Seconda città
della Sicilia, Catania sorge sul mare Ionio, alle falde dell'Etna e ai
margini della Piana coltivata ad agrumi. E' una città di aspetto
barocco, attivo centro commerciale ed industriale, dotata di un importante
porto e di uno dei più importanti aeroporti d'Italia per volume
di traffico.
Manifestazioni: Festa
di Sant'Agata dal 3 al 5 febbraio; stagione lirica e musicale al Teatro
Bellini; stagione teatrale al Teatro Stabile G. Verga.
Storia: Catania fu un borgo
degli antichi Siculi, lo stesso toponimo deriverebbe dal siculo Katane
che aveva il significato di "grattugia", con riferimento al suolo di natura
lavica su cui sorge la città. Nel 729 a.C., secondo quanto scrive
Tucidide, Katane divenne una colonia greca calcidese. Le notizie relative
a questo periodo non sono molto numerose: si sa che la città fu
guidata da Caronda che fu autore del primo corpo di leggi scritte. Nel
476 a.C. Katane venne conquistata da Gerone, tiranno di Siracusa. Questo
fu un avvenimento particolarmente traumatico per la città: gli abitanti
di origine calcidese vennero espulsi e un notevole numero di Dori di origine
siracusana ripopolò Katane che cambiò anche nome in Aitna
(o Aetna). Questi eventi furono tanto traumatici quanto di breve durata
visto che la tirannide siracusana cadde nel 461 a.C., favorendo il ritorno
dei calcidesi e il ripristino dell'antico nome. Tutto il V secolo fu caratterizzato
dall'opposizione continua tra Katane e Siracusa: durante la spedizione
ateniese nell'isola Katane si schierò contro Siracusa e a favore
degli ateniesi e, qualche tempo dopo la sconfitta di questi, nel 403 a.C.,
la città venne conquistata dal tiranno siracusano Dionigi il Grande.
Da allora, fino alla conquista romana, Katane sarà stabilmente nell'orbita
della potente Siracusa.
La conquista romana
avvenne nel 263 a.C., durante la seconda guerra punica. Cominciò,
così, un periodo di crescita culminato nell'innalzamento della città
al rango di colonia romana durante il I sec. a.C. Durante l'età
imperiale Catania divenne un centro molto importante e presto cominciò
a diffondersi il cristianesimo. Lo stesso martirio di S. Agata, patrona
della città, è datato alla prima sistematica persecuzione
dei cristiani, ordinata, nel 249, dall'imperatore Decio. Alla caduta dell'impero
romano, anche Catania subì le incursioni dei barbari, soprattutto
Vandali. Dopo un breve periodo caratterizzato dalla dominazione gotica
di Teodorico (491-526 d.C.), la città fu conquistata dai Bizantini
guidati da Belisario, nel 535. Questi la governeranno fino al IX sec.,
quando fu presa dagli Arabi. Il dominio arabo fu piuttosto tollerante e
fece progredire notevolmente Catania: furono particolarmente importanti
le opere di canalizzazione e, soprattutto, l'importazione di nuove colture
tra cui quella delle arance, simbolo dell'agricoltura catanese. Oltre a
questo, a differenza di quanto accade a Palermo, non abbiamo molte testimonianze
della dominazione araba, ad esclusione di alcune decorazioni realizzate
da artisti arabi sotto il dominio normanno.
La conquista normanna
di Catania fu compiuta a due riprese: una prima volta la città fu
presa dal Conte Ruggero nel 1071 e, in seguito al ritorno dell'emiro, fu
riconquistata nel 1081. I normanni fecero di Catania un feudo affidato
ad una potente figura di vescovo-abate. Fu durante la dominazione normanna,
inoltre, che venne iniziata la costruzione della Cattedrale, nel 1078 circa.
