16
febbraio 2001 POLITICA
REGIONALE
Il
ministro Bordon: «Mai detto che il consorzio sarà in
mano ai Comuni»
Geominerario:
alle province il primo round
«Il Parco geominerario si farà e
le Province saranno determinanti per la sua
costituzione». Sandro Balletto, presidente della
Provincia di Cagliari e coordinatore delle quattro
Province sarde, quasi esulta dopo l’incontro con il
Ministro dell’Ambiente Willer Bordon. «Oggi è il
giorno della vittoria delle Province, il ministro ha
riconosciuto il nostro ruolo nel geoparco». Balletto
si riferisce alla polemica dei giorni scorsi con i
rappresentanti dei Comuni minerari. E più
precisamente all’ipotesi di assegnare ai municipi
del consorzio il 51 per cento delle quote nel
consiglio di amministrazione. «Il ministro - dice
Balletto - ha precisato di non aver mai parlato di
quote e tantomeno di 51 per cento per i Comuni: anzi,
ha affermato che la composizione del Consorzio e le
quote dobbiamo deciderle insieme ai sindaci e ai
rappresentanti della Regione». Dopo l’incontro di
ieri si avvicina la data per l’emanazione del
decreto istitutivo. Per martedì è previsto a
Cagliari l’incontro finale tra il ministro dell’Ambiente
e i rappresentanti dei Comuni, delle quattro Province,
della Regione e dei sindacati. «Bordon ci ha anche
chiesto di preparare il decreto - conclude Balletto -
per evitare che ogni provvedimento cali dall’alto».
E sulla vertenza geoparco ha preso posizione anche il
deputato di Forza Italia Pino Aleffi, che un mese fa
era entrato in miniera per portare solidarietà ai
lavoratori in agitazione. «Non dimentico le battaglie
che si sono fatte finora e dopo questo successo non
posso che ribadire la mia soddisfazione. Ora si potrà
aprire la strada anche per un nuovo sviluppo. Anche
perché attendono risposte tanti padri di famiglia».
Davide Madeddu
16
febbraio 2001 POLITICA
REGIONALE
L’annuncio
del ministro dell’Interno ieri alla Camera. Dagli
operai del Geoparco solidarietà al leader regionale
di FI. Allarme al Viminale: «Tutela intensificata»
anche per Mario Floris
Minacce
di morte: Pili sotto scorta
Un dovere morale: proteggere il
forzista Mauro Pili. Basta ritoccare la scritta
minacciosa dei giorni scorsi (che a sua volta faceva
il verso agli slogan elettorali del Cavaliere) ed ecco
le novità annunciate ieri dal ministro dell’Interno.
Scorta e piantonamento sotto casa per Pili, «tutela
ulteriormente intensificata» per il presidente della
Regione Mario Floris.
Enzo Bianco ha preso molto sul serio le scritte e i
volantini contro i due esponenti del centrodestra, e
parlando alla Camera le ha infilate nella collezione
di intimidazioni ed episodi cupi di queste settimane.
La scritta celeste (un dovere morale: uccidere il
forzista Mauro Pili ) sul muro della San Paolo
trasporti di Elmas, gli slogan sulla facciata di
Scienze politiche, i volantini contro Floris e il Polo
comparsi anche a Giurisprudenza: il Viminale li ha
infilati nel suo dossier più caldo, insieme ai raid
contro le sedi di Forza Italia nella periferia romana
e a Napoli, le intimidazioni a militanti diessini e
socialisti, l’aggressione a due leghisti veneti. E a
quel mucchietto di tritolo piazzato sotto casa dell’ex
guardasigilli Oliviero Diliberto. Una carrellata di
istantanee di questa campagna elettorale, una più
brutta dell’altra.
Sulle minacce di morte al giovane leader degli azzurri
sardi la Questura continua a indagare. In silenzio: da
via Tuveri nessun commento sulla vicenda, l’unico
elemento resta il collegamento - ipotizzato a mezza
voce negli ambienti politici - fra le scritte e la
posizione tiepida di Pili sul parco geominerario. Un’associazione
che ha fatto sobbalzare i lavoratori del geominerario
e il consigliere regionale Giampiero Pinna, da oltre
cento giorni uomo-simbolo della battaglia per il
parco. «Non meritiamo che la nostra battaglia sia
inquinata da sospetti e illazioni che non ci
appartengono» dichiara il diessino. E un volantino
distribuito ieri dagli operai davanti al Consiglio
regionale ricordava la «protesta pacifica, civile e
democratica» lanciata per sensibilizzare l’opinione
pubblica, e condannava «fermamente, senza remore e
con determinazione qualunque forma di minaccia
violenta contro qualunque essere vivente. Fino a oggi
- prosegue il volantino - abbiamo ottenuto attestati e
manifestazioni di solidarietà da parte di tantissimi
cittadini, da tutti gli schieramenti politici, dai
massimi responsabili delle istituzioni, dalla chiesa e
anche da diversi movimenti non violenti proprio per la
forma pacifica e garbata della nostra lotta».
Le minacce e il loro nesso con il geoparco «ci
addolorano profondamente e offendono la dignità dei
lavoratori. Per quanto riguarda Mauro Pili, al quale
vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà, non
esistono per noi motivi di avversione, in quanto
conosciamo la sua posizione favorevole al geoparco
espressa in diverse circostanze fin dal 1994».
Distribuito il volantino, gli operai hanno smontato la
guardia davanti al Consiglio regionale. Da stamattina
arriva gli agenti della scorta.
Celestino Tabasso
venerdì
16 febbraio 2001, S. Giuliana
PRIMO
PIANO
I
LAVORATORI DEL GEOPARCO
Le
scritte offendono la nostra dignità
CAGLIARI. Solidarietà a Mauro Pili sono state
espresse dai segretari di Cgil, Cisl e Uil del
Sulcis-Iglesiente. Nel condannare l'indegna campagna
di aggressione politica, le organizzazioni sindacali
«esprimono nei confronti di Pili la più ampia
solidarietà e respingono il grottesco tentativo di
porre in relazione i barbari atti con le civili lotte
sindacali in atto».
