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La storia

La nascita della fotografia è databile all'agosto del 1839, quando viene presentato al pubblico, in Francia, il procedimento di Daguerre, ed anche se ormai viene data per scontata la paternità della fotografia a quest'ultimo, non possiamo ignorare i vari Niepce, Talbot ed altri che per minore fortuna o mancanza di promozione non hanno avuto a suo tempo il riconoscimento dei loro meriti.

E' comunque intorno a quegli anni che la fotografia inizia a destare sempre più interesse a livello internazionale e le scoperte e gli studi sui vari procedimenti si intensificano enormemente.

Come molte invenzioni, la fotografia, è il frutto di una serie di scoperte spinte da esigenze economiche e culturali.

Non è un caso che, infatti, che la fotografia sia nata proprio in un periodo, il 19° secolo, in cui era forte la richiesta di immagini per libri e giornali. Si passerà quindi nel corso degli anni a supporti sensibili sempre più veloci (le prime lastre necessitavano di ore per essere impressionate) più comodi e maneggevoli, uniti ad apparecchi di ripresa sempre più compatti, dotati di ottiche e meccanismi perfezionati.

Per capire meglio i passi storici e le scoperte che hanno permesso lo sviluppo della fotografia potrà essere utile, prima di passare alla cronologia, un cenno sulle riflessioni e problematiche emerse nel corso degli anni:

  • alcune sostanze anneriscono se esposte per lungo tempo alla luce.
  • nasce il problema di mantenere stabile nel tempo questa reazione e di rendere il processo più veloce e comodo.

