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LETTERA 26 ottobre 2000

SULLE DICHIARAZIONI DEL SOTTOSEGRETARIO CUFFARO del 13.10

Dichiarazioni del Sottosegretario:
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COMUNICATO STAMPA 13-10-2000
RICERCA SCIENTIFICA. SOTTOSEGRETARIO CUFFARO: "I RICERCATORI HANNO DIRITTO
A UNA REMUNERAZIONE E A UNO STATO GIURIDICO ADEGUATI"

Prendendo la parola al Convegno "Globalizzazione, cambiamento tecnologico,
occupazione" dell'Istituto di Studi sulla Ricerca e Documentazione
Scientifica (ISRDS) del CNR, il Sottosegretario Cuffaro a proposito della
condizione dei
ricercatori degli Enti pubblici di ricerca ha osservato: "Sono fermamente
convinto che la riforma dell'organizzazione nazionale della ricerca vada
completata con la definizione di uno stato giuridico dei ricercatori che ne
valorizzi l'attivita', ne garantisca pienamente i diritti, e consenta loro
condizioni di reciprocita' rispetto a chi opera nell'ambito
dell'Universita'.
E' anche questa mancanza di regole che contribuisce a scoraggiare chi
svolge la propria attività nel settore della ricerca pubblica ed è causa di
tanti  abbandoni e di tanti trasferimenti all'estero.
C'è poi il problema decisivo delle remunerazioni che, con l'aumento degli
investimenti in ricerca, vanno rivalutate.
E' inammissibile che a contratto scaduto da tre anni, come denunciano i
sindacati, non si sia ancora aperta una vera e propria trattativa di merito
tra le parti.
E' necessario rimuovere gli ostacoli che si frappongono al rapido
raggiungimento di un accordo ed evitare che il Comitato di settore e la
stessa Agenzia per la Rappresentanza Negoziale con i loro comportamenti
finiscano per diventare la causa di ritardi che danneggiano i lavoratori e
creano un malcontento che si riflette negativamente sulla prosecuzione del
processo di riforma.
Abbiamo lavorato per dare nuovo impulso e nuovi mezzi alle attività del
sistema nazionale di ricerca: non vogliamo che indolenze e contrasti senza
fondamento ostacolino il nuovo corso della Ricerca italiana".

Roma, 13 ottobre 2000

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Data: 26 ottobre 2000
Prot. N. 642

Ing. A. Cuffaro,
Sottosegretario MURST

e p.c. al Ministro URST
On.le O. Zecchino

Oggetto: Suo comunicato stampa del 13-10-2000

Egregio Sig.  Sottosegretario,
abbiamo preso atto con soddisfazione delle Sue recenti dichiarazioni a
favore del diritto di ricercatori e tecnologi degli Enti di ricerca ad una
remunerazione e uno stato giuridico adeguati.  Tali dichiarazioni, del
resto, sono coerenti con quanto da Lei espresso - e da noi apprezzato - in
precedenti occasioni.
A fronte di posizioni ostili a tali diritti, o comunque ad essi poco
sensibili, lo "schierarsi" di un uomo di Governo deve essere accolto con
estremo interesse e per questo abbiamo provveduto a diffondere il Suo
comunicato stampa tra i nostri colleghi.
Dobbiamo però in tutta franchezza riportarLe anche un certo sconcerto che
le Sue dichiarazioni hanno prodotto.
I ricercatori si chiedono infatti quali azioni il Governo di cui Lei è
esponente intenda attuare per rimediare alla "mancanza di regole", causa di
scoraggiamento, di abbandoni e di "fughe" all'estero, come da Lei
denunciato; regole peraltro che non si sono volute introdurre nei decreti
delegati ex l. 59/97, nonostante le indicazioni in tal senso della stessa
legge e i pareri della Commissione Bicamerale per la Riforma
amministrativa.
Si chiedono anche quali risorse intenda il Governo destinare alla
rivalutazione delle remunerazioni dei ricercatori, a cominciare dal
contratto del Comparto Ricerca attualmente in discussione, per portarle ai
livelli dei nostri partner europei.  Certamente con la dovuta gradualità,
ma almeno sanando nell'immediato la sempre più stridente sperequazione
-denunciata nella lettera aperta dell'UNIRI (ANPRI-EPR, CIDA-Ricerca) del 5
ottobre u.s.- tra le remunerazioni dei ricercatori e tecnologi degli Enti
di ricerca e quelle di ricercatori e docenti universitari, pure parte dello
stesso sistema della ricerca pubblica.
Nella trattativa contrattuale in corso sicuramente l'ARAN e il Comitato di
settore hanno le loro responsabilità, ma il Governo non può sfuggire alle
proprie, che sono quanto meno quelle di fornire i mezzi finanziari adeguati
per la rivalutazione che, per Suo tramite, afferma di ritenere necessaria.
Nulla in tal senso risulta invece al tavolo negoziale, dove i ricercatori e
tecnologi non sembrano "fare problema", come riferito nei comunicati
dell'UNIRI che Le allego.
Che dire poi della situazione dell'ENEA, dove si pretende di riproporre -
contra legem - il vecchio modello del contratto aziendale che tanti
disastri ha provocato?
I ricercatori si chiedono infine quando e in che misura verranno dati
"nuovo impulso e nuovi mezzi" alla ricerca italiana, estremamente necessari
dopo anni di stagnazione se non di recessione.
Domande concrete, e del resto spontanee, per chi è abituato per professione
a sottoporre a validazione sperimentale i modelli teorici.
Le giriamo a Lei fiduciosi che non rimarranno senza risposta.
Distinti saluti.

Il Segretario Generale ANPRI-EPR
Dott. Bruno Betro'



ALLEGATI:
Comunicato 17.10.2000
Comunicato 24.10.2000
Comunicato 26.10.2000