OdORi
AL COMPAGNO tZARA
onore al compagno Tzara
ODORE al compagno Tzara!
le more al compagno tzara, sempre!
Orrore al compagno Tzara
OMONE al compagno Tzara! (ceh era alto 1 km e mezzo c.ca, ndr)
ORMONE al compagno Tzara! (ceh era alto 1 m e mezzo c.ca, e voleva crescere)
ODORE al compagno Tzara! (che si lavava poco, anzi no, era sempre raffreddato)
Arcore al compagno Tzara! (Era originario di Roma o votava Fozza Itaja, da autentico
dadaista votava per partiti inesistenti).
i lamponi al compagno Tzara.
ODORI A tZARA (era un ottimo cuoco!)
Breve Riflessione
sociosemiotica sull'importanza del nome del G.d.A. detto "Dadaista".
di Umberto Eco
LA NOMINAZIONE
Ogni gruppo sociale necessita di un linguaggio proprio per esprimersi. Il
mondo rischierebbe di essere inconoscibile per la *gnosis* collettiva se una rete di
significati e significanti interconnessa non rendesse comprensibile alla mente collettiva
questa caoticità dell'esperienza umana. Ogni oggetto e sogetto deve diventare nodo di
questo reticolo grazie ad un segno significante. Un nome rende trasparente il mondo. Il
nome rende la realtà concreta, *vera* per gli attori (cfr. il mio *Trattato di semiotica
generale*).
*NOMES COLLECTIVA*
Per quanto detto fin qui e' evidente l'importanza per una qualsiasi
collettivita' umana di darsi un *nomae conotentia*. Un appellativo simbolico che ne renda
conoscibile la composizione, noti gli amici, "in" e esclusi i nemici,
"out". Questo nome ha allora una doppia funzione: rendere unito e
autorappresentabile il gruppo a se stesso e rappresentabile all'esterno, conoscibile dal
"resto del mondo". Spesso questa nominazione diventa costituzione di una
comunita', una fazione etnica che costituisce un collettivo chiuso in cui il compagno di
clan diventa un fratello, l'umano in se, e l'esterno un nemico da nominare solo come
appellativo stereotipizzato. Un "negro". Il razzismo verso l'Altro diventa
invece per *l'Interiors* (Pierce) impossibilita' di dissenso: omologazione violenta.
*NOMES POLICTICO*
Nel caso qui in esame la nominazione ha un'intenzione conoscitiva specifica:
la comunicazione. Il Gruppo di Affinita' "Dadaista" ha intenzione di nominarsi
per comunicare meglio la sua presenza, per agire nei meandri della comunicazione con un
fine eplicito. L'intento anarco-nihilista, la sovverzione dei "luoghi comuni"
della politica - istituzionale e di movimento - e l'assoluto scatenarsi della forza ilare
e gaudente contro le sclerotizzazioni dell'informazione, della retorica
"antagonista", della *vita vissuta*. In passato ho parlato di quest'intenzione
di "guerilla semiotica" e ho ironizzato sull'apologia del *desiderio* come forza
scatenante e rivoluzionaria (cfr. in proposito il mio "Sette anni di
desiderio"). Mi sembra che la soluzione ottima per quest'insieme di fini sia di *non*
dotarsi di un solo nome ma *farli proliferare*. Fornire, cioe' ai media e a se medesimi,
un'immagine sempre cangiante, multiforme, inafferrabile. Perche?
POTENZA DEI MEDIA
Da anni prosegue la mia riflessione sulla cultura di massa, sull'industria
culturale. Ho quindi raggiunto una comprensione cosi' eccelza da essere difficilmente
comunicata in forma comprensibile. Tentero' una semplificazione. Uno dei mezzi
tradizionali del potere e' "il nominare". Il primo atto del potere e' conoscere,
comprendere, docodificare, come sapevano bene i miei colleghi Francis Bacon e Michel
Foucault ("sapere e' potere"). Il sistema giornalistico, la societa'
dell'informazione tutta, si sforza continuamente di comprendere ogni differenza, ogni
incognita per poterla decrittare, tradurla, scomporla in parti piu' semplici, decomporla
per controllarla meglio, farla propria. Ovvero ricondurla nel proprio universo semiotico e
linguistico di riferimento, renderla conoscibile al proprio sguardo, alle proprie mappe
geografiche e conoscitive. Il primo gesto di Cristoforo Colombo fu quello di
"battezzare" le isole che "scopriva", estraniarle ai nativi e
iscriverle nel dominio Cattolico e Spagnolo: "San Salvador". Bisogna evitare di
essere nominati una volta per tutte.
POTENZA DEL GRUPPO
Come scrivevo sopra, il rischio estremo di un gruppo e di trasformarsi in
comunita' chiusta, in clan feudale. D'improvviso il dissenso interno viene limitato, la
rappresentazione esterna del gruppo viene forzata all'unita', personalita' e fazioni
mirano al comando di questa unica rappresentazione, tutto cio' che e' "buono"
viene dall'interno e tutto cio' che viene dagli altri e' "cattivo", sconosciuto,
maligno. "Noi siamo il Bene". Gli esempi storici non mancano: dai nibelunghi
autosterminatesi nel '234 fino ai Situazionisti che continuavano a fare Espulsioni (finche
rimase solo Guy Debord). Gli stessi dadaisti storici evitarono di chiudersi in un nome
significante. "Dada" era proprio l'assenza di forma chiusa, di definizione
stringente. Bisogna evitare di diventare immobili.