Di questa possente struttura come del resto della città arabo-normanna
rimane ben poco per via del terribile terremoto che distrusse Catania nel
1169. La città, comunque, risorse piuttosto in fretta ma, avendo
parteggiato per gli ultimi eredi degli Altavilla contro Enrico VI, fu data
alle fiamme. La terza profonda ferita nell'arco di un secolo Catania la
subì nel 1232 quando, dopo essere insorta contro Federico II, venne
saccheggiata. Fu per meglio controllare la città e per ultimare
il sistema difensivo siciliano che Federico fece iniziare i lavori per
la costruzione del Castello Ursino. Federico II non si limitò ad
interventi urbanistici ma trasformo lo status di Catania ponendo
fine al governo feudale del vesovo-abate, facendola divenire città
regia ed, infine, riconoscendola come comune.
Con l'inizio della dominazione
aragonese Catania sorse a nuova vita avvantaggiandosi anche della lotta
continua tra Palermo e Messina e sviluppando un ceto mercantile che, in
parte, mancava a Palermo. Segno evidente di questa situazione favorevole
fu la nascita, nel 1434, della prima e per lungo tempo unica università
siciliana. Il lungo periodo della dominazione spagnola portò con
sé anche gravi episodi che segnarono per sempre la storia e l'aspetto
cittadino: nel 1576 Catania fu colpita, come gran parte del regno, da un'epidemia
di peste che decimò la popolazione; nel 1669 la città venne
in parte distrutta da una delle più imponenti eruzioni dell'Etna;
nel 1693 venne rasa al suolo da un terribile terremoto che devastò
tutta la Val di Noto. Si deve a quel tragico evento l'aspetto attuale della
città: vie rettilinee, larghe (se paragonate ai modelli dell'epoca),
interrotte regolarmente da piazze, sono un chiaro esempio di misure antisismiche.
Fu un'opera colossale se si considera che bisognava ricostruire un'intera
città e che si era deciso di farlo sulle sue stesse macerie a differenza
di molte altre città distrutte dal sisma del 1693 che furono ricostruite
in un luogo diverso dal precedente. A lasciare un segno indelebile sull'aspetto
barocco attuale furono una serie di grandi architetti e, soprattutto, l'opera
di Giovan Battista Vaccarini.
Tutto il settecento
fu caratterizzato da un grande fervore culturale spesso non accompagnato
da un uguale sviluppo economico. Una svolta definitiva avvenne in seguito
alla riforma borbonica del 1817 che fece di Catania il capoluogo di un
vasto territorio dando il via, così, a quel continuo flusso dalle
campagne e dai centri minori verso la città: nell'arco di un secolo
Catania quadruplicò la propria popolazione. Nel 1860 fu annessa
al regno d'Italia e si delineò sempre più il carattere democratico
e mazziniano della politica catanese. Il novecento, infine, è segnato
dalle gravi distruzioni della seconda guerra mondiale e dal notevole sviluppo
economico degli anni '50 e '60 che varrà a Catania l'appellativo
di Milano del sud.
Tra le personalità
illustri nate a Catania ricordiamo il musicista Vincenzo Bellini e lo scrittore
Giovanni Verga.
Monumenti:
L'asse
viario principale che attraversa la città è la via Etnea,
che sale leggermente per più di tre km verso lo sfondo dell'Etna.
E' il luogo di passeggio e dello shopping dei catanesi ed è tutta
ornata da splendidi palazzi e da belle piazze.
La
prima di esse è la piazza del Duomo
cinta per tre lati da possenti palazzi settecenteschi e ornata, sul quarto
lato, dal Duomo. La piazza costituisce un notevole complesso barocco dovuto
all'architetto Giovan Battista Vaccarini. Al suo centro sorge la fontana
dell'Elefante
(detto liotru, probabilmente dal nome del mago Eliodoro), simbolo
di Catania. Fu costruita dal Vaccarini nel 1736 ma sia l'obelisco che l'elefante
sono molto più antichi. Sul lato nord sorge il palazzo del Municipio.
Il primo piano dell'edificio fu innalzato, a partire dal 1696, da Giovambattista
Longobardo su progetto dell'architetto Sanarelli. In seguito, nel 1732,
il cantiere fu affidato al Vaccarini che gli diede l'aspetto attuale (1741).
