TERZO VALICO a Campomorone

Sito del Comitato per la difesa del territorio del Comune di Campomorone (GE)


DOVE E' CAMPOMORONE / DOVE E' CRAVASCO

COSA SI INTENDE PER TERZO VALICO

IMPATTO AMBIENTALE DEL TERZO VALICO

  1. Finestre di servizio
  2. Traffico pesante
  3. Smaltimento del materiale di estrazione
  4. Materiale
  5. Tempi

CHI VUOLE IL TERZO VALICO

PERCHE` IL TERZO VALICO A CRAVASCO

PERCHE' CRAVASCO NON VUOLE IL TERZO VALICO

C'E` UNA ALTERNATIVA AL TERZO VALICO A CRAVASCO?

CHI SI BATTE CONTRO IL TERZO VALICO   


Cravasco (Campomorone - Genova)

 ALTRE IMMAGINI: Posizione discarica e campo base operai del Terzo Valico a Cravasco


 

Dove e' Campomorone / Dove e' Cravasco

Campomorone si trova all'estrema periferia nord di Genova, dove la Val Polcevera si trasforma in Valle Verde: Il Comune è composto da tante frazioni, tra queste, Campora, Santo Stefano, Isoverde e Cravasco sono direttamente interessate dal Terzo Valico. Queste frazioni sono collegate fra di loro e con il capoluogo da un'unica strada gravata da un pesante traffico, dovuto  parte ai mezzi pesanti delle attività industriali e commerciali ubicate in Isoverde, ma, soprattutto al passaggio dei grossi mezzi al servizio della cava di pietrisco calcareo sita tra Isoverde e Cravasco.

IL MINISTRO PER I BENI CULTURALI E AMBIENTALI con Decreto in data 27 giugno 1977 dichiara di notevole interesse pubblico parte del territorio comunale di CAMPOMORONE e, tra l'altro, riferendosi direttamente al territorio di CRAVASCO dice " riconosciuto che la  zona predetta ha notevole interesse pubblico perché l'insieme delle convalli che  sovrastano la zona che va dall'abitato di PIETRA LAVEZZARA fino all'abitato di CRAVASCO rappresentano un quadro naturale di ancora intatta bellezza; tale quadro acquista particolare valore e significato sia che lo si apprezzi dal Passo della Bocchetta, provenendo dall'opposto versante, sia che lo si apprezzi dal Santuario della Madonna della Guardia, dal quale appare nella sua luce più completa, l'insieme del complesso è stato rispettato ed organicamente salvaguardato dalle colture in loco "

Questo " quadro di ancora intatta bellezza " è deturpato dall'esistenza di una cava di pietrisco in esercizio e da una in disuso e tra lo scempio del territorio connesso alla realizzazione di questo progetto di Terzo Valico è prevista anche l'apertura di una nuova cava.


Cosa si intende per Terzo Valico (e come si sviluppa)

Si tratta di una linea ferroviaria ad Alta Capacità ( dopo che l'Alta Velocità è stata bocciata per incompatibilità ambientale ed inutilità dell'opera ) in grado di collegare rapidamente Genova con le principali linee ferroviarie del nord Italia.

Il terzo valico, se realizzato, rappresenterebbe la principale via di comunicazione tra il porto di Genova , il nord Italia e il nord Europa. Viene ritenuto indispensabile per lo smaltimento del traffico portuale che da oggi al 2015 dovrebbe presentare un ipotetico ed  iperbolico incremento del 400%.

In particolare il valico è rappresentato da una galleria lunga circa 40 kilometri (la seconda per lunghezza in Europa) che, attraversando l’Appennino, collega Liguria e Piemonte. La galleria parte da Genova Borzoli e sbuca a Rigoroso, nei pressi di Arquata Scrivia.

Durata dei lavori ipotizzata in 7 anni – Costi preventivati in oltre 3.000 miliardi.      

Da notare che nel giro di un anno si è passati dall'indispensabilità di una linea ad Alta Velocità per il trasporto passeggeri, bocciata dal Ministero perché ritenuta inutile, all'indispensabilità di una linea ad Alta Capacità per il trasporto merci.


Impatto ambientale del Terzo Valico

Non entriamo nel merito circa l’opportunità dell’opera, sul tempo di realizzazione e sui costi, sul fatto che la linea ferroviaria per il momento è prevista sino a Novi Ligure e non si accenna ad ulteriori tratte verso Milano o, quanto meno, verso nord, oppure sulle inesattezze riscontrate nella descrizione del territorio attraversato dalla galleria.

Ci limitiamo a prendere in considerazione solo il problema dell’impatto ambientale causato nel territorio del Comune di CAMPOMORONE (GE), problema trascurato da imprenditori e politici che sponsorizzano l’opera, forse fuorviati dal fatto che la tratta Ligure si sviluppa tutta in sottosuolo.