UNA MODESTA PROPOSTA
Inoltre, fossi nei vostri panni, non nei miei e migliori di eccelso teorico
e scrittore di meritata fama, non rimarrei fermo alla sola "tradizone" dadaiste.
Aprofitterei della variegata messe di altre sollecitazioni storiche e contemporanee. I
movimenti politici, altre avanguarde artistiche, la cultura di massa forniscono
continuamente materiale "dadaista" e possibiili nomi da utilizzare: Groucho
Marx, il situazionismo, Luther Blissett sono solo i primi esempi che mi vengono in mente.
Mi sembra esemplare la proposta del mio carissimo amico Marco di utilizzare moltissimi
nomi, alternandoli e sommandoli, parodiando - come durante il movimento del '77 avevano
fatto gli indiani metropolitani - le "nominazioni" ufficiali. Costruire in
questo modo mitologie continue, nuovi storie d'origine, ironici aggregamenti. Non vi
sarebbe allora un solo nome per "le dadaiste" (come Kenny mi ha chiesto
dichiamarvi). MA un proliferare incontrollato di possibili se. Nomi multipli per identita'
mobili come direbbero i colleghi Deleuze e Guattari. Concluderei con un consiglio dalla
mia lunga e meritevole esperienza: evitere in questo modo anche di *azzuffarvi*
inutilmente. Nessuno vincera' con il nome preferito e chiunque potra' proporne un proprio
e non bocciare l'altrui: politicamente scorretto e corretto. In passato dovevamo scegliere
un nome, litigammo per mesi, alla fine lasciammo scegliere al Lotto: Gruppo '66. Grazie
per la pazienza.
Illustrissimo Prof.
emerito Umberto Eco
Da "La storia
dell'arte del secolo XXI"
Un commento storico sul lancio d'agenzia dadaista
Vorrei segnalare alla vostra cortese
attenzione questo esempio dello stile artistico del movimento DADAlistico. Il movimento,
naque agli inizi del secolo in Italia a seguito dei dell'evento che scaturi da quello che
era chiamato G7/8. Un incontro orami giustamente dimenticato tra guelli che erano i paesi
piu' industrializzati.
Come tutti i movimenti artistici e politici
del Novecento, dal Dadaismo al Neoismo, il Pepe di Lilliput faceva della provocazione
ironica la sua principale arma. L'adottare un linguaggio altro, nemico, per farne un usa
"sovversivo", per farne una parodia feroce agli occhi dei suoi normali
utilizzatori o fruitori, per provocare della semplice ilarita' tra i membri era il massimo
risultato auspicabile.
Il verosimile lancio d'agenzia del Caforio
ne e' un massimo esempio. Esempio della prodigalita' dell'ormai famoso aderente al GdA
dadaista - autore subito dopo del famoso COMUNICATO #2 - provoco nel gruppo tutto e
soprattutto nell'altro storico aderente Marco Binotto grande ed esplicito divertimento e
fu ispiratore dei successivi e famosissimi altri interventi.
BREVE SAGGIO
FILOSOFICO sul senso della vita
(Mannarini/Basso)
Amici miei, qual era il nome del
paese dove, in culo alla balena, abbiam suonato questa sera. Il nome non l'ho mai sentito,
qui pure Cristo si è fermato, ci vorrà la notte intera per tornar.
Notte da guinness da primato e voi
scusate se ho stonato sulla strofa, proprio all'ultima canzone. Notte di curve mozzafiato,
il chitarrista innamorato bagna con l'alcool il suo perduto amor.
Nella macchina strapiena guida chi
si regge in piedi, e chi non dorme ha ancora voglia di parlar: geniali considerazioni,
questa è alta filosofia che il senso della vita svelerà.
Branco di colpevoli cialtroni, senza
doveri, senza coglioni, probabilmente la libertà è una giga irlandese che va.
Sicuramente anche Cartesio un giorno
si sarà ubriacato e a Rosa Luxemburg piaceva far l'amore per amore. Persino Einstein
andava matto per i seni prosperosi, anche Petrarca il celestiale ha fatto aria dal sedere.
Col tempo si dimentica, ma io non
scordo lei, l'ispiratrice del mio primo turbamenento. Rinnegai per amor suo, l'intimo mio
timor di Dio, ma nella stanza allora c'ero solo io.
Banda di maldestri masnadieri, senza
coglioni senza doveri, probabilmente la libertà è una giga irlandese che va.
Incontrando sulla via le prime luci
del mattino vi confido un intimo segreto. Sarò sì sentimentale, però quanto dico è
vero, tra le coscie di Moana sarei stato giorni interi.
Manica di folli fannulloni senza
doveri, senza coglioni, probabilmente la libertà è una giga irlandese che fa.
Folkabbestia - Breve saggio
filosofico sul senso della vita
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Cosa fare per la pace (J. Fo)
Re:Cosa fare per la pace (Kenny)
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