p001 Sull'enigma dell'ultimo respiro di Giulio Cesare
proposto da SuperPollo il 01/05/2000

Se hai letto *Sherlock Holmes e i misteri della scienza* di Colin Bruce, c'e' un accenno e una bella spiegazione dell'enigma (Cap. 3 - *Il caso del dottore pre-atomico*).

Se non lo hai letto, ecchiloqqua [gran bella cosa gli OCR!]...

[breve riassunto mio]
All'inizio del capitolo il dottor Watson e' alle prese con un ciarlatano omeopata [von Kranksch] che cura una sua paziente, gravemente ammalata, con *acqua fresca*.
Per convincere la paziente a non fidarsi di sostanze diluite nell'acqua cosi' tanto da non contenere piu' una sola molecola della sostanza originale, Holmes suggerisce a Watson alcuni argomenti per dimostrarle l'esistenza degli atomi, suffragando cosi' l'ipotesi *acqua fresca*. Poi si arriva all'enigma...
[da qui in poi e' copiato papale papale]
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Piu' tardi, quella stessa sera emisi un profondo sospiro.
"Anche se le sembrera' assurdo, Holmes, c'e' ancora una cosa che mi preoccupa.
Tuttavia, anche lei mi e' sembrato concordare con l'idea della mia paziente che si debba sempre essere pronti a mettere in discussione i propri confortevoli pregiudizi alla luce delle nuove evidenze". Holmes annui' con aria incoraggiante.
"L'argomento in cui mi sono trovato in difficolta' nella mia discussione con von Kranksch riguardava i cristalli. Avrei voluto non aver mai toccato quel tema! Egli sosteneva che la teoria atomica della struttura cristallina non e' stata dimostrata, affermava che molte sostanze non cristallizzano affatto e che alcune sono invece capaci di costituire cristalli di due o anche piu' forme diverse".
"Questo e' vero".
"Ma poi proseguiva sostenendo che i cristalli posseggono qualita' mistiche che la scienza moderna non riuscira' mai a comprendere. Egli crede che ogni sostanza cristallina entri in risonanza con se stessa in un modo misterioso, non limitato dai comuni confini spaziali e
temporali.
E la prova di tutto questo starebbe nel fatto che, quando una nuova sostanza chimica viene isolata per la prima volta dagli scienziati, e' molto difficile farla cristallizzare, ma quando essa viene sottoposta a un secondo esperimento, i cristalli si formano con facilita' molto maggiore."
"La spiegazione di questo fatto e' molto semplice, Watson. E' ben noto che la presenza in una soluzione di uno o piu' germi cristallini - anche di dimensioni microscopiche, cosi' piccoli da non poter essere
identificati direttamente - facilita notevolmente lo sviluppo di ulteriori cristalli. Se quindi si riesce a cristallizzare una sostanza per la prima volta, ve ne saranno ben presto tracce microscopiche in ogni recesso del laboratorio.
Quando l'esperimento viene ripetuto, anche se si pensa di aver distrutto ogni traccia del campione precedente, attenzione: il secondo tentativo e' miracolosamente piu' facile!"
"Posso capire come cio' avvenga, Holmes, ma quel tipo afferma che anche se il secondo tentativo viene effettuato in modo del tutto indipendente, dall'altra parte del mondo - per esempio, la prima volta in Inghilterra e la seconda in Australia l'effetto si verifica egualmente. Egli sostiene che un campo mistico permea tutta la materia, forse influenzato dalla mente di chi osserva l'esperimento, per esempio gli scienziati presenti, ed e' per questo che una volta che un cristallo di un certo tipo si sia formato anche una sola volta da qualche parte del mondo, diviene piu' facile che un altro simile si possa formare, a imitazione del primo, in qualsiasi occasione successiva. Certo, deve mentire, quando parla di questo cosiddetto effetto di risonanza."
Con mio grande stupore, Sherlock Holmes scosse la testa.
"Vi sono prove ben documentate che si tratti di un effetto reale, Watson, Ma non si preoccupi eccessivamente per questo. In primo luogo, quando si esegue un esperimento seguendo le istruzioni di un'altra persona che lo ha gia' effettuato con successo, esso tende a essere eseguito in modo piu' agile e sicuro. E inoltre, tutti noi riconosciamo un oggetto o una situazione piu' facilmente quando si tratta di qualcosa che e' gia' noto che non quando cerchiamo qualcosa che ci e' ignoto. Esistono quindi fattori psicologici che possono rendere conto di questo fenomeno.