Da parte loro, i lavoratori del Parco geominerario
hanno diffuso una nota con cui esprimono solidarietà
a Mauro Pili e «condannano fermamente, senza remore e
con determinazione, qualunque forma di minaccia
violenta contro qualunque essere vivente». I
lavoratori, in lotta da 103 giorni nel pozzo Sella, si
dicono addolorati dalle le notizie che ipotizzano un
collegamento tra le minacce a Pili e la sua presunta
opposizione al Parco geominerario. Queste notizie
«offendono la dignità dei lavoratori e di quanti si
battono per la sua realizzazione». I lavoratori del
Geoparco si sono riservati di valutare iniziative
legali contro i responsabili delle «calunniose
affermazioni».
venerdì
16 febbraio 2001, S. Giuliana
SULCIS
«Le
Province nel Geoparco, una vittoria»
Martedì
il ministro in Sardegna
Giornata difficile per i lavoratori
di Giampaolo Meloni
IGLESIAS. «Una vittoria delle Province». Poco dopo
le sette di sera il presidente dell'ente intermedio di
Cagliari Sandro Balletto lascia la sede del ministero
dell'Ambiente a Roma: «Il ministro ha detto che nel
Geoparco ci saranno anche le Province con pari
dignità per tutti i partecipanti». Intanto i
lavoratori socialmente utili ieri sono stati
protagonisti ieri di una giornata di protesta a
Cagliari.
Con il presidente dell Provincia di Cagliari, dal
Willer Bordon sono stati anche quello della Provincia
di Oristano Mario Diana e per Sassari l'assessore
Sannittu. Gli enti intermedi saranno dunque compresi
nel 51 per cento complessivo degli enti locali? «Non
si è parlato di percentuali, il ministro ha detto di
non averne mai parlato. Saremo noi tutti, gli
interessati, a decidere sul posto una bozza di decreto
che poi lui firmerà, questo ci ha detto, riconoscendo
pari diritti alle Province. ED è quello che abbiamo
rivendicato dall'inizio, perciò questa è una
vittoria delle Province». Via libera al progetto,
dunque? «Il fatto più importante di tutti è che il
Parco Geominerario nascerà, il come verrà sabilito
dagli accordi tra tutti i partecipanti», precisa
Sandro Balletto. Tappa decisiva sarà quella di
martedì prossimo a Cagliari, in prefettura con il
ministro e tutti i rappresentanti degli interessati al
Geoparco. «L'importante - conclude il presidente
Balletto - è che ora non ci sia qualche soggetto che
possa compromettere questo cammino».
La giornata di ieri è stata dura per i lavoratori
socialmente utili che lottano per il Geoparco. In
mattinata hanno simbolicamente stazionato all'incrocio
della strada per l'aereoporto di Elmas, quindi davanti
al palazzo della Regione, dove hanno incontrato
rappresentanti della maggioranza e dell'opposizione,
quindi il vice prefetto al quale hanno manifestato
tutte le aspettative per la definizione del loro posto
di lavoro, quindi nel pomeriggio hanno presidiato
l'assessorato regionale del Lavoro (nella foto), dove
si è tenuta una riunione con le organizzazioni
sindacali proprio per discutere sul piano di
stabilizzazione degli Lsu. La giornata di battaglia
per il Geoparco è stata disturbata dalle ombre che
sono loro piovute addosso sul fronte delle accuse
formulate a Mauro Pili attraverso manifesti dai toni
goliardi: «Chiamarci in causa una speculazione
inaccettabili», commenta l segretario della Cgil
Sergio Usai: «Questi modi di fare sono estranei alla
cultura operaia e sindacale». Protesta che è stata
manifestata anche i dirigenti della questura: «Ci
hanno detto che non esistono accuse contro di noi».
venerdì
16 febbraio 2001, S. Giuliana
CAGLIARI
La
Regione trascura il Medio Campidano
Guspini,
l'ex presidente Palomba puntualizza:
'Il protocollo d'intesa della mia Giunta era buono'
Luciano Onnis
GUSPINI. Ha gradito abbastanza che il presidente della
Regione Mario Floris abbia pubblicamente (e
correttamente) riconosciuto, incontrando i sindacati
territoriali, che il protocollo d'intesa per il Medio
Campidano siglato dalla giunta Palomba con le stesse
forze sindacali nel marzo del 1999, è un documento
programmatico di validi contenuti e pertanto da
confermare come base per futuri accordi.
Federico Palomba non ha mai perso di vista i problemi
di un territorio, quello del Guspinese-Villacidrese,
della Marmilla e del medio Campidano, che come
presidente della Regione ha sempre seguito con occhio
di riguardo. Adesso sente di dover fare qualche
considerazione ad alta voce sui problemi del
territorio.
«Sono rimasto in silenzio, non per questo assente.
Non volevo apparire come il vecchio stizzito e bavoso
che cerca chissà quali vendette. Per tutto questo
tempo la mia è stata una posizione defilata, e
dignitosa. Volevo che a parlare fossero i fatti e
questi sono oggi nel giudizio della gente: le cose che
la giunta Palomba aveva fatto o anche solo avviato
erano molto importanti. Poi si sono perse perchè
altri hanno voluto abbandonarle».
Ma il suo successore Mario Floris le ha dato
recentemente anche qualche merito.
«È apprezzabile che un presidente politicamente
avversario come l'onorevole Floris abbia riconosciuto
alcuni meriti di chi lo ha preceduto. Poteva dire che
quel protocollo d'intesa per il Medio Campidano andava
ridiscusso o che bisognava gettarlo a mare. Invece lo
ha giudicato valido e lo ha ammesso».
Questo Medio Campidano a cui lei tiene tanto...
«Mi sembra che questa Giunta stia facendo poco o
niente per un territorio che merita ben altra
considerazione per la sua cultura, per la sua
dignità, per l'operosità. In particolare per le
traversie che ha subìto: chiusura delle miniere,
crack del tessil-chimico, agricoltura senza
infrastrutture, servizi assolutamente inadeguati. La
mia giunta aveva avviato programmi ben precisi per
ricreare sviluppo economico e sociale. Le cose che
avevamo iniziato sono state cancellate».
C'è il Parco Geominerario in rampa di lancio.
«Lo abbiamo inventato dal nulla con Giampiero Pinna
quando lui era presidente dell'Emsa. È stato il primo
a parlarmene e come presidente della Regione ho subito
sposato la sua idea. Oggi il parco è in dirittura
d'arrivo e mi sento di esprimere ancora una volta
apprezzamento per le popolazioni minerarie,
soprattutto quelle dell'Arburese-Guspinese e dell'Iglesiente:
hanno saputo rimboccarsi le maniche per trovare nuove
strade senza star lì a piagnucolare. Hanno saputo
riconvertire un'economia radicata in una serie di
iniziative di piccola e media impresa diffuse e
diversificate».
Ma davvero ritiene che il Medio Campidano sia
emarginato dalla giunta regionale?
