L'On. Aldo Moro, grande statista italiano, deputato, più
volte Ministro e Presidente del Consiglio, nonché già componente
dell'Assemblea Costituente, nacque a Maglie in provincia di Lecce il
23 settembre 1916.
Dopo aver conseguito la maturità classica al Liceo "Archita" di
Taranto
si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza presso l'Università di
Bari, conseguendo la laurea con una tesi dal titolo: "La capacità
giuridica penale".
Il 16 marzo 1978, tra le ore 9.02 e le 9.05, in via Fani a Roma,
un commando composto da circa 19 persone appartenenti
all'organizzazione denominata "Brigate rosse" rapì il presidente
della Democrazia Cristiana e uccise i cinque uomini della sua
scorta.
Quella mattina l'On.Moro si stava recando alla Camera dei deputati
per partecipare al dibattito sulla fiducia al IV governo Andreotti;
questo nuovo Governo era costituito con l'appoggio,
ampiamente favorito da Moro e con l'ingresso del Pci nella
maggioranza programmatica e parlamentare: iniziano così i 55
giorni più tragici della storia della Repubblica italiana.
Nell'agguato furono uccisi
il maresciallo dei carabinieri e capo scorta Oreste Leonardi,
l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci, le guardie di Pubblica
Sicurezza (che, successivamente con la legge di riforma del
1981, cambierà il suo nome in Polizia di Stato) Raffaele
Jozzino, Giulio Rivera e il vice-brigadiere Francesco Zizzi.
Una inutile
strage di giovani vite! Infatti,
probabilmente,
si
poteva evitare di uccidere questi cinque esseri umani,
perché Aldo Moro spesso andava a fare qualche passeggiata al Foro
Italico solo con il maresciallo
e capo scorta Oreste Leonardi.
Il 9 maggio 1978, previa comunicazione telefonica delle Br,
venne rinvenuto il corpo senza vita dell'On. Aldo Moro in
un'autovettura Renault 4 di colore rosso parcheggiata in via
Caetani a Roma, a qualche centinaio di metri dalle sedi
nazionali dei partiti politici della DC e del PCI.
Per tutti i 55 giorni del sequestro, i media e l'opinione pubblica
italiana, europea e mondiale seguirono col fiato sospeso il
tragico fatto.
Con vari ultimatum, minacciando di uccidere il Presidente della DC,
le Br chiedevano un riconoscimento politico del loro movimento e
la liberazione dei brigatisti sotto processo a Torino. I partiti
della DC e del PCI erano sostanzialmente per la "fermezza", quindi
"rifiutare ogni compromesso", il PSI era invece per la trattativa.
Non ottenne alcun risultato neanche l'appello di Papa Paolo VI per
la liberazione dello statista.
Riportiamo qui, a mio modesto avviso, alcune delle "anomalie" e
precipui aspetti irrisolti del sequestro Moro
Il numero delle persone presenti la mattina del sequestro.
Il
percorso dell’auto di Moro, modificato la mattina stessa dalla
scorta, era già noto (o venne fortunosamente intuito) ai
brigatisti: infatti costoro forarono nella notte precedente le
ruote del furgone di un fioraio che spesso stazionava presso via
Fani.
Le borse dell'On. Moro presenti nell'autovettura la mattina del 16
marzo;
durante le
poche decine di secondi del sanguinoso agguato (una vera e propria
azione di guerra) i brigatisti trafugano le borse con i documenti
rilevanti di Moro e abbandonano quelle coi documenti non
significativi.
Il
Colonnello del Sismi Camillo Guglielmi (della VII divisione del
Sismi, legata a Gladio) era casualmente presente in via Stresa, a
circa duecento metri da via Fani, al momento del sanguinoso
rapimento.
Il
VII comunicato delle Br, rivelatosi poi non attribuibile alle Br
ma a Tony Chichiarelli (falsario e anche collaboratore del Sismi)
della c.d. "banda della Magliana", fatto trovare il 18 aprile, tra
l'altro, proprio lo stesso giorno della scoperta (avvenuta in modo
anomalo) del covo di via Gradoli; nel falso comunicato era
presente la falsa informazione che il corpo di Moro giaceva nel
lago ghiacciato della "Duchessa" (Caetani, via Caetani?). Sarà una
coincidenza ma il direttore d’orchestra Igor Markevitch", da molti
ritenuto uno dei “Grandi Vecchi” delle Br, nonché incluso tra
coloro i quali interrogarono Aldo Moro, sposò Topazia Caetani,
della nobile famiglia romana il cui palazzo si trova di fronte al
luogo in cui il leader Dc venne ritrovato morto. Un palazzo con il
passo carraio e due leoni in pietra nel cortile, che corrispondono
alle indicazioni fornite da Pecorelli, il giornalista poi
assassinato della “banda della Magliana".
Anche Tony Chichiarelli venne in seguito ucciso poco dopo la
famosa rapina miliardaria (circa 35 miliardi di lire del 1984, una
rapina singolarmente “facile”) nella quale egli era coinvolto.
