San Michele Arcangelo  

SAN MICHELE ARCANGELO

Via Giolitti 44 - tel. 011 8173450

orario apertura: 10 - 12  /  16 - 19

Messe: festive ore 10

 

E' documentata nell'XI secolo la presenza in Porta Palazzo di una chiesa omonima dipendente dalla Abbazia di San Michele della Chiusa. In tale chiesa si installano nel 1675, per concessione di Madama Reale, la Duchessa Giovanna Battista di Savoia Nemours, i Trinitari Scalzi della Redenzione degli Schiavi che avevano come missione il riscatto, mediante elemosine, degli schiavi Turchi e dai Berberi. Nel 1730 essi dovettero abbandonare la chiesa che fu abbattuta in seguito alla ristrutturazione juvarriana dell'attuale via Milano e di piazza Vittoria (l'attuale piazza della Repubblica).

I Trinitari ottennero in cambio la Casa Ropolo sita nel cantone di San Sebastiano (via San Francesco da Paola ang. via Santa Croce) che rimodernarono a mò di convento e di chiesa. Divenuta insufficiente tale sede ottennero dal Re Vittorio Amedeo III di stabilirsi nell'isolato triangolare di San Pasquale presso gli antichi bastioni, già concesso in parte dal Re alla Corporazione dei Maestri Vellutari.

Le spese che i Maestri ebbero a sostenere per la ristrutturazione di tale sito si rivelarono troppo alte per le loro borse e pertanto i Trinitari che già avevano acquistato le vicine proprietà della Casa dell'Opera di Correzione comprarono dai Vellutari il resto dell'isolato, affittandone loro una parte. La prima pietra della costruzione è del 21 agosto 1784. I lavori vennero ultimati nell'ultimo decennio del settecento. Con la dominazione francese la chiesa venne utilizzata quale deposito di carriaggi.

Soppressi i Trinitari nel 1801, il convento fu adibito a sede dell'Ospizio delle Puerpere, detto della Maternità, trasferito nel novecento presso le Molinette. La chiesa venne chiusa per alcuni anni e privata degli altari.

Durante la II guerra mondiale divenne deposito di armi dell'esercito tedesco e subì vari bombardamenti. Nel 1959 è stata riaperta al culto ed affidata alla comunità Cattolica di rito Bizantino.

L'architetto Bonvicini, che già stava lavorando per i Mastri Vellutari, progettò l'intero isolato utilizzandone la superficie cuneiforme e collocando al vertice la chiesa nella cui architettura si riscontra un'influenza vittoriana.

Essa è formata da un luminoso ambiente esagonale, coperto da una cupola e sormontato da un cupolino a lanterna. Il presbiterio ed il coro semicircolari, secondo l'uso bizantino, sono separati dalla navata riservata ai fedeli da una iconostasi.

Legati da eleganti motivi a stucco si aprono ampi finestroni che rendono la chiesa molto luminosa. La facciata, con solenne portale, svolge funzione di fondale della prospiciente via delle Rosine secondo un consolidato modello del barocco torinese. L'esterno della chiesa ed il campanile sono in laterizio a vista.

 

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