"Ma vi e' anche un'altra e piu' intrigante spiegazione, che e' stata descritta nella letteratura con il titolo piuttosto buffo di 'Enigma dell'ultimo respiro di Cesare'; essa chiarisce in modo molto vivido quali siano le reali implicazioni della piccolezza delle dimensioni degli atomi.
"Immagini di essersi trovato a Roma proprio mentre Cesare, esalando l'ultimo respiro, diceva "Et tu, Brute". Secondo le sue conoscenze mediche, Watson, quale sara' stato il volume d'aria di quel suo ultimo respiro?"
"Almeno un litro, Holmes. il volume di un'inspirazione puo' variare entro limiti assai ampi, in relazione a svariati fattori. Ma che c'entra questo con i cristalli o con gli atomi?"
"Mi segua attentamente, Watson. La densita' dell'aria e' di circa 1,2 chilogrammi per metro cubo, per cui mi sembra lecito affermare che l'ultimo respiro di Cesare deve aver avuto una massa di almeno un grammo. Ora, da quanti grammi d'aria e' costituita nel suo complesso tutta l'atmosfera di questo nostro Pianeta?"
"Ma Holmes, queste sono informazioni troppo specialistiche perche' una persona comune come me le possa conoscere o calcolare facilmente." "Ah, in realta' lei conosce gia' la risposta, Watson! Qual e' il diametro della terra?"
"Quasi esattamente ottomila miglia".
"E la pressione dell'aria a livello del mare?"
"Quindici libbre per pollice quadrato".
"Ecco qua! Non resta che moltiplicare per quindici l'area della superficie della Terra in pollici quadrati e si ottiene la massa totale complessiva dell'atmosfera in libbre. Ma e' molto piu' facile utilizzare il sistema metrico in uso sul Continente. Le do' un indizio: l'area della superficie terrestre e' di circa cinquecento milioni di chilometri quadrati e la pressione dell'aria e' di un chilogrammo per centimetro quadrato".
"Bene, Holmes! in un metro ci sono cento centimetri, e mille in un chilometro..."
"Usi la numerazione scientifica, la prego: mi creda, sara' molto piu' facile".
"Allora, in un metro vi sono dieci alla seconda centimetri e in un chilometro vi sono dieci alla terza metri, per cui in un chilometro vi sono dieci alla quinta centimetri. E semplice, Holmes, per moltiplicare questi numeri e' sufficiente sommare le potenze di dieci - cioe' sommare il numero degli zeri, in effetti!"
"Una scoperta davvero rimarchevole, Watson! La prego, continui". "Per cui su ogni chilometro quadrato di superficie terrestre vi sono dieci alla quinta moltiplicato dieci alla quinta cioe' dieci alla decima - chilogrammi d'aria. Moltiplichiamo questo valore per cinque volte dieci elevato all'ottava e avremo cinque volte dieci elevato alla diciottesima".
"Certamente, ma si tratta di chilogrammi, Watson - non dimentichi mai di quali unita' di misura sta parlando".
"Moltiplichiamo allora questo valore per dieci alla terza, avremo cosi' cinque volte dieci elevato alla ventunesima grammi, o, per tornare al suo esempio, ultimi respiri. In milioni..."
"No, Watson, non converta i valori! Per dominare un nuovo linguaggio e' essenziale continuare a pensare nei suoi termini. Ora le faro' notare un fatto veramente interessante. Le molecole d'aria sono cosi' piccole che ciascuna di esse pesa solo cinque per dieci alla meno ventisei
chilogrammi.
Quante molecole vi erano, allora, in quell'ultimo respiro?" La divisione mi prese un certo tempo. "Due per dieci alla ventiduesima. cioe' venti per dieci alla ventunesima: accidenti, e' un numero quattro volte maggiore di quello del numero di respiri che compongono
l'atmosfera terrestre nella sua globalita'! Tutta l'atmosfera della Terra!"
"E se lei ci pensa per un istante, Watson, si rendera' conto che in media con ogni respiro che fa inspira quattro molecole provenienti dall'ultimo respiro di Cesare!"
"Holmes, ora e' veramente riuscito a farmi venire le vertigini, ma non ho ancora capito che cosa hanno a che fare questi calcoli con i
cristalli".