«Ho una mia convinzione personale: questo è un
territorio tradizionalmente di sinistra, o comunque di
centrosinistra. Possibile, anzi probabile, che Regione
e Provincia, di segno opposto, remino contro. Basta
vedere il can-can che sta sollevando il presidente
Balletto sul Parco Geominerario. Prima diceva, lui e
la sua parte politica, che il parco non serviva a
niente. Adesso vogliono esserci a tutti i costi. E
Balletto non trova di meglio che prendersela con il
sindaco di Guspini e con tutti gli altri sindaci del
consorzio del parco che stanno facendo invece cose
eccezionali».
C'è anche la Marmilla che dà qualche segnale di
inquietudine stando alle proteste sul taglio ai
finanziamenti per le iniziative turistiche e
culturali.
«Quanto accaduto per il Museo naturalistico di Sa
Corona Arrubia è vergognoso. La Regione sta bloccando
un territorio che grazie ai buoni amministratori, alle
capacità progettuali e alla volontà di fare delle
popolazioni comincia adesso a emergere».
«Ultimo sassolino, onorevole Palomba, le nuove
quattro province sarde, fra cui il Medio Campidano,
ferme al palo.
«Sono desolato, avevo lasciato le cose pronte perchè
le quattro province potessero essere istituite in
breve tempo, invece hanno rovinato tutto. Adesso
neppure ne parlano più. Probabilmente ha fatto legge
la convinzione dell'onorevole Mauro Pili che non
voleva le nuove province perchè le ritiene un
carrozzone inutile. E sbaglia di grosso.».
venerdì
16 febbraio 2001, S. Giuliana
24
ORE
Bordon
riconosce agli enti intermedi il ruolo di
coordinamento in materia ambientale
Nel
Geoparco anche le quattro Province
CAGLIARI. Il ministro dell'Ambiente, Willer Bordon ha
incontrato ieri i presidenti delle quattro province
della Sardegna per esaminare il decreto istitutivo del
Parco Geominerario, riconoscendo pienamente il ruolo
di coordinamento che spetta alle Province in materia
ambientale.
Il ministro ha annunciato che martedì sarà in
Sardegna per un incontro congiunto con tutti i
rappresentanti degli enti locali interessati
all'istituzione del Parco Geomineraio.
Dall'incontro - che si è svolto in un clima sereno e
costruttivo - è emerso che nel comitato di gestione
non potranno esserci posizioni dominanti (in un primo
tempo era stato ipotizzato che il 51% della
rappresentanza dovesse spettare ai comuni ex minerari)
ma tutti gli enti locali avranno una presenza
paritaria.
All'incontro, incontro che si è concluso a tarda
sera, hanno partecipato il presidente della Provincia
di Cagliari, Sandro Balletto, che guidava la
delegazione nella sua veste di presidente Unione delle
province sarde, e i colleghi di Sassari, Oristano e
Nuoro.
15
febbraio 2001 CRONACA
REGIONALE
Indagini.Spuntano
altri manifesti contro Mario Floris e Bossi, il leader
sardo di Forza Italia ricevuto dal questore
Pili
minacciato per il no al geoparco?
Scritte
e volantini lo accusano di favorire la
cementificazione
«Scusi, c’è il questore?». Ha
l’aria tesa, Mauro Pili, quando a mezza mattina
varca l’ingresso della Questura in via Tuveri. La
minaccia di morte, scritta con la vernice spray sul
muro di uno stabilimento a Elmas, è inevitabilmente l’argomento
principe del colloquio riservato di ieri con Antonio
Pitea. Quando il coordinatore regionale di Forza
Italia lascia gli uffici di via Tuveri, però, il
questore non scuce una sola indiscrezione e nemmeno
conferma la visita di Pili.
Nelle mani della Digos ora c’è tutto: i volantini
contro lo stesso consigliere regionale, quelli
dedicati a Mario Floris (trovati per terra in via
Manno e sulla facciata della facoltà di Scienze
politiche il 2 febbraio scorso) e le foto delle
scritte tracciate sui muri di Elmas. Sono allegati all’informativa
inviata alla Procura della Repubblica, ma l’inchiesta
giudiziaria è appena agli inizi: fino a ieri mattina
il fascicolo non era ancora stato affidato a un
sostituto procuratore, ma la Digos prosegue gli
accertamenti.
A quanto sembra, gli investigatori sospettano che i
volantini e le scritte celesti, malgrado il linguaggio
ben diverso, possano essere opera della stessa mano.
Salta subito all’occhio che il tono semi-goliardico
dei manifesti sparisce del tutto nei graffiti murali,
dove il messaggio diventa decisamente più
inquietante. «Uccidere il forzista Mauro Pili: un
dovere morale», si legge sul muro del deposito della
San Paolo trasporti, subito dopo il semaforo di Elmas
della statale 130. È la scritta più allarmante, ma
non l’unica: martedì mattina la polizia ne ha
rintracciate altre sullo stesso muro e su quello della
ditta Gecopre, qualche decina di metri più avanti.
Gli obiettivi sono sempre Berlusconi e il Polo; sotto
uno degli slogan compaiono la firma e il simbolo delle
Brigate rosse, affiancati da falce e martello. La
vernice celeste compare anche sul muro dell’Albergo
del povero, in viale Fra’ Ignazio, a pochi metri
dalla facoltà di Scienze politiche, e anche qui nel
mirino è il presidente nazionale di Fi. Con ogni
probabilità, un perito avrà il compito comparare le
scritte per stabilire se a tracciarle è stata la
stessa mano.
Spunta intanto un terzo volantino, questa volta contro
il leader della Lega, Umberto Bossi. È affisso sul
muro esterno di Scienze politiche, accusa il senatur
di xenofobia e respinge «la cementificazione delle
nostre coste da parte degli imprenditori del nord».
Il formato (quello di un normale foglio per
fotocopiatrice) e l’impaginazione con la foto di
Bossi in alto, ricorda gli altri due volantini sui
quali la Digos sta indagando. Due copie di quelli
dedicati a Mauro Pili sono ancora lì, sulla facciata
di Scienze politiche, mentre un terzo è affisso sul
muro della facoltà di Giurisprudenza. Con un
linguaggio piuttosto colorito, il volantino accusa il
giovane esponente politico di aver «abbattuto i
vincoli ambientali per la cementificazione delle coste
da parte di imprenditori senza scrupoli» e di
«tradimento aggravato per essersi alleato con
Bossi». A modo loro, gli autori l’hanno firmato: il
logo degli Iron Maiden , un gruppo musicale
“storico”, è riprodotto in calce al volantino. È
invece scritto in limba quello - per così
dire “satirico” - contro il presidente della
Regione, Mario Floris.