1. Finestre di servizio

E’ certo che una galleria lunga 40 km abbia bisogno di tante finestre di servizio, alcune di sicurezza, altre per l’estrazione del materiale di scavo. Ne sono previste 8 per uno sviluppo totale di circa 10 Km.

Nel territorio Ligure le finestre dovrebbero essere tre, tutte per l’estrazione di materiale dalla galleria principale. Una nel Comune di Ceranesi, in località Molinassi, e due nel Comune di Campomorone, la prima in loc. Maglietto e la seconda tra le frazioni di Isoverde e Cravasco.

La valle del rio Molinassi, boscosa e ricca di acqua, sarebbe stravolta dalla costruzione della strada di accesso  e dall' installazione del cantiere operativo, di quello di servizio e del campo base, con danni ambientali irreparabili.

Per Campomorone i problemi sono molteplici e riguardano la viabilità delle frazioni di Campora, Santo Stefano, Isoverde e Cravasco, l'ubicazione di due campi base destinati ad ospitare 300 operai ciascuno, l'approvvigionamento degli inerti  e lo smaltimento dello smarino. I  problemi sono strettamente collegati in quanto i progettisti hanno previsto le due finestre in prossimità di una cava di pietrisco calcareo che dovrebbe servire sia per l’approvvigionamento di inerti  sia per lo stoccaggio del materiale d’estrazione

Le finestre sono posizionate una a valle ed una a monte di Isoverde e la cava si trova tra Isoverde e Cravasco.

La vallata è attraversata da un'unica strada che a malapena regge il traffico attuale, gravemente appesantito dagli automezzi al servizio della cava.

Per ogni finestra ci sarà ovviamente un'area di cantiere destinata ad ospitare macchinari e materiali necessari ai lavori. L'inquinamento acustico ed atmosferico contribuirà non poco al disastro ambientale totale e la finestra del Maglietto è contigua ad insediamenti abitativi.

Il primo campo base è previsto nell'area del Maglietto mentre  il secondo dovrebbe essere realizzato in Cravasco, loc. Volpe, zona di assoluto valore paesaggistico e ambientale.

Si fa notare che in un paese con meno di 200 abitanti si è pensato bene di impiantare un campo destinato ad ospitare 300 persone, per il quale dovranno essere realizzati: la strada di accesso, perché l'esistente è già insufficiente al traffico attuale, tutti gli allacciamenti ed un sistema fognario, considerando che gli scarichi non possono essere convogliati in un ruscello che per fenomeno carsico resta per buona parte dell'anno asciutto. Ed è anche impensabile che l'area possa poi essere riportata allo stato preesistente.

2. Traffico pesante

A detta dei progettisti (nel corso delle riunioni in fase di presentazione dell’opera) da ogni finestra dovrebbero essere inoltrati giornalmente verso la cava circa 100 autocarri di inerti.

Attualmente la normale attività della cava, al servizio delle imprese edili operanti nel territorio genovese,prevede il caricamento giornaliero di circa 100 tra grossi autocarri e mezzi diversi, con una produzione annua di circa 100.000/120.000 mc.

Tenendo per buoni i dati forniti dai progettisti, considerando che viene escluso il movimento notturno di autocarri e ipotizzando,quindi,, una giornata lavorativa di 10 ore, attraverso Isoverde dovrebbe transitare, solo al servizio della cava e del valico, un mezzo ogni 90 secondi e, verso Cravasco, un mezzo ogni 60 secondi. Con le attuali strade si tratta di fantascienza.

Ovviamente un’opera così imponente comporta l’utilizzo di macchinari e materiali più disparati, con un ulteriore considerevole aggravio di traffico pesante.

Da non trascurare infine l’ incremento del traffico ordinario dovuto alla dislocazione sul territorio di due campi di servizio destinati ad ospitare 300 operai ciascuno.

3. Smaltimento del materiale di estrazione

Dopo aver succintamente evidenziato i problemi del traffico ( da notare che per l’attraversamento di Isoverde bisogna utilizzare una strada provinciale dissestata in più punti ed in parte costruita sopra una vecchia cava di gesso che periodicamente sprofonda.) passiamo a parlare dello smaltimento del materiale di risulta (smarino)..

Dei circa 12 milioni di mc. di materiale di risulta, da stoccare in varie discariche, il progetto prevede di convogliarne nella cava di pietrisco ( che rimane in esercizio e che quindi non può essere totalmente utilizzata né tantomeno risanata) circa 2.300.000 mc. .  

Siccome il territorio utilizzabile della cava non è sufficiente alla bisogna, i progettisti hanno pensato di tombinare, per alcune centinaia di metri, con pietre e legname, due rivi che scendono dai monti ( rio Campi e rio Guana) e terrazzare sulle due sponde, con il solo ausilio di pali nel terreno (  terre armate ), la maggior parte dello smarino.  Con ciò verrebbero coperti con materiale improduttivo diversi ettari di bosco ceduo e di pineta.

Con l’ultima alluvione del ’93, il greto del rio Campi si è abbassato, in certi punti, di circa 2 metri. Dovrebbe bastare questo dato per dare un giudizio sulla superficialità con la quale è stato affrontato l’argomento impatto ambientale.