L'edificio è a pianta quadrata con cortile centrale. La facciata
è ornata da lesene a bugnato al piano terra e piane ai piani superiori.
Il portone è inserito tra quattro colonne di granito che reggono
il ballatoio riservato alle autorità cittadine che, durante la festa
di Sant'Agata, utilizzano le fastose carrozze settecentesche esposte nel
cortile del palazzo. Non tutto l'edificio fu ultimato dal Vaccarini: la
facciata nord, che si affaccia su piazza Università, fu costruita
da Carmelo Battaglia Santangelo nel 1780 e la scalinata che porta al salone
dei ricevimenti fu costruita da Sebastiano Ittar nei primi anni dell'Ottocento.
Sul lato sud della piazza sorge la fontana dell'Amenano, costruita
da Tito Angelini nel 1867. E' costituita da una vasca a conchiglia
sulla quale è posto un giovane, personificazione del dio fluviale
Amenano, venerato dai catanesi nell'antichità (l'Amenano è
un fiume sotterraneo che attraversa tutta Catania scorrendo anche sotto
la fontana). Accanto alla fontana si trova l'ex seminario
dei Chierici,
risalente ai primi del '700 e la Porta Uzeda (1696) dalla quale
parte la via Etnea.
A chiudere la piazza
sul lato est è il Duomo ,
giunto a noi nelle attuali forme barocche dovute, ancora una volta, al
Vaccarini. La fondazione della cattedrale si deve a Ruggero il Normanno
e risale, quindi, all'XI sec. Di quella costruzione sono rimaste alcune
tracce visibili, all'esterno, nelle tre absidi, decorate con archi ciechi
ogivali, in alcune colonne della facciata e, all'interno, negli archi che
ornano le cappelle del Crocifisso e dell'Immacolata. La Porta Maggiore,
duecentesca, resistette al terremoto ma, nel 1763, fu collocata nella facciata
della chiesetta del Santo Carcere.
E' antecedente al terremoto ( 1577) la Porta Nord,
a lungo attribuita al Gagini ma, in realtà, opera del Mazzola. La
facciata è settecentesca, caratterizzata da due ordini sovrapposti
di colonne; quelle inferiori provengono dall'Odeon
e dal Circo romano.
L'interno è a tre navate su pilastri,
con cupola e transetto a tre absidi. Quest'area è particolarmente
interessante in quanto, dopo i restauri del 1958, è stata riportata
alla luce la struttura normanna con blocchi squadrati di pietra lavica.
Al secondo pilastro destro si trova la tomba di Vincenzo Bellini
e, in fondo alla navata, attraverso un bel portale del Mazzola (1545),
la cappella della Madonna. La struttura è normanna, sull'altare
si trova una statua cinquecentesca della Madonna e alle pareti due sarcofagi:
quello più grande è romano, del III sec. e conteneva le spoglie
di re e principi aragonesi; l'altro è medievale e conteneva la salma
di Costanza d'Aragona. Nell'abside destra si trova la cappella di Sant'Agata,
preceduta da una pregevole cancellata in ferro battuto. La cappella custodisce
le reliquie della patrona della città con un prezioso busto d'argento
ricoperto di gioielli (il tesoro è visibile solo durante la festa,
dal 3 al 5 febbraio). Sono opere di Antonello Freri ('500) il trittico
marmoreo dell'altare, il portale a sinistra e il sepolcro del vicerè
Ferdinando d'Acuña. Il presbiterio ospita un bel coro ligneo intagliato
da Scipione di Guido con storie di Sant'Agata (1588); in fondo al transetto
sinistro un altro portale del Mazzola porta alla cappella del Crocifisso
, con elementi normanni, contenente sculture e reliquiari settecenteschi;
nella sagrestia è l'interessante affresco del Platania (o del Mignemi)
raffigurante Catania durante l'eruzione del 1669. Da ricordare, infine,
che la cattedrale sorge sulle romane Terme Achilliane.
Continua...
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