Il tema della tutela dell’ambiente e della
cementificazione è forse il legame più evidente, se
davvero un legame esiste, fra le scritte e i volantini
comparsi sui muri della città e dell’hinterland. A
Pili gli autori dei messaggi sembrano rimproverare la
sua posizione contraria al parco geominerario del
Sulcis, peraltro mai espressa apertamente dal leader
sardo di Forza Italia: per gli investigatori, è già
una pista.
Luigi Almiento
Parco Geominerario
Bordon cambia idea
e
accetta
le richieste delle Province
giovedì
15 febbraio 2001
l
Ministro dell’ambiente Willer Bordon ha compiuto un
passo indietro per quanto riguarda il Parco
Geominerario.
In un incontro con i presidenti delle province di
Cagliari, Sassari, Nuoro e Oristano, il Ministro ha
accettato la richiesta legittima avanzate dalle
amministrazioni provinciali, riconoscendo in pieno la
competenza che il testo unico sugli Enti Locali
assegna alle Province in materia di salvaguardia del
territorio, dell’ambiente, beni culturali, parchi e
aree protette.
Bordon, durante l’incontro ha anche affermato che la
Provincia entrerà in quota prioritaria rispetto agli
altri enti gestori del futuro Parco Geominerario.
Martedì intanto è in programma a Cagliari una
riunione congiunta tra lo stesso Ministro Bordon, le
Province e i sindaci dei comuni interessati.
Una vittoria come ha sottolineato il presidente della
provincia di Cagliari Sandro Balletto che in qualità
di presidente dell’Ups, l’unione province sarde,
ha guidato la protesta dopo l’iniziale rifiuto di
Bordon di includere le province nella gestione del
Parco Geominerario.
A.Aime
giovedì
15 febbraio 2001, SS. Faustino e Giovita
IGLESIAS
I
neolaureati della facoltà di Scienze politiche
allievi del corso di Relazioni industriali a Monteponi
con il docente
Lezione
di diritto del lavoro nel pozzo del Geoparco
Siro Corriga
MONTEPONI. Lezione in miniera per una ventina di
studenti del corso di Relazioni industriali. Ricerca
sul campo, organizzata dal docente di economia e
commercio Gianni Loi, per capire le esigenze del mondo
del lavoro, attraverso la storia delle miniere del
Sulcis Iglesiente e attraverso la vertenza degli
ultimi centi giorni per la costituzione del Parco
geominerario e la stabilizzazione dei lavoratori
socialmente utili.
Si incrociano le domande, sul sistema del lavoro in
miniera, sulle relazioni di dipendenza, sulle
modifiche che via via nel tempo ha subito il diritto
del lavoro: un lungo percorso segnato da scioperi
vietati all'inizio del secolo, conquiste ottenute
grazie al sacrificio di vite umane.
Testimone diretto a confermare e commentare attraverso
il racconto dell'esperienza vissuta da protagonista,
la signora Rosina Carta, anziana cernitrice di
minerali negli impianti all'inizio del secolo. «Io
lavoravo in miniera ma non ero alle dipendenze della
società mineraria. Aiutavo mio padre, ma non ero
pagata». «Pratica in uso anni addietro - spiega il
docente Loi -, i rapporti di apprendistato non erano
retribuiti nonostante nella sostanza la signora
lavorasse come tutti gli altri dipendenti». Così si
inseguono le tante curiosità sul ruolo della donna
nella vita lavorativa della miniera, per scoprire
discriminazioni legalizzate, «che in forme molto
subdole, vediamo ancor oggi all'interno del mondo del
lavoro», commenta ancora il docente. Una lezione dal
vivo, una visita nella galleria dove si respra il
clima della vertenza. Inevitabile la eco delle
aspettative dei lavoratori che contano di conquistare
una certezza ai propri destini. Il Geoparco è alle
porte, si susseguono gli incontri tra istituzioni,
parti sociali per cercare di arrivare al tragaurdo
dell'istituzione.
giovedì
15 febbraio 2001, SS. Faustino e Giovita IGLESIAS
Il
sindaco Paolo Collu
Al
Comune la città delle vecchie miniere
La
giunta delibera l'acquisizione di trentacinque siti
dismessi dal patrimonio Emsa
Terreni, edifici, chiese. Nella sede Bariosarda
l'archivio del Distretto e una scuola
s.c.
IGLESIAS. Trentacinque immobili tra edifici e terreni
passano dal patrimonio minerario dismesso a quello del
Comune. Nelle ultime ore la giunta Collu ha deliberato
l'acquisizione, dopo avere messo a punto un piano
dettagliato di utilizzo come previsto dal regolamento
varato dalla Regione nella procedura di liquidazione
dell'Ente minerario sardo. Per definire il passaggio
vero e proprio alla titolarità del Comune manca il
rogito notarile. Intanto si pensa al trasferimento di
altre strutture.
Un patrimonio significativo sul piano del valore e
dell'arricchimento delle disponibilità comunali di
spazi e edifici, che dovranno essere sistemati,
riorganizzati e destinati all'utilizzo da parte della
comunità. Ci sono terreni e edifici, l'orientamento
per i primi è per il verde pubblico, per i secondi le
finalità sono di ordine culturale, di servizio e, per
quelli che già lo sono strutturalmente, di culto.
L'operazione era cominciata da tempo, ma si era
arenata nelle procedure della liquidazione dell'Emsa
fino alla definizione delle norme di attuazione per il
passaggio degli immobili ai Comuni. Le polemiche nella
fase della precedente amministrazione, poi la gestione
commissariale, quindi l'insediamento della nuova
giunta hanno fermato i tempi e fatto scadere i
termini. Ora l'operazione di censimento e schedatura
è stata completata, il dossier è stato messo a punto
dall'assessore del Bilancio Sergio Matuzuzzi e dal
sindaco Paolo Collu, e l'esecutivo ha deliberato
l'acquisizione dei trentacinque siti. Adempimento che
poteva essere portato a termine solo con un
"piano di utilizzo" dei rispettivi immobili.
A questo punto il passaggio vero e proprio potrà
avvenire con il rogito notarile, che gli
amministratori ritengono di potere completare in tempi
ragionevolmente brevi.
Intanto, oltre le trentacinque schede, il Comune sta
mettendo a punto l'acquisizione di altri edifici e
strutture. Il primo passaggio dall'Igea al Comune già
effettuato riguarda i locali di via Cattaneo che per
tanti anni hanno ospitato la Bariosarda. Appena
rimessi a nuovo ospiteranno l'archivio del Distretto
minerario ora accatastato nella sede del
"grattacielo" di via Gramsci, una scuola
professionale e altre iniziative.
Ma ecco la mappa dei trentacinque siti acquisiti dal
patrimonio ex minerario a quello del Comune.
