IDIOTI

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Non offendetevi. E’ solo il titolo di un film di Lars Von Trier.

Di cui tutto si può dire, fuorché che sia un idiota.

Lo conoscete? E’ quello del dogma (ma anche quello de "Le onde del destino", di "The Kingdom"…).

Regista danese, ha fondato, insieme ad alcuni amici, un gruppo, che si rifà a questo DOGMA, appunto. Si tratta di una serie di regole che gli amici cineasti si sono dati e che devono essere rispettate in maniera ferrea nel corso della realizzazione di un film.

Qualche esempio?

Solo macchina a spalla, niente luce artificiale, prevalenza di esterni, e via dicendo.

Il Dogma ha fatto scalpore, poi è stato introiettato, poi è divenuto trend.

A "Idioti – Dogma 1" sono seguiti "Festen" e "Mifune", sempre dalla Danimarca, oltre a tutta una serie di piccoli dogmi sparsi qua e là in giro per il mondo. Persino la bella Asia Argento ha detto di aver girato (ahinoi) il suo primo film seguendo i dettami danesi.

Che dire?

Von Trier è un grande regista e sa quello che vuole fare e comunicare al pubblico. Si è inventato una gran bella storia ("Idioti", appunto), sulla curiosa pratica dell’idiozia di gruppo, e con essa ha scovato un modo (l’unico, o quantomeno il più adatto) per raccontarla.

E ci ha costruito attorno il Dogma.

Ora, qualcuno ha detto che il lavoro del regista è proprio quello di raccontare una storia nel migliore dei modi possibili. Beh, questa è la sensazione che si ha guardando lo spiazzante "Idioti". I pugni nello stomaco del contenuto vengono raddoppiati, quadruplicati dalla forma, da questo modo, più o meno nuovo (anche qui il dibattito è aperto...), di fare cinema.

Von Trier sa benissimo che alcuni elementi di queste "regole" sono limitanti (guardate i suoi film passati e scoprirete un regista assolutamente antitetico ai suoi stessi, recenti, dettami).

Ma aveva bisogno di qualcosa che non spaventasse il pubblico, o che, perlomeno, lo preparasse a ciò che stava per vedere (Checché se ne dica, "Idioti" è difficile da digerire, se non si è pronti a qualcosa che va al di fuori della norma). E così è nato il Dogma. Se poi è diventato una moda, allora, ancora di più, onore al merito al caro Lars, che, oltre alla sua abilità dietro alla macchina da presa, ha dimostrato di saper maneggiare agevolmente anche i meccanismi della promozione ed è riuscito a rendere un fenomeno più o meno conosciuto qualcosa che, diversamente, sarebbe passato inosservato sotto il naso di tutti.

Se si trova persino in quattro o cinque copie da Blockbuster, qualcosa vorrà pur dire…

Alberto Puliafito

 

 

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