4. Materiale

Per l'esecuzione dei lavori occorrono circa 6 milioni di mc. di pietrisco. I progettisti prevedono di ricavarli dalla Cava di Isoverde, dalla Cava del Monte Gazzo, dal dragaggio del  torrente Borbera e da Cave in pianura a Serravalle ed a Pozzolo Formigaro:

Osserviamo.

- l’attività della cava del Monte Gazzo è limitata e ci sono molte pressioni per un’ulteriore limitazione;

- per il torrente Borbera c’è stata una tale sollevazione popolare che l’idea pare sia stata abbandonata.

- il piano di coltivazione della Cava di Isoverde prevede l'estrazione di un quantitativo di materiale inferiore alla bisogna. Inoltre la Cava rifornisce tutte le imprese edili operanti nel territorio genovese.

E' quindi prevista l'attivazione di una nuova cava sul Monte Carlo, di fronte a quella esistente ( una a destra e l'altra a sinistra del torrente e della strada), non prevista dal piano regionale, situata in zona protetta e coperta da boschi, ma direttamente sopra agli impianti di betonaggio.

5. Tempi ????????????

I progettisti prevedono l'ultimazione dei lavori in sette anni. L'esperienza insegna che, specialmente per opere di questo tipo e dimensioni, il rispetto dei tempi progettuali è pura utopia, specialmente nel nostro caso in cui sono stati riscontrati nel progetto errori di territorio e materiale da attraversare.

Le più ottimistiche previsioni degli Ispettori del Via parlano di 10 anni, prepariamoci al peggio.


Chi vuole il Terzo Valico

Con il raddoppio della linea ferroviaria del ponente, la sistemazione della Pontremolese (ferrovia) e lo snodo autostradale genovese (bretella o qualsiasi realizzazione che permetta al traffico pesante di non interferire con il traffico cittadino), il Terzo Valico viene considerato da politici, amministratori e, soprattutto, imprenditori tra le opere inderogabili per lo sviluppo dei traffici portuali e con ciò di Genova e di tutta la Liguria.


Perche` il Terzo Valico a Cravasco

Per quanto riguarda Isoverde e Cravasco, che sono le località più penalizzate, si può dire che il loro torto sia quello di trovarsi nelle vicinanze della Cava di pietrisco calcareo, che offre al Cociv il sistema più pratico ed economico per l'approvvigionamento e lo smaltimento degli inerti.

Purtroppo la cava non è sufficiente alla bisogna ed è quindi prevista l'attivazione di un'altro impianto, non si sa di quali dimensioni, oltre all'utilizzo di terreni boscosi per lo stoccaggio del materiale.


Perche` Cravasco non vuole il Terzo Valico

Cravasco non è  pregiudizialmente contro il terzo valico. E' contro il progetto presentato dal Cociv, che non tiene assolutamente conto del catastrofico impatto ambientale su tutta la Valle Verde, a partire da Campora per Isoverde, fino a Cravasco.

Ogni opera che porta un beneficio alla collettività non può provocare un danno superiore al beneficio stesso. Pertanto si deve studiare un modo alternativo per realizzarla.

Per realizzare un'opera che costa migliaia di miliardi,  non si può pensare di distruggere due paesi (Isoverde e Cravasco) e penalizzare tutti gli altri della vallata per risparmiare. Ci devono essere e si devono trovare delle alternative.


C'e`una alternativa al Terzo Valico a Cravasco?

Noi non siamo tecnici, ma osserviamo che realizzando le necessarie finestre di servizio esclusivamente quale  via di fuga, nei punti ritenuti i più adatti e non i  più convenienti, e convogliando il materiale di scavo  direttamente dalla galleria principale, che inizia a Borzoli, al porto di Voltri, eventualmente attraverso la ferrovia già esistente, i problemi di viabilità e di smaltimento degli inerti sarebbero già risolti. Probabilmente si amplierebbero tempi di realizzazione e costi, ma non è certo visto che per l'attraversamento di Isoverde, impossibile tramite le strade esistenti, si è sentito parlare della costruzione di una strada alternativa, molto problematica se non impossibile visto il territorio da attraversare o, addirittura, della realizzazione di una galleria, inutile a lavori ultimati. Opere dal costo tale da rendere probabilmente più conveniente lo smaltimento su Voltri.

Se tecnicamente ciò non fosse possibile e non ci fossero altre alternative al progetto presentato dal Cociv, ribadiamo il concetto che non si può proporre un'opera la cui realizzazione produca più danni che utilità.

Resta, tra l'altro, da dimostrare che l'ammodernamento e il potenziamento delle linee attuali ( 5 al servizio dei porti di Genova, Savona e La Spezia ) non sia di gran lunga più economico della costruzione di una nuova linea ed altrettanto, se non di più, utile allo smaltimento dei traffici portuali, distribuiti su più linee anziché congestionati su una sola.


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