Ci si chiede anche se il falso settimo comunicato, che era stato
finora considerato un depistaggio, non costituisse invece una
sorta di segnalazione, proveniente da una frangia dei servizi
segreti (“diretti” dalla P2) che indicava dove andare a cercare
Moro, nel Lago (Palazzo) della Duchessa, anticipandone la condanna
a morte. La “duchessa” è un personaggio ricorrente nelle
allegoriche rivelazioni di Pecorelli che, due settimane dopo
l’uccisione di Moro, sembrava conoscere l’ultima prigione: scrisse
infatti che in via Caetani, dietro il muro dov’è stato trovata la
Renault, la Duchessa vede “i ruderi del Teatro Balbo, il terzo
anfiteatro dove un tempo antichi guerrieri scendevano nell’arena.
Chissà cosa c’era nel destino di Moro, perché la sua morte fosse
scoperta contro quel muro”. Un’allusione alla Gladio di “Stay
behind”, allora segretissima ?
L'anomala scoperta, come già accennato, del covo di via Gradoli a Roma
avvenuta
il 18-4-78 (una coincidenza: il 18-4-1948 ebbero luogo in Italia
le storiche elezioni): tra l’altro pare che il covo si trovasse in
un condominio dove molti appartamenti erano di proprietà dei
servizi segreti.
Il covo di
via Montalcini presso il quartiere della "Magliana"- Villa Bonelli.
I tempi e le
modalità dei trasporti dell’onorevole Moro da via Fani a via Gradoli
e da via Montalcini (dove pare venne ucciso) a via Caetani.
Il "brigatista" Mario Moretti.
La testina
della macchina da scrivere con cui i brigatisti scrivevano i loro
comunicati, rinvenuta poi nella stamperia delle Br in via Pio Foà a
Monteverde, pare fosse dello stesso tipo usato dai servizi segreti e
solo da questi ultimi.
Il presunto collegamento
con la scuola Hyperion di Parigi.
Il ruolo della P2 e dei Servizi segreti nella logica di Yalta: i
tre comitati di crisi istituiti presso il Ministero dell’Interno
all’indomani del rapimento, pare fossero interamente composti da
persone della P2.
Il "famoso"
Memoriale,
integrale,
di Moro.
Le
Br, durante i 55 giorni del sequestro, fecero ritrovare 9 comunicati
e alcune lettere autografe
dell’On.Moro.
Pare venne
accertato, dopo
tre processi, che a condurre la Renault 4 in via
Caetani con il corpo di Aldo Moro erano stati i brigatisti Mario Moretti,
Prospero Gallinari, Valerio Morucci e Bruno Seghetti; durante
il sequestro, invece, si sarebbero alternati nella vigilanza dello
statista, Mario Moretti, Valerio Morucci, Anna Laura Braghetti e Germano
Maccari.
Per
il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro e dei cinque uomini della
sua scorta ci sono state sei inchieste e 23 sentenze.
La prima sentenza venne emessa il 24 gennaio 1983
dalla Corte d'Assise di Roma, presieduta dal giudice Severino
Santiapichi,
con la condanna all'ergastolo di 32 brigatisti rossi.
I processi principali del caso Moro: il primo, che unificava il
Moro-uno e il Moro-bis, si concluse in Cassazione il 15 novembre
1985 con 22 ergastoli. Il Moro-ter si concluse
il
12 ottobre 1988 con 153 condanne (26 ergastoli) e 20 assoluzioni;
la Cassazione poi nel maggio del 1993 confermò la
condanna all'ergastolo per 20 imputati del processo "Moro-ter".
Il Moro-quater ebbe termine nel maggio 1997 con la condanna all'ergastolo per Lojacono.
Il Moro-quinquies terminò in due tempi, nel 1999 e nel 2000, con le condanne di
Raimondo Etro e Germano Maccari. E si arrivati al processo
"Moro sexies".
Alcuni libri scritti dal ex senatore Sergio Flamini
Sergio Flamini,
parlamentare del Pci dal 1968 al 1987, ha fatto parte delle
Commissioni d’inchiesta sul caso Moro, sulla Loggia P2 e della
Commissione Antimafia.
Flamigni, Sergio: La
tela del ragno. Il delitto Moro, [introduzione di Luciano Violante]
Roma, Edizioni associate, 1988, edizioni Kaos, Milano, p.302.
Flamigni, Sergio: Trame
atlantiche. Storia della Loggia massonica segreta P2, Milano, Kaos,
1996. p.472.
Oltre a questi due libri, i più
importanti, egli ha anche scritto:
Flamigni, Sergio : Il
covo di Stato. Via Gradoli, 96 e il delitto Moro. Milano, Kaos,
1999. p.215.
Flamigni, Sergio:
Convergenze parallele : le Brigate rosse, i servizi segreti e il
delitto Moro, Milano, Kaos, 1998. p.327.
Flamigni, Sergio: Il mio
sangue ricadrà su di loro: gli scritti di Aldo Moro prigioniero
delle Br, Milano, Kaos, 1997. p.418.
Qualche film su Aldo Moro
(sino al 2003)
Piazza delle Cinque Lune
Regia: Renzo Martinelli
(2002)
Il caso Moro
Regia: Giuseppe Ferrara (1986)
Buongiorno notte
Regia di Marco Bellocchio (2003)
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