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Gennaio 2001 (Dalla rivista Musikexpress) - Un piccolo articolo della rivista tedesca "Musikexpress", di gennaio 2001, parla dei migliori show dal vivo del 2000 tra i quali vi è anche il Dream Tour dei Cure. Questo è ciò che hanno scritto a proposito del Dream Tour:
"I Cure di Robert Smith lo hanno annunciato molte volte: la fine dei Cure è sempre stata vicina. Ma questa volta, dopo 24 anni, sembrano seri. E così i numerosi amici della tristezza hanno fatto un pellegrinaggio nelle sale e nelle arene per ricevere la meritata ricompensa per tutto quello che hanno fatto in questi anni. Per l'ultima volta i Cure sono tornati ad essere i vecchi Cure, i torturati e che torturano, I Cure perfettamente disperati. Anche nei Tour di Venerdì, Robert non era innamorato. Anche dopo assolati giorni di primavera lui ha cantato "One Hundred Years", molto molto dark, ammessa solo dalle menti più dark. Infatti si potevano vedere signore indignate aggrappate alle loro borsette e ai compagni di una vita che dicevano: "Andiamo, usciamo da qui!". I Cure hanno celebrato il loro stesso funerale senza compromessi. Il maniacale Smith ha pensato infatti di terminare il suo lavoro con la trilogia "Pornography", "Disintegration" e "Bloodflowers", suonata nei loro concerti. I Cure fecero rumore e ruggirono, ulularono, sognarono, il tutto brillantemente, come fecero tanti giorni prima. Un grande schermo illustrava con una corsa di colori e moltissime immmagini le loro canzoni. I concerti dei Cure. C'è una certa magia, suppongo. C'era una certa magia..."
 
Thank You Chic@! (per la traduzione)


Agosto 2000 (Dalla rivista Mix Magazine)
- C'è un articolo sul Dream Tour nel Mix Magazine di Agosto: Nel Mix Magazine di Agosto c'è un'immagine di Robert Smith nell'angolo in basso a destra della copertina con le parole: "On Tour: The Cure". E' un articolo piccolo ma interessante nel caso tu fossi interessato nel sapere cosa utilizzano
i Cure per i concerti dal vivo. Per chi non è interessato della parte tecnica sappia che ci sono alcune foto dei concerti e alcune foto dei ragazzi del dietro le quinte che lavorano per rendere buono il suono del concerto. Questo è tutto.
 
Gennaio 2000 (Dalla rivista Wall of Sound) - Se la foto di copertina di questa rivista è un'indicazione, il cantante dei Cure Robert Smith sembra essere l`equivalente anni '80 di Dorian Gray: sembra proprio come 20 anni fa. Ora la sua band seminal-goth-indie-wave ritorna col suo 13° album di studio, "Bloodflowers", che le cronache del Billboard hanno
annunciato come il terzo di una trilogia che include "Pornography" del 1982 e "Disintegration" del 1989. Le nove canzoni sono state registrate a Londra e Surrey, Inghilterra, e co-prodotte da Smith e Paul Corkett.
 
Thank You Chic@! (per la traduzione)
 
 
Gennaio 2000 (Dalla rivista Kronen Zeitung) - C'era un articolo dei Cure sul più grande giornale austriaco, il "Kronen Zeitung". Si diceva che i Cure saranno a Vienna in aprile ed i biglietti sono in vendita da adesso. Non c' erano altre notizie effettive nell' articolo. Si diceva soltanto che i Cure celebreranno il loro 25esimo anniversario il prossimo anno:
"E' difficile da credere: il prossimo anno la cult band inglese "The Cure" celebrerà il suo 25esimo anniversario. Nel 1976 Robert Smith scandalizzò l'industria dicografica con il suo make-up imbrattato. Oggi lui ed i suoi colleghi sono un punto fermo della scena musicale e le loro canzoni "Boys Don' t Cry", "Killing an Arab" e "Friday I'm in Love", vengono ancora trasmesse dalle radio di tutto il mondo. Tutto ebbe inizio a Crawley/Sussex. Il 17enne Robert Smith fondò gli Easy Cure con alcuni compagni di scuola. Tuttavia essi per 2 anni non conclusero un contratto, nè rilasciarono singoli. Essendo rimasti delusi, eliminarono "Easy" dal loro nome e si misero al lavoro. E già con il loro primo singolo "Killing an Arab" entrarono nelle charts. Il resto è storia pop...
Con il loro nuovo CD "Bloodflowers" essi hanno rilasciato (secondo Smith) il miglior album. L' 11 aprile i Cure saranno al Libro Music Hall a Vienna per uno dei primi concerti del loro "Dream World Tour". I biglietti sono reperibili presso "Krone - 88.6 Tiket Hotline", (01)960 96 886.
Thank You Chiara! (per la traduzione)
 