"Watson, supponga ora che io prepari una provetta contenente, per esempio, dieci grammi di una qualche strana nuova sostanza; supponga inoltre che io distrattamente lasci questa provetta sul davanzale della finestra finche' una parte di essa sia evaporata".
"Se e' per questo, Holmes, non e' certo necessario fare alcuna supposizione, e stia ben sicuro che, se non cambiera' le sue abitudini, uno di questi giorni la signora Hudson, per quanto sia tollerante nei suoi confronti, finira' senza dubbio per..."
"Ora, Watson, lasci passare qualche giorno perche' l'atmosfera si possa miscelare: quante molecole della mia sostanza vi saranno in ogni litro dell'atmosfera di tutto il mondo?"
"Ebbene..., buon Dio, Holmes, la sua schifosa miscela avra' inquinato ogni litro d'aria di tutto il Pianeta!"
"E se un chimico di Adelaide cercasse di far cristallizzare la medesima sostanza?"
"E' incredibile, Holmes, ma sembrerebbe che le molecole provenienti dal suo esperimento dovrebbero cadere dall'aria nella sua storta e innescare la germinazione dei cristalli!"
"Proprio cosi', Watson. E la probabilita' che cio' avvenga e' ulteriormente accresciuta se oltre alla miscelazione casuale
dell'atmosfera vi e' stato un qualsiasi contatto piu' diretto tra i due laboratori - per esempio un pacco spedito da me, la cui superficie sarebbe inevitabilmente contaminata da molti milioni di atomi. C'e' sempre un grande traffico tra i centri di ricerca di tutto il mondo." Meditai per qualche minuto, finche' mi resi conto di dovere delle scuse al mio amico.
"Devo confessarle, Holmes, che pensavo che esistessero pochi interrogativi altrettanto futili quanto le speculazioni sull'esistenza degli atomi. Poiche' essi sono troppo piccoli perche' si possa anche solo immaginare di vederli, avevo posto le discussioni sugli atomi nella medesima categoria di quelle sull'esistenza della vita su Marte o se sia comparso prima l'uovo o la gallina: indovinelli irresolubili, o la cui soluzione sarebbe comunque priva di importanza. Pensavo che il suo gingillarsi negli ultimi due giorni fosse una totale perdita di tempo per un adulto con un lavoro importante da portare a termine". "In un certo senso era proprio cosi', Watson: il lavoro era gia' stato eseguito in modo piu' abile del mio, e le mie capacita' sono rivolte piu' all'investigazione che alle scienze pure". Holmes sorrise. "Ma, in qualita' di medico, lei avrebbe dovuto immaginare l'importanza
dell'argomento; non ha mai sentito parlare della teoria 'miasmatica' dell'origine delle malattie?"
"Certamente, Holmes. All'ospedale dove ho studiato molti se non tutti i medici piu' anziani credevano in questa teoria. E' noto sin dai tempi piu' antichi che le malattie possono essere trasmesse da una persona all'altra: deve quindi esistere un agente di trasmissione. Si sospettava che questo agente fosse un campo o un gas intangibile, a cui era stato dato il nome di miasma".
"Un po' come il calorico, non e' vero?"
"Vedo l'analogia. Ma naturalmente, una teoria alternativa era che la malattia fosse causata da minuscoli organismi parassitari. Cio' e' stato oggi dimostrato per certo, poiche' con i moderni microscopi possiamo vedere questi organismi, a cui e' stato dato il nome di batteri". "Quindi, il problema se la malattia fosse nella sua essenza una sostanza continua, o miasma, o fosse invece costituita da minuscoli corpi discreti aveva un'importanza pratica?"
Un'importanza enorme. Holmes: tutte le speranze della medicina di oggi dipendono da questo. Ma, a quel che vedo, mi sta prendendo in giro, e questo non e' leale da parte sua: non ho appena ammesso che anche gli atomi sono importanti?"
"Lo ha ammesso con molto fair play", disse Holmes alzandosi dalla poltrona, ma vi e un'ulteriore morale da ricordare. L'arcano mistero dell'esistenza degli atomi si e' dimostrato importante non solo per i filosofi della scienza, ma anche per una donna del tutto comune che non aveva mai avuto in precedenza interesse per questi argomenti. Se non avesse capito chiaramente questo problema, avrebbe rischiato la vita. Buona notte, Watson!"