Tre terreni, uno a Palmari e due a Campo Pisano, la
diga e la casa del custode a Bellicai, quindi a
Monteponi otto siti: chiesa, asilo, palazzina
Belavista, Foresteria, scuola elementare, ufficio
postale, strade e piazzali, ospedaletto, a Nebida la
caserma carabinieri, l'ufficio postale, ambulatorio,
circoscrizione, locali di sgombero, casa parrocchiale,
terreno, a San Giovanni l'ex infermeria, scuola
elementare, un immobile, l'ex ambulatorio, a Monte
Agruxau la chiesa di San Severino, tre aree verdi
utilizzate come campo sportivo, a San Benedetto la
chiesa, l'ufficio postale, la scuola elementare,
circoscrizione, ex ambulatorio, spaccio, a Masua la ex
scuola elementare.
mercoledì
14 febbraio 2001, S. Valentino SULCIS
ASSEMBLEA
«Il
risanamento ambientale
deve essere compito del Geoparco»
Domani
le Province all'incontro con il ministro dell'Ambiente
di Giampaolo Meloni
MONTEPONI. Per quanto protetta nel chiuso delle
gallerie, anche la pazienza si è consumata. Ora i
toni schizzano verso l'alto, la polemica sul metodi e
forme si avvicina alla sfida: «Questo Parco
Geomineratrio si deve fare, non siamo più disposti a
perdere la battaglia». I lavoratori socialmente utili
celebrano così un'assemblea percorsa anche dal dolore
umano questi cento giorni di occupazione.
Si contano i giorni e via via si passa a seguire la
scansione delle ore, sono poche ormai quelle che
separano le ultime comunicazioni del ministro Willer
Bordon ai sindaci dalla definizione dell'impianto che
costituirà il "decreto-quadro" per
l'istituzione del Parco geominerario della Sardegna.
Domani alle 18 gli uffici del ministero dell'Ambiente
ospiteranno i presidenti delle Province, la cui
delegazione, sempre che tutti decidano di partecipare,
è guidata dal capo dell'amministrazione cagliaritana
Sandro Balletto, che non ha lesinato parole aspre per
rivendicare un ruolo da protagonista dell'ente
intermedio negli organismi di gestione del Geoparco:
senza di me non lo faranno, ha detto in sintesi, per
ribadire che la Provincia ritiene (e cperciò si è
proposta) di dover essre il "soggetto attuatore"
del progetto. «Questo Parco si farà nonostante
Balletto - taglia corto il segretario generale della
Uil Mario Cro -: qui c'è la possibilità di lavorare
per rendere fruibile il territorio, per liberarlo dal
degrado e ciò va fatto nell'interesse di tutti. Il
Parco non è di destra nè di sinistra, ma di tutti».
Il nodo non è tanto l'istitutione del Parco, quanto
la gestione complessiva delle operazioni di
riabilitazione ambientale per le quali sono in
portafoglio 28 miliardi del ministero dell'Ambiente e
207 che dovrebbero arrivare attraverso fondi europei.
Su questi intervnti si innesta il destino dei
lavoratori socialmente utili, che ieri mattina sono
stati protagonisti di una assemblea nelle gallerie di
Villamarina cye si dipartono dal Pozzo Sella. Cento
giorni di occupazione al 12 di febbraio, oggi
centodue. Il tempo scorre veloce, le certezze che loro
aspettavano non sono arrivate tutte. Il "piano di
stabilizzazione" (così si chiama il progetto che
dovrà assegnare loro un futuro di stabilità,
appunto) è ancora sospeso nell'incertezza.
Innanzitutto il Geoparco non sarà il salvagente per
tutti. Ma come gestire il programma degli interventi e
il loro lavoro?
«La soluzione piò essere in un accordo operativo con
la società Igea», ha ribadito Tarcisio Agus, il
sindaco di Guspini che presiede il coordinamento dei
Comuni minerari, parlando ai lavoratori in questa
occasione alla quale ha preso parte anche Federico
Palomba, presidente della giunta regionale che negli
anni scorsi aveva generato il progetto del Geoparco:
«Sono qui per condividere con voi questa battaglia
che porterà a una ocnquista per tutta la Sardegna».
Il clima è ancora attraversato da queste incertezze,
nonostante la serenità maturata lunedì a Roma
nell'incontro tra i sindaci e il ministro. «A questo
punto vogoiamo soprattutto sapere quale è il piano
della Regione per i lavoratori socialmente utili», ha
detto Emanuele Atzei a nome degli Lsu. «Sia chiaro -
insiste il segretario confederale della Cgil Sergio
Usai - vogliamo un Parco non un dopolavoro, non un
centro studi, quelli ci sono già. Noi vogliamo uno
strumento per lavorare e quindi per fare il
risanamento ambientale, non possiamo accettare che
questi interventi vengano fatti senza l'utilizzo dei
lavoratori socielmente utili». Resta in campo la
proposta di Agus: «Perchè rinunciare a prendere voi
in carico all'Igea potrebbe lasciare il posto ai
faccendieri della nuova politica», picchia duro Usai,
richiamando l'eventuale ricorso a imprese e impresucce
private cui affidare appalti grandi e piccoli.
Lo scenario è ancora animato ma la strada verso la
nascita del Parco appare tuttavia spianata. Anche
l'altro ieri il ministro Bordon ha ribadito la
determinazione di chiudere la procedure il 28 febbraio
con la firma del decreto, preannunciando una visita
anche a Iglesias per la prossima settimana. «Al
massimo entro il 10 marzo dovrà prendere corpo il
consorzio di gestione», auspica il consigliere
regionale Giampiero Pinna, che insieme agli Lsu occupa
il pozzo. Mentre i sindaci convocheranno i consigli
comunali per sancire l'adesione al Consorzio, dove
avranno la quota maggioritaria del 51 per cento.
mercoledì
14 febbraio 2001, S. Valentino SULCIS
PROPOSTA
E PETIZIONE DEI DISOCCUPATI
«Il
Comune acquisisca
gratis i boschi da Igea»
IGLESIAS. Una petizione per chiedere «il sostegno
della popolazione per sollecitare l'amministrazione
comunale di Iglesias a un tempestivo e risolutivo
intervento per evitare che la città perda ancora una
concreta e preziosa occasione di lavoro e sviluppo».
Parte così la nuova iniziativa del Comitato permanent
dei disoccupati che da alcune settimane rivendicano la
realizzazione del "progetto per l'attuazione
degli interventi di pubblica utilità necessari per il
recupero delle condizioni ambientali e per la
valorizzazione delle risorse forestali sughericole nei
terreni ex minerari ubicati nel territori del Comune
di Iglesias".