  • Piccola cronologia

  • 1520 teorizzazione del fenomeno della "camera obscura" da parte di Leonardo Da Vinci e Della porta. Leonardo noto' e scrisse che praticando un foro in una stanza completamente oscurata, attraverso il quale si vede un paesaggio od una casa illuminata, si sarebbe ottenuta un'immagine proiettata capovolta all'interno della stanza.
  • 1590 prime applicazioni pratiche della camera obscura, utilizzata da artisti per riprodurre i soggetti inquadrati ricalcandone le forme.
  • 1727 un chimico, Johann Schulze, nota che i composti ed i sali d'argento anneriscono alla luce, e non per effetto dell'aria o del calore come aveva teorizzato Boyle nel 1667.
  • 1780 il chimico Jacques Charles cosparge con una soluzione di cloruro d'argento un foglio di carta e vi sovrappone alcuni oggetti opachi. Le immagini che ottiene sono delle silhouette che svaniscono esponendole alla luce.
  • 1813 Niépce Nicephore ottiene una stampa per contatto sovrapponendo un'incisione su di una lastra cosparsa da bitume di Giudea. La tecnica per usare il bitume di Giudea consisteva nell'esporre alla luce una lastra di rame argentato(o di peltro) cosparsa di bitume sovrapponendo ad essa un disegno fatto su materiale trasparente. La luce indurisce il bitume, e le parti non esposte vengono poi disciolte in essenza di lavanda mescolata a petrolio. L'immagine che si ottiene è positiva, in quanto il bitume ossidandosi schiarisce, e le zone argentate vengono rese più scure per mezzo di esposizione ai vapori di solfuro di potassio
  • 1816 Nièpce introduce una lastra di rame cosparsa di Bitume di Giudea (bitumata) nella "camera obscura", ed ottiene la prima fotografia diretta
  • 1819 Herschel scopre che i composti di sodio, ed in particolare l'iposolfito sono in grado di arrestare l'azione scurente della luce sui sali d'argento. E' l'inventore del fissaggio fotografico.
  • 1824 Iniziano i primi esperimenti di Daguerre (pittore vedutista).
  • 1826 Nièpce realizza dalla finestra del suo studio la più antica foto ancora oggi conservata, per la sua esposizione occorreranno circa 8 ore.
  • 1834 Talbot compie i primi esperimenti sull'immagine latente (questa diviene visibile sulla lastra attraverso l'utilizzo di processi chimici.)
  • 1839 L'accademia di Francia rende noto al mondo il metodo di Daguerre: è la nascita ufficiale della fotografia . La tecnica del dagherrotipo consisteva nel sottoporre (al buio) una lastra d'argento ai vapori di jodio, poi veniva esposta alla luce tramite una camera oscura per almeno 15' e successivamente sviluppata per effetto dei vapori di mercurio. L'immagine andava poi fissata in un bagno d'iposolfito di sodio. Nello stesso anno realizza la prima foto dove per la "velocità" del supporto sensibile compare anche (per la prima volta) l'uomo.
  • 1841 Talbot porta a termine le sue esperienze sulla Calotipia. La tecnica del calotipo (o talbotipo) consisteva nell'utilizzare della carta resa trasparente dalla paraffina e sensibilizzata con bagni in soluzioni di cloruro di sodio e nitrato d'argento. Una volta esposta l'immagine veniva sviluppata con acido pirogallico. Il risultato è un negativo dal quale sarà possibile ottenere un numero illimitato di copie. La qualità, però, non è ancora al livello del dagherrotipo.
  • 1844 Talbot realizza il primo fotolibro: "The pencil of nature"
  • 1847 Niepce De Saint Victor (nipote di Nicephore) descrive il metodo fotografico dell'albumina, nascono le prime lastre di vetro sensibile.
  • 1850 Viene introdotto il procedimento al collodio che sostituirà in breve tempo la dagherrotipia e calotipia.Il procedimento al collodio (composto da nitrocellulosa, etere ed alcol) consisteva nel mescolarlo a joduro di potassio e stenderlo su una lastra di vetro che verrà immersa in un bagno di acqua distillata e nitrato d'argento per sensibilizzarla. Usata quando è ancora umida permetterà dei tempi esposizione anche di frazioni di secondo. Lo sviluppo veniva fatto con acido pirogallico, il fissaggio con iposolfito..
  • 1869 Viene brevettato il metodo Archer-Frey per la fotografia al collodio
  • 1869 Viene dato alla stampa un libro: "I colori della fotografia: soluzione di un problema". L'autore è Louis Doucros de Hauron
  • 1871 La gelatina sostituisce il collodio, le lastre cosi realizzate potranno essere usate asciutte e permettere tempi di esposizione di 1/25 di secondo
  • 1873 Leon Vidal ottiene immagini a colori con un procedimento chiamato "fotocromia a colori indiretti".
  • 1874 Viene prodotta e venduta una pellicola fotografica a base di gelatina e bromuro d'argento.
  • 1888 George Eastman fonda la più grande industria fotografica la " KODAK ", e realizza il primo rullo fotografico basato su celluloide che permette di ottenere ventiquattro immagini 10x12.5 cm.; i rulli esposti con un apparecchio della stessa casa vengono, dalla Kodak, sviluppati e stampati, rendendo la fotografia accessibile a chiunque; il suo motto era "Voi premete il bottone, noi facciamo il resto".
  • 1900 Si intensificano gli studi sulla fotografia del movimento che porteranno allo sviluppo del cinema, di cui la fotografia è madre.
  • 1904 I fratelli Lumiere brevettano il sistema "autocrome". Nasce la fotografia a colori diretti.
  • Cos'è cambiato

    Oggi la fotografia è alla portata di tutti, nel senso più ampio della parola; alle macchine professionali sono stati affiancati sistemi e fotocamere da tutti i prezzi. Le grandi produzioni di massa e l'alta produttività industriale, unite ai progressi in campo chimico ed elettronico, hanno permesso una riduzione dei costi, pellicole sempre più veloci e macchine maneggevoli, veri concentrati di tecnologia meccanica ed elettronica.

    A questo si sono aggiunte la velocità di trattamento delle pellicole e la comodità di avere subito ( 30 minuti ) stampe e diapositive, favorendo un controllo immediato dei lavori eseguiti anche da parte di fotografi non specializzati.

    L'ingresso del computer nel settore permette la ripresa, modifica, elaborazioni, stampe, in B/N e colore, fino a qualche anno fa impensabili e con risultati quasi tradizionali, permettendo, inoltre, l'invio delle immagini in tempo reale in ogni parte del mondo e dello spazio. Comunque possiamo stare tranquilli, perché a oggi nessun sistema elettronico riesce ad eguagliare la perfezione , il dettaglio, ed il fascino di una bella foto stampata a mano da qualche maestro della camera oscura, sia esso un semplice amatore o affermato professionista.
     
     
     
     


    1827 Niepce la prima foto

    1839 - L.Daguerre, la prima immagine in cui compare l'uomo.

     

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