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p002 Genealogia
proposto da Paolo Licheri il 12/05/2000

Dopo aver letto l'interessante paradosso dell'ultimo respiro di Giulio Cesare, mi e' tornato in mente un problema che proposi circa due anni fa su it.fan.dewdney.
Lo ho recuperato da deja.com e lo ripropongo tale e quale, sperando di avere piu' risposte di allora.
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Non so se il problema sia stato gia' trattato in questo o altri NG, nelle FAQ non ne ho trovato cenno; mi sembra comunque interessante, anche perche' permette di dimostrare le mie nobili origini :-).
Dimostrero' di essere diretto discendente dell'Imperatore Augusto :-) Cerco di ricostruire a memoria da quanto letto tempo fa in un articolo, non ricordo su quale rivista, aggiungendo alcune mie considerazioni. Ho dovuto fare alcune ipotesi, approssimazioni e semplificazioni, che pero' non credo che spostino sostanzialmente i termini del problema.

Un individuo X ha 2 genitori, 4 nonni, 8 bisnonni ecc.
Il tutto si puo' rappresentare, a questo punto, come un grafo a forma di albero, che parte dall'individuo e sale diramandosi per le diverse generazioni.

Possiamo chiamare:
P il padre
M la madre
PP il padre del padre
PM il padre della madre
MP la madre del padre
MM la madre della madre
PPP il padre del padre del padre
eccetera

Risalendo lungo il grafo, alla K_esima generazione troveremo 2^K ascendenti, ciascuno dei quali sara' indicato con una stringa di K caratteri P o M. Per esempio per K=80 (risalendo sull'albero per 80 generazioni) troveremo A=2^80 ascendenti
pari a circa 1.2*10^24, che arrotondo a 1*10^24 (un milione di miliardi di miliardi di possibili stringhe di 80 caratteri P o M).

Non tutte le stringhe indicano necessariamente individui distinti; per esempio puo' capitare che:
il nonno PP ha sposato una cugina in secondo grado MM,
i rispettivi genitori PPP ed MMM sono cugini primi,
i genitori di questi, PPPP ed MMMM, sono fratello e sorella,
quindi PPPPP=PMMMM sono la stessa persona, come pure MPPPP=MMMMM.

Si possono certamente trovare innumerevoli combinazioni di questo tipo, percio' il grafo, iniziato a forma di albero, man mano che si sale nelle generazioni presentera' numerosi *incroci*, tendendo ad assomigliare ad una rete sempre piu' intricata. Quindi un singolo individuo Y potrebbe essere ascendente di X puo' in piu' modi (secondo piu' linee del grafo). Una importante conseguenza e' che il grafo tende ad allargarsi *meno del previsto*.

Non so se si possano stimare la frequenza e la distribuzione di questi incroci, esistono comunque fattori che li ostacolano ed altri che li favoriscono.
Tra i primi, il tabu' dell'incesto, che e' molto forte, almeno nella nostra societa', al livello della prima generazione (unione tra fratello e sorella); lo e' meno alla seconda (unione tra cugini) e diminuisce man mano che si sale nell'albero, finche', risaliti di non molte generazioni, si perde il concetto di parentela.
D'altra parte esiste in molti ambienti la tendenza alle unioni all'interno dello stesso gruppo (paese, tribu', clan, ecc.), per cui si puo' ritenere che le unioni tra parenti vicini (oltre un certo grado) siano piu' comuni che tra parenti lontani o tra non parenti.
Per semplificare le cose, facendo forse una forzatura, suppongo che gli effetti di tali fattori si compensino, e che pertanto il grado di parentela si possa considerare un elemento *neutro* nel determinare le unioni, e che queste possano essere considerate come casuali.
C'e' un'altra complicazione: la durata della stagione fertile, per il genere umano, occupa una parte notevole della vita dell'individuo, e cio' comporta sicuramente una perdita di *sincronismo* tra le generazioni.
Per esempio se le ascendenti di X in linea materna hanno generato i figli all'eta' di 20 anni, e gli ascendenti in linea paterna all'eta' di 30 anni, si avra' che MMM (terza generazione) e PP (seconda generazione) sono coetanei.
Da cio' segue, tra l'altro, la possibilita' di incroci non solo allo stesso livello di generazione (unione tra cugini piu' o meno prossimi), ma anche a livelli differenti (p.es. unione zio-nipote) ed il grafo si intrica sempre piu'.
Con una nuova forzatura suppongo pero' che le generazioni si mantengano sincrone, quindi che tutti gli ascendenti del nostro individuo, a parità di generazione, siano tra loro contemporanei.
Credo che cio' non falsi troppo la sostanza del problema, e penso di non sbagliare di molto supponendo che la distanza media tra due generazioni sia di 25 anni, cioe' 4 generazioni in un secolo.

A questo punto, la risalita di K=80 generazioni ci porterebbe dai nostri giorni all'inizio dell'Era Volgare (2000 anni fa, diciamo nell'Anno Domini 1, sotto l'Imperatore Augusto), con
A = 10^24 potenziali ascendenti del nostro signor X.