Si tratta di terreni confinanti con in vecchi cantieri
minerari dismessi che presentano un forte stato di
degrado del manto vegetale e del patrimonio boschivo
la cui superficie si estende per circa 1000 ettari su
1800 di proprietà Igea.
«L'attuazione del progetto da noi proposto, assieme
alla realizzazione di un grande intervento di pubblica
utilità, consente oggi di creare nuovi posti di
lavoro produttivi. - spiegano i disoccupati -. Per
questa ragione chiediamo che il Comune acquisisca
queste aree gratuitamente con l'obiettivo di
realizzare il progetto da noi proposto attraverso il
coinvolgimento dell'Ente Foreste Sardegna a cui le
stesse aree possono essere affidate in concessione con
l'impegno degli stessi soggetti ad assumere a tempo
indeterminato un numero adeguato di disoccupati
residenti nel Comune di Iglesias. La nostra proposta
è oggi concretamente e rapidamente realizzabile in
attuazione della direttiva della giunta regionale per
la cessione gratuita ai Comuni dei beni immobili ex
minerari nel rispetto delle disposizioni dell'art. 8
della L.R. 4 dicembre 1998, n. 33, in analogia a
quanto è stato già fatto da altre amministrazioni
comunali del territorio».
14
febbraio 2001 IGLESIAS
Sughero.Via
al dibattito
I
terreni ex minerari al Comune Quale gestione?
Dopo la proposta del sindaco, Paolo
Collu, che intende valorizzare la risorsa sughero,
anche i disoccupati si sono fatti avanti ed hanno
chiesto che il Comune acquisisca i circa duemila
ettari di territorio dell’Igea, oggi completamente
abbandonati. Ma se da una parte l’amministrazione
comunale intende creare nuovi posti di lavoro riunendo
tutto il patrimonio boschivo (pubblico e privato) in
una sorta di azienda mista, i disoccupati sono
convinti che l’interessamento dell’ente foreste
demaniale possa garantire da subito un certo numero di
nuovi posti di lavoro. «Le aree - sostengono i
promotori del comitato permanente dei disoccupati per
la ricostituzione del bosco - possono essere affidate
in concessione con l’impegno da parte dell’ente di
assumere a tempo indeterminato un numero adeguato di
senza lavoro residenti nel Comune». Per questo è
stato dato il via ad una raccolta di firme, in modo
che sia sostenuta dalla città. «La nostra proposta -
dicono ancora i disoccupati - è oggi concretamente e
rapidamente realizzabile, in attuazione della
direttiva della Giunta regionale per la cessione
gratuita ai Comuni dei ben ex minerari, in analogia a
quanto è stato già fatto da altre amministrazioni».
Il sindaco, però, ha una visione diversa per l’utilizzo
del territorio, anche se le due proposte potrebbero
conciliarsi. Paolo Collu ha sostenuto che «occorre
prendere ad esempio la Gallura, dove la lavorazione
del sughero ha ridotto a zero la disoccupazione». E
quindi sta già predisponendo la richiesta per l’acquisizione
dei 2000 ettari dell’Igea, di cui mille sono
impiantati a sughero. Gli altri mille, comunque,
dovranno essere rimboschiti. Ed a quel punto
potrebbero essere organizzati i progetti di pubblica
utilità per il rimboschimento. La risorsa sughero, è
noto, non ha problemi di mercato. (a.m.)
martedì
13 febbraio 2001, S. Maura PRIMO
PIANO
Parco
geominerario, decreto a fine mese
Roma,
il ministro incontra i sindaci delle zone interessate
La prossima settimana confronto nell'isola sul
Gennargentu
dal nostro inviato Giampaolo Meloni
ROMA. La prossima settimana il ministro dell'Ambiente
Willer Bordon sarà in Sardegna per approfondire il
confronto sul parco del Gennargentu e per chiudere i
dettagli tecnici di quello Geominerario che dovrà
sorgere nel Sulcis-Iglesiente e che nascerà
definitivamente a fine mese con uno strumento
legislativo che rispetterà le esigenze manifestate
dai sindaci delle zone interessate.
«Non sarà uno strumento calato dall'alto, conterà
l'autogoverno dei territori», ha voluto rimarcare in
sostanza il ministro Bordon, che ieri mattina ha
incontrato gli amministratori nelle forme del Comitato
di coordinamento. A loro ha assicurato la presenza
nell'isola, già programmata a dire il vero per i
problemi legati all'area di rispetto del Gennargentu,
ma tanto opportuna nei tempi da dovere cogliere
l'occasione per accelerare le procedure che porteranno
alla firma del decreto entro il 28 di febbraio.
Le propettive sono da ieri assai più favorevoli, nel
confronto è entrato un nuovo elemento niente affatto
secondario: la distensione.
L'incontro, che era stato chiesto dai sindaci
attraverso una lettera del coordinatore del comitato
dei Comuni minerari, il primo cittadino di Guspini
Tarcisio Agus, ha consentito di limare gli spigoli che
ancora resistevano: quello che il ministro
dell'Ambiente prevede di varare è un decreto-quadro,
vale a dire un dispositivo che costituirà una traccia
di governo, con due elementi imprescindibili: i Comuni
avranno la quota maggioritaria del 51 per cento nel
Consorzio, saranno presenti soltanto quelli che
aderiranno espressamente in seguito alla decisione del
consiglio comunale, ci saranno otto aree definite
distretti regionali, che governeranno i propri
territori: 1) il Monte Arci, 2) Orani-Buzzurra-Sos
Enattos, 3) Funtana Raminosa, 4)
Argentiera-Nurra-Gallura, 5) Sarrabus-Gerrei, 6)
Sulcis, 7) Iglesiente, 8) Guspinese-Arburese.
Questa ipotesi maturata dal confronto tra i sindaci e
riconfermata ieri con il ministro apre la strada
all'istituzione del Geoparco sul piano formale, poi
saranno soprattutto i Comuni, gli organismi del
territorio a perfezionare gli strumenti operativi.
Soddisfatti i sindaci presenti al ministero
dell'Ambiente: quelli di Gadoni Michele Bonafede, di
Laconi Paolo Pisu, di Villasalto Silvestro Frau, di
Arbus Antonio Dessì con il vice Francesco Atzori.
