A Torre Faro la gastronomia è veramente un aspetto importante. Varrebbe la pena farvi un viaggio solo per gustare le tante nostre specialità.

I popoli che nei secoli si sono succeduti nella dominazione della Sicilia ed in particolare di Messina, porto strategico al centro del Mediterraneo, hanno lasciato tracce del loro passaggio in molti settori, nell'architettura, nell'arte, nel modo di vivere e perfino nei cibi che quotidianamente consumiamo.
Dire che la nostra cucina sia una delle più varie, ricche, saporite e apprezzate d'Italia è cosa ovvia; dire che molto di questo successo sia dovuto alle tante contaminazione subite nel tempo non è certo un'eresia.
Risalgono probabilmente ai romani, le focacce; al tempo era uso comune mangiare sopra delle tavole di pane indurito; dagli arabi sicuramente abbiamo ereditato l'uso della ricotta nei dolci e sempre a loro dobbiamo l'invenzione dei sorbetti; i francesi hanno introdotto l'uso di alcune creme e della pasticceria mignon e si potrebbe continuare ancora per molto, considerando che la pasticceria siciliana è ancora più varia e complessa della cucina per varietà e quantità di preparazioni diverse non solo da provincia a provincia ma addirittura da paese a paese.
Il dolce più conosciuto anche al di fuori dei nostri stretti confini resta comunque la cassata, anche in questo caso a seconda della zona viene preparata in una maniera diverse e addirittura nel siracusano ne esiste un tipo passato al forno.
Le versioni più interessanti restano la palermitana e la messinese, se è vero che i palermitani ne vantano l'invenzione è anche vero, e non solo a nostro avviso, che la cassata migliore e quella messinese.
Questo dolce, proprio di recente, ha festeggiato i mille anni. Deve il suo nome probabilmente al fatto che veniva preparata all'interno di speciali cassette di legno, quindi incassata, mentre adesso si usano delle teglie da pasticceria rotonde che agevolano non poco sia il lavoro che la successiva pulizia. La cassata, a Messina di regola, si prepara usando ricotta di pecora che viene prima passata a settaccio e quindi amalgamata a zucchero e gocce di cioccolato, in altre realtà alla ricotta si mescolano dei dadini di frutta candita. Mentre la crema cosi ottenuta si mette a riposo e si provvede a foderare il fondo e bordo della teglia con uno strato di pandispagna di spessore non superiore al mezzo centimetro.Spessore del pandispagna, quantità di zucchero per la ricotta variano di città in città, da pasticcere in pasticcere. Per la cassata messinese si usa meno zucchero che per quella palermitana, anche lo spessore del pandispagna è in genere minore. Tornando alla preparazione, la crema così ottenuta, viene adagiata nella teglia sino al bordo e ricoperta per intero con listarelle di pandispagna, attenzione è l'umidità della ricotta che bagna il pandispagna che, come si dice in gergo non viene "ponciato", ovvero inbevuto di liquore. Solo adesso con un apposito disco, le mani esperte del pasticiere, pressando dall'alto fanno aderire perfettamente la cassata alla teglia che le darà la forma. Mentre la cassata viene lasciata qualche ora a riposare, per poi essere con una delicatissima operazione capovolta e adagiata su un disco di carta per pasticeria, si comincia a predisporre la parte conclusiva del lavoro: la decorazione. Per prima cosa si procede alla copertura per la quale si usa un velo di pasta di mandorla ottenuta da mandorle sbollentate e pelate e quindi raffinate con l'equivalente in peso di zucchero lavorato a caramello e quindi pennellata sulla cassata, per intero la parte superiore, alternandola al pandispagna in laterale. Conclusa questa delicata operazione si lascia raffreddare la pasta di mandorla che in genere è di color verde chiaro, per poi ricoprirla con un velo di zucchero che deve essere cosi fine da far trasparire il verde sottostante. L'ultima parte del lavoro consiste nella rifinitura della decorazione della cassata, per il bordo laterale si usano in genere dei motivi arabeggianti realizzati con crema mafalda. L'uso degli arabeschi per la decorazione sono probabilmente un omaggio al popolo che ha introdotto nella nostra pasticceria questo splendido dolce. La parte superiore a Messina viene decorata, con frutta candita assortita finemente tagliata in misura non superiore al 10% del peso della cassata. Completata la decorazione la cassata è pronta per essere mangiata accompagnando ogno boccone con un sorso di marsala o di zibibbo.

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