L’inaugurazione si terrà nello spazio della Galleria Marsilio Margiacchi – via Beccheria n.3, Arezzo – sabato 20 gennaio 2001 a partire dalle ore 19.00.
 

Sette abiti di ceramica vengono indossati nello spazio allestito della galleria: nelle due pareti a lato della vetrina d’ingresso verranno proiettate in simultanea coppie di immagini di abiti vestiti.
Una musica, composta in collaborazione con Paolo Traversari, verrà diffusa nell’ambiente per tutta la durata della presentazione.

Lo scorrere continuo delle immagini proiettate e l’ambientazione musicale creano uno spazio fluido e in continua trasformazione; lo scorrerre simmetrico delle diapositive semplifica formalmente, fino a renderla elementare, l’evoluzione perpetua di estetiche complesse e spesso contrastanti. L’apparente semplicità della composizione spaziale rende evidente la totale libertà dei contenuti: un ambiente indefinito, incerto, non irrigidito da schemi compositivi classici, dotato di una struttura fragile e precaria, capace di oltrepassare semplici schematismi estetici.
Un ambiente che va oltre il concetto di "ultimo" per addentrarsi nell’assoluta libertà. Uno spazio qualunque e tuttavia perfettamente determinato, che si dilata in continua mutazione.
Weak.style è un’opera che va oltre "l’ultimo"; non si indaga sull’aggiornamento del linguaggio estetico, ma sul suo ultimo e definitivo superamento. Lo stato finale viene sostituito dal "dopo-incerto", inteso come tutto possibile, come autonomia assoluta.
Viene superata la differenza tra tragedia e commedia, per tenersi là dove l’estrema libertà acquista un’appagante leggerezza.
Abiti che hanno assimilato e superato le logiche del contrasto e della similitudine, per sfociare in una serena indifferenza. Un weak.style (stile debole) non per impoverimento estetico ma per indipendenza e libertà metodologica: ogni abito è un pezzo autonomo - come ogni elemento dell’allestimento -, ma l’insieme risulta omogeneo e armonico, come se si fosse in uno stato di sospensione continua, fuori da qualsiasi contesto culturale.
Weak.style è un’opera sull’attesa, intesa in senso definitivo, stabile, come unica condizione esistenziale attualmente possibile. Non si indaga il concetto di "penultimo" come tendenza ad uno stadio finale; siamo già oltre, immersi in un contesto di assoluta autonomia e libertà culturale, in cui tutto è possibile perché non esistono più scenari stabili di riferimento.


"BUSTI DI ARCHITETTURA"
Andrea Branzi


 
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