Inoltre, i primi cittadini di Pau Gianfranco Marras,
di Carbonia Antonangelo Casula, di Iglesias Paolo
Collu, con il vice Sergio Matzuzzi, per finire con il
capo dell'esecutivo di Guspini Tarcisio Agus. Non era
presente Assente il primo cittadino di Sassari.
martedì
13 febbraio 2001, S. Maura
SULCIS
LA
SOLUZIONE
DEL MINISTRO
Un
decreto-quadro darà
la piena autonomia ai Comuni
ROMA. Tra una settimana circa timbro e firma sul
decreto istitutivo del Parco Geominerario. Lo ha detto
il ministro dell'Ambiente Willer Bordon, annunciando
per i prossimi giorni una visita nell'isola, ai
sindaci del Comitato di coordinamento dei Comuni
minerari sardi che lo hanno incontrato nella tarda
mattinata di ieri a Roma. Un'ora e poco più di
confronto è stata sufficiente per smussare gli angoli
e aprire la strada con un clima di nuova serenità
alla nascita del Geoparco. La novità che ha
consentito di accelerare il passo verso il traguardo
del 28 febbraio è la formula di governo: ci sarà un
Consorzio generale di gestione e ci saranno otto aree
che accorpano per omogeneità territoriali le
zone-mosaico. Ogni distretto (questa le definizione
prevista) sarà gestito autonomamente dagli enti
territoriali. Viene così sgomberata la strada dai
timori di sovrapposizioni, di programmazioni orientate
da una parte e di esigenze spinte altrove.
martedì
13 febbraio 2001, S. Maura
SULCIS
L'ipotesi
per i lavoratori socialmente utili
Accordo
con l'Igea
ROMA. Uno dei punti da definire è la delimitazione
delle aree, l'altro, per niente trascurabile, riguarda
i lavoratori socialmente utili, la cui stabilizzazione
è stata già definita. C'è un problema di gestione e
c'è l'aspetto dei finanziamenti. Anche sul versante
Lsu i sindaci hanno individuato un percorso, anche se
tutto da perfezionare nelle procedure. «Un'ipotesi
potrebbe essere quella di prevedere un accordo tra
Parco e Igea, poichè sono loro che hanno i
cantieri», spiega Tarcisio Agus. In sintonia
l'esigenza di evitare contrasti operativi
nell'esecuzione e nella gestione degli interventi, ha
detto Sergio Matzuzzi: «L'inserimento del piano Lsu
dentro il Parco potrebbe ostacolare il lavoro di
Igea». Una soluzione operativa potrebbe essere che la
gestione dei lavoratori passi al Comitato per il
Geoparco.
martedì
13 febbraio 2001, S. Maura SULCIS
L'ESCLUSO/SANDRO
BALLETTO
«Non
mi metteranno alla porta»
CAGLIARI. Non è stato inviato, a Roma, ma vuole dire
comunque la sua.
- Presidente Balletto, il Geoparco si farà comunque,
con o senza le Province: lo ha detto il ministro.
«Io rispondo: il Geoparco si farà solo ed
esclusivamente se nel nuovo ente di gestione non ci
saranno promossi e bocciati, cioè dev'essere prevista
la partecipazione parritaria di tutti gli enti locali
interessati. Non credo possibili altre soluzioni e,
ancora meno, che il Parco possa nascere con un
semplice decreto del ministro, perché se così fosse,
ci opporremmo in ogni sede».
- Ma il suo atto d'accusa sempre più politico, anzi
di partito, che ambientalista: è così?
«La gente deve capire che i Ds vogliono gestire il
Parco come una questione personale. Sbagliato:
appartiene alla Sardegna e, soprattutto, ai lavoratori
socialmente utili».
- Allora è proprio un testa a testa fra i poli,
perché nasconderlo?
«Un attimo: c'è anche una legge dalla nostra parte.
Il Testo unico sugli Enti locali assegna alle Province
piena competenza in materia di aprchi, ambiente, beni
culturali e riserve naturali, compreso il
coordinamento dei comuni che aderiscono al Parco. Nel
Nuorese, col parco del Gennargentu, il ministro ha
recepito le istanze della Provincia: mi chiedo se
questo sia avvenuto soltanto perché quella giunta è
di centrosinistra. Mentre continua a essere sordo alle
nostre richieste e, guarda caso, noi siamo di
centrodestra».
- Il ministro, comunque, non ha invitato le Province
sarde al vertice romano.
«E' la conferma di quanto dicevo prima, cioè i
ministri Verdi sono come le angurie: verdi fuori,
rossi dentro. Il loro unico interese è quello di far
decollare un Parco che veda prevalere una sola parte
politica: la loro».
- I comuni sono con il ministro.
«Il sindaco di Gonnosfanadiga mi ha chiesto di
assumere il coordinamento del Geoparco. Per Arbus e
Iglesias il discorso è diverso: nello statuto
dovranno essere previste le necessarie e
indispensabili deroghe, perché possano avere una
forte voce in capitolo».
- Cos'accadrà?
«Noi non staremo a guardare le mosse del ministro.
Anzi, reagiremo con forza in tutte le sedi».
martedì
13 febbraio 2001, S. Maura
SULCIS
CONFERENZA
Cento
giorni
in difesa
del Geoparco
IGLESIAS. Cento giorni nel Pozzo Sella, per difendere
il progetto del Geoparco e oggi - alle 11 - il
consigliere regionale diessino Giampiero Pinna esce di
nuovo allo scoperto. In un conferenza stampa,
spiegherà le motivazioni che lo hanno portato a
proseguire nella protesta, anche dopo aver ottenuto
dal Parlamento la legge istitutiva del Parco e i primi
consistenti finanziamenti per il disinquinamento e il
ripristino ambientale delle aree minerarie dismesse,
per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali
all'interno del Parco.
13
febbraio 2001 POLITICA
REGIONALE
Ma
la Provincia attacca: «Ricorreremo al Tar»
«Se
lo statuto del Geoparco dovesse assegnare ai Comuni il
51 per cento delle quote, sappiano i sindaci e il
Ministro che noi ci opporremo in qualsiasi modo a
questo progetto ricorrendo al Tar, e alla
Magistratura». Sandro Balletto, presidente della
Giunta provinciale, in occasione dell’incontro
romano tra i sindaci dei Comuni minerari e il Ministro
dell’Ambiente Willer Bordon, riparte all’attacco.
«La Provincia deve essere coinvolta in questo
progetto in modo paritetico e non accettiamo in alcun
modo imposizioni dall’alto o maggioranze dei
Comuni». Le critiche di Sandro Balletto riguardano
anche l’occupazione del pozzo Sella a Monteponi e il
consigliere regionale diessino Giampiero Pinna. «La
situazione dei lavoratori socialmente utili non può
essere usata come grimaldello per ottenere una
candidatura alla Camera».