Pero', nell'A.D. 1, la popolazione mondiale ammontava ad un numero molto inferiore; sul momento non dispongo di dati attendibili ma tale numero era sicuramente inferiore al miliardo.
Considerato che a questo punto uno zero in piu' o in meno non dovrebbe spostare molto la sostanza del problema, pongo la popolazione mondiale B = 10^9

Possiamo quindi dire che ciascun individuo dell'A.D. 1 risulta essere ascendente del nostro signor X mediamente in
A/B=10^15 modi (un milione di miliardi di modi).
Possiamo anche calcolare la probabilita' che, scelti (a caso) due individui, X (nostro contemporaneo) ed Y (vissuto nell'A.D. 1), Y sia ascendente di X in almeno un modo. Per il calcolo si puo' simulare un'estrazione (con reimissione) ripetuta A volte da un'urna contenente B palline.
Dovrebbe risultare un numero formato da
zero_punto_molti 9 (ma veramente molti), cioe' praticamente 1.

Quindi, ponendo
X = io
Y = l'Imperatore Augusto
Ho dimostrato con ragionevole certezza di essere di stirpe imperiale :-) O no? :-(

Da quando ho letto questo problema, mi sono sempre domandato se il ragionamento si possa ritenere valido, o se sia inficiato a causa di ecessive approssimazioni o per aver trascurato qualche elemento sostanziale che qui mi sfugge.
Insomma, posso o non posso mettere la corona imperiale sul mio biglietto da visita? :-)

Cosa ne pensate?

P.S.
il ragionamento sarebbe lo stesso se anziche' ad Augusto mi fossi riferito ai suoi contemporanei:
_ Wang Mang. Imperatore della Cina dall'A.D. 9?
_ L'allora imperatore dei Maya?
_ Il capo di una tribu' di aborigeni australiani?
_ eccetera...

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p003 Giramondo
proposto da Paolo Licheri il 19/07/2000

Un viaggiatore parte da un punto sull'Equatore e procede costantemente in direzione Nord-Est.
Ponendo, con buona approssimazione, che la Terra sia una sfera perfetta, con 40.000 Km di circonferenza max, e trascurando eventuali ostacoli (oceani, monti ecc.) lungo il percorso,
si chiede:
Riuscira' il viaggiatore ad arrivare al Polo Nord?
se SI, dopo quanti Km?
se NO, perche'?

Nella sezione discussioni è riportato l'intero thread di questo problema che ha destato notevole interesse nel ng; forse tra tutti i partecipanti alla discussione non si è raggiunto l'accordo sulla soluzione corretta, comunque l'argomento è stato trattato con spirito ed anche con un po' di ironia.

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p004 Boy girl and dog
proposto da Paolo Licheri il 16/07/2000

Dall'archivio di rec.puzzles ho trovato questo problema che mi pare intrigante.
Forse molti di voi lo conoscono gia', e forse e' addirittura un classico, ma per me e' risultato nuovo e non mi pare che sia ancora apparso su ihe. Attenzione: NON e' una riedizione dei due treni e un uccello.

Un ragazzo, una ragazza ed un cane partono contemporaneamente, nella stessa direzione, dal Km zero di una strada rettilinea.
Il ragazzo marcia ad una velocita' costante di 4 Km/h, la ragazza ad una velocita' costante di 3 Km/h.
Il cane procede, alla velocita' costante di 10 Km/h, nel seguente modo: avanza fino a raggiungere il ragazzo, poi inverte il senso di marcia e torna indietro fino a raggiungere la ragazza, inverte ancora e avanza fino al ragazzo, e cosi' via. Consideriamo tutte le inversioni di marcia istantanee, quindi i relativi tempi trascurabili.
Si chiede:
Dove si trova il cane dopo un'ora, e in quale verso sta procedendo?


ecco il testo proposto in rec.puzzles

A boy, a girl and a dog are standing together on a long, straight road. Simulataneously, they all start walking in the same direction: The boy at 4 mph, the girl at 3 mph, and the dog trots back and forth between them at 10 mph. Assume all reversals of direction instantaneous. In one hour, where is the dog and in which direction is he facing?

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p005 Il paradosso di Russell
proposto da Jookie Cardigan il 01/07/2000

Un insieme di case editrici ha pubblicato un catalogo di tutti i libri pubblicati da loro fino a quel momento. Alcune case editrici hanno inserito il catalogo stesso come libro citato nel catalogo, altre no.

Si può costruire un nuovo catalogo che descriva tutti i cataloghi che non citano se stessi?

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