono stati uccisi con un attacco incendiario, per me
doppiamente drammatico visto che mia cognata viveva nelle immediate vicinanze.
Anche in strada ho vissuto l'odio contro gli stranieri. Quando dei giovani
mi hanno visto con un lungo cappotto ed il velo sono venuti fuori dalle
finestre i soliti slogan xenofobi: "Via gli stranieri! Via i turchi!" Quando
mi avvicino a loro e ci parlo, noto almeno un certo rincrescimento per
quello che hanno detto. Naturalmente queste uscite mi fanno male dato che,
in fin dei conti, voglio bene a tutte le persone. In generale è
difficile dire se i tedeschi sono xenofobi o no; quando si parla con qualcuno
si ha l'impressione che siano amichevoli, ma se non c'è questo contatto
noto spesso, in particolare tra i giovani, un atteggiamento ostile nei
confronti degli stranieri.
E' mai stata invitata a parlare del vostro paese e della vostra situazione
in Germania?
Sì, insieme ad un'insegnante turca ho tenuto un seminario sulle
abitudini turche all'università popolare. Abbiamo trattato temi
quali la festa della circoncisione, ed hanno partecipato soltanto manager
tedeschi.
2.8.2 Con i vicini
Avete contatti con i vostri vicini?
Sì, di fronte a noi vive una famiglia tedesca con cui ci siamo
subito trovati bene. La signora, che è molto malata, è stata
molto contenta di sentire che facevo l'infermiera. Suo marito ci ha aiutato
a portare su le nostre cose quando siamo arrivati. Murrat le porta qualche
volta le sigarette, viene spesso lei da me e vado spesso io da lei.
I vostri figli giocano insieme agli altri?
I nostri figli giocano con molti bambini, non tengono conto della nazionalità
quando scelgono i loro compagni di giochi.
2.8.3 Con gli amici
Avete amici a Waiblingen?
Già dai tempi dell'asilo ho sempre stretto amicizie con tedeschi,
che vanno avanti anche oggi. In questo momento curo in particolare i contatti
con le mie colleghe tedesche in ospedale. Non ho amiche turche; si tratta
piuttosto di legami con i miei parenti o di conoscenze fatte in moschea.
E' stato difficile trovare amici?
No, quando in Germania si invita qualcuno a mangiare si accetta con
piacere l'invito e sarebbe bello avere anche i parenti. Viceversa non mi
faccio invitare volentieri a mangiare. Mi colpisce di più quello
che fanno in generale, quali libri leggono, quali viaggi hanno fatto ecc.
E' mai stata invitata a mangiare da qualcuno?
Sì, ma ho avuto da piccola un'esperienza negativa a casa di
un'amica. Dopo aver mangiato mi ha chiesto se mi era piaciuto ed io ho
risposto: "Delizioso!" Quando poi mi ha detto che avevo mangiato anche
carne di maiale ho dovuto vomitare. Da allora ho deciso di non mangiare
più da tedeschi; i miei amici tedeschi sanno che, per quanto possibile,
devono cucinare vegetariano. Allora sono volentieri ospite.
2.8.4 Con la patria
Avete ancora contatti con il vostro paese?
Sì, stiamo costruendo una casa perché da vecchi vogliamo
vivere nel nostro paese. I miei suoceri sono tornati definitivamente in
Turchia e ci sentiamo spesso con loro; inoltre andiamo a trovare ogni anno
in vacanza tutti i parenti più stretti.
Avete ancora collegamenti con il vostro paese, ad es. tramite giornali
o libri?
No, leggo solo libri religiosi.
2.8.5 Con i parenti in patria
Siete ancora in contatto con i vostri parenti in patria?
Quando andiamo nelle case dei nostri parenti mio figlio è sempre
molto interessato da come sono fatte: L'appartamento è composto
da una sola stanza al piano terra. Per terra c'è normalmente un
piccolo mattone dove si ammassano le casse. Quasi tutte le famiglie hanno
un telefono, un televisore ed un frigorifero, ma nient'altro. Quando vediamo
questa povertà ci rendiamo sempre di più conto di come stiamo
bene. Allora aumentiamo di molto la quantità delle elemosine previste
dall'islam: o sono io a lasciare soldi alle famiglie più bisognose
oppure è mio marito a comprare in grandi quantità generi
alimentari come zucchero, olio di oliva e pasta e mio padre li consegna
con il camion. Non si possono dare somme di denaro a tutte le famiglie
perché non si sa come verrà impiegato. Qualche volta gli
uomini ci vanno al caffè, se li giocano o li spendono in alcolici.
2.9 Tempo libero
Quali sono i suoi hobby?
Il mio hobby è quello di vivere per la mia religione. Appena
ho tempo mi dedico ad una forma qualsiasi della religione, prego e leggo
libri religiosi.
In che modo pratica questi hobby, da sola o in gruppo?
Innanzitutto leggo da sola, ma poi vengono spesso altre donne da me
e spiego loro quello che ho letto.