L’ira di Balletto non risparmia nemmeno Tarcisio
Agus, sindaco di Guspini e coordinatore dei Comuni
minerari. «Dice di essere stato nominato
rappresentante dei Comuni, ma vorrei proprio sapere da
chi. Dato che il sindaco di Guspini si è autonominato».
Quanto alle tute verdi: «Noi siamo vicini ai
lavoratori socialmente utili, che meritano uno
stipendio e una giusta occupazione, mentre per quanto
riguarda i consigli di amministrazione e le eventuali
preoccupazioni, respingo le accuse al mittente. Anche
perché chi ha governato sino all’anno scorso la
Provincia è stato il centrosinistra». In difesa di
Balletto si è schierato anche il deputato di Forza
Italia Salvatore Cicu: «Quello del Ministro dell’Ambiente
Bordon è l’ennesimo atto di arroganza del Governo
statalista e centralista che non vuole ascoltare le
richieste di tutti gli enti locali». (d.m.)
13
febbraio 2001 POLITICA
REGIONALE
E
il ministro dà il via libera al Geoparco
L’incontro a Roma tra il Ministro
dell’Ambiente e i sindaci dei Comuni minerari dà il
via libera alla costituzione del Parco Geominerario. E
più precisamente, il Ministro Bordon ha accolto la
proposta di decreto che i sindaci avevano inviato ai
Ministeri nei giorni scorsi. Ieri mattina inoltre l’incontro
avvenuto nella sala Europa del Ministero ha fissato le
linee guida che dovranno essere seguite per l’istituzione
vera e propria del Geoparco. «Il Ministro ha accolto
le nostre richieste - racconta Tarcisio Agus, sindaco
di Guspini e coordinatore dei Comuni minerari - entro
due settimane, e cioè prima che siano trascorsi i
sessanta giorni previsti dalla legge, dalla data di
approvazione dell’emendamento alla Finanziaria, il
decreto sarà emanato». All’approvazione del
decreto istitutivo seguiranno poi l’approvazione
dello statuto e infine la costituzione del consorzio
di gestione di cui faranno parte i Comuni, la
Provincia, l’Università.
Il progetto per far rivivere le vecchie miniere della
Sardegna ormai abbandonate diventerà realtà. Non
solo ma per i 125 Comuni dell’Isola che hanno
aderito al progetto potrebbero esserci anche nuove
opportunità di sviluppo, con l’inserimento dei
paesi all’interno di itinerari turistici. «La piena
tutela e valorizzazione dei siti e dei beni dell’attività
mineraria - fa sapere Bordon - può essere raggiunta
solo con il coinvolgimento diretto delle popolazioni e
delle Amministrazioni locali». Insomma nessuna
imposizione dall’alto per la realizzazione del
progetto, nato otto anni fa e che ha ottenuto il
riconoscimento dall’Unesco.
«Saranno in ogni caso i Comuni e gli abitanti -
spiega Antonangelo Casula, sindaco di Carbonia e
componente del Comitato ristretto - a decidere se
aderire o meno al progetto. Il Geoparco è infatti
aperto a tutti, chiunque voglia può farne parte».
Le linee guida approvate ieri mattina «assegnano ai
sindaci un ruolo diretto nella gestione del Parco».
In altre parole, i Comuni che fanno parte del Parco
dovrebbero avere il 51 per cento delle quote nel
consorzio di gestione. «Naturalmente il nostro
intento è quello di lavorare con gli altri
rappresentanti delle istituzioni - spiegano Agus e
Casula - non abbiamo alcuna intenzione di distruggere
questo progetto, e tantomeno di prevaricare
qualcuno».
Con l’istituzione del Geoparco dovrebbe risolversi
anche il problema legato alla stabilizzazione dei 550
lavoratori socialmente utili e inoltre dovrebbe
partire il piano di risanamento ambientale delle aree
degradate. «Le risorse finanziarie sono già
disponibili - commenta Casula - e sarà necessario
allora trovare le forme per mettere in pratica queste
opere».
Il percorso per l’istituzione del Geoparco volge
comunque al termine. Nei prossimi giorni il Ministro
Bordon incontrerà i rappresentanti delle Province, i
rappresentanti della Giunta regionale per completare
le consultazioni. «Completata questa fase -fa sapere
Bordon - farò la riunione con tutti i soggetti
interessati (Regione, Province, Comuni e
rappresentanti degli altri Ministeri) per la stesura
della bozza definitiva del decreto che spero possa
avvenire entro breve tempo».
Per la prossima settimana è previsto un incontro del
Ministro a Nuoro. Non è escluso che la vertenza
Geoparco possa essere ”chiusa” in quella
circostanza. Chissà se in quell’occasione il
consigliere regionale dei Ds Giampiero Pinna, che per
questa mattina ha convocato una conferenza stampa,
lascerà la galleria di Monteponi.
Davide
Madeddu
12
febbraio 2001 IGLESIAS
Resta
qualche dubbio sui vincoli che potrebbero gravare sul
territorio. Oggi a Roma potrebbe esserci l’incontro
decisivo
Geoparco,
i sindaci dal ministro
Giornata decisiva per il futuro del
parco geominerario della Sardegna. Oggi alle 11 a Roma
si svolgerà l’atteso incontro tra le
amministrazioni locali e il ministro dell’Ambiente
Willer Bordon. L’ordine del giorno rappresenta un
passo essenziale per le prospettive dello sviluppo
futuro. Anche se non è detto che la riunione sarà
definitiva. I sindaci arriveranno nella capitale con
una valigia di richieste e, soprattutto, molte ipotesi
di lavoro su come il nuovo organismo dovrà gestire le
risorse ex minerarie. C’è infatti l’esigenza di
contemperare le opportunità di sviluppo delle città
con la valorizzazione delle risorse ex minerarie. La
posizione del sindaco di Iglesias, per esempio, pone
il problema dei vincoli, dell’autonomia e della
autodeterminazione dell’ente locale. Dall’altra
parte i fautori del parco sono sicuri che quest’aspetto
non ci sarà in quanto non sono previsti vincoli. C’è
da risolvere anche il problema dell’occupazione. I
500 “Lsu ” impegnati nelle azioni di
ripristino ambientale potranno essere assunti tutti o
soltanto una parte? La richiesta sarà senz’altro
totale, per evitare discriminazioni. Comunque vadano
le cose, ormai, l’istituzione del parco è arrivata
alla svolta finale. Poi i particolari pratici saranno
affrontati nel proseguo della discussione. Se ci sarà
la firma, il consigliere regionale ds Giampiero Pinna
dovrebbe abbandonare la galleria di Villamarina
occupata dal 5 novembre scorso.
A. M