 
Dicembre 1999 (Dalla rivista Zillo) - C'è un grande articolo sui CURE nella rivista Zillo di dicembre. L'autore di questo articolo (Kirsten Borchardt) incontrò Robert i primi giorni di novembre per fare un'intervista che apparirà nella suddetta rivista nel febbraio 2000. In questo momento al giornalista non gli è stato permesso di dare molte informazioni, anche se alcuni dati sull'imminente album li ha riportati sul numero di dicembre di Zillo:
1) Robert non pensa che i CURE si divideranno dopo l'uscita di Bloodflowers e il successivo tour;
2) in "There is no if", una della canzoni dell'imminente album che si avvicina di più al genere Pop (anche se in questo album si può dire che il Pop è quasi inesistente) Smith canta "If you die, you said, so will I, you said" e continua cantando "But it ends the day you see how it is - there is no always forever, just this". La disperazione di "Pornography" e "Disintegration" continua quindi con "Bloodflowers", ma in modo diverso: mentre nei precedenti 2 album si vivevano la malinconia e la solitudine in ogni punto delle canzoni, in Bloodflowers le canzoni iniziano felicemente. E' la paura che queste condizioni possano finire, che niente è eterno, che niente dura, che domina molte canzoni;
3) "Watching me fall" prende la stessa stada tematica di "The 13th": ma questa volta non è più in tono scherzoso, ma più come una gita d'orrore dentro se stesso;
4) la ballata "Where the birds always sing" riprende il tema della morte. "It´s not enough to live on in other people´s minds and dreams, there must be something more, a world where nobody dies". Smith non da nessun conforto in questo album, anche se nella canzone "Bloodflowers" cerca di dare una speranza: "This dream never ends, you said ... these flowers will never fade". Ma alla fine della canzone perde questo raggio di speranza: "always fade, always die";
5) I testi di Bloodflowers non hanno quasi nessun punto di contatto con i precedenti due album della trilogia. La sorda batteria elettrica di Bloodflowers ricorda "Cold" o "Closedown" e le pesanti strutture ricordano la densa atmosfera di Disintegration, quindi vi è un definitivo allontanamento dalle canzoni degli ultimi 2 album. Con la grande "Watching me fall", la triste "Bloodflowers" (che è definitivamente la migliore canzone dei CURE dai tempi di Faith), l'aggressività di "39" o la meditazione di "The Loudest Sound", i CURE provano ancora una volta che la loro musica ha abbastanza sostanza per il prossimo millennio.
 
Settembre 1999 (Dalla rivista Alternative Press) - I CURE compiono 20 anni di carriera, "festeggiando" con il loro nuovo album che sarà orientato verso musica dark. L'album, come dicono i membri del gruppo, è il più dark mai fatto ed è intitolato "Blood Flowers" (non più Bloodflowers). E' stato descritto come la terza parte di un trittico che stilisticamente cade nel canone di Pornography o Disintegration. Il fondatore della band, Robert Smith, ci spiega che l'album sarà concentrato su tre aspetti: la contrarietà, la morte e la fine di tutto. La corrente band è formata da Robert Smith, Simon Gallup, Perry Bamonte, Roger O'Donnell e Jason Cooper la stessa che registrò Wild Mood Swings. L'album sarà rilasciato per la fine di settembre (...improbabile...) e sembrà vi sarà un tour l'anno prossimo.
 
Giugno 1999 - (Dalla rivista Dotmusic) - I CURE la scorsa settimana hanno dato gli ultimi ritocchi al loro ultimo album senza titolo (alcuni dicono sia l'ultimo) al Fisher Lane Farm a Surrey col produttore Paul Corkett per distribuirlo questo autunno.
 
Gennaio 1999 - (Dalla rivista Alternative Press) - I CURE sono uno dei pochi esempi di quello che un gruppo alternativo può suonare per 20 anni. Se non hai mai amato la loro musica, forse non li amerai mai, ma i fans dei CURE nel mondo (e ce ne sono molti, incluso il creatore di South Park) gioiranno alla notizia del nuovo album dei CURE. Secondo il cantante Robert Smith questo album è il punto di riferimento di tutti i precedenti album. "Mi sono interessato di tutto quello che mi ha veramente interessato in questi anni, cercando di riprendere quello che io ho sempre voluto dire e di spiegare come mi sento su queste cose a questo punto della mia vita." spiega Smith. Vi saranno suoni molto pesanti, con molte chitarre. Il suono sarà abbastanza rumoroso e dark e sarà come i 'vecchi' CURE e quindi cadrà nel canone di Pornography e Disintegration. Quindi agli ascoltatori ossessionati da questi album piacerà molto il nuovo. Le canzoni che Smith pensa di includere nell'album sono "Fall" (che probabilmente sarà la più grande, e turbolenta canzone che abbiano mai fatto), "Side by Side" (tonalità triste, secondo Smith) e "Just Say Yes" (una specie ballo dark). "Non ci sarà nessuna canzone pop dei CURE in questo nuovo album, e quindi sicuramente non vi sarà nessun singolo straripetuto per radio." dice Smith. Le parole delle canzoni ricalcano la disperazione, perdizione e la mancanza di fiducia. "Usiamo suoni di chitarre e reazioni che sono state già usate da altre band prima, ma è qualcosa che noi non abbiamo mai usato." Sono passati 20 anni e i fan ancora non sanno cosa aspettarsi dai nuovi album dei CURE. "E' confortante sapere" dice Smith "che non ho fatto sempre la stessa cosa per 20 anni. Nella prima decade ero più intento ad ottenere qualcosa da me stesso. Nella seconda decade ho suonato più per mia propria soddisfazione. Nei primi 10 anni avevo qualcosa da provare, nei successivi 10 ho fatto qualcosa di più divertente per me." Robert Smith ha anche imparato che è possibile scrivere oscure canzoni senza immergere se stesso in pensieri suicidi. Così quale musica lo ispira oggi? "Ascolto musica Folk, musica suonata col violino e musica abbastanza allegra." Smith con un sorriso dice "L'album è lo strano tipo di reazione che ho avuto per questo tipo di musica."

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