cacciatabonacolsi.JPG (55935 byte)
Signoria
Precedente ] Su ] Successiva ]

L’istituto della signoria, originariamente sorto nelle città italiane per assolvere al compito temporaneo di eliminare i conflitti tra famiglie e fazioni opposte, affidando il potere a "uomini forti" di estrazione politica o militare, tende tuttavia ad evolvere verso forme di principati ereditari di fatto, con quali il "signore" costruisce il meccanismo di un nuovo potere dinastico. La formazione di un potere dinastico legato ad una casata a Mantova avviene negli ultimi trenta anni del XIII secolo a favore della famiglia dei Bonacolsi. E’ Pinamonte, "rector" del comune nel 1272, che riesce a creare una prima base di potere personale facendosi prima insignire della nuova carica di Capitano del Popolo, poi di quella di Capitano Generale a vita. Il figlio, Bardellone, prosegui in questa direzione sostituendo il Consiglio Maggiore, di comunale memoria, con il Consiglio del Signore formato da dodici uomini di fiducia del capitano del Popolo. Inoltre il Bonacolsi associa il nipote Guido nel governo della città, assicurando così la successione al proprio casato con un meccanismo tipico che impediva ogni interruzione nella gestione familiare del potere. Guido riesce addirittura a svincolare del tutto il proprio potere decisionale dal controllo di qualunque organo di consiglio. lì potere del Bonacolsi è pressoché assoluto. L’ultimo tassello, per ottenere l’effettivo passaggio da un potere ancora legato alla tradizione repubblicana, a uno di tipo signorile, è ricevere il vicariato imperiale sulla città. I L’ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo il Passerino, ottiene l’investitura nel 1311, ma non riuscirà a goderne a lungo a causa della rivolta dei Gonzaga. Sarà il capo della famiglia ribelle, Luigi, a divenire dapprima Capitano Generale nel 1328 e poi Vicario Imperiale l’anno dopo, gettando le basi di un dominio che legherà i Gonzaga a Mantova per quattro secoli.